Il principio fondamentale della dialettica politica prevede un confronto tra tesi e antitesi, ossia tra posizioni che si contrappongono, a volte generando sintesi altre mantenendo inalterata la contrapposizione originaria. Ciò significa che se io sostengo che Tini è incompatibile, suffragando la mia affermazione con elementi e riflessioni soggettive basate sul merito della questione trattata, dialettica vuole che Tini - o chi per lui - replichi alle mie osservazioni proponendo asserzioni e ragioni della presunta, possibile oppure certa compatibilità. In questo modo sia le parti in causa che eventuali osservatori esterni possono costruire un'opinione, proprio a partire dalla parzialità delle posizioni contrapposte che si scontrano. Il metodo dialettico è quindi politicamente pedagogico, culturalmente migliorativo e utile se si desidera far crescere il senso comune e lo spirito critico di una collettività. Sulla "questione Tini" stamattina sono intervenuti tre democristianoni a ventiquattro carati che del metodo dialettico ignorano i fondamenti e le ragioni: il diretto interessato, il Sindaco e il segretario dell'Udc, nonchè consigliere comunale, Roberto Pellegrini. Un triumvirato di praticoni politici che ha cancellato, con un vero e proprio colpo di spugna, qualsiasi replica cartesiana, abbassando drammaticamente il livello dello scontro politico. Tini, Sagramola e Pellegrini si sono,infatti, guardati bene dall'entrare nel merito della questione incompatibilità, perchè farlo avrebbe comportato la necessità di costruire una riflessione approfondita e articolata, un'antitesi forte, solida e autorevole rispetto a quanto rimarcato dalla tesi contenuta nella missiva inviata al Segretario Comunale dal Pdl e dalla lista Paoletti. La scelta compiuta dal triumvirato bianco è stata, appunto, quella di cambiare discorso, di saltare di palo in frasca, evitando scientificamente qualsiasi contatto con gli aspetti politici e giuridici di una incompatibilità probabilmente sussistente ma congelata da un emendamento ad personam che lascia intatti dubbi e ombre. Sagramola - fedele al mandato della democristianeria più sfrenata e spaccona - è riuscito a sostenere che il salvacondotto, gentilmente concesso dal Parlamento agli amministratori in bilico, costituisce non un opinabile condono ma una sorta di premio a chi lavora e si impegna e, di riflesso, uno schiaffo a chi, rincorrendo le regole, si limita a criticare ben guardandosi dal fare. E già questa affermazione, che trasforma una delicata materia politico giuridica in un'occasione per fare del moralismo sulle formiche che operano e sulle cicale che si sfiatano, evidenzia quanta pochezza si annidi nella politica quando essa diventa rendita di posizione e rifiuto deliberato del metodo dialettico. Un'arma di distrazione di massa a cui ricorre anche Tini che neanche si premura di architettare una qualche linea difensiva di merito, allontanando totalmente il focus da se stesso e paventando addirittura sassolini nelle scarpe da togliere quanto prima, come se l'incompatibilità non fosse un elemento strategico di trasparenza pubblica ma soltanto l'arena di un dialettica abbassata a gioco di provocazioni e vendette. Dulcis in fundo l'intervento di Pellegrini che, giusto per menare fino in fondo il can per l'aia, risolve la diatriba velatamente incolpando uno dei sottoscrittori della missiva, cui si rinfacciano collaborazioni e lealtà pregresse. Come se la politica fosse matrimonio indissolubile e non anche cambiamento, dinamismo e trasformazione continua della scena, delle alleanze e delle relazioni personali. Ma in questo sottrarsi al metodo dialettico, come si diceva, non c'è l'impronta di una consapevolezza reale, non si intravede il segno di una qualche rinuncia volontaria, ma soltanto la forma mentis di tre esponenti rappresentativi di una elite politica promossa per cooptazione dall'ancien regime merloniano, culturalmente inadeguata, dedita al "particulare", totalmente immune da ogni sensibilità liberale e istituzionale e tenuta in sella dal bizantinismo onanista degli emendamenti e dei decreti. E visto che vogliono farceli ingoiare a tutti i costi, a tutti i costi cercheremo di sputarli, tenendo viva l'attenzione sugli effetti di una carica dimezzata di cui pagheranno il conto i cittadini e la credibilità delle istituzioni.
