Stamattina Info Day sull'Accordo di Programma Ardo. Soprassediamo, per non farci il sangue amaro, su questa attrazione fatale per gli anglismi, che sono capaci di restituire una sensazione di mezza festa anche quando ti guardi attorno e c'è solo la luce fioca delle lampade votive. Non è, invece, il caso di soprassedere sulla scelta del luogo. Il buonsenso lasciava presumere che fosse Fabriano la sede prescelta per l'incontro. Per ragioni come minimo elementari: sede produttiva e direzionale della Antonio Merloni e prima vittima sacrificale della sua crisi. Invece il fabrianese Spacca, per questa giornata di indottrinamento sugli usi e i consumi delle risorse messe a disposizione dall'Accordo di programma, ha scelto Ancona. Non se ne comprende il motivo ma a volte la convenienza politica ha ragioni insondabili che la ragione non conosce. Certo è che Fabriano ne esce malissimo. Cornuta e mazziata. Epicentro della crisi, ma inserita tra i 56 comuni coinvolti nell'Accordo, come se fosse uno dei tanti territori appena lambiti dal baratro degli elettrodomestici merloniani. Invece ieri a Fabriano si è svolta l'assemblea degli ex lavoratori Ardo non riassunti nell'operazione Porcarelli. Hanno partecipato circa 300 dei 1300 lavoratori esclusi, al cospetto dei responsabili nazionali del comparto elettrodomestici di Cgil, Cisl e Uil. Per loro si profila un altro anno di cassa integrazione - ma ordinaria - e quindi la mobilità, con durata scaglionata a seconda dell'età del lavoratore. E' un capitolo triste che si avvia alla conclusione e che si porta dieto una beffa aggiuntiva di cui nessuno ha parlato: siccome gli esclusi sono rimasti formalmente dipendenti dell'Antonio Merloni non hanno potuto riscattare nemmeno il trattamento di fine rapporto, che è rimasto congelato nelle scatole cinesi del diritto socitario. Diversamente dai colleghi migrati nella JP Industries che, cambiando società, hanno pututo incassare il TFR. Della serie: non vieni riassunto e per questo non becchi manco la liquidazione, perchè questo Paese quando deve farti il culo te lo fa per bene e con tutti gli onori possibili. A partire dall'anno prossimo quel che resta della Antonio Merloni verrà messo in liquidazione e solo da quel momento, per gli esclusi, sarà possibile vantare i propri crediti nei confronti della società. Se va bene non avranno la liquidazione prima del 2015, quando averla oggi sarebbe servito davvero per dare ai cassintegrati esclusi, e alle loro famiglie, un polmone finanziario con cui affrontare una situazione sempre più difficile per tutti. Un altro capitolo di questa lunga guerra tra poveri.
16 novembre 2012
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Ancora grazie spacca !!!
RispondiEliminaE grazie a Giampietro che continua nella battaglia solitaria di informare sugli sviluppi di questa vicenda neanche più commentabile. Speriamo che abbiano il buon senso di non farsi più vedere in giro chi in un modo o nell'altro si è reso responsabile di questo capolavoro.
RispondiEliminaNon si fanno vedere in giro, ma alle ultime elezioni hanno preso voti. Quindi a qualcuno piace ciò che hanno fatto.
EliminaTanti ne danneggi e tanti ne favorisci ancora evidentemente la bilancia per loro è positiva.
Eliminai Fabrianesi hanno uno strano masochismo ,piu' lo prendono in quel posto piu' ce lo vogliono ,le ultime elezioni confermano cio'....
EliminaIl fatto che "Hanno partecipato circa 300 dei 1300 lavoratori esclusi", la dice lunga caro Giampietro... Poi un'azienda bollita è bollita, hai voglia a sussidiare...
RispondiEliminaC'è anche da dire che per sentire lo solite minchiate del sindacato erano anche troppi...
Eliminaa questa del TFR, nemmeno avevo pensato!!!
Eliminacontinuo a non capire tutta questa paciosità...eppure, avrebbero ragione di mettere tutto a ferro e fuoco...invece, se ne stanno abbacchiati, da parte, senza colpo ferire.
tutta sta cassa integrazione funziona bene (per "chi conta") come metadone!!!
non voglio nemmeno provare ad immaginare cosa sarà di questi 1300, a fine "cura"...
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G.R.
Giancà tanta gente campa coi risparmi, coi lavori in nero, colla penzione de genitori/nonni. Le scorte ce stanno ancora per un pò.
Elimina'ntanto se tira a campà cercanno de nun rompe i cojoni al padrò, che nun se sa mai ed è sempre mejo tenesselo bbono.
Quanno s'accorgeranno che stanno colle pezze ar culo, sarà troppo tardi ed io nun proverò alcuna compassione per 'sti leccalardo !!!
Per essere chiari la stragrande maggioranza dei dipendenti ardo ha dato via il culo per un posto in cambio di un voto adesso che lo stanno prendendo di dietro sembra che se ne rendano conto a minime dosi, nessuna pena anche perché è ne conosco molti si crogiolano nel far nulla e fanno la fila per l'ultimo ipad come se niente fosse......penso ai terzisti invece che hanno fatto impresa fidando si di quelle merde e loro si adesso non hanno più niente successe anche con la Lorev tutti al mare tanto paga pantalone.....basta con la cassa che paghiamo noi andate a lavorare almeno fate finta di cercare
Eliminai terzisti, sono quelli che sono stati sodomizzati maggiormente...ma per lo stesso principio del "voto di scambio", non sarebbero da compatire più dei dipendenti.
Eliminama siccome io sono un pessimo cristiano, ma cerco di comprendere e perdonare le debolezze altrui, onestamente, non ce la faccio a pensare "cazzi loro"...perlomeno, non per tutti.
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G.R.
La teoria del cazzi loro potrebbe funzionare in tempi di vacche grasse. ma ora siamo alla crisi di sistema: non è ammalato l'organo ma l'organismo. L'individualismo e le strategia individuali di salvezza non valgono più.
Eliminapenso che fra breve qualcuno andra in piazza no per cercar lavoro ma da impiccare tutti i responsabili che hanno mangiato e stanno mangiando fino adesso. tempo a tempo dara la risposta che si meritano politici e no.
RispondiEliminaNO RAGA NON PUO ESSERE O POAGATO LA TESSERA DA LUI PER 18 ANNI
RispondiEliminaIO 21
RispondiEliminaHo cancellato messaggi anonimi contenenti insulti e minacce. Non va bene. capisco l'amarezza e la voglia di menare le mani ma anche la critica più dura al sindacato deve essere una critica di merito. E' l'unico modo per avere ragione e per sostenere le ragioni di chi si è sentito tradito dai rappresentanti dei lavoratori
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