Sarebbe da presuntuosi pretendere di tracciare il profilo ideale del prossimo Sindaco di Fabriano. Per quanto si conoscano a fondo la città e i suoi molti problemi é sempre maledettamente complicato farsi un'idea di cosa farebbe bene alla comunità e di cosa, invece, potrebbe risultare dannoso e farle male.
Il bene e il male – bussole sempre più
piegate ai disegni di puritani e presuntuosi - sono categorie morali e quando vengono trascinate a forza nello spazio della politica finiscono per danneggiarla, rendendola ansiogena e intollerante.
Laicamente, quindi, posso soltanto
provare a definire l’identikit
comportamentale del Sindaco che
vorrei, limitando il campo a una valutazione soggettiva, senza cadere nel tranello rituale degli schieramenti e delle adesioni preconcette.
Dato che nessuno ha tra i suoi desiderata l'eleizone di un Sindaco disonesto, è evidente che
l’onestà personale del primo cittadino va considerata un elemento implicito, una condizione
preliminare irrinunciabile e trasversalmente valida per ogni candidato a primo cittadino. Anche perchè essere
onesti non significa soltanto rispettare il settimo comandamento – non rubare – ma disporre di un'altra dote
fondamentale, seppur rara in politica: l’onestà
intellettuale.
- Il Sindaco che vorrei é intellettualmente onesto, ossia capace di guardare le sue idee con severità e distacco, di riconoscerne i limiti e di essere il più esigente e accanito nel giudicare sé stesso. I Sindaci autoindulgenti non aiutano la collettività e consumano il tempo del mandato coltivando e proteggendo le loro personalissime zone di comfort.
- Il Sindaco che vorrei, oltre a essere intellettualmente onesto, è pure un po'
spavaldo, uno che sbaglia senza paura di sbagliare, un
cuore impavido che non si nasconde di fronte all’errore ma lo rivendica perchè chi non fa non falla e si attiva subito per rimediare, correggere, prevenire, non ripetere e superare gli errori commessi.
- Il Sindaco che vorrei non usa il latinorum. Non lo usa perchè ha igienizzato il linguaggio. Il suo sì è un sì, il no un no. Tutto il resto è fritto d'aria. Per parlar chiaro non serve essere splendido splendente.Sono sufficienti pensieri chiari. Chi pensa male parla male.
- Il Sindaco che vorrei dice la verità anche quando rosica e sa di sale perché così si trattano i cittadini ibn modo adulto e li si considera capaci di valutare senza essere spargimento di becchime. Dire che i conti sono in ordine sapendo che non è vero vuol dire considerare l’elettore un ruminante distratto e mansueto. Mettere le carte in tavola è da coraggiosi, bleffare è da infingardi.
- Il Sindaco che vorrei è uno che non scarica il barile. Una volta eletto dovrebbe darsi un tempo per fare il processo all’eredità delle precedenti amministrazioni: un mese, due mesi, sei mesi. Ma poi basta, ci si prende le responsabilità di quel che accade e fine delle lagne su ciò che è stato e sulle cattiverie pregresse.
- Il Sindaco che vorrei ha un caratteraccio: chi è soave e conciliante finisce per mediare sempre e su tutto perché fa parte della sua natura considerare la mediazione snervante come la più praticabile ed efficace delle opzioni; un Sindaco irsuto, un Sindaco fauno giungerebbe comunque alla mediazione ma soffrendo e con la luna storta. E la sofferenza rende vigili, attenti e meno propensi al maneggio.
- Il Sindaco che vorrei non ha paura dell’opposizione ma ne ricerca durezza e spigolosità come un toccasana. Il grande centravanti è quello che segna di fronte una difesa rocciosa e non l'abatino che la butta dentro a porta vuota. Ci piace Zlatlan Ibrahimovic non Graziano Pellé!
- Il Sindaco che vorrei é allergico alle regole e pensa la sua funzione di amministratore con la leggerezza di Italo Calvino: toglie lacci, vincoli, regole. Uno che aiuta le imprese, non le tartassa e scioglie le trecce ai cavalli. E alla fine mette pure in conto, come una medaglia al valore, l'abuso in atti d'ufficio.
