2 aprile 2013

Le demolizioni amiche della bellezza


La Piazzetta di San Benedetto come era. (Foto P.Natali)
Il nostro tempo sarà ricordato dai posteri per la vocazione al monologo, alla disattenzione insonorizzata e all'autoreferenzialità più triste e solitaria. Ma uno scampolo di memoria sarà dedicato pure alle pulsioni contrarie e ai contrappassi logici visto il fluire, limaccioso e straripante, di appelli al dialogo, al costruire, all'armarsi di calce e cazzuola per innalzare ed edificare senza sosta e senza ritegno. La reputazione e il buon nome delle genti sembrano dipendere più da questo nobile intento che dalla concretezza e dallo stile dell'essere. Le persone perbene sono i costruttivi indomiti, quelli che girano con la proposta in tasca e che replicano al dubbio con le certezze di uno studio di fattibilità. La dannazione coincide invece con la critica - un tempo sale d'ogni intelletto ridotta a ritenzione idrica e cerebrale -, con la repulsione non meditata e viscerale, con la tentazione montaliana del "ciò che non siamo e ciò che non vogliamo". Ma anche il naturale desiderio di costruire ha bisogno del suo contrario, del gemello cattivo, di una sana voglia di distruzione. La politica - attraverso la ripartizione di ambiti tra la logica edificante di chi governa e quella critico distruttiva di chi fa opposizione - ha riconosciuto la legittima convivenza di queste due pulsioni. Ragion per cui il distruggere è parte integrante del governo della polis. Da questo punto di vista Fabriano ha sicuramente bisogno di una vision costruttiva ma anche di qualche punto fermo entropico e demolitorio. Il recupero estetico e urbanistico del centro storico, in termini di rispetto della bellezza, trova ogni giorno il suo luogo di deflagrazione e, in parallelo, la sensazione che sia sufficiente qualche piccola azione distruttiva per ristabilire l'ordine delle forme e mondare la città dall'impronta brutale di edificatori senza cuore e di decisori senza vocazione, quelli che il compianto Renzo Passari giustamente denominava "figli delle tenebre". La piazzetta su cui si affaccia la chiesa di San Benedetto è una prova fisica e oculare di questa esigenza demolitoria. Siamo  in uno dei punti più belli e suggestivi del centro storico cittadino, racchiuso tra la ripida discesa di Via Mamiani e il dislivello a salire di via Damiano Chiesa. Sulla piazzetta si affacciano la più bella chiesa cittadina col suo barocco sfarzoso e tridentino, il vecchio monastero ristrutturato e restituito alla sua bellezza e, di lato, il Gonfalone, piccolo scrigno di bellezza rimasto a lungo rinchiuso e dimenticato. Davanti al Gonfalone si spinge ripidamente verso l'alto il I° Vicolo di Via Balbo, in uno scorcio di città medievale degno di una rappresentazione gotica in cui terra e cielo si toccano e delineano un tutt'uno. Ma la vista completa di questo capolavoro creativo e costruttivo è ostruita da un edificio che nasce da una pura e semplice esigenza di riempimento di spazi. Parlo, ovviamente, della sede della Croce Rossa, un cubo in muratura estraneo al contesto, una costruzione disadorna e senza stile che non incarna, di certo, la mescolanza dei generi ma soltanto l'istinto irrefrenabile del cavolo a merenda. Demolire quel cubo, e liberare la piazzetta dalle strisce di parcheggio e dalle auto che sistematicamente la invadono, non costituisce, quindi, un cedimento alla critica che allegramente distrugge e rade al suolo, ma incarna la più nobile e alta delle azioni di tutela. Il giorno in cui un'amabile ruspa smonterà, pezzo a pezzo, quell'inutile obbrobrio sarà un giorno si festa per tutti i fabrianesi. E spero che i comitati cittadini e le associazioni cittadine si facciano carico di questa battaglia che merita un'attenzione mediatica pari a quella che si sta focalizzando, da tempo, attorno allo scoperchiamento del Giano. Se accendiamo mille fuochi forse qualcosa resterà.
    

15 commenti:

  1. Pienamente d'accordo. Anche perchè cmq sta su con lo sputo.

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  2. E' una piazzetta bellissima e deturpata....

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  3. 128 accessi in poco più di un'ora! Grazie di cuore! Abbattiamo l'edificio della Croce Rossa!

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  4. Io cancellerei anche gli alberi della piazzetta, non perché sono un fautore del cemento ma perché penso che le facciate delle Chiese vadano fatte "respirare". Per i parcheggi continuo a essere dell'idea che il centro va chiuso e che il residente del centro ( come me ) può usare la sosta come carico scarico e poi al massimo avere dei posti privilegiati all'esterno delle mura ( se non ha il garage ) . Io ad esempio in via gioberti posso scaricare figli ( se diluvia ) la spesa e poi avere un parcheggio "privilegiato" in via Zobicco ..

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    1. Giustissimo quei tigli sono proprio fuori luogo, così come i parcheggi!

