15 giugno 2016

Paradossi fabrianesi: la Fondazione è in crisi ma fa più gola di prima

La deputata fabrianese del M5S Patrizia Terzoni è intervenuta sul caso Veneto Banca chiedendo il risarcimento dei risparmiatori coinvolti nel recente salasso

A corollario delle sue dichiarazioni la parlamentare ha anche sottolineato il silenzio della politica nazionale e locale, definendo la vendita di Carifac a Veneto Banca, una "svendita".

Sul silenzio della politica e sull'esigenza di un risarcimento nulla da obiettare. Sulla presunta svendita della Carifac, invece, ci sarebbe molto da eccepire perchè la Cassa di Risparmio, a partire dal 2000, ha vissuto convulsioni che ne hanno disastrato i fondamentali.

Di conseguenza Carifac fu "svenduta" perchè quando sei alla canna del gas non puoi contrattare condizioni favorevoli. Basta leggere i risultati del 2008, quando la banca fabrianese - succube di potentati in crisi e artefice di operazioni da brivido - perse 16 milioni di euro e anche per questo fu costretta a firmare un accordo con Veneto Banca che aveva un inevitabile sapore di resa.

Nella valutazione della parlamentare grillina non si fa, invece, alcun cenno all'azzeramento della partecipazione della Fondazione, quinto azionista della banca di Montebelluna. Sul tema i grillini fabrianesi sono sempre stati curiosamente prudenti e magari un giorno ci spiegheranno anche il perchè di questa inedita discrezione.


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La Fondazione è stata, ed in parte è ancora, un potere cittadino rilevante, ma la dimensione reale della sua influenza non può essere definita e descritta in assoluto ma va correlata anche al peso esercitato, nel tempo, da altri soggetti.

Finchè il potere merloniano è stato forte e indiscusso a livello industriale e politico, la Fondazione ha svolto un ruolo complementare, poi a partire dal 2001 si è caratterizzata come riserva indiana soggetta alla governance del Prof. Abramo Galassi, figura esterna al circuito classico del merlonismo ma non certo alternativo al sistema.

Il momento di gloria della Fondazione - che l'ha trasformata nell'approdo più appetitoso per politici in disuso e borghesi in cerca di glorie decadenti - è coinciso con la fine del merlonismo e con il default finanziario del Comune degli ultimi anni, che hanno reso la Fondazione l'unico rubinetto finanziario ancora in grado di annaffiare una città prosciugata economicamente e socialmente dalla crisi

Visto che il potere locale è intimamente legato alla disponibilità di risorse finanziarie si è passati da un potere dislocato su più soggetti a un potere monocefalo, con il paradosso di una città più povera e meno pluralista che nel passato. La ravanata subita dalle azioni di Veneto Banca, se da un lato ha bruciato risparmi e investimenti dall'altro ha svolto anche una originale funzione democratica, decretando la fine del potere residuale della Fondazione.

Il potere di erogazione della Fondazione deriva, infatti, dal ritorno che essa riesce ad ottenere dai suoi investimenti; ritorni che la crisi finanziaria globale ha spinto ai minimi termini. Di conseguenza è più che mai necessario disporre di una struttura patrimoniale che consenta di bilanciare investimenti più sicuri ma a bassa remunerazione con investimenti ad alto rischio ed elevato ritorno.

L'azzeramento della partecipazione a Veneto Banca - oltre ad aver bruciato ogni coinvolgimento nella ricapitalizzazione dell'istituto di Montebelluna - di certo riduce anche le risorse disponibili per attività e iniziative sul territorio perchè quel che accade al patrimonio non risparmia di certo la gestione delle erogazioni. Anche perchè la Fondazione ha iscritte a bilancio obbligazioni subordinate Veneto Banca, a rischio bail in, per un ammontare di 15 milioni di euro .

Per rigenerare i livelli di risorse disponibili servirebbe, quindi, una gestione finanziaria a rischio elevato ma dopo il salasso degli ultimi mesi la Fondazione non può permettersi di percorrere questa strada.

Di fatto la Fondazione finirà per operare con una drastica riduzione del proprio livello di erogazioni che secondo alcuni osservatori potrebbe passare da 2 milioni di euro a circa 600 mila. Ciò significa che se la Fondazione decidesse di finanziare programmi di welfare compensativi rispetto ai buchi del Comune resterebbero a sua disposizione risorse che non permetterebbero di applicare la linea del Presidente Ottaviani: finanziare pochi progetti e rilevanti.