- Il Sindaco che vorrei si gioca la partita all’americana. La sua idea di città deve essere compresa in un minuto, one minute come dicono i manager americani. Il tempo che serve a un ascensore per salire gli ottanta piani di un grattacielo di New York (quello che viene denominato elevator pitch). Senza una chiara visione strategica il programma è una lista della spesa. Diffidate dei programmi a dimensione Treccani: di solito sono una rassegna di minchiate, buttate lì per adempiere a un obbligo formale previsto dalla legge elettorale.
- Il Sindaco che vorrei dice quanto costano la sua visione, il suo programma operativo e dove e come pensa reperire le risorse visto che ad oggi “non c’è i soldi”. Se una visione e un programma hanno bisogno di risorse impossibili, votare il faraonico sognante di quel candidato è stupido e inutile perché, una volta eletto, dovrà fare carne di porco delle sue promesse. Ma non sarà lui a deluderci. Saremo noi a doverci riconoscere un po’ ingenui e fessacchiotti.
- Il Sindaco che vorrei è un riformista creativo, uno che sa fare a costo zero, che immagina di migliorare la città anche senza pesare sulle casse del Comune. Si potrebbero fare mille esempi. Mi limito a uno: eliminare il parcheggio e i cassettoni dell’immondizia a San Nicolò per ridare lustro a una piazzette tra le più belle della nostra città. Costo zero, valore aggiunto cento.
- Il Sindaco che vorrei non temporeggia e già dal primo turno dice chi saranno i suoi assessori per evitare il ricattino di chi ha la rendita di un pacchetto di voti per essere eletto in Consiglio Comunale. Del resto amministrare una città è un lavoro di squadra e se pensi di avere una buona compagine non c’è motivo per rivelarla ex post - come fosse il terzo segreto di Fatima - con la scusa che poi gli esclusi non corrono e non fanno la campagna elettorale.
- Il Sindaco che vorrei è uno che crede all’urbanistica. E ci nomina pure un assessore, con i lavori pubblici in funzione subalterna, e lo affida a un tecnico sensibile alla bellezza. Fabriano va liberata dalle pecionate, dai camion di breccia, dalle toppe d’asfalto e dai lampioni spenti. Il brutto chiama brutto e il degrado prolifera all’infinito con reazioni autopropulsive.
- Il Sindaco che vorrei dovrebbe nominare su un Papa straniero, un tiranno venuto dal freddo che unifichi la gestione della Pinacoteca, del Museo della Carta, della Biblioteca e di tutto ciò che fa riferimento alla cultura. Per dare una delega così estesa bisogna essere innamorati della città. E anche un po' cazzuti e modesti. Binomio difficile. Quasi impossibile. Praticamente un ossimoro.
é
solo un profilo ideale lo so bene, una botta onirica, il fantasma virtuoso di un Sindaco che non
c’è e non ci sarà. E allora a che servono 14 punti? A misurare la distanza tra
palco e realtà, a farsi un’idea autonoma del valore dei candidati e delle loro idee, a capire muovendo il cervello e non le interiora se vale la pena di tentare la carta
del voto o se ha più senso sbattersene andando al mare e rivendicando l'astensione.
Non è un invito ai fabrianesi ad adottare questi punti – sono modesto anche se non sembra - ma a svilupparne di propri in proprio, senza farsi fregare dal richiamo della foresta che ci vuole tutti nel branco in cui siamo cresciuti, senza quei nomadismi politici e quelle migrazioni ideali che consentono alle democrazie di ripulirsi e di evolvere.
La sfida è provare a scegliere senza essere scelti. Non sarà l'essenza della sovranità popolare ma forse potrebbe essere un nonnulla di senso civico. E poco non è in questo entroterra falcidiato da senilità mediocri e da urlatori modesti e neanche troppo giovani.
p.s.
