23 ottobre 2015

Il dramma di Fabriano: serve una rivoluzione ma non ha rivoluzionari

Fabriano è sporca, imbrattata, divelta e rotta. Il Comune, al netto d'ogni polemica politica, non dispone delle risorse minime da dedicare alla manutenzione ordinaria e quotidiana, quella che qualifica la mano pubblica e ne giustifica esistenza e funzione.

Diciamolo: sarebbe fuorviante ricondurre il dramma cittadino alla penuria di risorse, alle clamorose inadempienze della classe politica locale e al suo sigillo culturalmente miserabile e povero rispetto alle sfide di una città che sta arretrando di decenni in ogni campo. 

Sono i trend demografici e sociali a rendere davvero insostenibile – a breve e medio termine – la situazione del territorio. Il primo dato preoccupante riguarda il futuro dei tantissimi fabrianesi disoccupati

Una quota di questi, probabilmente, potrà arrivare alla pensione grazie alla sponda degli ammortizzatori sociali lunghi ma c’è una parte consistente che, per ragioni anagrafiche ma non solo, non può giungere alla quiescenza contando sullo scivolo della cassa integrazione. 

Queste persone, sostanzialmente giovani, dequalificate dal non lavoro e con competenze sempre più obsolete, hanno due possibilità: emigrare in cerca di nuovo lavoro o sopravvivere in condizioni di povertà. Considerata la mentalità dei fabrianesi, poco propensi alla mobilità anche in situazioni di disagio, è presumibile che nei prossimi si assista a una dilatazioe dell'area della povertà. 

Poi ci sono quelli che sono approdati a Fabriano dopo il terremoto del 1997 per trovare lavoro nei cantieri della ricostruzione e nelle aziende del bianco, a quel tempo ancora capaci di assorbire manodopera e occupazione. 

Una parte di questi lavoratori e famiglie ha lasciato e sta lasciando la città seguendo le dinamiche di mercato e di assorbimento della manodopera; gli altri, profondamente segnati e colpiti dagli ultimi anni di crisi, hanno deciso di restare in città perché – almeno per il momento – è più facile essere poveri a Fabriano che nei luoghi di origine.  

Tra i flussi in uscita vanno considerati i giovani fabrianesi che lasciano la città perché - per consapevolezza, cultura e scolarizzazione - non trovano nel territorio una possibilità concreta di stabilizzazione personale e di consolidamento del futuro. 

Si tratta della perdita più grave, di un'emorragia di energie intellettuali, di risorse professionali e di potenzialità demografiche capace di mettere a repentaglio il ricambio naturale delle generazioni, condizione primaria di sviluppo e motore di una relazione aperta e proficua con l’idea stessa di futuro. 

Tale combinazione di fattori, legata alla crisi economica e industriale, determina una conseguenza  e cioè che senza una brutale quanto improbabile inversione di tendenza la Fabriano del futuro sarà una città di poveri e di vecchi, una realtà priva di forza lavoro occupabile e di gioventù capace di connettere la comunità e il territorio alla grandi correnti della vita e del pensiero. 

Questi processi demografici certificano una realtà amarissima e cioè che la decadenza di Fabriano ha raggiunto livelli che rendono difficilissimo ogni tipo di intervento. E' necessario un rivolgimento di mentalità collettiva e una brutale rivoluzione politica per impedire che la ripresa si sposti avanti nel tempo di almeno una generazione.

Fra circa un anno e mezzo si voterà il nuovo Sindaco. Di fronte a un disastro strutturale di queste dimensioni e al fattore tempo che non è davvero dalla nostra parte, servono candidati speciali: gente con il senso del dramma e dell'urgenza, figure che non perdano tempo a raccontare i propri trascorsi, a sciorinare meriti pregressi e a esibire medagliette al bavero. 

Il disastro demografico e sociale di Fabriano merita sovversivi con un disegno di futuro. Tutto il resto è noia. Anche senza scomodare Califano. Il problema è che Fabriano è stata capace di creare soltanto situazionisti furbetti e palloni gonfiati. Servirebbe un papa straniero ma purtroppo anche l'orizzonte è diventato ateo.
    

22 commenti:

  1. Simone', un Papa straniero come Porcarelli?

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  2. Altro che generazione, qua ne servono minimo 2.
    D'altronde se la giunta è costituita da vecchi con un indice di scolarizzazione da licenza media, cosa si può pretendere?

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  3. Sovversivi con un disegno del futuro........ io personalmente qualcuno ne conosco e li puoi trovare tutti i sabati mattina in piazza davanti la fontana simbolo di Fabriano.

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    1. Stamani ho guardato, ma oltre al trio della mutua Souris Sorce Topo, Lazzaro del Commercio ed un altro vecchio non ho visto nessun altro

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  4. Ripartire da zero non è facile, spesso neanche positivo, penso però davvero che sia necessario ricorrere ad una rifondazione culturale. Fabriano ha tante peculiarità e tante intelligenze ( anche tu lo dimostri con quanto dici ), probabilmente non serve un papa straniero, semmai uno di buona volontà e che anteponga il buon governo della città alle sue, anche, legittime aspirazioni. Lo dico io da "straniero"
    .

