Non spenderò parole sul Piano Neve. Non lo farò perchè non sono arrabbiato con l'amministrazione comunale. Ti arrabbi quando sei deluso. E la delusione, di solito, nasce da un'aspettativa insoddisfatta, da un'attesa tradita.
Dalla Giunta Sagramola e dalla sua flaccida burocrazia comunale non mi aspettavo nulla, neanche il minimo sindacale d'un intervento finalizzato a minimizzare danni e disagi.
Quel che mi colpisce è altro e cioè la mutazione genetica di una comunità pedemontana, abituata da sempre a convivere con il freddo e con la neve, che va fuori di testa appena la città s'imbianca. Un tempo le comunità vivevano con una certa dose di fatalismo la potenza degli eventi atmosferici, si adattavano ad essi, sapevano rispondere al disagio senza scagliarsi contro l'inevitabile susseguirsi dei cicli naturali.
Oggi non è più così: vogliamo controllare tutto. Anche i capricci di Giove. Siamo convinti sia sufficiente organizzarsi, equipaggiarsi come si dice adesso.E ci rosichiamo il fegato quando la nostra fragile illusione previsionale e organizzativa s'infrange per via di variabili più grandi di noi e non riconducibili al mancato montaggio delle gomme termiche.
Il cambiamento d'approccio e di comportamento della comunità spiega molto ma non dice tutto. C'è anche una base materiale che rende il disagio prodotto dalla neve meno sopportabile che in passato. Innanzitutto la morfologia urbana della città. Fabriano ha cambiato forma. Fino agli inizi degli anni '80 si era evoluta a cipolla attorno all'anello del centro storico.
Raggiungere i luoghi cruciali della vita cittadina era semplice perchè tutti vivevano a ridosso del centro. Basti pensare che via Campo Sportivo era considerata zona periferica e andare la domenica al vecchio palasport per vedere l'Honky una vera e propria gita fuori porta.
Oggi Fabriano ha un centro storico che è diventato periferia, scuole e supermercati ubicati nella periferia più estrema e una serie di poli residenziali dotati di pochissimi servizi e staccati dal vecchio centro storico: Borgo 2000, Aldo Moro, Santa Croce.
In questo quadro è evidente che una consistente nevicata rende difficile fare quel che abbiamo fatto per decenni: lasciare le macchine in garage e andare a piedi. Oggi utilizzare l'auto diventa indispensabile per fare le cose minime che si fanno in una giornata normale: accompagnare i figli a scuola, fare la spesa, andare a lavoro.
La trasformazione morfologica della città e il cambiamento di struttura dello spazio urbano di Fabriano rendono necessaria, specie quando gli eventi atmosferici ti sbattono in faccia il problema in tutta la sua portata, una diversa politica del trasporto pubblico locale.
A Fabriano i mezzi pubblici sono pochi, vuoti, costosi e fanno dei giri immensi che ne sconsigliano l'utilizzo. E' una situazione inaccettabile e incompatibile con la nuova configurazione della città oltre che con i suoi tradizionali disagi invernali.
Il Piano Neve è una risposta all'emergenza. La ristrutturazione del trasporto pubblico una questione strategica e di lungo periodo. Ovviamente politica e opinione pubblica si scannano sul Piano Neve. L'eterna ripetizione del medesimo.
Grande post come sempre
RispondiEliminaGrande Simonetti! Una bella riflessione di politica senza partiti e senza candidati
RispondiEliminaCome spesso accade trovi chiavi di lettura non scontate per fenomeni che sembrano naturalizzati ma non lo sono.
RispondiEliminaConcordo sulla questione urbanistica. Da tempo questa città ha bisogno di un ripensamento della sua conformazione e delle connessioni tra le parti. Una necessità di progettazione che oggi deve necessariamente tener conto delle mutate esigenze della sua popolazione.
Chi inserirà un ragionamento di questo genere nel proprio programma elettorale avrà sicuramente un asso nella manica. Poi però andrebbe sviluppato con investimento di capitale umano ed economico.
