La Giunta Sagramola, per ora, ha marcato il territorio rispetto al passato sorciano soltanto a livello di dichiarazioni d'intenti. Una delle prese di distanza più nette ha riguardato il Piano delle Opere Pubbliche, definito dai nuovi (?!) amministratori un libro dei sogni da chiudere in un cassetto. La parola d'ordine del primo quinquennio sagramoliano pare essere "manutenzione". Stop alle opere che prevedono indebitamento, ai mutui accesi con la Cassa Depositi e Prestiti e alla possibilità di qualche investimento pubblici sul territorio. Si fa solo quel che viene pagato da altri: dalla Regione, dall'Unione Europea, dal GAL. E' questo il nuovo tormentone della virtù municipale: scroccare denari altrui trasformando lo scrocco in fulgida moralità finanziaria. Nei prossimi anni, quindi, solo manutenzione, conservazione, abbellimento, miglioria, recupero. Un vocabolario ingrigito e scarno che accompagnerà il consolidamento del sagramolismo, inteso come dimensione minimalista e conventuale della cosa pubblica. Ne prendiamo atto dando a Sagramola tutte le attenuanti generiche che merita chiunque debba affrontare e gestire la macelleria messicana messa in piedi dal governo Monti. Nel nostro piccolo, oltre a incazzarci come le formiche di Gino & Michele, possiamo dare un contributo alla politica della bellezza scovando le molte cose che, in questa città sempre più sudicia e levantina, meritano attenzione e manutenzione. Ieri abbiamo cominciato a sgranare il rosario delle malefatte buttando l'occhio sulla pista ciclabile abortita di Via Aldo Moro e reclamandone la riconversione ad usi civici più consoni all'ingente spesa sostenuta. Oggi proseguiamo gettando l'occhio su uno spazio urbano che grida vendetta dalla notte dei tempi e si trova sul lato interno dell'Anello Sintagma: il Giardino dell'Ospedale. Senza esagerazioni credo sia l'area più malandata, trascurata e sputtanata dell'intera città. Un rettangolo di "verde teorico" - che si allunga dall'incrocio dell'Ospedale fino alla Pisana - invaso dalle siepi e da un fitto fogliame da cui potrebbero tranquillamente sbucare una testa d'anaconda o un coltivatore di caucciù dell'Amazzonia. Lo spazio giochi è piccolo e degno di una portineria di Tor Bella Monaca e dalla piccola fontana non zampilla più acqua ma in compenso fa bella mostra di sè una orribile griglia di metallo arrugginito. E' un "giardino al contrario" dove a nessuna persona normale verrebbe voglia di fermarsi a meditare o a prendere il fresco e dove soffre pure l'antico busto dell'industriale Miliani, che si domanda da tempo come cazzo funzionino i circuiti della memoria e della riconoscenza se la città che gli ha dato i natali ha deciso di relegarne il monumento nel bel mezzo di una microgiungla. Per rimettere a posto questo giardino, storicamente degradato dall'incuria, servono poche cose e neanche costose: un po' di illuminazione, una potatura umana delle siepi e degli alberi, la ricostruzione di qualche aiuola, un po' d'erba al posto della ghiaia, due giochi nuovi e via andare. Anche perchè una manutenzione intelligente del Giardino dell'Ospedale avrebbe un ruolo strategico anche rispetto alla bonifica di Piazzale Matteotti che, in certe ore del giorno e della sera, non è un bel vedere, non è un bel passare e non è un bel sentire. E ne sanno qualcosa le signore che passeggiano percorrendo l'Anello Sintagma. Vogliamo spendere poco e fare una buona politica? Iniziamo da queste piccole cose, che sono l'unico riformismo possibile in tempi di vacche magre. Giancarlone...se ci sei batti un colpo che poi, a cose fatte, un giro d'altalena non te lo toglie nessuno!
11 agosto 2012
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troppe cose ci sono all'interno dell'anello Sintagma, ereditate dall'amministrazione Sorci, con cui Giancarlone dovrà divertirsi: l'incompiuta del palazzo del comune, il passaggio pedonale del parchegggio del Torrione con le sue rampe afrotirolese miste a muro di Berlino, la ritombatuta del fiume Giano...e anche quel piccolo quanto insignificante buzzico del centro.
RispondiEliminaLa pista ciclabile nuova l'abbiamo: 500 metri (a dir tanto) nel nuovissimo parcheggio sotto il Cimitero delle Cortine. Abbiamo anche il percorso per il bike sharing in fratellanza con Seinigallia,solo che particolare non da poco, mancano le biciclette. Ottima eredita' della passata Giunta ed in particolare dell'assessore competente.
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