Il Bilancio di un Comune possiamo figurarcelo come una creatura anfibia: "terrestre" nella dura legge delle cifre, dei principi contabili, della matematica che non è un'opinione, della microlingua specialistica che ne accompagna risultanze e valori; "marina" nella propensione ai delta, alle variazioni, agli assestamenti, agli alambicchi della manovra politica e del lenzuolo sempre troppo corto. E' questa doppia natura che rende il Bilancio necessario e inaccessibile, un Giano Bifronte che grida e tace allo stesso tempo, che informa e disorienta in un colpo solo, la bussola e il depistaggio di una pubblica opinione sempre distante e attonita. Un bilancio, se vogliamo ridurre il ragionamento ai minimi termini, non è altro che la narrazione di un anno di accadimenti: di quel che si desidera fare e di quanto si è davvero realizzato, l'eterna dialettica tra "palco e realtà", per dirla con le parole rockettare di Luciano Ligabue. Il Bilancio di Previsione esprime il disegno, la prospettiva a breve, lo sforzo di mettere le gambe all'immaginazione politica e ai programmi di governo. Il Bilancio Consuntivo è, più prosaicamente, il resoconto dell'accaduto, il prospetto in cui si riassume - in forma fotografica - il flusso implacabile dei fatti e delle circostanze reali. E questo gioco infinito e circolare di preventivi e consuntivi serve a tirare righe convenzionali in un flusso che non si interrompe mai e che fonda la continuità di funzionamento di un'azienda pubblica. Il Bilancio di Previsione declina, quindi, la volontà politica mentre il Bilancio Consuntivo ne misura la fondatezza empirica e l'efficacia delle decisioni. Ciò vuol dire che uno scostamento di valori - denominato avanzo se il delta è positivo e disavanzo in caso di forbice negativa tra previsione e chiusura - appartiene all'ordine delle cose naturali, ma è comunque faccenda di cui non menar vanto perché significa che non si è riusciti a spendere quanto era stato destinato in sede di previsione. E le possibilità, quando ci si confronta con l'avanzo, si restringono logicamente a due: o si è rinunciato - per viltade o per opportunità politica o per chissà quale altra diavoleria - a fare qualcosa che era stato messo in conto, oppure ciò che si immaginava costasse X alla fine è stato ottenuto in economia, determinando un valore ridotto di X-y. Comunque vada sia la rinuncia che il minor costo paventano difetti progettuali e di previsione: risorse destinate a un capitolo che potevano essere meglio utilizzate altrove, magari evitando di distrarre risorse da ambiti più direttamente connessi al rapporto di scambio tra cittadini e pubblica amministrazione. Ma poi, concretamente, di cosa si compone un avanzo di amministrazione? Sostanzialmente esso sintetizza ed esprime il saldo tra la cassa, i residui attivi e quelli passivi. Il che, profanamente, obbliga a chiarire cosa siano questi rinomatissimi e blasonati residui. Quelli attivi sono somme accertate ma non riscosse entro il termine dell’esercizio, mentre si definiscono residui passivi le somme impegnate e non pagate sempre alla chiusura dell’esercizio. Ciò significa che un avanzo di amministrazione è concretamente spendibile, al netto della cassa, solo se e quando si chiuderanno, con la riscossione e il versamento, tutte le fasi dell'entrata. Dal che si evince che è l'entità e l'esigibilità dei residui a determinare il livello di virtualità o di concretezza di un avanzo di amministrazione. Alla luce di queste considerazioni si fa fatica a capire perchè mai Sagramola e Tini abbiano convocato una conferenza stampa per annunciare, urbi et orbi, l'avanzo 2012 quando esso esprime una virtualità congenita legata ai residui e segnala comunque un sensibile difetto di previsione. Sicuramente lo hanno fatto per ragioni mediatiche e per rimarcare una virtù gestionale rispetto alla passata amministrazione visto che il 2012 si chiude con un avanzo in diminuzione di circa 3 milioni di euro rispetto al 2011. Un calo spiegabile con la "ripulitura" sia dei residui attivi che passivi, avvenuta eliminando