Sarei tuttavia meno netto sulla relazione causa-effetto. I problemi complessi vanno semplificati per essere tradotti in "vision". Nel cambiamento dell'approccio comunitario agli eventi atmosferici dovremmo però considerare una causalità multipla, in cui oltre alla forma urbana giusamente menzionata incidono elementi collocati a scale diverse, tra cui:
- il disimpegno nella risoluzione dei problemi collettivi quotidiani in virtù di una crescente delega nei confronti delle amministrazioni locali
- l'amplificazione mediatica dello scontento sociale favorita dalla comunicazione in rete (social network)
- lo screditamento nei confronti delle figure preposte alla gestione delle situazioni e nei confronti dei saperi "esperti", sintomo di una perdita di riconoscimento sociale della specializzazione individuale
- il propagarsi di una razionalità irrazionale che pretende di controllare l'incontrollabile
Mi sembra un commento davvero prezioso. Ti ringrazio
EliminaUn saggio diceva :"tre cose non si governano 1 il governo 2 la moglie 3 il tempo" m.m.
RispondiEliminaIl Fabrianese è un tipo comodo, è deventato un pò fighetto non è più il montanaro di una volta vuole il lusso e la comodità, e anche questo è colpa di tutti gli anni di dominio della famiglia reale. Siamo realistici con mezz'ora di camminata vai dal bar nuovo al centro commerciale, sono meno di 3 km, ogni zona citata (Borgo 2000, Aldo Moro, Santa Croce) è fornita di un grande supermercato, l'auto per molte cose era indispensabile anche quindici anni fa, dipendeva da dove uno aveva casa.
RispondiEliminaLa città è cambiata questo è innegabile e di conseguenza il trasporto pubblico va rivisto e ampliato, ma non lo vedo cosi inefficente considerata la grandezza della città e sopratutto quanto viene utilizzato, e non usaiamo la scusa che viene utlizzato poco perchè non funzionale; i prezzi purtroppo alti come in tutta Italia. Ricordiamoci che viviamo in una città dove per uscire la sera d'estate e andare ai giardini c'è chi prende la macchina invece che la bicicletta e magari abita in via Dante.
La cosa che deve cambiare è la testa dei Fabrianesi, cittadini e amministratori. Per quanto riguarda la neve le dotazioni invernali sono obbligatorie, chi le ha non può pensare che questo significhi poter andare a 80 km/h, la macchina va utilizzata solo quando indispensabile, per non recare danni alla collettività, si chiama senso civico e cooperazione.
ieri ho letto "quando c'era merloni le strade erano tutte pulite" certo cosi andavate tutti a lavorare e zitti.
Suggerisco ai politici cosa farei io. Prendetela come una provocazione. Rivitalizzerei il centro con il ritorno degli Uffici Pubblici e del Comune nella vecchia sede e nel palazzo del Podestà.
RispondiEliminaLe scuole le riporterei dove sono sempre state: ciò servirebbe a far rivivere il centro storico e le attività in esse contenute che ora rischiano tutte di chiudere. Ottime le considerazioni espresse da G. Simonetti che condivido.
Non sarebbe per niente male
EliminaQuella delle "scuole le riporterei dove sono sempre state" e' una dease troppo semplicistica. Siete proprio fabrianesi! : ...se esisteva "bianco", volevate il "nero". Ora che lo avete "nero" dite che era meglio prima.
Elimina...che ansia certi commenti!
Spiegaci perché in una città tanto piccola era necessaria una cittadella degli studi, fuori dal mondo è ubicata in un cucuzzolo con una stradina sfigata. Vediamo se sei meno fabrianese di quel che vuoi far credere.
Eliminaperche le scuole erano in stabili privati e la provincia pagava gli affitti, la cittadella è stata costruita su un terreno costato zero.