Ho provato a spacchettare in punti un profilo ideale di valore
100. A ogni punto può essere attribuito un peso in termini di importanza in
modo tale che il totale dei 14 pesi sia uguale a 100. A questo punto si può
dare un voto a ogni candidato sul singolo punto. Il risultato sarà un punteggio
globale del candidato. Divertente no?
Simonè ho pensato chi può essere uno con queste caratteristiche a fabriano. Non mi è venuto in mente un nome che sia uno.
RispondiEliminaSicuramente non è Sagramola il tuo sindaco ideale!!!!
RispondiEliminaA ricoprire la carica di Sindaco per i prossimi 10 anni, vedo bene Riccardo Crocetti
RispondiEliminaSimone' parli come un libro stampato...fallo tu el sinsaco no?
RispondiEliminaeffettivamente ho una certa proprietà di linguaggio.
EliminaImportare quello di Gagliole, no ???
RispondiEliminada quello che ho potuto leggere , questo Mauro Riccioni avrebbe tutti i numeri !!!
EliminaPer essere in un certo modo basta volerlo
EliminaRiccioni CHI ??????
EliminaE già! Penso però che un "Sindaco" come quello da te descritto e come desiderato dai cittadini Fabrianesi non si possa trovare nei partiti politici. Eppure di ciò noi abbiamo bisogno.......di gente seria e preparata.
RispondiEliminaBONAFONI, Sindaco
RispondiEliminaLa locomotiva come una cosa viva lanciata a bomba contro l'ingiustizia
EliminaSpacca in arrivo. Se deve essere una copia che ha viaggiato alla sua ombra allora meglio lui.
RispondiEliminaE giovanni Porcarelli ? Non era il salvatore? Sarà lui a salvare Fabriano ?
Una cosa di quei punti l'hanno: le palle.
Spacca ha anche qualche altro punto.
Se si vuole il nuovo bisogna iniziare a tirarli fuori.
Ci vorrebbe un insegnante, un professionista o qualcuno che abbia lavorato e vissuto ad almeno 300 km da Fabriano per almeno 15 anni: tempo necessario per aprire il cervello.
Questa è la regola n 1.
Sindaco giovane, o Solari o Rossi. Affanculo i vecchi catorci che hanno comandato finora, affanculo i 5 Stelle incapaci finora a livello locale e nazionale. O si cambia o si muore.
RispondiEliminaIo più che intellettualmente onesto lo vorrei onesto e basta. Mi son rotto i coglioni di avere gente condannata che viene pagata con i soldi pubblici.
RispondiEliminaI cinque stelle devono già comunicare il nome del loro candidato, che aspettano ancora, che dopo la sera arrivi la notte?
RispondiEliminaI 5 Stalle prima devono fare le riunioni condominiali e poi, forse, esce fuori il candidato sindaco.
Elimina"Il bene e il male – bussole sempre più piegate ai disegni di puritani e presuntuosi - sono categorie morali"
RispondiEliminaIo invece credo che esista un BENE ed esista un MALE e che non bisognerebbe con tanta leggerezza andare al di là di queste due categorie, come se tutto pesasse allo stesso modo. Non dimentichiamoci che le persone peggiori sulla faccia della terra sono quelle che banalizzando il male indossano maschere sociali impeccabili, ipocriti abili, attori abituati a mettere in atto comportamenti assolutamente spregievoli ai danni di un prossimo debole economicamente e meno strutturato psicologicamente.Comportamenti messi in atto con una determinazione e maestria frutto di una doppiezza morale, una sorta di doppio registro morale. Quindi non considero puritano o presuntuoso riconoscere cosa è male, tutti dovremmo riconoscere fino a che punto possiamo spingerci questa è civiltà.
tutti i totalitarismi che hanno contraddistinto il novecento come secolo breve sono nati dalla banalizzazione del male. (La banalità del male, di Anna Arendt) vale anche nel piccolo.
