Il Resto del Carlino di oggi pubblica un pezzo inatteso sui clochard a Fabriano. E se non fosse per il tono dell'articolo - col fenomeno quasi ridotto a nota di curiosità e colore - ci sarebbe da fare un plauso al coraggio di chi azzarda una riflessione sulla povertà proprio nel giorno in cui - tra gavettoni, cocomeri, sangria e melanzane alla parmigiana - si consuma l'apice della spensieratezza estiva. Giusto qualche giorno fa, risalendo la scalinata che da Corso della Repubblica conduce dietro ai Giardini del Poio e alla Pinacoteca Civica, ho notato uno spazio ricavato alla meno peggio, con i segni inequivocabili di una presenza umana costretta a vivere all'addiaccio e di espedienti. Una testimonianza visiva e forte di povertà, proprio a due passi dal "salotto buono" della città, quasi una sintesi dei tanti fattori di rischio sociale di cui ci è capitato, in più circostanze, di raccontare la genesi e l'incubazione. E' inutile girarci intorno: siamo al preludio di una gigantesca "questione sociale" locale di cui ci sfuggono, ad oggi, non solo le dimensioni potenziali ma anche il decorso e gli effetti. Si tratta di una malattia territoriale che non può essere curata dall'esterno perchè il nostro "distretto distrutto" è inserito nel corpo malato di una intera nazione in crisi. Non ci possiamo quindi avvalere di un occhio di riguardo e di una benevola mano pubblica perchè il "precedente" diventerebbe l'alibi per mille altri interventi in mille altre realtà locali in crisi. Le uniche medicine possibili non potranno che essere autoctone e quindi legate all'orgoglio e allo spirito di sopravvivenza della nostra comunità. La politica locale - alla luce dei suoi poteri - non può fare molto ma mantiene, comunque, spazi di intervento potenziale tutti da verificare e perlustrare. Ma per agire con energia sulla crisi è fondamentale conoscerne le pieghe quotidiane, sentirne addosso il morso ansiogeno, fare i conti in prima persona con le piccole strategie di sopravvivenza che scandiscono la vita di una città in affanno da crisi strutturale. Negli ultimi quindici anni la politica ha, invece, conosciuto due soli criteri di selezione della classe dirigente: il successo e il denaro. In questo modo è stato creato un sistema di apartheid che ha generato una elite di potere concentrata nel vertice della piramide sociale e quindi incapace - in un'ottica classista che va urgenemente ripresa e recuperata - di comprendere cosa stava accadendo altrove, nelle "insulae" popolari dove l'impatto della crisi è arrivato prima e in modo più profondo e pervasivo. E' dai tempi in cui la società italiana si è privata della presenza del Partito Comunista Italiano che la politica ha smesso di riflettere sulla necessità di un soggetto politico capace di dare rappresentanza agli ultimi e ai più deboli e di saldare questa visione radente, dal basso, con la cultura e il respiro della borghesia più evoluta e colta. Non si tratta di coltivare nostalgie ma di ragionare concretamente sul presente fabrianese con una domanda fondamentale: come può una giunta caratterizzata da figure economicamente borghesi, comprendere e affrontare i problemi della crisi economica cittadina? Due avvocati, un medico e un alto dirigente di un'azienda pubblica quale condivisione possono esprimere rispetto alle difficoltà di chi rinuncia al pagamento automatico delle utenze per giostrare sui ritardi, di chi ha il terrore di guardare la cassetta della posta per paura trovare un avviso di Equitalia o, peggio ancora, di chi si trova a scegliere come domicilio una panchina dei Giardini Margherita o l'atrio della stazione ferroviaria? E non è un caso che la politica istituzionale abbia scelto di adottare la linea dura contro chi chiede l'elemosina e vive all'addiaccio. Come nel Medioevo, quando la povertà suscitava lo scandalo dei ricchi e per questo veniva perseguita e punita, nonostante il ribaltamento culturale generato dall'irruzione francescana. Un politico può comprendere la crisi solo se la vive in casa propria. Solo in questo modo è in grado di condividerla nel senso etimologico del termine. Il governo dei ricchi e dei benestanti, in questa fase della vita cittadina, è invece il culmine della sfiga. Buon Ferragosto a chi resiste e a chi non ce l'ha fatta.
