“Tu, con la tua virtù, Robespierre! Tu non hai preso
denaro, tu non hai fatto debiti, tu non ti porti a letto le ragazze, indossi
sempre un vestito decente, non ti sei mai ubriacato. Robespierre, sei di una
rettitudine rivoltante. Io mi vergognerei di aver corso fra cielo e terra
sempre con la stessa fisionomia morale, soltanto per il gusto di trovare gli
altri peggiori di me. Non c’è dunque niente in te che qualche volta, sottovoce,
segretamente, ti abbia detto che tu menti, menti? La tua coscienza è uno specchio
di fronte al quale si tormenta una scimmia. Ognuno si imbelletta come può e si
cava il proprio divertimento. Val
proprio la pena di prendersi per i capelli per questo. Sei forse il poliziotto
del cielo?”. Ho ripreso testualmente alcune delle stupende parole che
Danton rivolge a Robespierre nel dramma “La morte di Danton”, di Georg Büchner.
Spero di averla fatta fuori dal vaso ma temo che si adatti a pennello al nuovo
clima politico che si respira a Fabriano. Dopo il decennio sorciano, sostanzialmente
laico e accomodante, siamo precipitati in una nuova stagione di puritanesimo:
piovosa, triste, formalista, in cui hanno preso a circolare parole e azioni che
tengono in allerta l’animo suscettibile dei liberali. Il punto è che quando
finiscono i soldi ricominciano le dottrine e allora bisogna toccarsi i
santissimi e girare col corno in tasca per tenere a debita distanza i rischi di contagio. Sull’Azione di
questa settimana, tanto per dire, ho trovato un riquadro con le prime cose che
ogni assessore intende fare in questo mandato. Ho letto con supremo
disinteresse. Non per spocchia ma perché le dichiarazione d’intenti tendo a non
prenderle sul serio, visto che sono soltanto una proiezione dell’ego espanso
degli umani. Solo un punto fu quel che mi vinse. Quando mi cadde l’occhio sulle
parole dell’assessor Saitta pronto a guerreggiare a difesa “del valore della
famiglia e della rettitudine morale dei cittadini”. La moralità pubblica
presidiata, promossa e protetta da un assessore ai servizi sociali provoca un
certo effetto, a metà tra il raggelante e lo spassoso. Innanzitutto perché non
esiste in natura ente locale che possa sindacare sulla vita delle persone e
sull’etica individuale. E poi perché al massimo ricordavamo lo Stato Leviatano
di Hobbes o quello d’impronta hegeliana. Cose grosse, minacciose, per fortuna
un po’ datate ma alquanto attraenti. Lo Stato Etico promosso via Municipio non
sarebbe altro che una grandezza degradata al livello dei barboncini. In più va
considerato che Fabriano vive una crisi che ha bisogno di energie creative, di
irregolari, di perimetri da oltrepassare, di vecchie muffe da spazzolare. Le
lettere scarlatte che sembrano profilarsi dietro le parole dell’assessore ingessano
e costringono la mente in un burka di conformismo opprimente da cui questa
città prova solo ora e con grandissima fatica a emanciparsi. Di diversa natura
ma culturalmente collocata su questa linea è pure la scelta dell’assessore
Alianello di ricorrere agli ispettori della monnezza, arbitri del bene e del
male nei cassettoni, preposti alla repressione del cittadino non virtuoso e
armati di una nuova Colt postmoderna: la multa. La cosa sorprendente è che
l’approccio repressivo proviene da una figura come Claudio Alianello, avvocato
abituato per forma mentis e professione a cogliere le cinquanta sfumature di
grigio della vita reale correlata ai codici e scrittore per passione, quindi
avvezzo a spronare la fantasia e i suoi galoppi più che la procedura kafkiana
che si cela dietro ogni forma repressiva. Siamo quindi pessimisticamente in
attesa di nuovi attacchi alla secolarizzazione del paesello e ai già intristiti
costumi della popolazione. Ed è davvero fantastico che la tutela della persona
inserita in una piccola comunità passi anche dall’obiezione di coscienza
innalzata non avanti ai carri armati ma ai furgoni di Ancona Ambiente che raccolgono
la monnezza. E’ proprio vero che ogni cosa ha il suo tempo e ogni stagione i suoi frutti.
23 luglio 2012
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Ho il terrore di chi si fà portatore sano di moralismo. Una sorta di campanello d'allarme che avverte di un imminente pericolo di bugie, prevaricazioni, e di un fanatismo nascosto dietro ad una autoleggittimazione autoreferenziale.
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