Oggi, mentre vegetavo sulla Spiaggia di Velluto, mi hanno chiamato alcuni amici. Erano preoccupati perchè dall'11 luglio non aggiorno il blog. Voglio rassicurare tutti: amici, nemici, lettori, indifferenti e cagacazzo. Sono vivo e vegeto. E' solo che, per motivi di lavoro, sono stato due giorni a Carrara l'Anarchica, tra le cave di marmo di Michelangelo e le focacce al lardo di Colonnata. Con finale marino in Adriatico. E per qualche ora mi sono lasciato Favriano alle spalle. Ma il lardo di Colonnata, specie se consumato in eccesso, è una leccornia che stimola acidità di stomaco. Cosa c'è di meglio per riprendere a lavorare di bicarbonati e citrati? Infatti, appena messo piede a Senigallia, ho avuto la cattiva idea di leggere il Corriere Adriatico per informarmi della calura e del bagno dei favrianesi in piscina. Errore! Perchè la solita notizia politica ha risvegliato i miei sensi assopiti. La novità è che Sagramola ha assunto l'incarico di Presidente del virtualissimo Distretto Culturale Umbro Marchigiano. Forse rimbambito dal Lardo Aromatizzato nelle vasche di marmo, ho proiettato la mente in uno svolazzamento ardito di cui mi scuso anticipatamente con chi avrà la ventura di seguirmi in tanto bislacco ragionare. Dalle marine adriatiche il pensiero è atterrato negli States dove vive e lavora Joseph Stiglitz, noto economista americano ed ex Vicepresidente della Banca Mondiale. Nel 2002 Stiglitz ha pubblicato un testo fondamentale sui rischi del mondialismo, intitolato " La globalizzazione e i suoi oppositori". Prendendo spunto dalla transizione al capitalismo allora in atto nei paesi dell'Est affermava, con dovizia di aneddoti e particolari, che il libero mercato, se non è sostenuto da solide istituzioni democratiche e da severi contrappesi, impoverisce i popoli e le comunità. A loro volta le istituzioni democratiche derivano dal "clima democratico" e da un humus di consenso che permette loro di attecchire e prosperare. La domanda sorge spontanea: che c'azzecca Stiglitz con le vicissitutdini favrianesi? Provo ad azzardare un parallelismo estremo e politicamente scorretto. Favriano ha vissuto un quarantennio di glaciazione bulgara. Una natura morta che sembrava viva solo grazie a una massiccia circolazione di denaro, accumulato in forma di patrimonio e non di consumo evoluto, capace di surrogare e nascondere, attraverso il benessere delle famiglie, il totale e volontario asservimento delle coscienze, della cultura e della libertà. Una sacca di socialismo reale dove al posto del Capitalismo di Stato si è insediato un sistema paternalista e assistenziale sostenuto - invece che dall'onniscienza del Partito - dallo scudo e la spada di una famiglia dominante. Con la caduta del Muro di Santa Maria è naturale che la città si interroghi sulle possibili forme della riconversione della monarchia metalmeccanica e sull'opportunità di transitare verso un nuovo modello. Non a caso si parla sempre più spesso di migrazione da distretto industriale a distretto culturale, che, su piccola scala, è come passare dal socialismo reale al libero mercato. E, forse, va in questa direzione l'investitura ricevuta da Sagramola di Presidente dell'Inesistente Distretto Culturale umbro marchigiano. Seguendo Stiglitz viene da chiedersi: a Favriano è presente l'humus necessario per essere centro propulsivo di un distretto culturale? Disponiamo di un sistema di competenze orientato a questa sperimentazione? Esistono istituzioni culturali in grado di rendere attrattiva e seducente l'idea di una Favriano epicentro di cultura? E' compatibile il distretto culturale con una "vision metalmezzadra" praticona, supponente e orgogliosamente incolta? Non vorrei apparire ipercritico o iconoclasta ma è sufficiente qualche semplice considerazione per comprendere l'andazzo. La Pinacoteca Civica fa cagare: venti croste di pittori mezzo anonimi, un po' di cristi e madonne in legno, qualche riempitivo di parete in forma d'arazzo e via andare. Il Teatro Gentile, dal canto suo, somiglia al culo della serva. Il primo che si alza in piedi ci mette le mani e infatti, giorno dopo giorno, somiglia sempre di più a un bell'oggettone in legno e velluti utile per far passare il tempo alle sentitissime beghine della borghesia locale. Per non parlare del Museo della Carta, eccellenza abortita, in cui si segnala una gigantesca sproporzione tra la sua unicità e la marginalità nei grandi flussi del turismo colto e di nicchia. E, tanto per proseguire, vogliamo parlare della Chiesa di San Benedetto? Devastata dall'umidità e quasi sempre chiusa come una fienilesca in disuso. Parafrasando Stiglitz possiamo affermare che mancano le premesse di clima, di competenze e di istituzioni per immaginare Favriano come centro di irradiazione di un distretto culturale E allora mi domando: a che serve la presidenza del distretto umbro marchigiano? Favriano non sarà mai il cuore di un distretto culturale. Abbiamo l'acciaio nelle vene, le lavatrice nel cuore e i cablaggi nel culo. E come dicevano i vecchi saggi sempreverdi "chi nasce tondo non muore mai quadrato".
