In un post di qualche giorno fa ho sostenuto che uno dei problemi più insidiosi che deve affrontare Fabriano risiede nella natura del suo trend demografico, ossia nel rischio concreto che certi flussi - inizialmente congiunturali e transitori - si consolidino in forma strutturale e definitiva.
Alcuni amici hanno contestato questo approccio "verista", invitandomi a immaginare soluzioni senza troppo badare ai vincoli di contesto. E' una sollecitazione che raccolgo solo in parte ma non prima di aver sviluppato un'ulteriore riflessione su ciò che ostacola la ripresa del nostro territorio.
Il punto di partenza è il numero degli inoccupati. Parliamo di circa 5.500 persone in una realtà di 32 mila abitanti, al lordo dei cittadini in pensione e dei giovani in età non lavorativa. Una disoccupazione così vasta da "meridionalizzare" economicamente e socialmente la città, può essere riassorbita - in tempi decenti e non geologici - soltanto attraverso processi di rendustrializzazione del territorio.
Il punto di partenza è il numero degli inoccupati. Parliamo di circa 5.500 persone in una realtà di 32 mila abitanti, al lordo dei cittadini in pensione e dei giovani in età non lavorativa. Una disoccupazione così vasta da "meridionalizzare" economicamente e socialmente la città, può essere riassorbita - in tempi decenti e non geologici - soltanto attraverso processi di rendustrializzazione del territorio.
Si tratta di un bisogno ineludibile, ma è una prospettiva plausibile? A mio avviso no, perchè una reindustrializzazione seria e duratura è possibile solo se imprenditori veri investono senza assistenzialismo, senza denaro pubblico e senza utilizzo spregiudicato degli ammortizzatori sociali.
Di conseguenza un industriale potrebbe, realisticamente, investire nel nostro territorio soltanto se trovasse condizioni di investimento favorevoli, ossia vantaggiose rispetto ad altre realtà comparabili.
Siccome la situazione di crisi economica del Paese non consente di richiedere, per Fabriano, lo status di Zona Economica Speciale - in quanto creerebbe un precedente emulabile da decine e decine di altri territori con distretti produttivi in crisi - non sussistono ragioni di vantaggio fiscale, contributivo e di costo del lavoro che possano sollecitare un trasferimento di produzioni nel nostro territorio.
Proviamo, allora, a individuare e descrivere alcune delle condizioni che possono convincere l'imprenditore a investire in un certo territorio, dando loro la forma di un decalogo ragionato e declinato sulla realtà fabrianese.
Adattabilità dei lavoratori. Segnala il livello di riconversione delle competenze dei lavoratori attraverso processi di formazione continua. A Fabriano gli operai metalmeccanici sono stati riconvertiti a pizzaioli, professionalità nobilissima ma inutile per insediamenti produttivo di tipo industriale.
Occupabilità dei lavoratori. Fa riferimento un sistema di competenze che consente ai lavoratori di essere spendibili sul mercato del lavoro e ricollocabili in una dimensione produttiva. Gli inoccupati fabrianesi presentano un basso livello di occupabilità perchè gli ammortizzatori sociali ne hanno invecchiato le competenze diminuendone l'attrattività e il potere contrattuale.
Qualità del capitale umano. E' un indicatore legato alla densità delle attività di ricerca e sviluppo, alle relazioni con Università e istituti di ricerca, alla presenza di autonomi centri di elaborazione culturale e a un livello culturale medio-alto dei cittadini. Su questo versante la città, complice anche l'emigrazione dei giovani più scolarizzati, presenta livelli di qualità del capitale umano assai lontani dalla linea di decollo.
Tasso di crescita delle imprese. Questo indicatore segnala il dinamismo imprenditoriale e lo spirito d'iniziativa di un territorio. L'area fabrianese vive una vera e propria morìa d'imprese che alimenta un saldo negativo. Ciò dipende in parte dalla situazione di stallo economico e in parte da un deficit di cultura d'impresa, come emerse da uno studio presentato, lo scorso anno, dal Prof.Gabriele Micozzi, dell'Università Politicnica delle Marche.
Trend del mercato immobiliare. Il mercato immobiliare è fermo. Il valore patrimoniale degli immobili privati è in caduta libera per eccesso di offerta e per una vendita massiccia di seconde case finalizzata a evitare un pesante prelievo fiscale sulle famiglie. Ciò significa che gli investimenti immobiliari, privati e/o industriali, a Fabriano sono soggetti a una congenita perdita di valore.
