22 novembre 2012

L'Unesco e l'anticultura cittadina

Quando i fabrianesi fanno i cazzuti in giro per il mondo mi diverto da morire e si affollano associazioni tra i miseri orgogli collinari e i dipinti deformanti di Hieronymus Bosch, che non è una marca di elettrodomestici ma un celebre pittore olandese. Già, perché tocca essere fortemente avvezzi alla singolarità e al paradosso per ostinarsi a chiedere all'Unesco il riconoscimento di Fabriano città creativa. Confesso di provare una certa invidia per gli artefici di questa operazione, perché al posto loro non saprei cosa dire e su quali specchi arrampicarmi di fronte a interlocutori che ti chiedono conto di quanta e quale creatività porti in dotazione. Il concetto di città creativa muove, infatti, dal principio che la cultura giochi un ruolo fondamentale nell'evoluzione e nel rinnovamento anche economico delle città. In questo senso la storia di Fabriano è emblematica della forza d'urto dell'anticultura e di come una comunità possa vivere e prosperare senza dedicare uno straccio di attenzione e di risorse a libri, pitture, teatri e palazzi. Il principio fondativo della nostra comunità è sempre stato "battere la mazza", al punto che nello stemma cittadino, per dire, non è rappresentato un San Gerolamo nello studiolo ma un fabbro nell'officina, ossia una metafora identitaria in cui il fare prevale sul contemplare, che è invece la base logica della creatività culturale. Questo trionfo della manualità e della fatica fisica ha delegittimato tutto ciò che potesse essere ricondotto al gusto, all'estetica, alla sensibilità e alla bellezza, ritenute sensibilità e prerogative da originali scansafatiche e da culattoni eccentrici. E quando Sagramola vola a Parigi, per fare il figo davanti all'Unesco, dovrebbe caricare nella stiva dell'aereo anche qualche piccolo e severo monito: una fontana rinascimentale abbandonata e utilizzata come deposito temporaneo di tubi; un ponte medievale attribuito dal Vasari a un genio dell'architettura come Bernardo Rossellino pronto per essere murato da un mix di cemento e fibra di carbonio; la zona della vecchia cinta muraria con il colpo d'occhio violentato dall'ecomostro in vetro e cemento in cui albergano alcuni uffici del Comune; la chiesa di San Benedetto, che puzza tragicamente di muffa e non pare davvero godere di buona salute; la Fontana Sturinalto abbandonata a se stessa dopo il restauro di una ventina d'anni fa e ormai ridotta a spazio di rincorse per bambini rumorosi e vivaci. Ovviamente sono io a essere nel torto, perché dannarsi nel vedere gente che sostiene cause in cui oggettivamente non crede, che riesce a emozionarsi in base agli obiettivi che desidera raggiungere e piange e ride a comando come se fosse tutto uno straordinario palcoscenico, è un limite di approccio e di visione che farei bene a rimproverarmi e a correggere con perizia e dedizione. Perché quel che conta davvero non è essere città creativa ma fingere di esserlo, aprire una sede Unesco, beccare qualche rivolo di denari per ristrutturare palazzi e caseggiati, millantare un credito culturale che scarseggia per compensare il deflusso di oblò e la sparizione dell'homo faber. Insomma la cultura e la creatività come elementi compensativi, drappi sdruciti con cui coprire la vergogna della deindustrializzazione  improvvisa e il trauma della disoccupazione crescente. Fabriano città creativa è come Bologna città della dieta dissociata, Napoli città della disciplina e Venezia città dell'alpeggio. Contraddizioni in termini, ossimori, bestemmie logiche che non sollevano critiche ma, al massimo, qualche ghigno cinico e in fin dei conti divertito. Un modo tra i tanti per opporsi a questa spericolata finzione che trova ogni giorno un altro sbocco, una inedita ragione e un nuovo interprete.
    

39 commenti:

  1. Non condivido (come se conti qualcosa) i segnali dell'abbandono di Fabriano: il palazzo moderno accanto al vecchio non è un delitto di per sè, an (basti guardare Berlino o Bruxelles tanto per fare un esempio), il deposito di tubi è una bazzecola, inciviltà isolata che anche al livello di cultura al top può anche presentarsi, o sto benedetto Ponte (battaglia legittima ma ormai troppo strumentale anche perchè tutti fanno a gara per non capire la vera questione: i soldi. Se ci fossero, se ne potrebbero fare 14 di parchi fluviali).
    La gravità, come sempre riporto ogni qual volta si dica qualcosa suklla gravità di Fabriano, è che si lastrichi di oro l'immagine della città mentre nella sua materialità è in rovina, non solo culturale. Questo, per me, è inaccettabile e colpevole: non dell'assessore attuale (bontà sua) ma di quelli precedenti e, forse, di sempre. A Fabriano cultura non ci doveva essere: fa pensare, troppo pericoloso quando c'è da battere o avvitare. Meglio lo spettacolo, imbecillisce non poco e ti fa mettere di buona lena al lavoro.

