Alessandro Moscè è uno dei pochissimi fabrianesi ad essersi cimentato, anima e corpo, con la scrittura, fino a farne la propria cifra esistenziale e professionale. E' autore di romanzi - il primo, intitolato "Le Ombre Parlano", lo presentai assieme all'autore, a Roberto Sorci e Roberto Carmenati in una fredda serata di dicembre del 2000 -, di raccolte poetiche, di saggistica letteraria incentrata sul rapporto tra autori e luoghi e di articoli di attualità, pubblicati sul settimanale cittadino L'Azione di cui è redattore, oltre che direttore editoriale di una radio locale. Un'attività multilevel che, tecnicamente, lo qualifica come intellettuale. Anzi, come l'intellettuale fabrianese per antonomasia, in bilico tra la scrittura scabra e rigorosa e un'indole che lo spinge a trasferire in una dimensione pubblica - insonne, rumorosa e bambinesca - il surplus di energia che resta insoluto nelle sue opere di scrittore. Se volessimo ricorrere a una nota classificazione di Umberto Eco potremmo dire che Moscè non incarna l'idealtipo dell'intellettuale apocalittico o del dissidente per animo e forma mentis, ma piuttosto uno schema di scrittore "integrato", che ha bisogno di contatto istituzionale e opera a ridosso di un circuito in cui la classe dirigente include dispensando legittimazioni e accreditamenti. Il che, ovviamente, non incide sul valore intrinseco delle opere e non inficia l'autonomo giudizio che ciascuno può liberamente esprimere su di esse, ma rende per forza di cose dimezzato e problematico l'impatto politico delle sue riflessioni pubbliche. Sul Corriere Adriatico di oggi, tanto per dire, Moscè si è prodigato in un durissimo attacco all'amministrazione comunale su alcune questioni assolutamente condivisibili, ma già ampiamente sviscerate da diversi protagonisti dell'opposizione politica e informativa. Come si dice a Fabriano, Moscè è arrivato col treno della breccia, ma è un fatto che attaccando frontalmente Sagramola e la Regione ha rotto una personale consuetudine di prudenza e neutralità rispetto alle questioni locali meno connesse al merito e più legate al simbolismo politico dell'adesione, del consenso e del dissenso. Per alcuni osservatori potrebbe trattarsi di un'operazione riconducibile a qualche ombroso disegno ordito dal suo amico e mentore Marco Ottaviani. Per gli oppositori del sagramolismo quello di Moscè rappresenta, invece, un sintomo di rottura con un'amministrazione comunale mai attaccata frontalmente; una novità che, di fatto, trascina e ricolloca all'opposizione anche la radio di cui è direttore editoriale e il settimanale locale di cui è redattore, con tutte le conseguenze materiali, politiche e relazionali che ciò inevitabilmente comporta per i soggetti coinvolti. Il dinamismo innescato da Moscè si caratterizzerebbe come ulteriore cartina di tornasole della crisi di consenso della Giunta Sagramola se le parole di denuncia dello scrittore non fossero banalizzate, fino al punto da determinarne una risacca d'impatto, dal focus delle sue dichiarazioni, incentrato sul costo esorbitante sostenuto per le riprese fabrianesi della fiction Rai "Che Dio ci aiuti". Nulla da eccepire in linea generale perchè, in effetti, ancora non è stato chiarito - con dovizia di particolari - perchè mai Modena abbia rinunciato alle riprese se da esse derivavano opportunità e affari tali da giustificare e compensare la dimensione dei costi da sostenere. Il tallone d'Achille è rappresentato da una sorta di "ostacolo settoriale" visto che Moscè sta lavorando alla realizzazione di un film tratto dal suo bel romanzo "Il talento della malattia". E i film notoriamente costano un patrimonio, spesso a prescindere dal valore dell'opera. Per realizzarli servono, quindi, ingenti risorse pubbliche e private che tendono a indirizzarsi laddove più forte è il potere contrattuale e dove si presume, magari erroneamente, un potenziale ritorno sull'investimento in termini di audience e di promozione dell'immagine locale. Siccome Moscè è uno scrittore abituato ai giudizi e all'idea stessa della critica, mi perdonerà se affermo che le sue parole hanno un retrogusto pungente perchè l'attacco alla fiction più che da un giudizio indignato sull'operato degli enti locali sembra inacidito da una nota d'acredine condita di rimandi politici, come se i denari destinati alla fiction fossero stati tolti al film, in una sorta di gioco a somma zero tanto suggestivo quanto difficile da dimostrare e sostenere. Se così fosse saremmo di fronte a un caso di politicizzazione di questioni private, ma conoscendo Moscè so bene che così non è. O almeno spero.
