Quando qualcuno mi domanda per
quale motivo dedico tempo a un blog ricorro a una spiegazione di tipo
narrativo: scrivo perché mi piace
scrivere, raccontare, offrire un punto di vista diverso e, e se possibile,
originale. Ma c’è anche un’altra ragione e cioè che adoro rivelare e denudare le cazzate del potere politico,
le piccole e grandi menzogne con le quali ammanta la sua notoria e miserabile
volontà di durare a scapito dei cittadini e della democrazia. Di pinocchiate, sempre
poco innocenti, abbiamo fornito esempi, scampoli e modelli di ogni genere e non
c’è mai giorno di pausa perché il potere
funziona come un processo a ciclo continuo, una catena di montaggio che non
smette mai di spargere i suoi liquami. Oggi, visto che è di colpo tornato in
voga, parliamo di uno dei grandi pilastri della menzogna d’entroterra, una minchiata
quinquennale sopravvissuta solo grazie alla credulità invertebrata dei
fabrianesi: l’Accordo di Programma.
Chi ha seguito con piglio e costanza la questione Ardo ricorderà che la genesi dell’Accordo di Programma fu
tutta politica e risale al marzo
2010 quando l’allora Ministro delle Attività Produttive Scajola, a dieci
giorni dalle elezioni regionali, appose la firma sul documento, consentendo a Spacca di mettere in
sicurezza il secondo mandato da Governatore. In realtà quel documento era
una scatola vuota, uno strumento general generico di sostegno ipotetico al
rilancio produttivo delle aree colpite dalla crisi della Antonio Merloni; un accordo
di cui erano evidenti le finalità extraproduttive, l’enfasi bizantina delle
parole e la funzione di calmiere politico ed elettorale. Ma nonostante i limiti
congeniti di concetto e di impostazione la prima versione dell’Accordo di Programma ottenne il plauso conformista delle
parti sociali, e in modo particolare dei sindacati che garantirono una preziosa copertura sociale alla
rielezione dell’ottimo Gianmario. Ma come sempre accade passata la festa gabbato lo santo. E infatti dell’Accordo si Programma
si persero letteralmente le tracce, al punto che nel mese di ottobre del 2012
Marche, Umbria e Governo furono costrette a una revisione, attivando quella che
fu definita – con linguaggio politically correct - la rimodulazione dell’Accordo di Programma, accompagnata da resoconti
giornalistici patinati e tutti tesi a narrarne in positivo le potenzialità,
l'impatto e le prospettiva. L'Accordo stanziava 35 milioni di euro, finalizzati
interventi di rilancio e reindustrializzazione delle aree colpite dalla
crisi della Antonio Merloni, ripartiti al 50% tra Marche ed Umbria. Ma come
sempre accade quando c'è di mezzo la spesa pubblica, le risorse vengono pensate
e destinate affinché si disperdano in mille rivoli e rigagnoli: furono, infatti,
56 i comuni marchigiani e 24 quelli umbri individuati come beneficiari
potenziali degli interventi previsti dall'Accordo di Programma. Una dilatazione
abnorme della platea, totalmente estranea al vero epicentro della crisi, territorialmente delimitata dalla dorsale
appenninica e dai comuni di Fabriano, Nocera Umbra, Gualdo Tadino e limitrofi.
L'Accordo di Programma, inoltre, avrebbe dovuto funzionare attraverso misure che
facevano riferimento alla legge n.181/89, potenziata per attrarre investimenti
e creare occupazione. Si passava, infatti, da un sostegno ai progetti dal 50%
al 75%, ma a condizione che venisse
assunta una quota minima di lavoratori ex Ardo accompagnata anche da un bonus di 5.000 euro per ogni lavoratore
riassunto: un contributo a fondo perduto del
20%, un mutuo agevolato del 50%, una partecipazione al capitale del 5%.
Già due anni fa, in totale solitudine, evidenziammo i limiti dell’Accordo di Programma
rimodulato, la sua elefantiasi burocratica che impediva di utilizzare le
risorse per garantire sopravvivenza e competitività a piccole e medie imprese ancora
presenti e attive sui mercati, l’immobilizzazione di risorse ed energie materiali.