Eliminaapposto, con questa frase l'anonimo si è identificato, puntualizziamo ceh il terreno non è costato zero, quel greppo è stato oggetto di uno scambio di terreni tra il comune e una ditta di costruzioni, e di una modifica del prg per permetterne la costruzione in violazione di tutti i vincoli esistenti, es. cimiteriali e di vicinanza con uan centrale di distribuzione elettrica. Quindi affermare che non è costata nulla è una quasi falsità, perchè quando si scambia un terreno semipianeggiante con un greppo di solito a guadagnarci è colui ceh poi sul terreno semipianeggiante, in conseguenza dell'ìennesima modifica del prg ci costruisce sopra dei palazzi residenziali .... diciamo che qualcuno ci ha guadagnato e non poco, anzi alcuni ci hanno guadagnato.... certamente non la collettività. D.
EliminaVecchio è il ricordo di mia madre, che con il carrellino andava a fare spesa in piazza Garibaldi. Il mercato coperto,i profumi ed i colori, il mercato. poi se ne ritornava carica di cibo in via Cappuccini. Neve o non neve, sole, pioggia e nebbia. Già tempi andati, ove io personalmente a parte la 1° elementare, nessuno mi ha mai accompagnato a scuola, oggi orde di mamme in suv inferocite dalla fretta, accompagnano i loro figli davanti ai cancelli e se potessero direttamente dentro le aule.E'vero i tempi sono cambiati. La stragrande maggioranza dei metalmezzadri sono diventati Borghesi, poichè di metal e mezzadri ne esistono più pochi. Una città oramai senza identità, senza radici. Centro spopolato, cinema negozi ed istruzione periferici, e per quei pochi locali centrali sono pure ostacolati dal terrore della movida. Concordo pienamente con Simonetti.
RispondiEliminaci potrebbe illustrare cosa non va secondo lei nel trasporto locale e come andrebbe migliorato.
RispondiEliminaCi farò un post ad hoc. E per essere puntuale e circostanziato sarà mia premura utilizzare a titolo sperimentale le diverse linee urbane, analizzando anche le fasce orarie oltre che i percorsi. Ovvero fare ciò che dovrebbe essere, ma non è, in cima ai pensieri di chi amministra.
EliminaPoteva sperimentarlo prima di sostenere una necessaria modifica del piano del trasporto pubblico cittadino. Ipotesi, forse assurda, se sperimentando in prima persona dovesse riscontrare che l'attuale trasporto urbano è valido?
EliminaIo ritengo che il fabianese abbia sempre preso l'auto e sempre la prenderà, teniamo in considerazione che ci sono cinquanta e passa frazioni e per chi abita in queste cambia poco se la coop sta a santa maria o al borgo o se il liceo Volterra si trova alla cittadella degli studi o in centro.
Come dice qualcuno il metalmezzadro esiste più sono diventati tutti borghesi comodi e per andare dalla Serraloggia al corso prendono la macchina.
TenOre e contenuti mi fanno pensare che questo commento sia molto "interno" alla materia. Penso provenga dalla flaccida burocrazia comunale. per questo sarà un piacere aggiuntivo fare una piccola ricognizione logistica, organizzaztiva e finanziaria
Eliminasi può fare un esempio semplice semplice, se una persona sale al capolinea , intendo quello demenziale sotto il cimitero, per recarsi alla Farmacia davanti al bar Otello, prima di arrivare deve sorbirsi tutto il giro del borgo, e per Borgo intendo fino a via carlo urbani........ quindi per fare circa 3 km , teorici, per arrivare in farmacia, coi mezzi ne dovrà fare almeno 5 e mezzo..... qualcosa mi dice che ci sia qualcosa da ritoccare, a partire dall'ubicazione del capolinea, assurdo e demenziale posto in quel luogo, lontano dalla stazione , lontano dal centro , lontano dall'ospedale... una genialata.....
EliminaProbabilmente sono il sindaco, per favore non scherziamo.