17 agosto 2014
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be' che dire, ;-) era ora..... tanto va la fiction al lardo che l'integrato ci lascia lo zampino... Vai giampi, che fra un po' ce ridanno l'esilio...Ma sticazzi...alex
RispondiEliminaInsomma sta tiritera de film se ss quanto costa al comune che fice semore che nn ci ha i sordi???
RispondiEliminaSagramola fai un favore ai Fabrianesi. .dimettiti. . Non sei in grado di gestire la cosa pubblica. .. Ma il segretario del pd nn si rende conto che il suo partito a fabriano è alla deriva di vento e correnti??? Anche papa francesco ha usato la parola "SVEGLIA" !!!!!!!!!
RispondiEliminaNon mi risulta alla deriva visto i consensi che hanno ottenuto alle europee.
EliminaDe stupidi Favriano e' piena.
Eliminavogliamo come sindaco Davide Muratori
RispondiEliminaI muratori adesso come adesso non ci servono, visto la crisi dell'edilizia.
EliminaPerché, il PD di Fabriano ha un segretario? Mai visto, mai sentito, mai letto.
RispondiEliminaMa come, non conosci Crocetti la qualunque?
EliminaSi cìè è quello che va a fare l intruso nelle frazioni dove fanno i comizi le opposizione. Giudizio critico, invadente
Eliminaintanto il pd a fabriano prende il 48 %..... non sottovalutate la deficienza dei fabrianesi!
EliminaIntanto oggi su Repubblica, a pagina 13, danno per assolutamente certa la mobilità a fine ottobre per i 1300 dell' ex Ardo.
RispondiEliminaGODO
Eliminae che godi... questi fanno altri tre anni a casa stipendiati
EliminaGiustamente ci sono casi più gravi che il Governo deve affrontare rispetto a questi liccalardo che da 7 anni campano senza fare un cazzo
EliminaGrazie Gian Pietro, per le tue belle parole sul mio conto. Resta un fatto, per me imprescindibile: non ho mai avuto bisogno di spinte politiche per far valere la mia attività letteraria. Ciò che dico lo dico sulla base di un'onestà di giudizio, condivisibile o meno, ma senza retrogusti che non siano solo ed esclusivamente i miei.
RispondiEliminaAlessandro Moscè
Al netto dei barocchismi dovuti più all'amico, che allo scrittore, sembra una stroncatura per fatto personale. Dell'integrato, così poco grato.
RispondiEliminaNon ho letto l'articolo dell'avvocato Moscè e non ho dubbi che potrei anche condividerlo in tutto o in parte, ma non è questo il punto.
RispondiEliminaL'avvocato Moscè è il rappresentante del Comune nell'organo di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio e, di conseguenza, rappresenta la città in un ruolo ufficiale, delicato e molto importante.
L'avvocato fa benissimo ad esternare pubblicamente la sua personale contrarietà ed è suo dovere di intellettuale farlo ma, a questo punto, vista la forte contrarietà verso la politica culturale e turistica del Comune di Fabriano, è mia personale opinione che forse dovrebbe rimettere se sia il caso di rimettere nelle "mani" del Consiglio Comunale il suo ruolo di rappresentante in seno all'organo d'indirizzo.
Se fossi stato io nei panni dell'avvocato avrei scritto una lettera al Sindaco, agli Assessori competenti, al Consiglio comunale per esternare il mio pensiero e chiedere spiegazioni sulle scelte che contesto.
Avrei aspettato una loro risposta di chiarimento da questi organismi e, qualora tale risposta non fosse stata sufficiente a farmi mutare pensiero, avrei rassegnato le dimissioni.