RispondiEliminaTi ricordo che sia il nazismo che il comunismo furono totalitarismi nati dalla presunzione del Bene e dell'uomo nuovo. Nessun totalitarismo nasce con la convinzione di fare del male. Se ti capita, ma magari lo hai già fatto, leggi Buio a Mezzogiorno di Arthur Koestler
Eliminapresunzione del bene che era in realtà era solo una facciata per nascondere una gigantesca lotta per il potere
Eliminala Arendt col buio non c'entra
Eliminal'uomo nuovo come dici tu o il nuovo tipo di uomo il tipo marziale l'oltreuomo auspicato da nice aveva invocato la guerra come una sorta di catarsi e igiene del modo, ma a differenza dell'eroe romantico ottocentesco mazziniano e garibaldino, questo si è trovato a combattere una guerra che di romantico non aveva più nulla. In trincea l'uomo nuovo era diventato una belva disumanizzata e la guerra un mestiere al servizio di catena di montaggio in nome della tecnica. La modernità ha rivelato il suo lato oscuro, lo sviluppo non sempre è progresso. Di questo dobbiamo prenderne atto
RispondiEliminanon so chi sarà il nuovo sindaco e forse nemmeno mi interessa poi tanto. quello che ritengo molto più importante invece è ricostruire un dialogo autentico all'interno della comunità che ha piacere di rincontrarsi e dialogare sul futuro di questa città. non mi riferisco alle noiose sedi di partito e non parlo solo di politica. abbiamo tante risorse non valorizzate inventiamoci qualcosa
RispondiEliminaInvocare un papa straniero o un tiranno per risolvere problemi creati dalla classe dirigente fabrianese non è la soluzione, perché nessun uomo forte può sostituirsi a una comunità che deve riformare la propria classe dirigente dal proprio interno, sono i fabrianesi che devono liberarsi di tutti quei mister sola, fuffa e truffa che fino a ora si sono ingrassati e sollazzati alle nostre spalle.
RispondiEliminacaro Miura tu hai lanciato il gioco e tu giochi per primo! Spacchettiamo i 100 punti in 14 parti uguali, tante sono le caratteristiche che hai elencato. Dicci quanto somma il punteggio totale di Sagramola e se sei bravo anche quello di Sorci.
RispondiEliminaNon capisco perché i nomi da mettere in gioco li debba fare proprio Simonetti, quando tutti i partiti e i movimenti politici se ne stanno ancora quatti quatti a fare i loro giochini di sponda mentre Fabriano affonda.
EliminaNe mangeremo da star male di ossimori cotti e crudi, ora che sta per partire la corsa dei torelli per arrivare in comune. Per digerire consiglio un libro frizzante, per giunta ben stampato su carta Fabriano, che s'intitola "Un ossimoro in lambretta". Non aggiungo altro, iniziate inforcando la copertina ...
EliminaIniziate a quotare Sgarbi, assessore alle rivoluzioni di Cosenza e Urbino. A Cosenza con il simbolo della capra Sgarbi ha conquistato le urne, figuratevi se si mettesse alla testa di un movimento per la rivoluzione sotto il vessillo della mitica capra gentile da lui partorita e battezzata a Fabriano. Il 17 settembre ci concederà un'altra sua visita, è l'occasione buona perché qualcuno gli chieda di candidarsi a Sindaco di Fabriano, magari i Verdi per i quali è assessore a Urbino. A quando la cittadinanza onoraria per Sgarbi, Sagramola?
EliminaI Verdi a Favriano ce stanno ancora???
EliminaE poi perchè il simbolo della capra?
A Favrià il simbolo giusto è il SOMAROOOOOOOOOOOOOOOOOOO
I verdi hanno eletto prima francesco leporoni che si è dimesso, poi è subentrato claudio tavolini, e ora credo che anche tavolini abbia lasciato il taxi tinto di verde.
EliminaServe un sindaco, Sindaco, non un ragioniere del manuale cencelli che di fatto non nomina gli asssessori perché i nomi escono fuori direttamente dalle urne con il premio voti = poltrona.
RispondiEliminaE poi non è nemmeno capace di dimissionanrne uno quando è condannato perchè il manuale Cencelli non riporta il caso.
EliminaCapisco le vacanze e ora il terremoto, ma sulla J&P tutti zitti a Fabriano?
RispondiEliminaMa se non frega agli operai ed ai cassaintegrati, deve fregare a qualcun altro?
