Alla Best hanno ucciso, in pochi istanti, la solidarietà, i posti di lavoro e il sindacato. Un triplo filotto reale che mancava dai tempi dello storico e metaforico match, al tavolo verde, tra il Rag.Fantozzi e il Conte Catellani.
Il caso Best è in piedi da un paio di anni ed è basato su un elemento chiarissimo per ogni osservatore e per tutti i soggetti coinvolti: l'azienda ha intenzione di smobilitare. Di fronte a questa volontà la negoziazione tra sindacati e azienda non può che essere profondamente asimmetrica, con le organizzazioni dei lavoratori confinate nel recinto stretto di una contrattazione difensiva.
Ciò significa che l'azienda punta a dividere i lavoratori, utilizzando l'arma efficacissima dei licenziamenti coattivi mentre i sindacati sono costretti a trovare mediazioni risicate che, inevitabilmente, scontentano una parte dei lavoratori, sempre più divisi in una partita ambigua tra "sommersi" e "salvati".
La contrattazione difensiva, proprio a causa della sua natura minimalista, rende il sindacato più fragile e soggetto a critiche ma tende comunque a mantenere un certo grado di agibilità fin quando non si rompe il filo della rappresentanza esercitata dalle organizzazioni dei lavoratori.
Questo filo sottile ma necessario si è rotto alla Best l'altra sera e certifica un orizzonte negoziale a tinte fosche per i lavoratori di quell'azienda. Le tre sigle sindacali dei metalmeccanici (Fiom, Fim e Uilm) avevano sottoposto ai lavoratori un documento, sulla cui base andare a contrattare con l'azienda.
Il documento sindacale era fondato su un principio: scongiurare la linea aziendale dei licenziamenti formulando ipotesi, sicuramente difensive, ma di certo meno traumatiche e più solidali: trenta dimissioni volontarie entro due anni accompagnate da un consistente incentivo.
Qualora non si fosse raggiunto questo risultato, al termine dei due anni previsti, gli altri lavoratori avrebbero accettato una riduzione sostenibile dell'orario di lavoro per garantire l'ammontare di economie richieste dall'azienda.
Il 40% dei dipendenti ha detto no, forse convinto di appartenere alla categoria dei "salvati" e dimenticando che, nelle ristrutturazioni aziendali nessuno si salva da solo, e che quando si rompe il patto non scritto di solidarietà tra i lavoratori si precipita in un darwinismo capace di rendere il naturale istinto di autoconservazione e di sopravvivenza una vero e proprio oggetto contundente, da utilizzare contro chi vive il medesimo disagio.
Il risultato di questo "no" è, appunto, triplice: solidarietà a puttane; sindacati delegittimati e quindi a rappresentatività dimezzata; licenziamenti a go go impugnabili solo individualmente.
Ciò che è accaduto alla Best è il frutto di una convergenza di elementi che restituisce un quadro più sociologico che sindacale: il peso della crisi mondiale, la smobilitazione industriale del territorio, la persistenza di un familismo amorale arcaico e contadino, l'assenza di una cultura operaia capace di produrre solidarietà orizzontali e la totale inesistenza di una classe politica locale in grado di svolgere un ruolo di mediazione, di dialogo e di moral suasion.
Forse peccheremo di pessimismo ma siamo di fronte a un segnale che è grave anche da un punto di vista prospettico, perchè la ricostruzione economica di un territorio tanto colpito non potrà avvenire senza un impegno comune, certificato innanzitutto da forme di solidarietà attiva tra i lavoratori e tra i cittadini.
E di certo dalla Best non è arrivata una buona prassi ma soltanto una manifestazione plateale di egoismo che non porterà fortuna a nessuno.
Insomma le colpe del potere fanno il paio con quelle dei cittadini. Forse è per questo che su questo post tutto tace. Simonetti complimenti per la libertà di giudizio anche se ancora non ti perdono certe scelte politiche di qualche anno fa.
RispondiEliminaHo molti difetti ma non quello di impedire agli altri di coltivare qualsiasi giudizio sul mio conto. Grazie comunque per l'attenzione
RispondiEliminaIn assemblea nessuno di loro ha motivato il NO, più volte ho invitato qualcuno ad intervenire cosi dal poter capire il perché .... nulla!!
RispondiEliminaComunque finisca, oggi, domani i salvati saranno i nuovi sommersi.
RispondiEliminaPensi che la Nortek Ltd Usa, voglia mantenere in piedi una struttura che nel 97 contava circa 900 dipendenti tra Best (650) ed Elektromec (260 dipendenti)? Sono arrivati nel 95, sono andato via a maggio 97: li conosco gli americani.
Un concorrente di meno?
EliminaHai ragione Maurizio, due anni che lo sto dicendo...sono un disfattista per qualcuno....
RispondiEliminaI disfattisti sono coloro che pensano che tutto si risolverà a loro favore e, nel frattempo dormono sonni tranquilli. Poi, d'un tratto, si svegliano e si ritrovano la lettera di licenziamento. Troppo tardi.
EliminaHai ragione Maurizio, sono due anni che lo ripeto, sono un disfattista per qualcuno...
RispondiEliminaI disfattisti sono coloro che pensano che tutto si risolverà a loro favore e, nel frattempo dormono sonni tranquilli. Poi, d'un tratto, si svegliano e si ritrovano la lettera di licenziamento. Troppo tardi.
EliminaMaurizio Corte