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  5. Intanto questo potrebbe essere utile per avere almeno uno slancio di dignità: https://www.youtube.com/watch?v=sAmybk4CwCM

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  6. Almeno questo potrebbe essere utile per avere almeno uno slancio di dignità:
    https://www.youtube.com/watch?v=sAmybk4CwCM

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  7. Un popolo disunito che si è sempre combattuto a vicenda, che ha sempre sparlato male e che ha approfittato quando ha potuto a discapito del prossimo...non potrà mai unirsi per delle battaglie. Il futuro di Fabriano è essere schiava di un altro potentato post merloniano. Arrivato il nuovo tutta la città di nuovo a leccare per accaparrarsi i primi posti della fila sociale a discapito di tutti gli altri. Questa è Fabriano, questi sono la maggior parte dei cittadini fabrianesi !!!

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    1. Disamina perfetta della città. Niente altro da aggiungere

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  8. Il Sindaco, la Giunta e i consiglieri di maggioranza sono ormai il teatro dell'assurdo, basta vedere gli argomenti che tengono campo in consiglio comunale, mai che ci fosse qualche mozione di interesse rilevante per lo sviluppo di Fabriano.

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    1. Come ho già scritto, cosa ci si può aspettare da ultra-sessantenni con bassa scolarità che non hanno mai lavorato? Aspettano di andare in pensione con i soldi dello Stato ed intanto invece di andare a giocare a carte al circolo passano il tempo in Comune.

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  9. Non capisco i Cinque Stelle, iniziative e polemiche spot, alcune anche azzeccate e giuste, ma nessuno strattone o azione politicamente risolutiva di fronte all'opinione pubblica per far cadere questa Giunta. Anche del Giano dopo tanto parlare sembra che si siano dimenticati tutti.

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  10. Non vedo molta costruttività in questo articolo…
    Osservi che c'è sempre meno lavoro, l'unica speranza è emigrare e serve qualcuno col senso del dramma. Mi sembra di guardare un servizio del TG2.
    Tra l’altro puoi prendere questo articolo e contestualizzarlo in qualsiasi città italiana a caso :-)

    Fino a poco fa eravamo tutti esperti di calcio e del grande fratello, adesso che non possiamo più permetterci l'abbonamento in tribuna e la pelliccia per la signora, siamo diventati tutti esperti di politica...

    Non servono persone con il senso del dramma, serve che i fabrianesi, come gli italiani in generale, muovano un po' il culo dagli sgabelli del bar, si rabbocchino le maniche e, lasciando un po' di campanilismo a casa, facciano network per costruire qualcosa insieme. Prendono forma molte piccole realtà da cui prendere esempio: birrifici, fab lab, aziende agricole, servizi per il turismo… Abbiamo tanto oro in questa terra quanto prosciutto sugli occhi per non vederlo.

    Ci sono iniziative come Fabriano creative city e "via balbo non dorme" che rappresentano un ulteriore esempio di come "fare qualcosa insieme". È un inizio, non è proprio come la Fondazza social street a Bologna, però è qualcosa :-)

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  11. Ma "via Balbo non dorme" oltre a rompere i coglione a quelli che abitano lì, che esempio è? Vabbe' che a Favriano la movida è arrivata col treno della breccia, ma pure a Grotte ce stanno i baretti aperti fino alle 2.

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    1. E' l'esempio di gente che ci prova e si fa il mazzo e non sta, come te, a dire scemenze.

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  12. serve un Filosofo, uno Sgarbi per dirne una! dopo tanto FARE c'è bisogno di Ripensare un modello di città, che non può essere solo la città delle industrie.
    E' vero che la massa critica del lavoro la fa il manifatturiero, ma quello è un mondo oramai andato!
    Il miracolo fabrianese l'ha creato, volenti o nolenti, un signore emigrato al Nord che poi innamorato della terra natia ha voluto scommettere sul proprio territorio; all'epoca c'erano due condizioni fondamentali
    - la fame (non solo di pancia, ma anche quella di riscatto sociale dai disastri della guerra)
    - la crescita; portata sempre dalla guerra perché ha si distrutto tutto, ma ha anche introdotto innovazioni tecnologiche che poi sono state applicate sulla produzione di massa
    Credo che almeno per fabriano si debba aspettare che si ricrei questa condizione; ci vuole qualcuno che sia nuovamente innamorato della propria terra e che torni a "casa" con un sogno in tasca.
    Nel frattempo gli si devono abolire tutti gli ammortizzatori sociali passivi, chi percepisce un reddito ed è in grado di lavorare deve dare un contributo alla propria città.
    nel frattempo la città deve restare collegata dal resto del mondo(quadrilatero e ferrovie)
    Bisogna accorciare le distanze dai grandi centri vicini altrimenti chi vorrà venire a Fabriano?