15 luglio 2012
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
c'hai fatto preoccupare, è vero....ma ora che so che ti sei rimpinzato di lardo di Colonnata, mi viene solo da rosicare (perchè immagino che non avrai di certo pensato a noi....)!!!!!
RispondiEliminacomunque, virtualmente, da oggi, sono "imperatore dell'essere"...tanto, basta un titolo, per darsi un tono, no?!?!
_____________
G.R.
Imperatore dell'essere....cazzo è impegnativo.... :)))
EliminaA mio avviso appari esattamente come sei, un criticone di quelli che sparano sempre m. Dobbiamo dare a Fabriano la fiducia e il tempo che ogni cambiamento rivoluzionario richiede. Il concetto della nascita tra tondo e quadrato lo puoi applicare ad un esere umano per quanto riguarda le sue caratteristiche personali, non ad un territorio, composto di esseri umani e di circostanze in contunua evoluzione.
RispondiEliminaIl territorio lo fanno le persone, ed a favriano son tutti pecorari, indi per cui pecorari rimarranno.
EliminaChi nasce strunz' non po diventa' babba'!!
EliminaLa merda che sparo è di gran pregio...su ammettilo....
RispondiEliminaMerda d'artista...
Eliminaesattamente! La nobilitazione del riprovevole è la mia missione!
EliminaAll'anonimo sopra: quindi sei pecorato anche tu. A postista (si dice?) appunto...la tua missione potrebbe essere stata conquistare la fiducia e i voti degli elettori cosí avresti potuto dare il tuo contributo fattivo piuttosto che parlare a vanvera per sedare l'esigenza di stare sempre a galla....come la m.
RispondiEliminaE chi ti dice che son di favriano?
EliminaSei messo male e sai perché? Perché a galla ci sto con le mie forze. Questo blog funziona perchè sono bravo. Non uso denaro pubblico, non mi finanzia qualche potente e non chiedo sovvenzioni a chi legge. Il tuo problema è che mi ammiri molto ma non hai le palle per ammetterlo. Quindi cerchi di scacciare il demone a male parole. Sai solo parlare di merda e questo denota un blocco psicologico alla fase fecale della tua vita infantile. Sei un irrisolto, con tendenze coprofaghe probabilmente. Immagino che la tua vita sia molto dura
RispondiEliminaImmagino che sia piú semplice per te fare un'analisi di questo tipo, comunque sei sicuramente molto bravo, evidentemente piú a parole che fatti. Caro mio...la vita piú o mneo é dura per tutti, io non faccio eccezione. Ps: ho detto m. forse qui hai ragione, avrei potuto usare un termine diverso...la sostanza delle cose peró é che fai esattamemte quiesto quindi é questo che dico.
RispondiEliminaUn blog è un luogo di parole scritte quindi le parole contano più dei fatti. Il peso e il valore delle cose cambia a seconda di dove le facciamo e dei mezzi che utilizziamo. La democrazia è fatta innanzitutto di libere opinioni e solo successivamente di fatti. Io ho scritto perchè FaVriano non potrà mai essere il centro propulsore di un distretto culturale. Se non sei d'accordo confutami e ti pubblico anche un post con le tue parole. ma venire qui e risolvere tutto dicendo che sparo merda e voglio stare sempre a galla non ti fa onore. Perchè non c'entra una beata minchia con quel che scrivo. Giudica nel merito e non fare come fanno sempre i comunisti che per tapparti la bocca spaccano le ginocchia e fanno il processo alle intenzioni.
