L'espulsione di Serenella Fucksia dal Movimento 5 Stelle ha fatto salire il livello di confusione politica in città. In tanti, troppi, pensano giorno e notte alle comunali del 2017 e ogni cosa che accade nel globo terracqueo viene interpretata come il segno di una profezia locale, la conferma di una previsione che rimanda sempre a Palazzo Chiavelli.
Siccome la politica è una scienza quasi esatta, perchè basata sui rapporti di forza - compresa quella nevrotica e gregaria di Fabriano - può essere utile qualche considerazione, giusto per diminuire il livello di polveri sottili presenti nel cervello collettivo dei fabrianesi.
La prima considerazione riguarda la Fucksia. Che ci sia qualcuno tentato di utilizzarla per accendere un fuoco contro il Movimento 5 Stelle è comprensibile e scontato. Per nulla plausibile è che la senatrice si presti al gioco. Il suo voto, visti i numeri del Senato, le consegna un qualche potere contrattuale a Palazzo Madama che la Fucksia cercherà di mettere a frutto trattando con Renzi e non certo per candidarsi a Sindaco di un paesello del Centro Italia. Insomma Parigi val bene una messa. Fabriano no.
Un altro elemento di confusione politica è riconducibile alla cosiddetta illusione civica, ossia alla convinzione che per battere il PD e i suoi alleati, la soluzione vincente sia la formula della lista civica, capitanata da una figura di candidato estranea al circuito dei partiti.
L'illusione civica si basa su una considerazione vera e su una deduzione falsa. La considerazione vera è che i partiti non tirano; la deduzione falsa è che se i partiti non tirano, al posto loro, a tirare sono sicuramente i raggruppamenti civici.
In realtà l'elettorato detesta i partiti ma quando si vota segue marchi conosciuti sia perchè l'appeal del noto prevale su quello dell'ignoto sia perchè un marchio affermato muove il meccanismo dell'identificazione e del voto d'opinione.
Fabriano, come è naturale che sia, non si discosta molto da questa logica. Non è un caso, in tal senso, che nel 2012 i candidati a marchio nazionale - Sagramola del PD, Urbani del PDL e Arcioni del 5 Stelle - furono i più votati, mentre l'esperimento civico di Ottaviani, dato inizialmente a valori da ballottaggio, si concluse con un risultato nettamente inferiore alle aspettative.
In questi tre anni e mezzo lo schema a marchio nazionale ha modificato la sua natura tripolare perchè i partiti del centrodestra sono spariti dal panorama fabrianese, rimpiazzati da un progetto civico che fa capo a Urbani e che ha tagliato ogni legame con l'area politica berlusconiana.
Di fatto gli elettori di centrodestra sono oggi atomi vaganti tentati dall'astensione ma sedotti anche dalla voglia di fare la guerra al PD utilizzando la leva del Movimento 5 Stelle. Di conseguenza la partita elettorale del 2017 finirà per essere un confronto a due: da una parte il Pd e i suoi cespugli attestati intorno al 35%; dall'altra il 5 Stelle che senza la competizione del centrodestra potrebbe fare l'aspirapolvere - arrivando tranquillamente al 30% - e sparigliare al ballottaggio.
Questo schema che somiglia a un destino può trovare ostacoli d'applicazione solo se tra i due litiganti arriva il terzo che non gode, una candidatura di disturbo indicata da ambienti che vogliono controllare la città, in grado di creare attrito nell'area del 5 Stelle e di spostare voti da far convergere al ballottaggio sul candidato del PD.
La Fucksia poteva essere l'interprete adatta di questo disegno, ma lo spazio potenziale che l'espulsione le ha aperto in Senato ne sancisce oggettivamente l'indisponibilità. Come spesso accade non tutte le ciambelle vengono col buco, ma siamo certi che dal cilindro usciranno presto altri nomi scalpitanti e pronti a immolarsi per perdere con la convinzione di vincere.
Nel frattempo Sagramola - autosospeso dal Pd ma pronto per una seconda candidatura rispetto alla quale nel partito non ha rivali - porterà all'incasso l'operazione Ostetricia, tempesta in un bicchiere divenuta opportunità politica per il Sindaco grazie allo spirito gregario dei fabrianesi che, senza saperlo e senza volerlo, hanno lavorato alacremente per lui.
Insomma, in apparenza grande è la confusione sotto il cielo ma non abbastanza per chi prova a scandagliarla a occhi aperti. Fossi grillino avrei di che godere, consapevole che l'ultimo miglio è quello in cui i pentastellati sono più deboli e autolesionisti. Ed è esattamente su questo che contano tutti gli altri.