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    1. i soldi? il fiume viene scoperto per fare le fogne... ma costerà di meno o no lasciarlo poi scoperto piuttosto che ricoprirlo? costerà di meno o no lasciare le arcate dei ponti scoperti magari ristrutturandoli piuttosto che coprirli con fibrr di carbonio? nn sono un ingegnere e quindi aspetto di essere smentito.

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  2. Non centra un cazzo, ma perchè non ci dai la possibilità di dare un nome ai personaggi della nacve dei folli?
    Nave intesa come Fabriano città e personaggi intesi come consiglieri e Giunta del comune.

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  3. La nave dei folli non è fatta solo di politici....è un bestiario collettivo in cui ci siamo tutti....

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  4. Fabriano città creativa è un ossimoro. Che cazzo abbiamo creato?
    Disoccupazione (già creata da altre città), familismo (idem), lavatrici (forse, ma ormai comandano i coreani), cappe( idem come sopra).
    Cosa abbiamo creato, o cosa dovremmo creare?
    P.s.
    La carta ormai risulta l'abbia creata Federigoni in Veneto.

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  5. Hai ragione ! Eppure spero che per la cultura fabrianese, anzi Cultura con la C maiuscola, ci sia ancora spazio. Purtroppo quando una città diviene feudo di una famiglia industriale e si presenta una crisi come questa l'affidarsi alla cultura, con la c minuscola, non può far male. Sicuro non può far peggio... (P.S. magari Fabriano bene dell'Unesco è un po' esagerato, ma il S. Benedetto è una chiesa che se lo meriterebbe tutto questo titolo ;))

    Erzsébet

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  6. Perchè non facciamo anche Comune gemellato con il Burundi ?

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  7. http://www.youtube.com/watch?v=d69CFiWsBAY

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  8. Mi dissocio sul dare la colpa ai Merloni se il fabrianese se n'è sbattuto della cultura... a quanti exoperai stava bene non avere rutture di bim e che i soldi del comune fossero spesi per l'asfalto anche della piu piccola straduzza al mondo ? Su un po io vedo laureati in affitto ed ex operai che hanno la casa di proprietà. Andava di moda andare fuor ia ballare xche facevi il figo we io vengo da favrìà anche se fo l'operaio c'ho i soldi e me permetto de gi a ballà a Ricciò. Se vedo al differenza tra i nostri nonni e i nostri padri mi rendo conto perché Fabriano e sto Paese sia andato nella malora i nonni hanno costruito e i figli sperperato e noi nipoti ci attacchiamo !

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    1. Quadro spettacolare e molto veritiero. soprattutto il gì a balla a ricciò, esempio classico del provincialismo co le pezze al culo che è favrià !!!

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  9. Sono d'accordo l'incultura è un dato di natura a Favrià. I merloni non c'entrano. Al massimo hanno approfittato di questa natura...ma al loro posto avrei fatto la stessa cosa.

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  10. Allora sono tutte dicerie popolari il fatto che i Merloni volevano una città dormitorio perché gli operai non dovevano far tardi la mattina a lavoro che non dovevano avere distrazioni che per anni licenze e permessi si sono dati con il contagoccie? Sono tutte dicerie allora il fatto che non c'è stato mai un luogo per anni per i giovani dove incontrarsi? Sono tutte dicerie allora che la cultura si faceva solo a teatro? Allora è tutta colpa del fabrianese del metal-mezzadro è colpa sua. Le cosa vanno viste bene ragazzi e purtroppo molti oggi continuano per timore a non aver memoria. La cultura vuol dire pensiero il pensiero può generare dissenso questo può generare richieste. La famiglia Merloni è stata paradiso e inferno di Fabriano, monopolizzando tutto è questo lo scotto che paghiamo, noi.

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    1. non sono dicerie....ma non si può usare la "famiglia" come capro espiatorio per tutte le disgrazie che ci portiamo addosso; c'è piaciuto il benessere, c'è piaciuto che nei dintorni faVriano fosse considerata "la piccola svizzera"...abbiamo fatto i signori finchè è durata...ora i soldi so' finiti e l'ignoranza abbonda...
      ________________
      G.R.

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    2. il benessere se permetti me lo sono sudato e faticato con turni mattina pomeriggio e notte, sfruttato come un mulo per il profitto del padrone, con tutti i miliardi che hanno fatto i merdoni questa città la dovevano far diventare come lasvegas invece è un deserto di povertà e di idee. Basta difendere gli indifendibili, oltretutto adesso vogliono anche distruggere con le pale eliche le nostre montagne, e giù tutto a uso e consumo loro.