15 agosto 2013
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Come sempre preciso e sintetico nei fatti. Seguo ormai da tempo il tuo blog, unica e seria voce di una realta' che tanti fabrianesi tengono fuori dal proprio orticello,fingendo preoccupazione e misericordia per i piu' poveri.Buon ferragosto anche a te,e a chi come me lotta ogni giorno per sopravvivere. M.
RispondiEliminaInvece di produrre misure contro l'accattonaggio e la musica fuori da determinati orari( che puttanata!!!) si dovrebbero prendere adeguati provvedimenti contro i parassiti della cosa pubblica. Ma ai "signori" del vapore sembrerebbe di darsi la zappa sui piedi.
EliminaIl malessere cittadino che così chiaramente descrivi trasmette a questa giornata il sapore di una vigilia..... ci aspetta un autunno caldo, più caldo di questa torrida estate, ma nessuno dovrà essere lasciato nelle condizioni di arrendersi. Buon Ferragosto Gian Piè e buon Ferragosto a tutti.
RispondiEliminaSara' il solito autunno Fabrianese,fatto di promesse e vasellina,cosi' da addolcire la presa per il c..o a chi vive ogni giorno una realta' difficile e che in tanti ed i soliti ancora non vogliono vedere,o ancora meglio,a chi non interessa, arroccati nelle loro ville e ben nascosti tra i colli attorno a fabriano. M.
EliminaSi, un autunno ricco di difficoltà, posti di lavoro persi e ammortizzatori sociali, non certo caldo di lotte sindacali.
EliminaCondivido il fondo.
RispondiEliminaNon si può fare pero' di una tutta una erba un fascio.
Il finale e' scritto!!!
Il post 12.34 e' firmato
RispondiEliminaVediamo cosa si può fare
Complimenti, analisi perfetta (come sempre), avrei voluto averla scritta io (in quanto condivisa al 1000x100).auguri comunque di buon Ferragosto a te e a tuttii condivisori.
RispondiEliminaL'importante e' fare di Favriano l'Harrods delle Marche. Sto ancora a ride, ma ce sarebbe da piange per sta stronzata.
RispondiEliminaCaro Giampiero e carissimi tutti anch'io lotto ogni giorno per garantire ai miei dipendenti una dignità economica che ogni lavoratore e cittadino onesto dovrebbe avere a dimostrazione che assieme possiamo ancora faccela,anche se le "montagne " da superare sono sempre più alte e pericolose.Ma quello che più mi preoccupa soni i tanti fattori esterni e mondiali che io non posso né controllare ne modificare e che a volte possono vanificare l'impegno e la volontà di proseguire.buon ferragosto a tutti . Urbani urbano
RispondiEliminaRestare a produrre in Italia adesso Roba da Eroi di altri tempi!
EliminaCerto che alle ultime elezioni una chance la si poteva dare ad Urbano, almeno lui la parola lavoro la conosce.
EliminaVa bene i fattori mondiali,d'accordo la globalizzazione... ma dare fondi pubblici ai soliti noti per favorirne la delocalizzazione è una procedura "criminale" per l'economia del paese che Fabriano sta pagando con la propria pelle.Complimenti a persone come Lei che lottano ogni giorno per garantire posti di lavoro nel nostro "umiliato" distretto industriale.