11 agosto 2013
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siamo stati amministrati per decenni (e lo siamo tuttora) da gente che la politica non sa minimamente cosa sia...
RispondiEliminaSe è per questo oltre che di politica non sanno nemmeno far di conto.
EliminaDi politica se ne intendono tantissimo. Ma la più insulsa. Se pensiamo poi che oramai L'UDC non conta più nulla e dobbiamo assistere a questo scenario di auto legittimazione e di auto protezione e' veramente una tortura, da dare di stomaco.
RispondiEliminaLa giunta fabrianese per composizione politica andrebbe studiata dal WWF, è formata da partiti estinti od in via di estinzione : IDV ( poi sarebbe da approfondire se gli eletti tra le fila di questo partito siamo ufficialmente migrati in altri oppure no, perché ad un anno di distanza ancora non l'ho capito), Centro Democratico (!!!!!!!!!), UDC e VERDI (!!!!!!!!!!).
RispondiEliminaNel Sorci bis c'era addirittura Mastella, penso fosse l'unica città a Nord di Trebisacce!!!!
EliminaAlmeno la Democrazia Cristiana, rappresentata da Biondi, ogni tanto qualche staggiata alla Giunta la rifila.
EliminaAver portato la politica fabrianese al livelli delle galline e dei tacchini era sopportabile con le pance piene. La crisi acutizza tutto e tutto rende inaccettabile
RispondiEliminaLe pance piene sono e rimarranno sempre le stesse,di conseguenza nulla cambiera' in questa assolata e deserta citta'. Continuera' sempre la logica del clientelismo e dello scambio di favori tra i soliti noti,lasciando "la crisi" ai soliti "poveracci"! M.
RispondiEliminaCiao Simonetti, in altre occasioni ho criticato il tuo modo di 'leggere' la realtà, questa volta invece devo farti i complimenti più sinceri per la tua lucida analisi di questa paradossale situazione. Continua a combattere questa politica di bassissimo livello che ci sta rovinando tutti, indistintamente. Sono sicuro che la forza dell'opinione pubblica può togliere di mezzo anche quelli che tra la poltrona ed il sedere ci hanno messo 2 chili di silicone. Con stima
RispondiEliminaMah ...a Fabriano la forza dell'opinione pubblica ha sempre partorito topolini. A me sembra che vista la male parata che molti politicanti andranno a fare, ci sarà la corsa ad accaparrarsi gli ultimi soldi pubblici a disposizione. Chiederei ai valorosi grillini di concentrarsi sulle delibere ferragostane di regione e provincia invece che sbraitare su Facebook sulle vacanze dei politici romani, potrebbero trovare qualcosa di interesante
EliminaTini è un gigante della politica, da almeno 10 anni si occupa della lottizzazione dei terreni Asl a Collemalvano, non ha concluso 'na mazza
RispondiEliminacit " Il metodo dialettico è quindi politicamente pedagogico, culturalmente migliorativo e utile se si desidera far crescere il senso comune e lo spirito critico di una collettività"
RispondiEliminapenso che il succo sia in questa frase...
non gliene può fregar di meno dell'opinione pubblica...chiaramente, solo se è contraria!
"un premio a chi s'impegna"...su, non fa nemmeno ridere!!!!
si rendono conto o no, che prima o poi, dovranno rendere conto a qualcuno di tutte le cazzate che dicono e fanno???...non c'è l'impunità!!!!
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G.R.
Vorrei tanto sperare che sia così, ma purtroppo i fatti ci danno torto. Per il momento.
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