14 febbraio 2017

La sfida di Balducci: uscire da questa foto




Questo scatto é stato realizzato dal giornalista Claudio Curti, durante la conferenza stampa di presentazione di Giovanni Balducci. Fossi il segretario di quel partito mi morderei le mani perchè  sintetizza, con la potenza dell’istante cristallizzato in un’immagine, l’urgenza politica con cui il candidato a Sindaco del PD dovrà cimentarsi nelle prossime settimane: uscire da questa foto, allontanarsene in fretta e senza voltarsi indietro. 

Il fotografo francese Henri Cartier-Bresson diceva che “una fotografia non è né catturata né presa con la forza. Essa si offre. È la foto che ti cattura”. Il messaggio politico che emerge dalla foto di gruppo del PD è quello di un partito svuotato, consunto, da cui non ti aspetti una svolta ma un precipizio di idee, coi i giovani indistinguibili dai più anziani; una foto dove domina un misto di tristezza e rassegnazione che rimanda alle foto di famiglia inviate ai soldati al fronte più che allo spirito di una forza moderna che si prepara a una battaglia decisiva per il futuro della città.  

Leonardo Sciascia avrebbe detto che é questo “il contesto” in cui nasce e matura la candidatura di Balducci, il sigillo politico e visuale di una scelta che sembra rivendicare, rispetto al recentissimo passato, un solo elemento di continuità: quello cattolico-penitenziale che, nonostante le profonde differenze di carattere e di visione, sembra allineare Sagramola e Balducci in un tratto comune. 

Il dato politico è più semplice di quel che sembra: Balducci può farcela, ma se vuole entrare da vincitore a Palazzo Chiavelli deve smarcarsi dalle spire di questa foto, superare l’idea che si possa costruire una relazione efficace con la città con cinquanta sfumature di grigio e un disegno che non prenda brutalmente le distanze da un passato prossimo in cui la politica ha perso le tracce dei problemi e delle questioni rilevanti che riguardano la città. 

In questo frangente il Pd di Fabriano si trova nel punto di massima debolezza, con un gruppo dirigente inadeguato e ondivago, una militanza ridotta a quattro amici al bar, un'incidenza irrilevante sulla scena politica fabrianese e l'incognita delle conseguenze locali che si genereranno sull'onda del conflitto interno al partito a livello nazionale.  

Balducci per ora fatica a suscitare entusiasmi ed é il candidato di un partito debole: due condizioni in apparenza negative ma potenzialmente stimolanti e irripetibili per muoversi in libertà, ridurre mediazioni e contrattazioni e alimentare strappi vitali occupando praterie in cui si possano sciogliere le trecce ai cavalli. 

Se scarta di lato, Balducci può uscire da quella foto e fare come Gorbaciov nel 1985: entrare in scena come l'uomo d’apparato che non sarebbe andato oltre una prevedibile continuità e poi sviluppare un’azione di rinnovamento a strappi, una perestrojka capace di innalzare il livello di attenzione e di gradimento dei cittadini proprio a partire da un basso livello di aspettative iniziali

Ma ciò sarà possibile nella misura in cui Balducci non verrà frenato dal suo samurai interiore, da quel sabotatore interno che potrebbe condizionarne e complicarne il percorso, incatenandolo in quella foto che rappresenta e incarna il senso stesso di una sconfitta che diventa una profezia che si autoavvera perchè trova una sponda nell'animo del gruppo dirigente del PD. 

Molto dipenderà da come il candidato Sindaco del PD si cimenterà con alcune sfide. La prima è la comunicazione, un campo minato in cui si è infranta l’azione di Sagramola. Balducci sin dalle prime ore da candidato ha sottolineato come la sua scelta sia stata fatta con il cuore ed è probabile che questa immagine diventi un tema ricorrente della sua campagna elettorale. 

Ciò significa che l’Uomo di Attiggio punterà sulla dimensione sentimentale e un po’ avventuriera della sua decisione sapendo che si tratta di un approccio che ha bisogno di una comunicazione conseguente. In questo senso il passo felpato, la parsimonia verbale e l’aplomb distante che caratterizzano Balducci non collimano con le domande di una comunità che ha bisogno di vedere qualche squarcio di passione e di percepire il sentore di buie viscere pervase di energia. 

Un secondo banco di prova per un Balducci gorbacioviano sarà archiviare lo stile Sagramola. Il Sindaco non più Sindaco ha pensato e gestito da uomo solo al comando, ha respinto ogni sussulto popolare col mantra dei soldi, si è fidato dei nemici più prossimi sospettando degli amici più lontani, ha guardato la città dall’alto in basso, etichettando ogni rilievo critico come polemica pretestuosa di distruttori che non ci mettono la faccia e non si sporcano le mani. 