Dopo aver consegnato le dimissioni, a questo punto, sarei stato pienamente libero di esternare sui giornali la mia opinione in totale libertà e, ripeto, è doveroso che un intellettuale esterni liberamente le sue opinioni, perché le parole di un intellettuale aiutano gli altri a riflettere ed a formarsi un'opinione.
Lo stesso vale naturalmente per i giornalisti, che del resto intellettuali sono anche loro, in quanto lavorano con la parola.
Non ho nulla di personale verso l'avvocato Moscè ma il fatto che, oltre ad essere componente dell'organo di indirizzo, sia dipendente del più diffuso settimanale locale e direttore editoriale di una radio molto impegnata nella cronaca politica e culturale cittadina, a mio giudizio proietta l'avvocato Moscè a una sostanziale sovraesposizione di ruoli molto delicati.
Non metto certo in dubbio la correttezza, l'etica e la trasparenza dell'avvocato Moscè nello svolgere il suo incarico di membro dell'organo d'indirizzo e l'attività professionale di giornalista, ma credo che un giornalista dovrebbe sedere solo sulla poltrona della sua scrivania in redazione e non su poltrone istituzionali.
Chiedo venia all'avvocato Moscè se le mie parole possano risultare antiquate e troppo fuori dal coro nella loro rigidità, ma questa è la mia opinione che è nata dalla lettura dell'articolo di Simonetti e ci tenevo ad esternarla.
Il ruolo di Moscè in Fondazione non ha alcun vincolo di mandato con l'ente che lo ha designato. Moscè è un opinionista locale che ha sempre esternato le sue idee ovunque. E' inoltre uno scrittore conosciuto a livello nazionale e tradotto all'estero. Un giornalista e uno scrittore senza idee sarebbe come un uomo senza pene.
EliminaSi accusa il buon Mosce' di conflitto di interesse??? Ah ah ah ah me fate ride !!! Ma parlare invece della cooperativa che gestisce la mostra Giotto- Gentile !!!
EliminaCaro avvocato lei ha sempre dichiarato di non potersi e volersi "mai" schierare da una parte o dall' altra per motivi diciamo professionali. Per poter poi svolazzare ora da un lato ora dall' altro a seconda come gira il vento. Secondo me questo è un piano studiato a tavolino per poter raggiungere i propri...e non solo....scopi!!! E la smetta di rispondersi in forma anomima o per lo meno lo faccia con vocaboli più consoni allo sscrittore che dice di essere tralasciando queli cosi poco regali a lei facilmente riconducibili. ...f
EliminaSimonetti speriamo di leggere al più presto una tua previsione sulla situazione economica e sociale della città, cosa succederà con la fine dei sussidi a valanga?
RispondiEliminaLa vicenda, triste a dir la verità, non è la prima né l’ultima di una serie di conflitti di interesse che coinvolgono i cosiddetti intellettuali locali sparsi un po’ dovunque nel paese e nelle Marche, potrei citare Ancona e Macerata con nomi e cognomi di casi analoghi a quello dell’avvocato. Nel caso di Moscè c’è però, come ha ben sottolineato Simonetti un elemento in più e cioè nell’essere egli anche giornalista e quindi elemento di spicco dell’opinione pubblica locale. Come si fa allora con neutralità ed oggettività ad essere allo stesso tempo soggetto delle istituzioni (beneficiario o delegato del comune) e allo stesso tempo soggetto della critica? Dovrebbe spiegarcelo lui. Appare però chiaro che l’assenza di organi di informazione e voci libere nel territorio diventa un altro tassello di quella mancanza di cultura della cittadinanza che molti lamentano nel caso fabrianese. Essere megafono del potere e sua coscienza critica ovviamente è come volere la botte piena e la moglie ubriaca. Ma si sa “tengo famiglia”, non entro nel merito dei finanziamenti del film, mi limito ad osservare che se vengo nominato dalle istituzioni e accetto quella nomina e condivido quindi dell’istituzione finalità e morale allora il silenzio sarebbe un atto di stile. Ma è evidente che dentro la filiera qualcosa non va oppure qualcuno ha deciso di far la voce grossa. Magari chiediamolo a quel famoso mentore del signor Moscè… Alex
RispondiEliminaCaro signore che non ha il coraggio di firmarsi, io non ho alcun conflitto d'interesse, perché in Fondazione non rappresento gli interessi del Comune, non essendo legato il mio ruolo da un vincolo di mandato. Quindi lei farebbe bene ad informarsi leggendo bene lo Statuto, prima di fare esternazioni sciocche e destituite di ogni fondamento che offendono la sua intelligenza. Il mio nome è stato deciso non dalla Giunta, peraltro, ma dal Consiglio, che è plurale, e indicato in una terna. Sono vent'anni che dico sempre la mia sugli organi di stampa, come sanno tutti. Roberto Sorci può ricordare molte mie esternazioni contro la sua guida cittadina. Siamo rimasti sempre buoni amici e ci siamo sempre confrontati prendendo un caffè al bar.
