Il centrodestra fabrianese è nel turbine di un miracolo al contrario: racchiudere nel proprio perimetro tutto il carnevale di queste elezioni comunali.
Il passo indietro deciso da Urbani ha provocato una rottura degli argini politici nel campo berlusconiano e tutti coloro che negli anni passati erano rimasti quieti e nei ranghi hanno cominciato a muoversi in modo scomposto e caotico: passi falsi, repentini cambi di casacca, marchi politici usati come recipienti di piccole ambizioni, candidature annunciate, poi ritirate, quindi riproposte come l'aglio che risale dopo lunga e difficoltosa digestione.
Il risultato è un'area politica che cinque anni fa giunse al ballottaggio con il centrosinistra ed oggi rappresenta un arcipelago sedotto dai frizzi e dai lazzi più che dalla politica, un agglomerato risucchiato da un'insostenibile leggerezza dell'essere e del fare politica
Il centrodestra aveva un'occasione straordinaria: inserirsi come terza forza in una competizione confinata nello scontro bipolare tra grillini e piddini e rappresentare una valida alternativa per chi non vuole farsi schiacciare da una nuova tenaglia politica.
Il volo irrazionale e scomposto del moscone, che pare ispirare la cinetica di tutti i protagonisti del centrodestra, ha invece trasmesso una sensazione diversa: quella di un'area politica scoppiata, che sceglie a caso - per non dire di peggio -, si pente, si duole e si consuma in duelli rusticani che invece di dislocare l'elettorato lo concentrano ulteriormente sui due poli.
Il centrodestra ha pochissimo tempo per invertire la rotta e cambiare atteggiamento. Vincenzo Scattolini, uomo mite e di buone maniere, deve uscire dall'ombra e mettere ordine e pace in una coalizione in cui non si distingue più tra il disegno e il cazzeggio, tra la polis e i balocchi.
Il candidato Sindaco lo deve alla città e agli elettori del centrodestra. La rappresentanza è una cosa seria per tutti a prescindere, anche quando ci si candida per esserci e non per vincere e a prescindere da chi si decide di sostenere e di votare.