Balducci deve cambiare rotta rispetto a Sagramola e restituendo alla politica una funzione anche empatica: ritrovare le ragioni del dialogo a tutto campo, rifiutare chi garantisce fedeltà sciocche e inutili, vivere i problemi dei cittadini trasformando il Comune da fortezza separata a ospedale da campo in cui si cerca di curare le molte sofferenze di una comunità con 5.000 disoccupati. 

Se vuole differenziarsi da questo segno dell'ultimo quinquennio Balducci dovrà essere algebrico rispetto a Sagramola, ossia mettere un "segno meno" e fare esattamente il contrario di quel che ha fatto Giancarlone

Da ultimo, per uscire dalla foto triste della candidatura, Balducci dovrà indossare i panni dell'iconoclasta e non cedere alla Sindrome della Processione, ovvero non farsi imbalsamare nel ruolo del candidato trasformato in un legno devoto e trasportato a destra e a manca a ricercare una sintesi al ribasso tra Tizio che chiede, Caio che postula e Sempronio che raccomanda.  

Comunicativo, empatico e iconoclasta: una sfida "una e trina" che contiene alcune precondizioni di stile con cui accompagnare un programma che non sia una sommatoria condominiale di sogni e manutenzioni. Una sfida da far tremare i polsi di Balducci, ma anche i baffi e i riccioli da putto mantovano che dovranno diventare una tentazione di freschezza e di innovazione politica, più che un tradizionale e personalissimo ornamento estetico.
    

18 commenti:

  1. Certo che vedere Antonini ancora in attesa di un posticino al sole!!! Povero Pd!! Che fine!!!
    Balducci prendi coragggio, abbandona questi piccoli compagni, non cercare accordo a sinistra e vai. Puoi farcela, sei l'unico che ha le carte in regola: ingegnere, professionista e soprattutto vieni dal popolo.

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    1. se ragioni così è meglio,parlare con un grillino

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  2. Col video hai ironizzato e con questo post individuato le difficoltà del candidato. Mi pare un buon servizio alla cittadinanza

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  3. La stessa foto fatta nella camera mortuaria del nostro ospedale avrebbe suscitato piu' allegria .
    Io sinceramente invidio profondamente chi continua ad avere anche un solo barlume di fiducia in costoro , la mia convinzione è che a Fabriano il PD potrebbe anche candidare il senatore Razzi tanta è la sicurezza che hanno nel voto dei cittadini (sicurezza ,ahimè , sempre ben fondata).
    Chiudo con una semi-cit ; " puo' venire niente di buono di Fabriano? "

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  4. Parli di Balducci, e che dire di quel povero Gramsci nella foto a far da sfondo a quegli stomaci felpati avvezzi a ogni compromesso?

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    1. Gramsci dira': che cazzo di fine di merda ha fatto il PCI: cannibalizzato da 4 denocristiani.

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  5. Sembra il ritratto di una riunione della santa inquisizione, se non fosse per l'inossidabile sovietico Mingarelli.

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  6. Alle ali ci sono Antonini e Mingarelli (sempre col capello tinto). Come le morse di una tenaglia, pronta a stringersi sulla città. Foto più esplicativa di questa non poteva esserci.
    Le ombre parlano, le foto ancora di più.

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  7. Nella foto non vedo Pino PAriano.

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  8. Sagramola sembra un portasciugamano suonato.

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  9. una ventina d'anni di opposizione potrebbe far bene..ahahhhhhhh

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  10. Santarelli-Balducci
    I voti ipotetici non danno la maggioranza.
    Che qualcuno di centro destra apra il cervello se non già svenduto.

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  11. Balducci Ok ... ci vogliono eventi spingete sulla natura e rimettete apposto la città. Non scriverò commenti su gli altri del tavolo sarebbe inutile. Questa volta se il PD non sarà più che bravo perderà e vincerà Santarelli...ps.: i miracoli non si posso sempre fare!

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    1. Tutto si può dire di Balducci meno che non sia realista, chissà che umori girano dalle parti della Fondazione Carifac

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  12. Il più renziano di tutti è il Mingarelli

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  13. Balducci ricordati che le foto da campagna elettorale con l'Assessore Bora scattate dentro gli uffici del Comune, non sono proprio un esempio di stile istituzionale.

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  14. Ma cosa è questo fondo americano che voleva comprare JP? Per fare cosa?
    O forse è una cavolatina ennesima dei sindacati per tenere buoni i dipendenti e fare un altro favore a proprietario di JP. Certo che tra il Pd e I sindacati è una bella gara a chi gli fa più favori.

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  15. È lo stesso fondo che voleva comprare la Tecnowind

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