1 giugno 2016

Veneto Banca tra Fondazione e Yellow Submarine


Il salasso finanziario che si è abbattuto su Fabriano, come effetto della forchetta di valore fissata per le azioni di Veneto Banca, è l'ennesimo affondo nel corpo di una città che è allergica a lavare in pubblico i panni sporchi.


Questo bisogno di vivere in un "sottomarino giallo", poco lisergico e molto metalmezzadro, è il derivato della mentalità di gente abituata a pensare che per arginare un problema ci sono due possibilità: o minimizzarlo o imbastirci attorno una gran confusione.

Ogni volta che la cronaca propone una questione che coinvolge soldi, lavoro e potere e non sia il solito cazzeggio politico e amministrativo, scatta immediatamente lo yellow submarine e puntualissimo appare chi invoca la sanatoria sul passato e sul presente

Di fatto il futuro è diventato lo spazio temporale prediletto dai fabrianesi, perchè basta evocarlo per spostare altrove il focus e fingersi proiettati in uno spazio evoluto dove non esistono errori e responsabilità pregresse: il futuro fa chic, non impegna e rende commestibile lo status quo.

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La questione Veneto Banca, ad esempio, è di quelle che non consentono di svolazzare nei campi elisi del futuro, perchè si gioca su due tavoli diversi e complementari: uno che chiama in causa il passato, ovvero perchè Carifac fu venduta o svenduta a Veneto Banca, e uno che riguarda il qui ed ora, ovvero quali effetti ha prodotto e produrrà sul territorio fabrianese la crisi di Veneto Banca.

La forchetta di valore, compresa tra 0,10 e 0,50 euro, deliberata dal nuovo Consiglio di Amministrazione dell'istituto di Montebelluna ha consentito di tracciare alcune linee di demarcazione:
  • Per quotare Veneto Banca, alla luce del previsto aumento di capitale da un miliardo di euro, serve un flottante di almeno il 25%, ovvero una sottoscrizione di titoli per 250 milioni di euro.
  • Il precedente della Popolare di Vicenza lascia intendere che lo stock di flottante sia irraggiungibile nonostante il prezzo da Porta Portese. Non è un caso che il mercato abbia lanciato segnali chiarissimi, penalizzando in Borsa i titoli delle banche interessate all'operazione Veneto Banca.
  • L'inevitabile intervento totalitario del Fondo Atlante determinerà l'uscita dal capitale sociale di Veneto Banca degli attuali 88 mila azionisti dell'istituto di credito di Montebelluna; azionisti che hanno subito perdite complessive per circa 4 miliardi di euro.
  • La Fondazione Carifac, quinto azionista del gruppo con 561.603 azioni, nel giro di due anni ha perso circa 22 milioni di euro (quasi 40 miliardi delle vecchie lire) di valore della partecipazione a Veneto Banca oggi ridotta in un range compreso tra un massimo di 280.802 € e un minimo di 56.160 €.
  • Secondo il quotidiano La Stampa il salasso fabrianese ammonta a circa 44 milioni di euro dei circa 120 bruciati nelle Marche, di cui metà del valore riconducibile ai risparmiatori.
Il Presidente Ottaviani ha dichiarato che non ci sono le condizioni affinchè  la Fondazione possa partecipare all'aumento di capitale. Di fatto Corso della Repubblica è definitivamente fuori da Veneto Banca e non avrà, se mai l'avesse potuta avere, alcuna voce in capitolo sulle scelte future dell'istituto.

Il probabile intervento del Fondo Atlante - finalizzato alla costruzione di una grande banca veneta da ricollocare sul mercato, frutto di una possibile fusione con la Popolare di Vicenza - avrà, infatti, come conseguenza anche una pesantissima ristrutturazione degli assetti territoriali della banca e dei suoi canali di raccolta del risparmio. 

In questo quadro è quasi certo che Fabriano subirà una mazzata epocale, e verrà ridimensionata sia in termini di sportelli che di livello occupazionale. E stavolta la città non potrà contare su nessuno dei suoi tradizionali referenti politici, sia a livello regionale che nazionale. 

