Chi ha fatto il servizio militare
di leva sa bene quanto fosse punitivo ritrovarsi a fare il piantone. Specie nei
giorni di festa. Dalla classica domenica – tutto sommato sopportabile - alla
solitudine disperante del giorno di Natale o peggio ancora della Notte di San
Silvestro. Al piantone spettava un compito preciso: fare la guardia a un
edificio, a uno spazio, a un corridoio. Con la piena coscienza di onorare una
procedura precauzionale, a rischio zero e a elevatissima rottura di coglioni.
L’unico sollievo proveniva dal sapere che non si è era piantoni per sempre ma
solo di tanto in tanto e a tempo determinato e ristretto. Fare il piantone in
pianta stabile significherebbe aprire un vaso di Pandora e far esplodere
malattie mentali latenti, turbe psichiche assopite, buchi nell’anima occultati
e disturbi della personalità per lungo tempo rimossi. Ho pensato al profilo del
piantone in divisa e a vecchie storie di caserma perché qualche uccellino è
venuto a cantare al mio balcone e mi ha sussurrato a un orecchio che, in certi
ambienti che vi lascio immaginare, c’è chi vorrebbe mettere un piantone a
guardia del mio blog. Per monitorare, osservare, registrare. Ma più di tutto
per replicare, confutare, troncare e sopire, sopire e troncare. Una roba alla
Don Rodrigo, da signorotti di campagna convinti che quattro palizzate tirate su
in forma di palazzotto possano intimidire e persuadere al silenzio. La cosa che
sconvolge non è che qualcuno possa aver pensato una roba del genere - perché di
meritevoli di un trattamento psichiatrico forzato è pieno il mondo – ma che ci sia
qualche altro disposto a immolarsi nel ruolo di piantone virtuale. Un poveretto che
si mette lì, attende che io depositi l’uovo quotidiano e poi cerca di replicare
secondo direttive ricevute dall’alto. Me lo immagino: con la penna in mano che
scrive un primo commento in brutta, poi afferra il foglio e lo butta nel
cestino e quindi ne prende un altro tutto bianco e riscrive di nuovo, finché –
a fine risma - non gli escono due righe di italianuccio stentato e scarno. Due
righe da curato della pieve che si spreme e si spreme e alla fine una stronzata
gli viene. Sono davvero ansioso di sapere chi sarà il coraggioso –
rigorosamente anonimo come si addice a un cecchino di Sarajevo con tendenze
servili e cervello minuto – che si installerà qui a dire e brigare in nome di
una segreta ragion di stato. Al piantone e a chi lo manda, di cui so nome,
cognome e incarico, garantisco che lo faccio uscire coi capelli a schioppettata.
Un tempo, nel vecchio west, a fare affari era il cassamortaro. Io mi accontento
di dare lavoro ai parrucchieri. Piantone avvisato è mezzo salvato.
20 luglio 2012
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Piantone o portavoce? questo è il problema...
RispondiEliminaIl portavoce ha altri compiti. Il piantone lo farà anche gratis! pensa te...
RispondiEliminaSe vede che nun c'ha un cazzo da fà !!! Beato lui...e poveri noi !!!
EliminaSono da poco un tuo affezionato lettore, anche se non ti conosco personalmente, come non conosco le persone che citi nel tuo blog. Ne apprezzo, peró, la dinamicità, il colore e la libertà che intravedo tra le righe. Risposte e commenti ben si legano, se regolati dal buon senso ed educazione, con il fine di dare un' interpretazione libera alle vicende politiche e non di questa città. Inviterei tutti a mettere il nome e la faccia nelle risposte, per non farle assomigliare ad anonime missive composte da lettere ritagliate da giornali ed imbucate a mano nella cassetta della posta.
EliminaMarco Russo
Caro Marco ti ringrazio per le parole di apprezzamento e ti do il benvenuto in questa pagina che è libera, rumorosa e a volte anche un po’ caotica. Sull’uso dell’anonimato mi rimetto alla libertà di chi scrive ma preciso che è una possibilità che lascio io. Certo è che apprezzo molto chi si firma anche perché l’identità rafforza le critiche e i punti di vista. Ma alla fine, tolta qualche eccezione, i commenti sono tutti all’interno di uno spartito civile ed educato. Appena qualcuno scazza intervengo. E…gli faccio pure i raggi… :))G.Simonetti
EliminaAvere il piantone personale.... che onore!!!!!
RispondiEliminaPiù che il piantone prevedo una piattola.....
Eliminase servisse un cecchino, ben appostato....ricordo di aver avuto una buona mira, in passato... :-D
RispondiElimina_________
G.R.
La nostra forza è la non violenza!! Vaclav Havel ci ha insegnato che la rivoluzione parte delle parole. :))))
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