EliminaGrazie.Approfitto del blog di GianPietro per invitare tutti presso il loggiato San Francesco nei giorni 5/6/7/8 settembre per l'ExpoMarche quando l'Airforce presenterà la nuova tecnologia di aspirazione Axiale brevettata e inserita nelle nostre cappe , frutto della ricerca e della tecnologia sviluppata interamente a Fabriano. urbani urbano
EliminaScusatemi per aver scritto Giampiero e non Giampietro spero non me ne vogliate
RispondiEliminasono un po' stanco di sentire "io"...sinceramente, credo che il primo (indispensabile) passo per cercare di salvare il salvabile debba iniziare con "noi" e finchè ci verrà da parlare in prima persona singolare, per dire cosa si fa, non andremo da nessuna parte, di certo non in avanti; di "io io" ne abbiamo fin troppi...gente che crea una notizia (qualcuno dimostra una passione viscerale per la fantascienza) pur di comparire sul giornale...BASTA!
RispondiElimina_____________________
G.R.
Carissimo G.R.se ti riferisce al sottoscritto ti prego di leggere bene perché ho anche scritto " tutti assieme possiamo ancora farcela" saluti urbani urbano
Eliminami riferisco ad un modo generale e generalizzabile di fare dei "più", lei perlomeno cerca di far seguire dei fatti alle parole...e niente non è!...ma si può fare di meglio, senza dubbio, qualche "io", scappa anche a lei, magari involontariamente.
Elimina___________________
Giancarlo Romagnoli
Grazie per la precisazione e condivido con lei che possiamo fare di più ma in questo momento se ci scappa un io è perché le piccole aziende come la mia sono sole a combattere senza alcun aiuto nei mercati mondiali dove spesso le regole che abbiamo noi non esistono. Sono convinto che assieme possiamo fare di più e aver creato Made in Fabriano serviva e forse ancora serve a questo scopo . Tanti saluti. Urbani urbano
RispondiEliminaA distanza de 3 ANNI nun è cambiato UN CAZZO !!!!
RispondiEliminaio sono in un altra città sempre delle marche e avendo appreso che fabriano è in ginocchio, piango di un pianto nostalgico, pensando a quando diversi anni fa era il posto in cui vasco rossi si esercitava e il posto piu importante per noi ex studenti in cui si produceva la carta che usavamo per scrivere per la scuola. ad oggi piango di un pianto un po disperato perche essendo arrivato alla fine del percorso di studi e avendo genitore che è nel mondo delle industrie come gregario, i discorsi sulla poverta ci sono tutti. cosi non potendo governare piu il mondo con piccole aziende che debbono navigare con colossi mondiali in un mare sempre meno popolato di piccole barche, le aziende appunto nostrane, e mari globali non vi sono piu certezze economiche e come dice il mio genitore la crisi è stata generata da cupertino, e cosi avendo aperto in un mondo sempre piu connesso la possibilità di parlare in questo blog, ha anche generato un implosione economica come nessun altra crisi. la mia passione che si fa sempre piu frequente ad oggi è quella di scrivere nel motore di ricerca clochard e selezionare immagini, cosi appaiono immagini di persone, i cosi detti ultimi e sapendo le loro storie penso a esorcizzare e scongiurare il peggio, considerando anche che tramite la realta scout, in cui ho servito, se dovesse capitare a me saprei come comportarmi, considerando anche che sono in questo caso gli ultimi ad insegnare e se ce la fanno loro, che erano broker di piazza affari o altro nelle piu belle città in italia con affari da capogiro, perche non possiamo farcela noi? ritornare alla terra per esempio o altro. del tipo che mi metto con la testa in quello che molti imprenditori chiamano problem solving o peggiori situazioni, come anche immigrazione etcc... e se ce la fanno loro noi da cio che loro desiderano potremmo trarre quel pizzico di coraggio considerando anche che almeno noi un tetto sopra la testa lo abbiamo e con un pacco di farina possiamo fare il pane da condire con buon olio e quindi alla fine nonostante discount e vita pari a guadagno 0 possiamo ostentare una parvenza di normalità....un amico di fermo
RispondiElimina