RispondiEliminaAlessandro Moscè
Fabriano e' la città dei conflitti di interesse ( sindaci stipendiati da Merlo', cooperative che se magnano gli appalti senza nemmeno una gara), le marche sono la regione dei conflitti di interesse ( presidente di regione stipendiato da Merlo') e voi cagate il cazzo ad Alessandro? E poi volete uscì dalla crisi? Ma dal tombino dovete uscì ratti raglianti !!! Ma che cazzo de teste ce stanno a Favria' ??? Certo che il Pd pija il 48 %, ce sta gente che non vole manco l'obolo, basta faje annusa' l'idea de poté anche lontanamente pijallo l'obolo!!!!
EliminaNon ho bisogno di trovare il coraggio per firmarmi perché non l'ho accusata di niente.
EliminaMi sembra di averlo chiaramente espresso nel commento, anche se non ho la fortuna di essere uno scrittore come lei e, personalmente, sono un suo lettore, la stimo e l'apprezzo da anni come giornalista, mentre conosco molto poco della sua attività in seno alla Fondazione e, magari, potrebbe farsi portavoce di un'operazione trasparenza chiedendo alla Fondazione di pubblicare i verbali delle riunioni dell'organo d'indirizzo, perché è comunque molto importante sapere - per noi comuni mortali cittadini - su quali basi scientifiche, strategiche, culturali, sociali etc. vengono prese certe scelte piuttosto che altre. Credo che leggendo tali verbali noi cittadini potremmo partecipare più attivamente anche alle scelte della Fondazione.
Comunque sarei stato un vigliacco - e me lo direi da solo - se l'avessi accusata di coltivare dei conflitti d'interesse personali o partitici nascondendomi dietro l'anonimato.
Riguardo al Comune, invece, non si schermisca. Nessuno l'ha accusata di rappresentare gli interessi di quello o quell'altro partito.
Il suo nome è stato indicato in una terna dal Consiglio Comunale ed è stato poi scelto dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione, mi corregga se sbaglio.
E lei riveste un ruolo che spetta per Statuto della Fondazione a un rappresentante designato (almeno rispetto alla terna iniziale) dall'istituzione Comune di Fabriano, giusto?
Quindi se parlo di rappresentare gli interessi del Comune, mi riferisco agli interessi dell'istituzione che ci rappresenta e ci governa. Se fossi al suo posto, sarei orgoglioso di rappresentare gli interessi del Comune e di avere un forte vincolo di mandato con i cittadini.
Lei è un protagonista della cultura fabrianese e nazionale e un professionista del giornalismo da molti anni, quindi sarei felice di conoscere la sua opinione - indipendentemente dal suo caso personale - sul fatto che sia preferibile, per un giornalista, non assumere incarichi istituzionali. Perché la Fondazione non è certo un'associazione bocciofila di volontariato ma un'istituzione molto importante.
Le avevo solo fatto notare che lei è uno degli autorevoli consulenti che esprimono un parere su come impiegare i soldi della Fondazione e, uscito dal palazzo della Fondazione, indossata la giacca del giornalista, su quelle scelte poi scrive e commenta.