Il re è nudo anche se finge di indossare il vestito della festa. Ed è per questo che è necessario far funzionare il sottomarino giallo, minimizzando l'accaduto. E i minimizzatori sono già all'opera, specie sul versante della Fondazione: 22 milioni di partecipazioni andate in fumo non cancellano i 60 milioni di patrimonio restanti. Della serie: tiramo a campà che chi si accontenta gode!

Il non detto è chiaro: proseguire come prima, come se nulla fosse accaduto, confermando giochi di potere, giochini di corridoio e passatempo remunerati. Il Presidente Ottaviani, modernizzatore attento più di ogni altra cosa alla propria immagine, è difficile che possa allinearsi a questo andazzo e dalle prime dichiarazioni rilasciate non sembra propenso a mettere tra parentesi l'accaduto.

La Fondazione, infatti, ha il dovere istituzionale di tutelare e conservare il proprio patrimonio e minimizzare non è il modo migliore e più sensato per farlo. Anzi configura il più stupido ed eclatante dei suicidi.

Non è da escludere, quindi, che all'interno della Fondazione - come spesso accade quando le situazioni precipitano - possa scatenarsi una faida intestina in cui Ottaviani rischia di finire come Gorbaciov scalzato prima dai golpisti e poi da Eltzin.

L'azzeramento della partecipazione, al di là delle ricadute patrimoniali, ha prodotto un profondo effetto simbolico: la Fondazione non è più un santuario da guardare con deferenza ma uno dei punti in cui la crisi del nostro territorio e della sua claudicante borghesia sembra essere più profondo e feroce. 

Ottaviani, che appare sempre più nitidamente come il commissario di fatto della Fondazione, ha una sola possibilità per sbarazzarsi di quel cerino che gli è stato appioppato - in nome del senso di responsabilità istituzionale - nel dicembre 2015, quando la Fondazione ha deciso di non optare per il recesso a 7,3€ per azione: aprire un dibattito pubblico su quanto accaduto, una discussione capace di coinvolgere l'intera città e non solo i ristretti giri di una borghesia sempre più malandata e di quel che resta della DC. 

Il tempo delle finestre chiuse è finito e il Presidente della Fondazione è abbastanza scaltro per immaginare una exit strategy che non favorisca i maneggi dei vecchi dinosauri. Il problema è che non lo farà. Perchè we all live in a yellow submarine!
    

23 commenti:

  1. La DC vince sempre Simonetti!rassegnati

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  2. Quanti sono i soldi persi a Fabriano?

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    1. Boh mistero. Stanno tutti zitti, al contrario di altre parti

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  3. Ci vorranno 3-4 generazioni per far tornare il PIL fabrianese ai livelli pre crisi.

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    1. Per risollevare il PIL si può usufruire del business dei migranti andandoli ad ospitare nei capannoni vuoti.

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  4. Vado di fretta...

    Il diritto di recesso era solo virtuale...
    www.ilfattoquotidiano.it/2016/01/22/veneto-banca-solo-219-soci-hanno-chiesto-il-recesso-a-73-euro-ma-il-diritto-e-virtuale/2397964/
    "Ma il loro legittimo recesso rimane del tutto teorico: la banca guidata da Cristiano Carrus, avendo un deficit di capitale,
    ha infatti stabilito (come consente il decreto sulle banche popolari varato l’anno scorso dal governo) che per ora non riacquisterà i titoli."

    Se la FCRFC ne avesse fatto richiesta, essendo un grande azionista, avrebbe seminato panico, reso più difficile la ricapitallizzazione e
    reso carta straccia i 15milioni di obbligazioni Veneto Banca 2022 Sub. Qui Sub sta per subordinata, non per Submarine :))
    vedi pagina 127 del Bilancio 2015
    www.fondazionecarifac.it/Portals/0/Bilancio/bilancio%202015.pdf

    a pagina 5 c'è un elenco di persone che essendo indicati come componenti del Consiglio di Amministrazione, Collegio dei Revisori, Comitato di Indirizzo e Segretario Generale,
    possono raccontare come sono andate le cose, perchè probabilmente vissute come attori.