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    3. "las vegas"...appunto...se per te, l'aspirazione massima è quella, "buon divertimento!"...è l'unica cosa che mi viene (di cuore) da augurarti.
      non dico che i soldi guadagnati non siano stati sudati o meritati, dico solo che con quelli in tasca, regolari ogni mese, non c'avevamo (mi ci metto anch'io, perchè non mi sento affatto superiore) un pensiero, se non quello di spassarcela; non avendo un pensiero, abbiamo lasciato che qualcun'altro decidesse per noi e per il territorio, quindi, siamo colpevoli anche noi, come loro!
      è più chiaro così?
      ________________
      G.R.

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    4. Quel qualcuno di cui tu parli si è prima arrogato il diritto di decidere per tutti impedendo con le sue azioni di far evolvere la collettività cittadina e la società civile, ricordalo. Ho detto lasvegas per ironizzare non certo perché sia un modello percorribile e da percorre ti va bene senigallia a no li c'è il mare allora ti va bene Fabriano città dei balocchi no nemmeno? Allora finiscila, il contentino a fine mese chiamato stipendio cosa ci avrà mai permesso di fare, qualche vacanza qualche viaggio, altro? Tutto regolarmente tribolato faticato e sofferto. Quindi caro mio ti ripeto e che i capi la "famiglia" oligarca ha tarpato le ali in più occasioni e in diversi settori. Colpevoli noi e di cosa se siamo stati educati a pane e bulloni di cosa siamo colpevoli, il pesce puzza sempre dalla testa, e la testa di questa città non erano gli operai di sicuro. Non addosare responsabilità a chi ha con il proprio sacrifico creato la fortuna di pochissimi. I pochissimi dovevano e potevano trattare meglio la popolazione di Fabriano ma non hanno voluto per primi loro si sono comportati in modo avido e poco avveduto, quindi rimando indietro completamente le tue affermazioni e non le condivido affatto.

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    5. per te, io difendo la "famiglia"....evidentemente mi sono spiegato male.

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    6. Quindi se capisco il ragionamento un innominato peraltro notissimo ha vietato ai fabrianese il diritto alla cultura a un corso di studi normale ha impedito di iscriversi all'universita'e ovviamente ha anche impedito di leggere giornali e libri frequentare teatro e cinema......ma fate il piacere a tutti e' sempre andato bene avere la macchina nuova la moto da buzzurro e la casa a Marotta senza pagare affitto perché tanto c'è'. Mamma fate il piacere non solo vi andava bene ma facevate anche i fighi lavorando il giusto o poco più' e facendovi riconoscere come.....merloniani nessuno vi ha vietato o impedito nulla vi hanno anche pagato puntualmente......quasi sempre ciascuno costruisce da se il suo destino nessuno vi ha legato alla catena vi stava e vi sta bene 5 giorni al mazzolo e due di ferie abbonamento alla gazzetta e via andare specchiatevi e vedrete la faccia di chi vi ha impedito un futuro diverso Merloni ha fatto solo il suo mestiere, qualcuno direbbe anche benino....

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  11. Io credo che sia il caso di guardare avanti senza dire di chi è colpa! Siamo una cittadina che si è già trasformata passando dall'agricoltura all'industrializzazione...perché non dovremmo trasformarci di nuovo?Che ne pensate di allargare le vedute?Trasformiamoci in una Città turistica...abbiamo tutte le carte in regola, basta solo valorizzarle e promuoverle...e la prima cosa per una buona promozione del nostro territorio è un buon passaparola (noi facciamo il contrario, quante volte vi è capitato di dire ad amici o parenti: cosa venite a fare a Fabriano che non c'è niente?Penso siamo moltissimi)
    Abbiamo molto e neanche noi conosciamo ciò che abbiamo...una buona cosa sarebbe avere delle giornate a disposizione per far conoscere a costo zero la nostra città a tutti noi fabrianesi...Perché non arrediamo la nostra città rendendolo più gradevole prima di tutto a noi cittadini e poi al turista?Tutti questi capannoni vuoti (si trovano da tutte le entrate della nostra città) perchè non li utilizziamo per creare qualcosa di nuovo?Dobbiamo allargare le nostre vedute!!!

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    1. Ho una buona idea, utillzzare i cappannoni per allevamento di maiali e altri animali ma anche serre e per prosciuttifici e aziende di insaccati da esportare in tutto il mondo utilizzando da subito i vecchi canali commerciali di ogni azienda già esistenti. Fare sinergie fra fabrianesi siamo tutti imprenditori e lavoratori mirando ad un progetto giusto in un anno potremmo fare molto bene intendo come città intendo insieme.