Continui pure a dire la sua liberamente sui giornali, come io continuerò a pensare la mia, liberamente, sul fatto che i giornalisti debbono essere liberi da ogni impegno, ruolo, carica etc.
Tutto qui!
bhè sull'andare orgoglioso di rappresentare questa amministrazione comunale francamente ho i miei dubbi, visto il livello di incompetenza che sviluppano!! sul resto mi pare che Moscè non abbia divulgato informazioni inerenti alle riunioni del comitato d'indirizzo della Fondazione, anche perchè presumo sia vincolato da un regolamento comportamentale, poi potrebbe anche aver dato parere contrario alla fictions ed essendo stato in minoranza ha dovuto mandare giù il rospo, invece sulla pubblicazione dei verbali sono d'accordo con , il purtroppo anonimo, anche se la vedo dura creare una forma di partecipazione cittadina alle decisioni del pubblico, visto la fine che ha fatto il prototipo di bilancio partecipativo che ha malauguratamente e goffamente messo in campo questa illuminatissima giunta. poi parliamoci chiaro i fondi messi a disposizione dalla regione sono stati presi dai fondi dell'accordo di programma , troverete le attribuzioni nell'elenco delle attività finanziate 887.0000€ il resto lo deve mettere il comune di Fabriano quindi circa 400.000 € che poi ci diranno dove li hanno presi , visto che ancora non figura nulla alla voce !!! ma loro sono bravissimi a camuffare esborsi ingiustificati dalle casse comunali, abbiamo già diversi esempi di determine dirigenziali di spesa senza citarne gli indirizzi, per l'anonimo, non è una questione di accuse o meno confrontarsi apertamente quando si nomina qualcuno, ma di educazione e rispetto civico. Muratori Davide
Eliminaallora in Fondazione quali interessi rappresenta? quelli della gggente, come al solito...banalità...
RispondiEliminaCaro Signore che non ha il coraggio di firmarsi, la cosa più grave è che lei attribuisce a me, in Fondazione, il ruolo di soggetto delle istituzioni. Io non rappresento gli interessi del Comune, ma solo quelli della Fondazione, proprio perché lo impone il regolamento. Lei purtroppo politicizza l'aspetto solo per ragioni di parte e strumentalizza un ruolo che torno a ripetere, mi è stato conferito non dalla Giunta, ma dal Consiglio (voce plurale). Se fosse stato attento, saprebbe anche che i grillini fecero una mozione in proposito, e il sindaco Sagramola, correttamente, evidenziò che non vi era il vincolo di mandato. E' stucchevole, mi permetta, che si possa distorcere la verità in modo così lapalissianamente errato. Ha perso un'occasione per stare zitto.
RispondiEliminaAlessandro Moscè
Rispondo sempre firmandomi. Evidentemente lo sciocco anonimo nega anche l'evidenza, oltre a non sapere mai cosa dire.
RispondiEliminaAlessandro Moscè
Ma Invece di parlare di queste Cazzate! Parliamo del fatto che a Fabriano non si trova più un posto di lavoro
RispondiEliminaPerché pensare che i posti di lavoro li debbano creare sempre gli altri ? Tutti possono farlo . Basta avere una idea ,la voglia di mettersi in gioco e qualcuno con cui condividere il progetto . Poi le risorse si trovano . Se hai un 'idea parliamone .sai dove trovarmi . Saluti UU
EliminaBravo! Hai colto nel segno.
EliminaHanno istituito in Fondazione un osservatorio economico per scoprire che le cose vanno male!
Lo sapevamo già da soli, grazie!
Non ho visto nessun progetto europeo in cui hanno investito per il cofinanziamento.
Non ho visto nessun annuncio di progetti di ampia scala sulla innovazione scientifica e tecnologica per la riconversione di Fabriano in cui è coinvolta la Fondazione.
Non ho visto nessun accordo internazionale per sostenere nuovi mercati e nuove produzioni fabrianesi.
Perché la Fondazione non finanzia un programma per il sostegno del marketing e della commercializzazione delle PMI fabrianesi?
Perché la Fondazione non finanzia un programma per il sostegno del web marketing delle PMI fabrianesi?
Sveglia!