RispondiEliminae mangiano i bambini.....
RispondiEliminaNo da diverso tempo preferiscono mangiare denaro pubblico...è più saporito
RispondiEliminaI comunisti????!!!! La Lega Nord invece no? Tanto per fare un esempoi.....
RispondiEliminaDai facciamo una gara a chi è più pulito o più sporco! Hai un tasso di infantilismo politico davvero preoccupante
EliminaMa non dovevi chiudere la possibilità di replica agli anonimi?
RispondiEliminano li lascio spurgare come le lumache!! ;)
EliminaAdesso stop alle repliche. Chi vuole discutere del distretto culturale è il benvenuto. Il resto è noia davvero...
RispondiElimina"Abbiamo l'acciaio nelle vene, le lavatrice nel cuore e i cablaggi nel culo."
RispondiEliminaMmmh...dissento. Qua il 99% degli "imprenditori" son terzisti, ossia imprenditori con il culo degli altri. Nati ( e morti) per volere di Merlonia.
Mi fa piacere leggere ma purtroppo ho poco tempo per commentare. La mia adorata mogliettina 10 anni fa venendo da Milano mi disse: qua non c'è nulla. Cercando lavoro, lei lavorava per una delle più grandi agenzie viaggio di Milano, si senti rispondere che aveva troppa "esperienza". Chiese addirittuara un part time ma le risposero no mi spiace non lo facciamo fare... questa è Fabriano la città dove il cognome conta più dell'esperienza... Aggiungo una cosa interessante, nell'ultimo anno mi sono iscritto ad home exchange e ho portato a Fabriano coppie italiane e straniere che hanno apprezzato molto la nostra stupenda città... mi hanno dato le loro ville per venire qua... e non immaginate quante richieste ho da cittadini USA. Spesso dico loro ma Fabriano è lontana da Roma Firenze ecc ecc Sapete cosa mi rispondono ? Per noi 8 ore di viaggio sono nulla la vs città è bella e centrale rispetto ad altre. Ora mi chiedo che queste persone non vengono captate ? Perche creare un centro culturale non è semplice soprattutto se lo affideranno ai soliti noti con cognomi noti.... scusate se ci sono orrori ma scrivo da smartphone..
RispondiEliminacaro Pietro ti ringrazio per questa preziosa testimonianza. FaVriano fatica a proporsi come luogo di cultura perché non ne ha la mentalità e la mentalità non si crea in poco tempo ma viaggia su tempi lunghi. E il tempo purtroppo scarseggia. Spero che il tuo commento ci consenta di aprire una discussione più approfondita in materia. Grazie! G.Simonetti
RispondiEliminaCon la Cultura e il Turismo non facciamo l'errore di pensare prima al prodotto e poi al "cliente". Visto che arriviamo ultimi, sarebbe il caso di iniziare a ragionare in termini di Marketing:
RispondiElimina1. Bisogni/Motivazioni del Turista. Cosa cerca il turista? perché si muove verso una meta e non verso quella vicina? cosa rende l'offerta turistica/culturale di Fabriano (e dintorni visto che si parla di un distretto culturale che spazia da Gubbio a Camerino) differente da altre?
Un americano sarà attratto dalle stesse cose di un torinese? Chi sono i nostri concorrenti? Cosa fanno realmente?
2. Strategia. Noti bisogni e motivazioni, ci rivolgiamo subito a tutti (americani e torinesi) o ad una nicchia? Con quale "mission" (cosa, per chi, come, cosa ci differenzia da altri?)
3. Piano di marketing. il nostro "prodotto turistico/culturale" va bene così com'è o va modificato in relazione alla strategia individuata? a che prezzo lo vendiamo? dove lo vendiamo? come lo facciamo conoscere?
4. Piano di azione. Quali competenze mettere in gioco? Ce le abbiamo? le dobbiamo "importare" da fuori? Quali risorse servono? in quanto tempo? Chi ce le mette? Chi da vita al piano? Etc.
