5 dicembre 2016

Sagramola e Balducci azzoppati dal referendum

C'è un effetto collaterale divertente nel dopo referendum, una piccola cosa di pessimo gusto che chiama in causa Fabriano, dove sta per andare in scena lo psicodramma del PD cittadino. 

Chi osserva e annota i fatti politici locali si sarà accorto che la lotta per la candidatura a Sindaco è passata anche per una errata previsione del risultato referendario.

Giovanni Balducci per accreditarsi rispetto ai comandamenti del credo renziano ritenne di fare la mossa furba e di prospettiva assumendo la carica di coordinatore del Comitato per il Si cittadino; un'azione propedeutica e necessaria alla candidatura a Sindaco in un quadro politico che vede il PD fabrianese saldamente in mano a un gruppo dirigente di conclamata ed esibita fede renziana.

Col passare dei mesi, specie da quando la mobilitazione dei cittadini a favore del e del No è diventata appassionata e intensa, anche Sagramola, arrivato come sempre col treno della breccia, si è reso conto che il referendum poteva poteva incidere anche nella scelta del candidato Sindaco del centro sinistra.

Ed è per questo che Giancarlone ha deciso di fare l'Hombre del Si, allineandosi alle posizioni della minoranza del PD sedotta dal cosiddetto "Ok malpancista". In questo modo il Sindaco ha immaginato di neutralizzare la fuga alla Pantani messa felpatamente in atto da Balducci: se avesse vinto il Si avrebbero vinto entrambi, in uno schema di gioco in cui la duplice vittoria si sarebbe reciprocamente infranta e neutralizzata, consentendogli di arrivare a Natale sul risultato di zero a zero.

Con la vittoria schiacciante del No, che si è nettamente imposto anche a Fabriano, escono malconci sia Sagramola che Balducci,  ormai sulla scena con l'andatura claudicante delle anatre zoppe. La loro sconfitta non è totale solo per una specifica ragione di contesto e cioè che le ha prese di santa ragione anche il gruppo dirigente renziano del PD che ruota attorno a Riccardo e Michele Crocetti.

Sono esattamente queste le circostanze in cui compare sulla scena il Terzo Incomodo, quello che spariglia e fa saltare tutti gli equilibri costruiti negli anni con tanta pazienza ma dimenticando che la politica non è una scienza esatta ma disciplina burlona legata agli umori volubili e cangianti dei cittadini.

Stavolta anche a Fabriano ci sarà da divertirsi perchè, come sempre, chi va per fregare rimane fregato. C'est la vie.