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    1. ESEMPIO LAMPANTE= FABRIANO-PERUGIA NON ESISTE UN COLLEGAMENTO DIRETTO VIA AUTOBUS!

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    2. Giuliano provi a digitare su google Sgarbi + Urbino, dai risultati si potrà rendere conto che nel suo ruolo di Assessore alla Rivoluzione del Comune di Urbino in due anni non mi sembra di aver assistito a grosse rivoluzioni, ma forse sono prevenuto, comunque giudichi lei di fronte ai fatti e alle notizie e si faccia un'idea se e come Sgarbi abbia cambiato il volto di Urbino. Che poi personaggi come Sgarbi abbiano le porte aperte in ogni dove in Italia, ma solo in Italia, e soldi pubblici e privati a disposizione in gran quantità (e noi a Fabriano ne sappiamo dolorosamente qualcosa), la dice lunga come questo paese vada ancora in cerca di eroi, santi, navigatori, allenatori, rottamatori, dittatori o salvatori della patria a cui affidare quella bacchetta magica che toglie la responsabilità della fatica alla collettività e all'etica dei singoli. Fino a quando in Italia come a Fabriano non esiste un'etica e uno spirito nazionale, ma vige la legge del tengo famiglia e del mors tua vita mea, rimarremo sempre una giungla, una nazione arretrata, incapace di competere in un contesto internazionale e senza nemmeno più lacrime per fare il solito pianto del coccodrillo sulle disgrazie che ci siamo andati a cercare, perché anche le disgrazie hanno fatto e continuano a far comodo a molti.
      Sul fatto del manifatturiero non sarei così pessimista. Certo, se continuiamo a fare produzioni di basso valore aggiunto, mentre il mondo ora ha fame di robot, è pacifico che siamo e saremo sempre out. A tal proposito non guardiamo solo la faccia luminosa della medaglia come la storia di Aristide, che ha avuto anche la via spianata dall'appoggio giusto e doveroso degli Agnelli, ma guardiamo anche alla storia di Adriano Olivetti che nel 1949 è stato illuminato da Enrico Fermi sulla via dell'automazione e dell'informatica, che ha nominato nel ruolo di direttore generale il suo operaio Natale Capellaro, la cui invenzione rivoluzionò l'intera macchina amministrativa degli Stati Uniti, ma che ha pagato a caro prezzo il suo essere industriale italiano troppo avanti con i tempi, così mentre lui pensava alla vera innovazione a Torino lo guardavano come un sovversivo perché si doveva continuare a far girare miliardi di bulloni o a impastar milioni tonnellate di calce, senza chiedersi il perché e senza sapere dove questa strada alla lunga ci avrebbe portati.

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  13. Giuliano grazie per il tuo intervento pieno di stimoli interessanti. G.Simonetti

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  14. Oggi alla Camera ennesima interrogazione parlamentare al Ministro Guidi sulla ex Antonio Merloni, vedremo anche questa quanta fuffa sarà sollevata al vento.

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  15. a FaVriano, le famiglie dei dirigentoni non volevano venire giá prima, quando c'era lavoro, adsso non c'è più nemmeno l'occupazione che era l'unica attrattiva di questo territorio.
    Dobbiamo imparare a trovare la da soli la soluzione, non aspettare la grazia, perché la grazia non ce la fará nessuno cari concittadini. Se qualcuno arriverà sarà solo per finire di spremerci per un paio di anni e poi andarsene senza lasciare nulla.
    Andate a Falconara e fatevi un volo Falconara-Roma, perché dall' alto si capisce bene dove Madonna sta Fabriano e quanto è isolata in mezzo ai monti e distante da tutto. Constarete che se uno da fuori viene ad intraprendere qui, vuol dire che è un pazzo e non sa cosa fa.
    In piú adesso paghiamo con gli interessi il non avere piú alcun rappresentante politico in regione, perchè il resto dei marchigiani, cari signori, gode nel vederci messi cosí, ve lo garantisco.
    Lavoro fuori e sento continuamente persone dirmi che adesso noi fabrianesi, finalmente, ci toglieremo la puzza sotto il naso.
    Serve un grosso cambiamento di mentalitá, invece, come sempre, la scena è la solita di quello che senza fare nulla, aspetta seduto in riva al fosso il cadavere del nemico che passa;
    solo che il cadavere del nemico è quello di un suo concittadino al quale augura il peggio giusto per potersi consolare con uno che sta peggio di lui.
    Questa crisi poteva essere una grande occasione , invece, ancora una volta abbiamo dato prova di non saper collaborare.

    Chiedo ai vari ex dirigenti, ai dirigenti seduti al bar centrale di dare una mano ai ragazzi, fargli consulenze gratuite, spiegargli come si sta sul mercato, quali errori non fare. Di giovani con la voglia di intraprendere ce ne sono tantissimi, ma l' indice di sopravvivenza è minimo e la paura è tanta.
    Dateci un aiuto, mettete al nostro servizio la vostra esperienza, insieme si può cambiare.

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