EliminaQuando aprono le scommesse per il candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle?
RispondiEliminaSe poi fanno come a Roma allora è meglio che sto cazzo de comune lo commissariano.
EliminaI 5 stelle son passati da ONESTA' ONESTA' ONESTA' a OMERTA' OMERTA' OMERTA' e DOVEMO PURE NOI MAGNA' DOVEMO PURE NOI MAGNA' DOVEMO PURE NOI MAGNA'
Eliminaun non politico (nel caso meglio un accademico che un imprenditore...)
RispondiEliminaI tecnici o intellettuali non esistono rispetto al loro CV, nel momento in cui vengono scelti dai partiti e ai quali debbono rispondere nelle stanze aperte o segrete. Discorso diverso è per il candidato espressione di una coalizione civica, senza apparentamenti coi movimenti politici (e tra questi anche il M5S).
EliminaAllora i grilletti son tagliati fuori, non hanno né un accademico e nemmeno un imprenditore.
EliminaLodolini lancia la nuova app del PD “Costituendum” ... si sarà reso conto che è ridicolo scimmiottare il latino, tanto più che si parla di Costituzione e quindi anche della tradizione culturale italiana?
RispondiEliminaTOTO-CANDIDATI: secondo voi chi saranno?
RispondiEliminaPiù che Toto ... direi Totò-candidati, vista la farsa del dibattito politico cittadino e di un consiglio comunale che ha paura di riunirsi per non dover parlare dei problemi di Fabriano. Comunque credo che vedremo movimenti da parte di Spacca-Sorci, con una lista di centro, e Arcioni per il Cinque Stelle, il PD lo vedo ancora come un cavallo scosso di rincorsa, senza un fantino credibile.
EliminaIl centro destra dovrebbe puntare su Sergio Solari.
RispondiEliminaIl centro destra invece me sa che candiderà Sorci
EliminaSorci deve tirare fuori la grinta per motivare i giovani, lasciandosi alle spalle i vecchi arnesi che hanno passato una vita a parlare del nulla ma a farsi gli affari loro, tra un tavolo di una sagra e uno del Comune.
EliminaSorci se deve solo leva' dalle palle.
EliminaASSiEME A SPACCA
EliminaLa migliore lettura della giunta Sagramola l'ha appena data Fabrizio Moscé con il suo video sullo sprofondo rosso del Giano.
RispondiEliminaIo quoto Urbani, uno che arriva secondo ci vuole sempre
RispondiEliminaSecondo dove? Non arriva secondo nemmeno quando se corre in due.
EliminaIo sono di Cerreto , spero per voi che non si candidi Porcarelli ,che cosi' dopo quello di Cerreto distruggerebbe anche il comune di Fabriano .
RispondiEliminaCerreto e' stata distrutta anche da quei somari del 5 Stalle
EliminaUrbani ormai è solo pè le grotte de Frasassi! Ahahahahahah
RispondiEliminaSi si si dice che il candidato del centro destra a Fabriano si decide a Genga.
RispondiEliminaSi si si dice che il candidato del centro destra a Fabriano si decide a Genga.
RispondiEliminaSpacca assolto perché il fatto non sussiste riemerge pulitissimo dopo 4 anni dal fango che gli era stato gettato addosso. Tanta forza e tanto coraggio, ma quale futuro politico per lui?
RispondiEliminaI giardinetti, il becchime e tanti tanti piccioni
EliminaAhahhaha sicuramente non potra' essere né Arcioni ne Romagnoli dei 5 Stalle !!!!! non hanno proprio i requisiti per governare !!!! non saprebbero da dove iniziare ....... possono solo fare danni !!!!! :((((((( abbiamo bisogno di tecnici !!!!!
RispondiEliminaSimonetti Sindaco !!!!!!!
Mi dispiace. Non sono un tecnico e considero la corsa a Sindaco una roba da trattamento sanitario obbligatorio. La città pullula di candidati. Aggiungerne un altro sarebbe folle
EliminaPeggio de Sagramola nun poteva faà nemmeno il poro SARACCIO
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