Gli incarichi legali assegnati dalla Giunta Sagramola ad alcuni avvocati fabrianesi stanno indurendo un nodo politico che non sarà facile né sciogliere né tagliare. In questa drammatizzazione della vicenda ha interpretato un ruolo centrale Silvano D'Innocenzo che, con l'abilità di una mosca cavallina e una sceneggiatura in cui è comparso pure Luigi XVI Re di Francia, è riuscito a far volare la ciabatta al Sindaco nel corso dell'ultimo Consiglio Comunale. Un Sindaco livido, evidentemente innervosito, per nulla cattolico e apostolico mentre invitava il consigliere del Pdl a sciacquarsi la bocca prima di parlare, tacitandolo con una frase ripetuta tre volte, che più che a bonaria esortazione somigliava a minaccioso monito: "lei adesso tace che parlo io". In pratica Sagramola ha rivendicato il proprio diritto, supportato da norme e regolamenti, di scegliere su base fiduciaria gli avvocati che devono sostenere il Comune in giudizio, vista la sua funzione di rappresentante legale dell'ente. Di contro D'Innocenzo accusava il Sindaco di aver utilizzato in modo opinabile e discutibile la richiesta dei preventivi ai legali. In realtà, al di là dello schema buono-cattivo, il problema vero è che Sagramola, sulla materia degli incarichi fiduciari, è oggettivamente ondivago e non riesce a superare quel blocco psicologico che lo spinge a dare una forma procedurale e neutra a ciò che, in quanto fiduciario, si distacca da qualsiasi formalizzazione e standardizzazione. La questione potrebbe essere sbrogliata dal Sindaco affidandosi a un metodo che non lasci spazio alla malizia: o dà forma e procedura all'assegnazione di certi incarichi o agisce per via fiduciaria. Tertium non datur. Sagramola, invece, commette sempre lo stesso errore, ricercando forme anfibie in cui si combinano, in modo barocco, il fiduciario e il procedurale. Quando si è posta la questione del Portavoce, ad esempio, Sagramola ha voluto scegliere ricamando un bando perfettamente inutile perché il ruolo di Portavoce è uno di quelli in cui trionfa il fiduciario. Così facendo si è impantanato di brutto, al punto di dover congelare la scelta e la nomina adducendo - con sicuro fiuto politico e altrettanto certa figuraccia - improrogabili ragioni finanziarie e di spending review. Sulle cause assegnate ai due legali Sagramola ha commesso lo stesso errore che col Portavoce, accompagnando la scelta fiduciaria - rivendicata in punta di regolamento - come fosse maturata sfogliando mille petali di una margherita ricchissima di preventivi. E anche qui l'opzione anfibia ha mostrato il fiato cortissimo. Di fronte a questa reiterata confusione è naturale che personaggi navigati, come D'Innocenzo e Biondi, colgano la palla al balzo per condurre una battaglia politica facile e rumorosa. La questione di fondo è che Sagramola dovrebbe diradare, in solitario, tutte le proprie nebbie con la consapevolezza che, con l'aria che tira tra i cittadini, attestarsi su nomine fiduciarie è politicamente rischioso e può alimentare tensioni che è facile cavalcare e difficile governare. Rispondendo a D'Innocenzo, sempre in Consiglio Comunale, a un certo punto il Sindaco ha fatto un'affermazione scivolosa, sostenendo che nella scelta dei due legali effettivamente c'è una coincidenza ma che per pensar male con ragione occorre portare prove e riscontri. Sono pienamente d'accordo con Sagramola, ma c'è un "ma" grande come una casa e cioè che trattasi di sottigliezze teologiche, giuridiche e filosofiche che in un momento di crisi incarnano una provocazione aggiuntiva scagliata sul volto di una cittadinanza stanca di discernere e distinguere. Diversi anni fa Padre Ennio Pintacuda - noto gesuita parlermitano e promotore, nel 1992, di una celebre stagione di rinnovamento politico isolano - affermò che il sospetto è sempre l'anticamera della verità. E il Sindaco, che è uomo di Chiesa e di magistero cattolico, sa bene che oggi le parole di Pintacuda stanno trovando nuova e inquietante concretezza. E allora non è preferibile spazzare via ogni dubbio e ogni ombra piuttosto che arroccarsi su posizioni giuridicamente ineccepibili ma capaci di alimentare la scintilla del distacco e del qualunquismo più radicale? Agli avvocati, tra toghe e preventivi, l'ardua sentenza.
2 novembre 2012
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in buona sostanza...se avesse detto "sono tizio e caio, gli avvocati incaricati, perchè mi fido di loro", avrebbe risolto la questione a monte e D'Innocenzo avrebbe dovuto cercare altrove.
RispondiEliminaci sarei "cascato" anch'io, nella trappola del dover avere sempre un base solida ed ineccepibile per ogni scelta, devo ammetterlo.
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G.R.
Si condivido. Se punti sul fiduciario deve andare come dici tu. Altrimenti dai una procedura ogni volta e ti attieni a quella.
RispondiEliminaHo l'impressione (oserei dire la certezza) che l'anima gossippara che alberga in ognuno di noi faccia capolino facendoci guardare le pagliuzze ed ignorare le grosse travi che abbiamo infilate . .. diciamo nell'occhio. La questione principale non è quella di vedere a chi si è dato l'incarico, mogli, amici, colleghi di studio . . . . ognuno ha la sua etica ed io mi aspetto il peggio da chi non perde occasione per predicare ed agitare i conflitti di interesse. Purtroppo la questione è più grave. Il vero problema è quello che noi abbiamo sollevato: il Comune ha una vera montagna di cause, per 26 milioni di euro. Se come sembra certo si può stimare che una metà vedrà l'amministrazione perdente e se una metà dei soldi verrà coperta dalle assicurazioni rimarrà - in ogni caso - una somma esigibile che porterà il Comune alla bancarotta. E mentre la domanda è: perché il Comune ha un contenzioso enorme, perché si costringono i cittadini a fare "causa", chi prova a conciliare (se ci si prova), quante cause sono svolte dall'ufficio legale e quante sono "affidate" a professionisti esterni . . . etc.. etc.. ci distraiamo dietro al gossip, alla sceneggiata napoletana in Consiglio Comunale e intanto andiamo a rotoli.
RispondiEliminaCaro Giampaolo sono già intervenuto sulla questione dell'ammontare del contenzioso e mi sono focalizzato sulla questione degli incarichi ai legali perchè secondo me denota un limite di concezione da parte del Sindaco. E mi sembra una faccenda lieve ma comunque degna di nota ;)
RispondiEliminaA parte sto template che rende il tutto illeggibile. Anche io sono tentato di fare causa al comune .. ma fino ad un anno fa ste cose non si sapevano ?
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