6 aprile 2016

Accordo di Programma: è pronto l'assalto alla diligenza

Attenzione: stiamo dedicando troppo tempo ed energie alla valutazione critica di quanto accade in Comune

L'ente municipale, nonostante il ruolo istituzionale e di gestione della cosa pubblica che gli viene attribuito dalla legge e dai processi elettorali, è destinato a perdere peso e rilievo nell'assetto del potere locale perchè le sentenze salasso abbinate alla rigidità della spesa corrente faranno tendere a zero il potenziale di spesa da dedicare alla realizzazione di programmi politici.

La vera partita di potere, non a caso, si sta giocando in altre sedi, statutariamente anfibie tra pubblico e privato, in un altrove dove circolano i soldi e gli interessi materiali che sono il vero lubrificante di ogni scelta e l'unico strumento efficace per costruire progetti e relazioni

In questo quadro pensare alle elezioni, alle liste, alle candidature, agli schieramenti è assolutamente intempestivo, un po' come porsi a Ferragosto il problema delle strade gelate e della neve da spalare.

Ovviamente non c'è nulla di scandaloso nel "pecunia non olet" - come sa bene chi ha bazzicato il pensiero liberale e quello marxista - ma si pone un problema di destinazione e redistribuzione delle risorse perchè il nuovo potere, ormai esercitato dalle seconde file del merlonismo decaduto, sta cercando di assorbire e concentrare il massimo della materia in poche mani, presentando questa operazione tipicamente classista come un esempio concreto di progettualità, di razionalità e buonsenso orientato al bene comune.

Si deve fare attenzione perchè tutti gli occhi sono puntati su un tesoretto da 26 milioni di euro che aleggia sulla città: l'Accordo di Programma rimodulato.  

Questo strumento nato per reindustrializzare le aree colpite dalla crisi dell'Antonio Merloni non è mai decollato perchè sono stati posti molti vincoli e paletti all'accesso che hanno finito per amplificarne la rigidità.

La rimodulazione dell'Accordo di Programma si profila un po' a maglie larghe, un tana libera tutti che scatenerà un probabile assalto alla diligenza, specie nell'area fabrianese che dovrebbe godere della maggior quota di risorse.

La chiave di lettura da considerare è la possibilità di accesso ai fondi dell'Accordo di Programma per attività di servizi alle imprese e attività turistiche.

La sensazione è che ciò che nacque per ricostruire un minimo di tessuto industriale verrà riorientato in operazioni a basso potenziale occupazionale che si bruceranno nell'illusione di qualche nuova scatola vuota.

In questa possibile modificazione genetica dell'Accordo di Programma, che ha come nemico il tempo dato che le domande devono essere presentate entro il 30 giugno 2016, speriamo si faccia sentire quel poco di opinione pubblica che resta in città e la voce dei sindacati e di Confindustria perchè Fabriano non può rinunciare a un minimo di investimenti industriali in nome di un terziario fittizio ed estraneo a ogni logica occupazionale e di mercato.
    

17 commenti:

  1. ce le senti le pacche secche!!!!

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  2. Attenzione che la JP non prenda tutto o quasi in nome di un progetto industriale che non c'è e non ci sarà mai sempre aiutati dal sindacato e dal Pd colluso e venduto, anzi comprato! Mi sbaglierò ? Magari

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    1. Non ti sbagli. Non prenderà tutto, ma gli unici soldi erogati

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  3. Il Comune e la Fondazione dovrebbero farsi parte diligente per coordinare, supportare, sostenere, organizzare la presentazione di progetti innovativi.

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  4. Ma è mai possibile che la J&P da anni continua ad avere il sito in allestimento?

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  5. La premessa e' gia' stata fatta:le partite si giocano in altri tavoli che hanno l'obiettivo di farsi confezionare il vestito su misura,un bel vestito da sera....per un bel sceneggiato,dove l'economia reale e le competenze hanno un ruolo del tutto secondario.Con questi presupposti,i progetti innovativi rischiano di morire appena nati mentre le aziende fantasma saranno legittimate a prospettare un piano industriale confezionato ad hoc, con il plauso di tutte le varie organizzazioni. L'importante e' far sognare chi paga le tasse e scoraggiare i cittadini che vogliono riprendere la loro vita in mano

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  6. Con un investimento minimo di un milione e mezzo, e questi chiari di luna con le banche, ci sarà trippa per pochi.

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    1. Per fortuna che c'è l'investimento minimo di un milione e mezzo, al quale deve corrispondere un eborso dell'investirore di almeno 500mila euro.

      Anche chi non ha grandi disponibilità economiche, come lo scrivente, può partecipare. Basta avere un buon progetto e fare gruppo con altri, questo si che è un grande limite per il territorio...

      Pur non avendo nessuna competenza nel settore, spero che l'industria meccanica ( design e precisione) sia agevolate, con al secondo posto attività di trasformazione alimentare.

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  7. Benissimo, guardiamo al futuro con fiducia! E'sufficiente fare squadra ! Vedremo chi salira'sul carro, quanto tempo e con quanti ci rimarra'.....

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    1. Per favore, mi puoi fornire i tuoi dati, a supporto che fare da soli porti maggiore benessere?
      Grazie!

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  8. tutto condivisibile. La invito però Simonetti a rispondermi sul ruolo della Fondazione, su come gestisce i soldi, sulla vergogna del finanziamento a Radio Gold e sulla politica che la stessa Fondazione sta preparando in vista delle elezioni del 2017. Di ciò ho scritto domenica scorsa commentando un Suo post ma non ho avuto risposta. Grazie.

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    1. Caro amico in questo articolo trova moltissima Fondazione. Non mi piace il loro modo di fare, di nascondere e di riproporre un vecchio teatrino. Dei singoli interventi non mi interesso. Cerco di vedere l'insieme in un qiadro di critica politica. se avrà la pazienza di seguirmi nelle prossime settimane troverà soddisfazione a tutte le sue domande e curiosità

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  9. Infatti, per esempio, "quattro sfigati" facendo squadra hanno solo creato Wikipedia...

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    1. Esempio calzante...wikipedia non sta in piedi da sola.............

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  10. Da tanto si parla della Fondazione CARIFAC...

    2012
    http://gsimonetti.blogspot.it/2012/09/grandi-manovre-in-fondazione-carifac.html
    Grandi manovre in Fondazione Carifac

    2006
    https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/fabrianonline/conversations/messages/3556
    Chi è il proprietario della Fondazione Carifac?


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  11. La seguiremo attentamente e pazientemente Simonetti. Poiche'l'uomo non perde mai la speranza,confidiamo nel suo lavoro,augurandoci che sia uno stimolo per i tanti cittadini addormentati e scoraggiati e ci sia la consapevolezza che nulla cade dall'alto, nulla avviene per caso . Troppe volte,le assurde decisioni politiche hanno trovato il loro seme nel terreno dell'indifferenza e dell'ignoranza. Chissa'se prima di volare verso altre dimensioni,riusciro'a vedere questo teatrino di marionette finalmente distrutto. Utopia? Quasi certamente si, ma chissa'.Grazie Simonetti! Forza tutti !

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