Angelo Tini ha parlato di sè stesso e del caso che lo vede protagonista di questa agitata scena politica agostana. E lo ha fatto da par suo, ovvero tignosamente convinto della linearità della propria posizione e della piena e piana compatibilità tra il suo incarico di assessore alle finanze del Comune e il ruolo di Direttore Amministrativo dell'Unità Opedaliera e Territoriale. Ed è per questa autopercezione che Tini rifiuta, in toto, l'idea delle dimissioni, che nessuno ha chiesto e che rappresenterebbero il riconoscimento di fatto della propria incompatibilità o inconferibilità che dir si voglia. Spetterà, infatti, al Segretario Comunale la decisione di mettere il Vicesindaco di fronte alla scelta di proseguire l'esperienza assessorile o di optare per il proseguimento dell'attività professionale in Asur. Ma quel che colpisce, di quanto Tini ha dichiarato stamattina al Resto del Carlino, è l'affermazione secondo la quale lo scorso anno fu "accertato che non c'era incompatibilità tra la carica professionale all'Asur e quella politico-amministrativa di Vicesindaco". Colpisce perchè, in realtà, non fu accertato nulla in merito, in quanto nessuno ricorse alla giustizia amministrativa, nonostante si parlasse a furor di popolo di esposti e carte bollate pronte ad essere protocollate e consegnate alle toghe. E' quindi segno di grande debolezza poliica utilizzare una linea di difesa basata su fatti non accaduti e su compatibilità non accertate da alcun soggetto deputato a farlo. E, forse, non è un caso che nell'Udc sia già decollato il totoassessori, a riprova che il partito di Casini non è disposto a morire per Danzica, specie se Danzica non è in Polonia ma corrisponde a una piccola frazione al confine con Sassoferrato. Ma chi più si sfrega le mani di fronte al caso Civit è proprio il Sindaco che ha la possibilità concreta di emanciparsi dal tutoraggio tiniano, che sta trasformando il cattolicesimo sociale dell'ispirazione sagramoliana in un tecnicismo protestante difficile da sostenere sul lungo periodo. E questa sensazione di uno sfregamento compiaciuto di mani, Sagramola ce la regala con la sua dichiarazione al Carlino; una presa di posizione formalissima, didascalica e vuota come un appartamento sfitto, in cui il Sindaco se ne guarda bene dall'esprimere giudizi politici o anche soltanto difese d'ufficio del proprio Vice, limitandosi invece a rimarcare retoricamente che la giustizia amministrativa farà il suo corso e che il segretario comunale valuterà tutti gli aspetti tecnici prima di esprimersi in proposito. Il che, tradotto in un essenziale "parla come mangi", significa che se Tini molla l'osso Sagramola non aprirà alcuna crisi di Giunta, limitandosi a un rapido rimpasto sostitutivo. In quel caso è probabile - secondo la logica che vuole assessore chi ha preso più voti - che Galli subentri a Tini come Vicesindaco, col terzo più votato dell'Udc pronto ad occupare la casella lasciata vuota dal Gallo Peppino. Politicamente è probabile che ci si troverà di fronte a due situazioni limite: se Tini vince questa partita scatenerà una repressione epocale nel partito, nella maggioranza e anche nella Giunta che diventeranno funzioni del primato tiniano; se perde e lascia Sagramola accenderà un cero di ringraziamento e andrà avanti, giusto togliendosi un filo di polvere dal bavero della giacca. Ma siccome il maligno si annida nei dettagli è anche probabile che la questione si complichi ulteriormente, anche perchè sembra che il Decreto del Fare contenga un emendamento che può mettere in salvo gli amministratori soggetti a incompatibilità, nominati prima del 4 maggio 2013. Nel qual caso sarebbe una sanatoria di regime - con sospensione e congelamento dell'efficacia della norma - di cui siamo certi che Tini rifiuterebbe con sdegno di avvalersi perchè configurerebbe una incompatibilità di fatto - ossia politicamente emblematica - ma giuridicamente sottratta a decisioni obbligate e a vincoli di scelta.
9 agosto 2013
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Per uno che rilascia dichiarazioni false al Resto del Carlino c'è da dormire sonni tranquilli se il grande decreto del fare lo esonera dalle dimissioni. Show must go on.
RispondiEliminaincredibile, il decreto del fare che dovrebbe risolvere i problemi pressanti del paese, sistema invece le poltrone dei i politici in bilico (riguarda anche sindaci che sono in parlamento e non vogliono lasciare nessuna delle due cariche)
RispondiEliminadi che meravigliarsi?
è il "decreto del fare"..."porchette"
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G.R.
Siamo un Paese di buffoni. Dobbiamo morire e basta.
RispondiEliminaVai avanti tu che mi viene da ridere
EliminaEvidentemente, se il Sindaco lo ha nominato e gli organi competenti ne hanno certificato la nomina ad Assessore, qualcuno dovrà aver pur fatto degli accertamenti riguardo alle possibili situazioni di incompatibilità.
RispondiEliminanon è così "evidente"...diciamo che il suo "status" è sempre stato nella linea di confine; poi, il fatto che tra cani, non ci si morde, ha reso possibile la duplice "carica"
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G.R.
O con Tini o senza Tini, per Sagramola la musica non cambierà. Che non ci speri molto Sagramola nelle dimissioni di Tini, se anche Tini se ne dovesse andare i problemi rimarranno sempre gli stessi ... prevalentemente irrisolti.
RispondiEliminala crisi di giunta non è manco lontanamente immaginabile...o forse potrebbe esserlo nel caso in cui Tini rimanga...chissà???
RispondiElimina_________
G.R.
prima la giunta va a casa e meglio è...non è questione di simpatie/antipatie personali/politiche, è proprio questione di legame con un certo sistema che ormai non esiste più...questa giunta (ma anche grandissima parte del consiglio comunale) è totalmente inadeguata e incompetente nel progettare, nel reinventare una fabriano che guarda al presente-futuro prossimo...prima se ne vanno e meglio è per tutta la cittadinanza...
EliminaInvece mi sa che rimarranno tutti, con la fame che c'è in giro sai quanto fa comodo prendere un bello stipendio per fare poco o nulla?
Eliminaprobabilmente hai ragione (purtroppo)...il mio era un augurio, una speranza per il territorio...
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