EliminaSono semplicemente un fabianese che consoce i fabrianesi, sfortunatamente per un periodo non ho avuto la patente e abitando fuori dal centro sono stato costretto ad usare mezzi pubblici, certo non sono efficentissimi, ma neanche cosi pessimi, i costi sono relativamente alti, ma nella media nazionale. Il fabrianese viaggia comodo e usa la macchina, pure per andare dalla casa sulla Serraloggia allo chalet
Il capolinea è lontano da tutto, ma vicino al centro commerciale. Chissà come mai. Hanno desertificato la Pisana, chissà perché....
EliminaAmarcord.. da piccola le scuole erano ubicate al centro e non venivano chiuse causa neve ma ci si andava a piedi, adesso a 58 anni in questi giorni ho tentato di prendere un autobus e pur avendo la fermata vicino casa non sapendo gli orari che non sono visibili da nessuna parte sono ritornata all' antico e sono andata a piedi . Stavolta Giamp hai pienamente ragione!
RispondiEliminaA me piace camminare a piedi e cerco di condividere questa attività anche con il resto della famiglia. Abiatando a ridosso del centro tutto viene più facile, anche sde è vero che buona parte delle mete più gettonate (supermercato, scuola, cinema, ecc.) sono in zona periferica come già evidenziato dall'autore. Ma quando vado in giro a piedi e lo faccio spesso, vedo quasi sempre stranieri.. Allora mi domando sarà un fatto culturale (non credo) o un fatto legato ai soldi? Probabile la seconda, considerato che in molte case c'è come minimo la seconda auto e spesso anche la terza.
RispondiEliminaPerfetta visione del problema caro Simonetti. X me assurda anche la chiusura delle scuole anzi, scandalosa. Viabilità assurda in città: Fabriano è un piccolo centro montano, che meraviglia sarebbe chiudere il centro storico e far circolare il traffico fuori.... il centro sarebbe un gioiellino. Ultima cosa: non farlo il giro con i bus cittadini, ti arrabbieresti davvero. Ma se proprio ti vuoi divertire allora utilizza anche i bus pensati X gli studenti...... allora si.....! Magari in un giorno di pioggia....! 😔😔😔😔
RispondiEliminaCaro Simonetti, siamo una nazione fra le più industrializzate al mondo, e nonostante i 299 morti, dobbiamo sentirci dire che ci vogliono 7 mesi per iniziare a tirare su delle case di emergenza per una decina di migliaia di persone? Roba da matti! Anzi, da terzo mondo. Ma le hai viste che baracche vecchie di trent'anni che stanno montando, quando all'estero le filiere industriali sulle case di emergenza e a basso costo ci mangiano in testa? E poi di fronte a questo schifo stiamo a lamentarci a Fabriano le cose non vanno? Siamo un paese allo sfascio, arretrato e incivile. Fabriano è una città sfasciata, dai fabrianesi. Di che cosa ci meravigliamo? La sola cosa che possiamo fare, ciascuno di noi, è quella di rimboccarci le maniche, lasciare per un attimo da parte il cazzeggio sui social, e farci un bell'esame di coscienza che ci dia la motivazione per iniziare a fare qualcosa di buono, cominciando con una pala per la neve.
RispondiEliminaPerfettamente in linea con il
RispondiEliminapensiero di molti cittadini.
Mandiamo a casa questi incapaci
RispondiEliminaamministratori con a capo l'icapace SINDACO.
La vera sfida per le elezioni, sarà trovare giovani disposti a mandare a casa le mezze calzette che abbiamo.
RispondiEliminaI GRILLINI HANNO TIRATO FUORI LA LISTA PER LE COMUNALI DEL 2017.
RispondiEliminaNON E' INIZIATA LA CAMPAGNA ELETTORALE ED HANNO PERSO GIA' UN PEZZO PER STRADA.
CHI BEN COMINCIA....NON ARRIVA NEMMENO A MAGGIO !!!!