E', quindi, assai probabile che il futuro a breve avrà un profumo d'antico e si tornerà a distribuire poche risorse in mille rivoli. Ed è anche per questo che c'è molta battaglia attorno alla Fondazione. In fondo 600 mila euro sono sempre 600 iniziative da 1.000 euro. E con le elezioni alle porte è più arrapante gestire briciole elettorali che arrovellarsi sui grandi numeri.
    

17 commenti:

  1. Non credo che il Monastero, a fronte di erogazioni di solo 600 mila euro, potrà continuare a spendere:
    235mila euro in Compensi e rimborsi spese organi sociali (pagina 139)
    194mila euro in Spese per il personale (pagina 140)
    176mila euro in spese postali, cancelleria, etc...
    (pagina 141 www.fondazionecarifac.it/Portals/0/Bilancio/bilancio%202015.pdf)
    Le erogazioni sembrano essere circa 200 (da pagina 150 a 158).

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  2. 194 mila euro di costi del personale per due persone. ma vi rendete conto?

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  3. Anche se a volte Fallace, era meglio Terzani!
    http://borgofabriano.altervista.org/fabriano-terzoni-m5s-carifac-operazione-scellearata-accertare-responsabilita-anche-vecchia-data/
    "...estendere ai risparmiatori Veneto Banca l'indenizzo..."

    www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/12/30/15G00222/sg
    Articolo 1, comma 855, della legge 28 dicembre 2015

    " E' istituito il Fondo di solidarieta' per l'erogazione di
    prestazioni in favore degli investitori che alla data di entrata in
    vigore del decreto-legge 22 novembre 2015, n. 183, detenevano
    strumenti finanziari subordinati emessi dalla Banca delle Marche Spa,
    dalla Banca popolare dell'Etruria e del Lazio - Societa' cooperativa,
    dalla Cassa di risparmio di Ferrara Spa e dalla Cassa di risparmio
    della provincia di Chieti Spa. "

    Sino ad ora,nessun detentore di strumenti finanziari "subordinati", emessi dalla Veneto Banca,
    ha subito perdite da liquidazione dell'emittente.

    Nei primi giorni del 2009, la Banca d'Italia con
    "il rapporto ispettivo ha evidenziato maggiori sofferenze per Euro 101,5 milioni, maggiori incagli per Euro 67,4 milioni
    e maggiori previsioni di perdita per Euro 74,7 milioni." (Purtroppo, non solo 16!)
    Vedi pagina 23 di www.gruppovenetobanca.it/c/document_library/get_file?uuid=a6bfb2bf-583c-46a4-b641-bb4df3287370&groupId=11351


    La pagina con le sanzioni da Draghi è la X.13, di www.ircri.it/wp-content/uploads/2013/01/Bollettino-aperto-n.-6-Giugno-2010.pdf

    Qualcuno, a Montebelluna, potrebbe ipotizzare che è stata la CARIFAC ad affossare la loro Banca.

    La S di M5S sta per Svegliatemi??

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    1. La S sat per SVEGLIATECI che non capiamo piu nulla Basta vedere quelling che i grillini hanno scritto su Ilaria Capua.

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    2. Primo. Questo tipo di sanzioni sono comminate da Bankitalia a tutte le banche a seguito di ispezioni. Potremmo stare qui a discutere tre giorni circa la bontà e l'efficacia di questi controlli.
      Secondo. Veneto banca ha fatto un "favore" a Bankitalia nell'acquisto di banca Apulia che era un grande problema. Così Bankitalia con le continue ispezioni in Carifac ha fatto sì che l'offerta di Veneto banca per ogni azione Carifac scendesse dai 3 euro iniziali, a 2,70 fino agli 0,78 euro finali.
      Terzo. Veneto banca è nata a fine anni ‘90 e poi ha cominciato ad acquistare banche "decotte" come Popolare di Intra, Apulia, Carifac e ad espandersi in note nazioni "avanzate" come Albania, Moldavia e Romania. Cosa pensate ne venisse fuori da una somma di banche fallite? Una banca modello?
      Quarto. L'onorevole Terzoni, pur lodevole nel suo impegno a difesa dei diritti dei deboli e della trasparenza amministrativa, dovrebbe comprendere che quando un'azienda fallisce, perdono i soldi tutti quelli che ci hanno investito. Questa è la regola di un'economia di mercato. Basta con questi appelli populisti di risarcimenti per tutti ... chi dovrebbe risarcire? Lo Stato ... cioè tutti noi contribuenti che ci siamo tenuti alla larga da questi investimenti? Se qualcuno è stato raggirato, che se ne faccia carico la magistratura con azioni personali contro i responsabili ... se andiamo avanti a risarcimenti a pioggia si deresponsabilizza il risparmiatore/investitore come se fosse vera la favola che sia tutto garantito ... invece deve imparare che qualche volta i soldi investiti possono non tornare indietro!

