23 aprile 2012

Sidonia del Piano, la Zia Ballerina nel rogo della cultura

Sidonia Ruggeri, detta Sonia, è stata la vittima predestinata di questa stagione di declino della città e delle sua classe dirigente. Vittima non tanto e non solo delle primarie democratiche, quanto di un ambiente politico che, per tradizione e consuetudine, disprezza le buone maniere, la cultura profonda e l’approccio umanistico. E sfiga volle che Sidonia Ruggeri sia laureata, sia stata docente universitaria e assessore alla cultura per diversi anni. In più, difetto gravissimo, quando parla e scrive non saccheggia e non stupra la lingua italiana. Insomma, quanto basta per essere considerata eretica da un ambiente di maschi semianalfabeti e misogini. Niente a che vedere, ovviamente, con la triste sorte di Giovanna D’Arco: prima di tutto perché la pulzella d’Orleans preferiva la spada al libro, poi per la giovane età dell’eroina di Francia e infine per il nome da ballerina sexy della Ruggeri, che, preso così, sembrerebbe scatenare fiamme d’altra natura rispetto ai fuochi di purificazione. Insomma, più che Giovanna d’Arco una Sidonia del Piano, una Zia distinta e dabbene in questo crepuscolo della fabrianesità. Quando i compagni di partito le hanno acceso il rogo attorno ho pensato che la politica sia solo una scienza triste e scarsa: governata dai disvalori, dai soldi in mano a burini scemi, da realtà rovesciate in cui, come tra le streghe del Macbeth, il bello è brutto e il brutto è bello. Con approccio colto ma molto molto incazzato Sidonia, la Zia Ballerina, ha mandato a quel paese i suoi carnefici e si è rinchiusa a vita privata. Sono scelte che meritano il rispetto ma non il plauso perché fanno soltanto il gioco degli analfabeti che sognano bocche chiuse, code tra le gambe e asini di successo. Per questo, cara Sidonia d’Arco, è importante che ci ripensi. Esca dalla nuova clausura in cui si è volontariamente murata. La tentazione di mollare è forte e magari prevalente. Sono il primo a riconoscerlo perché, per motivi diversi, queste elezioni sono state per entrambi noi, cara Sidonia, una spettacolare e ardente fregatura. Ma ci faccia un pensierino all’idea del ritorno in groppa, quanto meno per bonificare la lingua e le parole, e scongiurare il rischio di trovarsi circondati da bocche di governo capaci di dire solo “se avrei”, “a me mi” e “o fatto”. Molli i libri sul comodino e impugni la spada, per una volta. Gli analfabeti non fanno prigionieri e spingono tutti a diventare come loro. Si salvi chi può. E - come direbbe Totò o qualche candidato sindaco - noi può.
    

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