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    2. Ancora co sto turismo !!! Ma basta !!! Trovami un commerciante che sappia, non dico il tedesco o il francese, ma alemno l'inglese !!! e so gli stranieri che porta i soldi !!!

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  12. se fossimo su fb metterei il "mi piace".

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  13. I fabrianesi sono da buttare...la clase politica da mandare a casa...il sindaco da buttare..sta città non è degna di essere attrazione turistica...la città creativa non ve sta bene nemmeno quella....ecchec.! andate a vivere da un'altra parte chiacchieroni!!! Altrimenti piuttosto che fare il coro al "bloggere" (tormentato dall'acidità) tirate fuori qualche idea buona voi!!

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    1. i creativi sono giusti anzi sempre e molti sono il pensiero di una collettività, quello che mancava. Però la massa il volgo il popolo lavoratore vuole fare quello per cui è stato educato, lavorare a testa bassa come dei somari senza pensieri, se ci pensi bene è anche giusto così non possiamo essere tutti poeti o pensatori o artisti c'è bisogno anche del macchinista in sala macchine. Le idee industriali prevedono capitali come e dove prenderli?

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    2. La buona idea è levarsi dai cojoni !!! E lasciare Favrà a cocesse nell'unto suo !!!

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  14. I poveri a Fabriano sono 4800 (fonte Caritas) piú che citta Unesco, Fabriano la chiamerei città CARITAS.

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    1. Esatto !!!

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    2. 4800 poveri su 32.000 residenti quanto fa? il 15 % della popolazione !!! SIAMO MESSI MALE !!!!

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    3. si è passati da un 12% di fabrianesi indigenti a quasi il 33% di seguito l'articolo http://borgofabriano.altervista.org/wp-content/uploads/2012/11/Poveri-siamo-a-4.800-a-Fabriano.jpg

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  15. Rita Vitali Rosati23 novembre, 2012

    Una "Necropoli" a cielo aperto.....

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  16. Un tedesco, qualche tempo fa, notava di come la sovrastruttura culturale fosse un'inevitabile riflesso della struttura economica della società la quale, a sua volta, aveva il controllo dei mezzi di produzione (dai quali, a cascata, sgorga il potere, quello vero).
    Ora, basta con questa storia del popolo bue (già lo dissi) poichè il popolo diventa bue, e diventa bue perchè il potere eseercitato su di esso lo vuole bue. Il potere (quello vero) è stato in mano a poche persone e da queste persone è dipeso una certa valorizzazione della cultura (cioè il niente, poichè funzionale al mantenimento del potere).
    Tutto qui. La Famiglia non è un caso isolato ma, anzi, un caso di studio ideale per la genesi, il mantenimeno e la crisi del sistema capitalistico (ovviamente locale perchè il capitalismo non è stato mai così in forma... si è solo spostato).
    La non cultura non è endemica, non è un fatto che accade contro cui rimane solo da pregare il fato ma un preciso progetto che, a quanto vedo, continua con Unesco e Poiesis: mantenere il potere senza che le persone prendano coscienza.
    Quel tedesco, aveva visto lungo.

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  17. Questi bagni di marxismo fanno sempre bene alla pelle....però Gramsci, ad esempio, sul rapporto tra strutture e sovrastrutture fu un pelo più complesso...

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    1. Ovvio. Il discorso sarebbe lungo e peregrino ma se la grandezza di Gramsci è fuori discussione mi fanno molto paura i gramsciani (come ricordava un grande della nostra canzone, molto più di Paoli (per far riferimento al nuovo post via!)). Per questo mi rifaccio sempre al tedesco che nella semplicità dell'analisi coglie l'essenziale. Perchè le cose sono molto semplici e le abbiamo rese complesse, e era che sono complesse non riusciamo più a capirle.
      Tra finanza, Borse, Banche e Bilderberg e altre cazzate che non finisco più ci stiamo scordano che le cose sono contingenti e cambiano forma pur rimanendo identiche nella sostanza: cose si dice, guardare sempre ditro le quinte ti fa ignorare la commedia. E la "commedia" è ancora quella di un potere strettamente economico che domina attraverso quel potere le coscienze: le coscienze sono fortemente assoggettate a tale domino ma c'è sempre una speranza perchè la storia è storia di uomini e non di sistemi (quindi hanno torto Luhmann e Foucault). Tutto sta negli uomini di buona volontà che, se ce la facessero a diventare massa critica, potrebbero cambiare le cose. La cultura è il mezzo sine qua non per la coltura di tale massa e per questo è da sempre ampiamente osteggiata. Ieri con le lavatrici, oggi con Poesis e l'Unesco. Ne possiamo parlare quando vuoi... ah, è uscito un'altro squisito articolo di Tomaso Montanari sul blog del Fatto... dacci una occhiata.

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