Mix industria, commercio, servizi e artigianato. La stabilità economica di un territorio, e quindi la sua attrattività, dipende anche dall'equilibrio tra i settori economici. A Fabriano la crisi dell'industria ha consumato la redditività e il ruolo del commercio (storicamente vissuto a ridosso del reddito industriale e quindi povero di autonomia, innovazione e visione) mentre non è mai esistito un settore avanzato di servizi, ridotto all'azione di professionisti e microsocietà che hanno vivacchiato da terzisti - come molte imprese artigiane - grazie a piccole prebende dispensate dalla grande industria.
Accordi territoriali. Gli accordi territoriali di secondo livello tra le parti sociali e le istituzioni sono utili per generare condizioni di attrattività senza modificare i contenuti del contratto nazionale e la legislazione. Su Fabriano è stato modulato e finanziato un Accordo di Programma che è rimasto lettera morta perchè rigido nelle procedure e burocratico rispetto all'esisgenza di sostenere progetti industriali capaci di creare competitività e occupazione.
Qualità e funzionalità delle infrastrutture. Strade, ferrovie, collegamenti, assi viari sono elementi costitutivi della competitività di un'impresa e quindi di un investimento produttivo. Purtroppo Fabriano risente di un deficit cronico di infrastrutture, dovute oltre che a fattori politici anche alla sua posizione geografica e alla morfologia del territorio, che la rendono poco attrattiva. In questo contesto il completamento della Quadrilatero rischia di arrivare fuori tempo massimo, ossia quando il raddoppio stradale servirà solo per arrivare prima al mare o per fare un salto a Perugia in occasione di Eurochocolate.
Attrattività del centro urbano. La convenienza di un investimento produttivo dipende anche dalla capacità di una comunità di esprimere un qualche "magnetismo" perchè, come scrisse l'economista Giacomo Vaciago, ciò che non attira non trattiene. Una città che non offre svaghi, servizi e opportunità di "consumo" del tempo libero non sarà mai in grado di attirare investimenti perchè le figure professionali più evolute tenderanno a non risiedervi. E sappiamo bene come questo fenomeno abbia inciso, e incida tuttora, nelle dinamiche di alcune grandi realtà aziendali fabrianesi.
Approccio delle amministrazioni locali. I Comuni possono fare poco per favorire materialmente la localizzazione di impianti industriali per via della normativa e per la fattispecie del danno erariale, che ormai aleggia in ogni scelta che non sia puramente ragionieristica e condominiale. Di certo le amministrazioni locali possono lavorare sul clima, ossia assumere atteggiamenti collaborativi e di favore rispetto al sistema d'impresa. La classe politica fabrianese è, invece, mediamente ostile all'impresa il cui valore, dal suo punto di vista, risiede unicamente nella possibilità autoreferenziale di mungerla a livello di tasse e tributi.
Che piaccia o meno questo è lo stato dell'arte e il peso dei vincoli strutturali. Qualsiasi idea e proposta di futuro non può che fare i conti con queste condizioni inesistenti e partire da un dato: abbiamo perso dieci anni in fuinzioni, finendo sempre più in basso. E mano a mano che si scende diminuiscono anche le risorse per risalire e si viene risucchiati sempre più in giù.
Fabriano ha assoluto bisogno di essere reindustrializzata ma non può essere reindustrializzata perchè la crisi ha reso impossibile conseguire condizioni minime di attrattività del capitale: una verità dolorosa e paradossale, destinata a diventare un rebus e un rompicapo senza soluzione.
Di conseguenza un industriale potrebbe, realisticamente, investire nel nostro territorio soltanto se trovasse condizioni di investimento favorevoli, ossia vantaggiose rispetto ad altre realtà comparabili.
Siccome la situazione di crisi economica del Paese non consente di richiedere, per Fabriano, lo status di Zona Economica Speciale - in quanto creerebbe un precedente emulabile da decine e decine di altri territori con distretti produttivi in crisi - non sussistono ragioni di vantaggio fiscale, contributivo e di costo del lavoro che possano sollecitare un trasferimento di produzioni nel nostro territorio.
Proviamo, allora, a individuare e descrivere alcune delle condizioni che possono convincere l'imprenditore a investire in un certo territorio, dando loro la forma di un decalogo ragionato e declinato sulla realtà fabrianese.
Adattabilità dei lavoratori. Segnala il livello di riconversione delle competenze dei lavoratori attraverso processi di formazione continua. A Fabriano gli operai metalmeccanici sono stati riconvertiti a pizzaioli, professionalità nobilissima ma inutile per insediamenti produttivo di tipo industriale.
Occupabilità dei lavoratori. Fa riferimento un sistema di competenze che consente ai lavoratori di essere spendibili sul mercato del lavoro e ricollocabili in una dimensione produttiva. Gli inoccupati fabrianesi presentano un basso livello di occupabilità perchè gli ammortizzatori sociali ne hanno invecchiato le competenze diminuendone l'attrattività e il potere contrattuale.