Ma più di ogni altra cosa l’Accordo difettava di una consapevolezza di base
legata a un cardine delle dinamiche imprenditoriali e di mercato e cioè che un imprenditore assume solo se ha bisogno
di assumere e quando lo fa sceglie sulla base di requisiti di utilità e
non certo perché lo Stato gli regala un bonus per reinserire un
cassintegrato, tra l’altro con le competenze bruciate dagli ammortizzatori
sociali lunghi. Chi si fosse preso la briga di giudicare le
scelte compiute nella loro nuda e cruda concretezza - piuttosto che
farsi rintronare l'occhio da fumisterie ammantate di assi, misure, interventi e
normative - avrebbe immediatamente compreso che le risorse dell’Accordo sarebbero
rimaste congelate. Oggi, i cantori di due anni fa, rilevano i limiti dell’Accordo
e i suoi vincoli burocratici. E chiedono
l’ennesima rimodulazione. Ma rimodulare faccia, culo e cervello no?!
26 agosto 2014
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Hai ragione, è stata una clamorosa bufala. Ma ci abbiamo creduto. O meglio abbiamo voluto crederci
RispondiEliminachiaro e cristallina l'analisi, che si voglia ricavalcare l'onda lunga dell'accordo di programma farlocco, per scopi elettorali???? quà Spacca ci cova! speriamo solo che la gente nel frattempo si sia vagamente disillusa. M.D.
RispondiEliminaMuratori Davide, oramai non ti firmi nemmeno per esteso. Hai paura che ti prendono in giro ?
Eliminabastano le iniziali, visto che mi hai riconosciuto subito, tu invece continui a nasconderti , vilmente , dietro all'anonimato, al pari di un topo di fogna ti aggiri nei blog per provocare, inutilmente,continua pure a prenderti in giro da solo sig. presidente, M.D. ( Muratori Davide
EliminaSig. Presidente si scrive maiuscolo. Devi portare rispetto. Non credere che quattro tue urla intimorito no le persone.
EliminaFirmato
Matteo R.
Povero Muratori, tutti gli danno addosso. Lui pensava di essere un super eroe e invece lo prendono tutti in giro. SALVATE MURATORI
EliminaInta a' Calabbria presidente si scrive RAPOCCIA !!!
EliminaIntanto Fabriano veleggia sopra i l30% di disoccupazione! Capolavoro! Quelli del PD dicono che va tutto alla grande! grazie al cazzo dopo 20 anni di uso della città come se fosse il loro gabinetto ci credo hanno piazzato cani e porci a destra e manca! I giovani (quelli più svegli) se ne sono andati oppure sono improcinti a farlo, ma a loro che glie frega!
RispondiEliminaPer non parlare poi dell'assoluta inutilità di tutti i soldi riversati nella formazione professionale! Una risorsa potenzialmente così seria e importante, fondamentale per una riconversione reale del tessuto economico e produttivo di un territorio, declassata a passatempo della domenica!Oggi Fabriano conta centinaia di operai metalmeccanici convertiti in aiuto pizzaioli e le officine meccaniche non riescono a trovare un elettrauto! L'averci voluto credere, per come era impostato l'Accordo di Programma, non è azione senza colpe.
RispondiEliminaLa formazione professionale? Chiedete a chi la fa, nel senso, a chi organizza i corsi e FORMAZIONE. Chiedete ai privati che gestiscono i corsi. Guardate chi sono e poi vedrete che qualcuno che ci guadagna c'e', e come se c'e'. Pochi, sempre i soliti...........
Eliminami chiedo i soldi chi li gestisce?w
RispondiEliminaLe Fulgide cooperative di Favriano.
EliminaNon diciamo stupidaggini. Mai sentito parlare di "Italia Lavoro"?
EliminaUna richiesta per Muratori. Daviduc cio bello, perché non vai a tagliare l'erba lungo la strada fino ad Albania visto che tutto il giorno stai solo a scrivere del nulla?
RispondiEliminaPorello Muratori e' tanto stanco e si vede che e' sciupato in viso
EliminaAnche Pariano e' sciupato, ha faticato troppo ad alza' il secchio.
EliminaPariano 'ncugna !!!
EliminaLe facce..il culo
RispondiElimina.il cervello?? ..allora, . .le facce e il culo sono la stessa medaglia. ..il cervello dopo attento sezionamento è stato buttato!!!! Spacca..Sagramola sono la stessa medaglia..il cervello??? Non pervenuto!!@
I corsi di Formazione sono fatti in base a "come possiamo Magnacce il più possibile!?" Col cazzo che fanno i corsi di formazione in base alle richieste del mercato del Lavoro questi ignoranti
RispondiElimina