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  4. Dimenticavo...

    www.adusbef.veneto.it/docs-support/banche-sentenze/sanzioni-ammministrative/cassa-di-risparmio-di-fabriano-e-cupramontana-an

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  5. Tra le 1114 pagine del "Prospetto informativo di offerta e ammissione a quotazione di Azioni dell'emittente VENETO BANCA S.P.A.", e precisamementa da pagina 980 a 981, si possono leggere cosa ancora lega la ex CRFC(ora Veneto Banca) e primario gruppo industriale in amministrazione straordinaria.

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    1. Dimenticavo il link: www.consob.it/documenti/prospetti/2016/PU_155911.pdf
      Le mie più sincere scuse, ma da cellulare sono una vera frana! :)))

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  6. Se la Fondazione è in crisi almeno respira e può ancora nutrire, quando intorno sono rimasti solo zombie che camminano, quindi è pacifico che sperino di rimanere a galla rifacendosi una verginità come nocchieri che tengono a galla la nave alla deriva. Dove ti ricapita più prendere 260 euro per fare una riunione?

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    1. Il fiato della Fondazione è corto, perchè dovuto molto alla cedola del 10% della subordinata.

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    2. Sarà ancora più corto se dopo le azioni perde pure i 15 milioni dell'obbligazione subordinata al tasso del 10%,

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  7. Gli interventi della Terzoni sono sempre piu vuoti di contenuti.

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  8. Caro Simonetti, sono quello che qualche anno fa ti spingeva a trattare l'argomento Carifac e relativa Fondazione e tu piccato mi rispondesti che del blog ci facevi quel che ti pareva ... giustamente ... è tuo. Il mio era uno spingerti per creare un movimento di opinione su un tema che solo alcuni avevano il coraggio di affrontare pubblicamente (per esempio dal buon caro ex sindaco Sorci ... a proposito dove sta il libro tanto promesso?) perché questo blog lo ritengo una valvola di sfogo per trattare argomenti in maniera libera anche se avvolti nell'anonimato. Che sarà anche vigliacco ma si sa, a Fabriano se non fai parte della casta poi è dura sopravvivere.
    Mi fanno ridere coloro che chiedono risarcimenti in merito ad investimenti ora volatilizzati ... cari signori investitori, siete degli ignoranti finanziariamente parlando. Il vero valore delle azioni Veneto Banca stava scritto nei numeri dei bilanci e dei multipli rispetto alle altre banche. Se ci sono state delle responsabilità vanno certamente accertate e punite ... personalmente però, ma basta chiedere risarcimenti statali ... in finanza nessun pasto è gratis e non date retta sempre all'oste che vuol vendervi il suo vino!
    Le responsabilità sul dissesto della vecchia CRFC fino al 2008, stanno nell'aver lasciato un uomo solo al comando della banca dalla fine degli anni ’90 e dalla responsabile collusione dei vertici della Fondazione succedutesi nel tempo. Ricordiamoci che il patrimonio della Fondazione è passato dai 220 milioni dei tempi in cui le azioni CRFC valevano 4,60 euro ai circa 60 milioni di oggi. Patrimonio della comunità e non di "quattro" scellerati amministratori che hanno anche osannato nel corso del tempo! È di questo che ti volevo far parlare caro Gianpietro ma parzialmente nel tempo hai raccolto la provocazione.
    Adesso tutti a piangere sul latte versato! Ben vi sta! E fate attenzione perché potrebbe non essere finita qua. Con rinnovata stima Simonetti per come proponi le varie tematiche favrianesi (con la 'v').

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    1. hai ragione non è finita.
















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    2. Purtroppo non è finita quà. E sinceramente mi auguro ancora lacrime e sangue, perchè Fabriano ha bisogno di una scoppola enorme per poter forse risvegliarsi da quel torpore in cui la dinastia cattolico-merloniana l'ha lasciata. Per quelli che criticano la Terzoni, suggerisco di rileggere gli atti parlamentari delle nostre tre favrianesi e stilare una classifica sulla sostanza e non sull'identità politica. Delle due senatrici cloni non si hanno notizie da tempo immemorabile, troppo impegnate forse nella vita al di fuori di Palazzo Madama.

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    3. Ringraziamo i fabrianotti per entrambe le senatrici

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    4. Una delle due senatrici forse ce la ritroveremo come candidata sindaco. Io la vedrei bene come responsabile del gattile comunale

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