La mentalità fabrianese e la possibilità di cambiarla, passa tutta dentro queste considerazioni.
Guardate che di esempi da "copiare" in Italia ne abbiamo tanti. Togliamo le solite note Roma, Firenze etc. e andiamo a vedere cosa hanno fatto già città come Fabriano, copiamo, anzi miglioriamo i casi di successo.
Non facciamoci sopraffare dal pensiero che le cose da fare sono tante. Dotiamoci però di un piano, stabiliamo le priorità, identifichiamo le cose che si possono fare subito e quelle che occorreranno cinque anni. Magari impieghiamo anche un anno per fare il piano, ma poi partiamo e soprattutto smettiamo di pagare professoroni universitari che continuano a sfornarci analisi e ricette, ma impieghiamo le poche risorse per dotarci di piani di marketing turistico/culturale.
Purtroppo a vedere il consuntivo del Bilancio Comunale 2011 (e il prospettico a tre anni) dove a turismo e cultura sono assegnate risorse sempre minori, mi domando non tanto se Fabriano possa guidare un distretto culturale, ma se chi ci governa non ci stia prendendo in giro.
Magari aspettiamo di vedere il bilancio preventivo 2012 (!?!) per capire che aria tira.
Vedete con tutto rispetto ma si torna a parlare di soldi... mentre le azioni da fare per me sono altre. Per portare turisti basta molto poco ... Abbiamo già molto da offrire. Certo i sanpietrini vanno riparati, i giardini puliti ecc ecc e poi gente svegli ne abbiamo e abbiamo anche molta gente pagata ( cassaintegrati ) ... Vado un po fuori tema ma penso che Fabriano non sia più in grado di mantenere dignitosamente tutti coloro che manteneva quando AM indesit e co andavano a pieno regime. Il turismo può fare ma non pensiamo possa sostituire. Poi basta sperare sempre che vengano inveatiti soldi pubblici. Puliamo spazziamo ristrutturiamo Fabriano con quei soldi, potenziamo il portale turistico, incentiviamo i b&b ...inziamo cosi!
RispondiEliminaCon tutto il rispetto Pietro, a me pare un modo semplicistico di per far diventare il turismo e la cultura una risorsa in più (non l'unica risorsa) per Fabriano. Il portale turistico è un mezzo di comunicazione, se non sappiamo cosa comunicare e a chi (come oggi) e se non sappiamo come funziona il web-marketing, non serve a nulla potenziarlo. Il B&B è una parte dell'offerta turistica, ma siamo sicuri che il turista che viene a Fabriano preferisca il B&B piuttosto che l'hotel a 5 Stelle o venire in Camper? Ti vengo dietro: facciamo "turismo virale". Ognuno di noi porti a Fabriano almeno 3 amici ogni anno (ovviamente ogni anno 3 nuovi amici). Ma se arrivando a Fabriano trovano: rotatorie trasformate in savane, muri con manifesti strappati che stanno su dal 2010, giardini pubblici con panchine divelte e cestini colmi all'inverosimile, bar del centro chiusi alla pausa pranzo etc. cosa pensi che racconteranno al loro rientro: che Piazza Alta è stupenda? Sai quante piazze belle come la nostra ci sono in Italia, avessimo almeno un'opera del Gentile! E nella logica del "virale" quei tre turisti, quanti altri loro amici convinceranno poi a passare per Fabriano, piuttosto che dirottarli su Gubbio o Urbino?
RispondiEliminaSono d'accordo, il turismo non basterà da solo a salvare Fabriano ma potrà contribuire. Il mio modestissimo parere è che, perché ciò avvenga, non basta la buona volontà del singolo o la pia illusione dell'amministratore che guarda solo a quanti biglietti stacca il Museo della Carta.
Se vogliamo che le cose cambino, dobbiamo cambiare l'approccio.Servono strumenti diversi e, anche, soldi.
Vedi che i soldi non sono un problema. Conosco zone dove funzionano da decenni consorzi turistici, gestiti da privati con sostegno (non finanziario) del pubblico che, guarda caso, guadagnano e reinvestono per migliorare l'offerta turistica. Sono tutti partiti da un piano di marketing territoriale che ha convinto in primis il privato ad investire, la gente a cambiare lavoro, il pubblico a indirizzare diversamente le poche risorse.