crediti non più esigibili e debiti non più dovuti. Il prezzo di questa operazione Mastro Lindo, in apparenza ordinaria, necessaria e tecnica, è stato un'azione di recupero che ha fatto leva non sulla persuasione ma sul metodo assolutamente convincente e tassativo, tanto per utilizzare un eufemismo, praticato da Equitalia. Il tutto per produrre un avanzo di amministrazione di 1.784.220 euro dei quali 894.374 euro vincolati; 51.914 euro per spese in conto capitale e un avanzo libero di 837.931 euro che potrà essere impegnato solo a seguito degli incassi. Con almeno il 50% di tale importo destinato a coprire eventuali debiti fuori bilancio derivanti contenziosi, parcelle e affini. Concretamente vuol dire che 400 mila euro teorici, perché condizionati dall'esigibilità, saranno destinati a finanziare cappelle legali e contenziosi e altrettanti - anche loro teorici per le medesime ragioni - serviranno per eventuali operazioni di rafforzamento delle spese che interessano la vita dei cittadini e non il finanziamento della struttura. Il che significa, volendo essere ottimisti a tutti i costi, che l'avanzo reale del 2012 destinato al finanziamento del core business corrisponderà a circa la metà della metà. In pratica poco più di una becca raccontata al popolo come virtuoso e straordinario tesoretto.
16 aprile 2013
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Interessante.
RispondiEliminale merde dei cani hanno più appeal dell'avanzo di amministrazione
RispondiEliminail bilancio è materia ostica...talmente ostica, da far passare il sonno e ricorrere agli psicofarmaci per cercare di "leggerci" dentro qualcosa di concreto.
RispondiEliminafortuna GPS, che prova a renderlo "potabile" ;-)
due cose mi hanno colpito, in effetti...l'ammontare della quota "spendibile" e l'importo da destinare ai debiti fuori bilancio!!!
per la prima...già sappiamo che saranno spesi malamente...non c'è niente da fare...altre rotatorie...
per i secondi, invece, mi verrebbe tanto la voglia di capire in quanta parte ci sia dietro la responsabilità di qualcuno...(sicuro, o quasi, che Sindaco e vice, per una volta, potrebbero essere tra quelli "puliti"...per ora)
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G.R.
Concordo con GianPietro: quando ho letto sulle locandine del "tesoretto" ho rivolto verso i giornalisti un "complimento" che è meglio non trascriva.
RispondiEliminaAnche dal mio bilancio familiare al 31/12/2012 è venuto fuori un "tesoretto": in sostanza nel budget del 2012 avevo previsto una spesa di circa 2.000,00 euro per imbiancare e mettere le zanzariere alle finestre. Al 31/12/2012 non avevamo ancora fatto eseguire i lavori e quindi, nello stilare il consuntivo, mi sono accorto dell'avanzo di 2.000,00 euro.
Ho quindi immediatamente convocato il Consiglio di famiglia per deliberare per annunciare il "ritrovamento" del tesoretto e deliberare in merito.
Il consiglio ha deciso di riportare a nuovo (2013) l'avanzo per spenderli quest'anno. A fine 2013 avrò quindi un pareggio di bilancio: sempre che non vengano fuori spese impreviste.
Maurizio C.
Non riescono a capire che la propaganda continua è solo un modo per rendere la gente sempre più distante e incattivita
RispondiEliminaè per questo che serve qualcuno che ci illumini, grazie di esistere
RispondiEliminaEsiste un problema di etica morale e politica; l'uso del Piano Regolatore Generale non quale strumento di pianificazione urbanistica del territorio ma a fini fiscali. Se partiamo dal principio che le spese dell'amministrazione comunale debbano essere sostanzialmente coperte con le tasse dei cittadini e che queste imposizioni debbano essere equamente distribuite e differenziate in ragione del reddito (chi ha di più paga una somma maggiore rispetto alle persone meno fortunate) l'uso del P.R.G. per far quadrare il bilancio è quanto di più iniquo si possa immaginare. Questo tema merita un doveroso approfondimento.
RispondiEliminaMi sa che ci sono diverse cosette da approfondire....e noi le approfondiremo...;)
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