Qualità del capitale umano. E' un indicatore legato alla densità delle attività di ricerca e sviluppo, alle relazioni con Università e istituti di ricerca, alla presenza di autonomi centri di elaborazione culturale e a un livello culturale medio-alto dei cittadini. Su questo versante la città, complice anche l'emigrazione dei giovani più scolarizzati, presenta livelli di qualità del capitale umano assai lontani dalla linea di decollo.
Tasso di crescita delle imprese. Questo indicatore segnala il dinamismo imprenditoriale e lo spirito d'iniziativa di un territorio. L'area fabrianese vive una vera e propria morìa d'imprese che alimenta un saldo negativo. Ciò dipende in parte dalla situazione di stallo economico e in parte da un deficit di cultura d'impresa, come emerse da uno studio presentato, lo scorso anno, dal Prof.Gabriele Micozzi, dell'Università Politicnica delle Marche.
Trend del mercato immobiliare. Il mercato immobiliare è fermo. Il valore patrimoniale degli immobili privati è in caduta libera per eccesso di offerta e per una vendita massiccia di seconde case finalizzata a evitare un pesante prelievo fiscale sulle famiglie. Ciò significa che gli investimenti immobiliari, privati e/o industriali, a Fabriano sono soggetti a una congenita perdita di valore.
Mix industria, commercio, servizi e artigianato. La stabilità economica di un territorio, e quindi la sua attrattività, dipende anche dall'equilibrio tra i settori economici. A Fabriano la crisi dell'industria ha consumato la redditività e il ruolo del commercio (storicamente vissuto a ridosso del reddito industriale e quindi povero di autonomia, innovazione e visione) mentre non è mai esistito un settore avanzato di servizi, ridotto all'azione di professionisti e microsocietà che hanno vivacchiato da terzisti - come molte imprese artigiane - grazie a piccole prebende dispensate dalla grande industria.
Accordi territoriali. Gli accordi territoriali di secondo livello tra le parti sociali e le istituzioni sono utili per generare condizioni di attrattività senza modificare i contenuti del contratto nazionale e la legislazione. Su Fabriano è stato modulato e finanziato un Accordo di Programma che è rimasto lettera morta perchè rigido nelle procedure e burocratico rispetto all'esisgenza di sostenere progetti industriali capaci di creare competitività e occupazione.
Qualità e funzionalità delle infrastrutture. Strade, ferrovie, collegamenti, assi viari sono elementi costitutivi della competitività di un'impresa e quindi di un investimento produttivo. Purtroppo Fabriano risente di un deficit cronico di infrastrutture, dovute oltre che a fattori politici anche alla sua posizione geografica e alla morfologia del territorio, che la rendono poco attrattiva. In questo contesto il completamento della Quadrilatero rischia di arrivare fuori tempo massimo, ossia quando il raddoppio stradale servirà solo per arrivare prima al mare o per fare un salto a Perugia in occasione di Eurochocolate.
Attrattività del centro urbano. La convenienza di un investimento produttivo dipende anche dalla capacità di una comunità di esprimere un qualche "magnetismo" perchè, come scrisse l'economista Giacomo Vaciago, ciò che non attira non trattiene. Una città che non offre svaghi, servizi e opportunità di "consumo" del tempo libero non sarà mai in grado di attirare investimenti perchè le figure professionali più evolute tenderanno a non risiedervi. E sappiamo bene come questo fenomeno abbia inciso, e incida tuttora, nelle dinamiche di alcune grandi realtà aziendali fabrianesi.
Approccio delle amministrazioni locali. I Comuni possono fare poco per favorire materialmente la localizzazione di impianti industriali per via della normativa e per la fattispecie del danno erariale, che ormai aleggia in ogni scelta che non sia puramente ragionieristica e condominiale. Di certo le amministrazioni locali possono lavorare sul clima, ossia assumere atteggiamenti collaborativi e di favore rispetto al sistema d'impresa. La classe politica fabrianese è, invece, mediamente ostile all'impresa il cui valore, dal suo punto di vista, risiede unicamente nella possibilità autoreferenziale di mungerla a livello di tasse e tributi.
Che piaccia o meno questo è lo stato dell'arte e il peso dei vincoli strutturali. Qualsiasi idea e proposta di futuro non può che fare i conti con queste condizioni inesistenti e partire da un dato: abbiamo perso dieci anni in fuinzioni, finendo sempre più in basso. E mano a mano che si scende diminuiscono anche le risorse per risalire e si viene risucchiati sempre più in giù.
Fabriano ha assoluto bisogno di essere reindustrializzata ma non può essere reindustrializzata perchè la crisi ha reso impossibile conseguire condizioni minime di attrattività del capitale: una verità dolorosa e paradossale, destinata a diventare un rebus e un rompicapo senza soluzione.