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  5. Questa demolizione era già prevista nel piano degli interventi comunali. Comunque sei troppo indulgente, Simonetti, quando scrivi che il monastero è stato restituito ad antico splendore, il suo restauro non brilla per raffinatezza e non parliamo della chiesa, che poverina, non se la passa proprio bene.

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  6. Io butterei giù l'Allegretto, quando c'è la giunta però.

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  7. Tutto sta nel cominciare! Cominciamo ad abbattere l'edificio della croce rossa e poi la copertura del fiume!! Tipo muro di Berlino.... o per i più psichedelici come il muro dei Pink Floyd.

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  8. in teoria, la cosa, dovrebbe essere imminente...entro 10-20 anni, forse ...a meno che non "vada giù" da sola...
    __________
    G.R.

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  9. sergio ballanti02 aprile, 2013

    L'abbattimento della sede CRI è previsto, una volta che sarà pronta la nuova sede (però non chiedetemi la data). Quanto alla presenza del parcheggio concordo con Pietro Passarini, estendendo il concetto al fatto che Fabriano è l'unica città che negli ultimi anni ha ristretto l'isola pedonale anzichè ampliarla. Che dire altrimenti del parcheggio in piazza Amedeo d'Aosta o di piazza del Comune in stile XIII sec con gli stalli per la sosta in stile XX sec.? Quando mai sarà che i commercianti capiranno che continuare con la loro ostilità ad una VERA pedonalizzazione del c. s. equivale a tirarsi la classica zappa sui piedi?

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  10. Dialogo tra il serio e il faceto tra me ed il "Sindaco" Sorci (perché lui sarà Sindaco per sempre e perché quando glielo dici gli brillano gli occhi e gli si gonfia il petto, non puoi no dirglielo!).

    Luogo: piazzetta San Benedetto;
    Data: circa un mesetto fa;
    Testimoni: Serenella Fucksia Senatrice della Repubblica, Roberto Evangelisti Dirigente del Comune di Fabriano, più altri che non conosco.....

    "Sindaco" Sorci: "quando ero Sindaco ci siamo battuti come i leoni per buttà ggiù la Croce Rossa!"

    C. Pascucci: "ma come pe n'a volta che volevate demolì!! Proprio voi che passerete alla storia come i Re del cemento e dei parcheggi?? Pe n'a volta che volevate fa n'a cosa fatta bene non ve l'hanno fatta fa? Vedi che poi a forza de fa stronzate quando capita che volete fa una cosa fatta bene non ve danno più retta!!!!"

    "Sincado" Sorci (chiaramente divertito): "com'è che ti chiami tu? Perché tu dovresti esse uno de quelli che ce se parla, non sei mica come quello là (indicando con il tipico sorriso Sorciano l'attivista a 5 stelle Santarelli poco lontano). Perché io ho fatto l'Assessore all'Urbanistica per 10 anni....."

    C Pascucci (sorridendo): "eh ma in 10 anni non ha imparato niente però Sindaco, come mai?....Avete fatto più danni de Attila!"

    "Sindaco" Sorci: "Serenella io te ce capimo vedi come so stì ragazzi giovani non je va bene niente.....perché avemo ricostruito Fabriano dopo il terremoto......io che so stato e resterò sempre democristiano........ecc..." e via di seguito con il suo amato discorsetto sulla real-local-politik."

    Tralascio il seguito del discorso che è proseguito prima sulla ristrutturazione dell'ex Allegretto (ora sede del Comune) e poi sulla famigerata Casa di Riposo.
    Tutto questo per dire che probabilmente siamo tutti d'accordo sul fatto che quell'edificio debba essere demolito per creare la cosa più bella in assoluto per quella piazza: IL VUOTO.
    Speriamo di riuscire!

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    1. Me preoccupa sto "Serenella io e te capimo".

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  11. Il fatto che in 15 anni di pianificazione post - sismica, non si sia trovata una soluzione per la Croce Rossa, nell'ambito di una riflessione sulle funzioni urbanistico - sociale, la dice lunga sulla lungimiranza che ha guidato amministratori e tecnici ... il monumento, in negativo, di questa stagione resta il nuovo edificio in vetro e corten del Comune.

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  12. Avere amministratori e burocrati che abbiano il senso del bello è una fortuna che ti capita. Se non hai questa fortuna hai lo Statuto Comunale che agli artt. 71-72-73 prevede, sulla carta, la possibilità per i cittadini di intervenire sulle decisioni e proporre essi stesse atti e provvedimenti.
    Ad oggi è tutto sulla carta perché mancano i regolamenti che rendono applicabili questi principi di partecipazione.
    Io ritengo che su temi che impattano sul futuro della città per più di cinque anni i cittadini debbano quanto meno poter esprimere il loro parere.
    Ecco un bel tema per il prossimo consiglio comunale, rendere applicabili i principi dello Statuto Comunale.


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  13. Pariano, se ci sei batti un colpo, su quanto auspicato da Stopponi

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