    Faccio notare che l'ingegnere di campagna, quando frequentava Palazzo Chiavelli, era socio della FCRFC sia a titolo personale che in forza della carica istituzionale che ricopriva,
    ma non ha mai riferito in consiglio comunale sulle vicende che avvenivano in Corso della Repubblica.

    Buona Festa a tutti, sopratutto a quelli che hanno un'idea nobile di Repubblica.

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    1. Il Souris Sorce Topo ci ha rimesso del suo o si è salvato in corner?

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  5. Il diritto di recesso era virtuale? Invece il salasso è reale. Ma ancora continuiamo a giustificare? Neanche il lanciafiamme vi mette un po'di sale in zucca!

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  6. Il diritto di recesso era virtuale? Invece il salasso è reale. Ma ancora continuiamo a giustificare? Neanche il lanciafiamme vi mette un po'di sale in zucca!

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  7. Sulla vicenda Veneto B. che ha danneggiato 3000 risparmiatori silenzio assoluto e nessuna iniziativa popolare.Molti lamenti, informazioni rare e confuse e poco altro.
    Tra il poco qualche post di Simonetti, un paio di dichiarazioni di Sorci e niente altro. Assente anche il M5S locale, che invece in altre realtà è stato molto attivo. Anche queste poche voci si apprezzano per una valutazione realistica ma niente di concreto.
    La domanda vera è: C'E' QUALCOSA CHE GLI AZIONISTI POSSONO FARE CONCRETAMENTE PER RECUPERARE, ALMENO IN PARTE, GLI INVESTIMENTI? oPPURE DOBBIAMO CONTENTARCI SOLO DI QUALCHE CHIACCHIERA?

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    1. A Mhanno costituito un comitato per una class action.
      Sarà il caso di aggregarsi o farne una anche da fabriano??

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  8. Non credo, riferendomi all'ultimo commento.
    Personalmente saró attento alla conservazione dei posti di lavoro nelle banche del nostro territorio, pronto a spostare tutti i conti in altri istituti se dovessimo pagare anche questo prezzo.
    Sarebbe bene organizzarsi in associazioni di clienti per avvertire la direzione di Veneto Banca di questa possibilità.

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    1. See come no, sposto i soldi per salvare il posto ai raccomandati.

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    2. Ci ridiano almeno in parte i soldi...anche a costo di vendersi tutte le proprietà che hanno a fabriano e se ne tornino a Montebelluna......

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    3. Che le hai comprate a fare le azioni?

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    4. avevano detto che il prezzo di 40 euro era giusto,il rendimento era modesto ma sicuro,ci siamo fidati,siamo stati stupidi?? si probabilmente si , ma da una banca che vende a 40 ciò che vale 0 che cosa ci si può aspettare.CHE FALLISCA E RIDIANO I SOLDI CHE HANNO RUBATO.ANCHE A COSTO DI VENDERSI IL PALAZZO DI VETRO E TUTTE LE FILIALI E IMMOBILI CHE HANNO.

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    5. avevano detto che il prezzo di 40 euro era giusto,il rendimento era modesto ma sicuro,ci siamo fidati,siamo stati stupidi?? si probabilmente si , ma da una banca che vende a 40 ciò che vale 0 che cosa ci si può aspettare.CHE FALLISCA E RIDIANO I SOLDI CHE HANNO RUBATO.ANCHE A COSTO DI VENDERSI IL PALAZZO DI VETRO E TUTTE LE FILIALI E IMMOBILI CHE HANNO.

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  9. Scusate ma qualcuno vi ha obbligato a comprare le azione Carifac e poi Veneto Banca? O ad essere cleinti di questo Istituto? Solo su via Dante ce ne sono 5 o 6 di banche....

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  10. quindi direi che la Fondazione potrà finalmente iniziare a risparmiare evitando di finanziare la terribile Radio Gold

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  11. http://gsimonetti.blogspot.it/2012/09/la-lettera-di-sorci-ai-soci-della.html

    Roberto Sorci scrive 28 settembre, 2012
    Sei poco informato io sono stato uno dei pochi a dichiarare la mi contrarietà ho avuto anche una querela in proposito, ma attenzione io non ero contrario all' accordo con veneto banca ma alle modalità' con cui si era giunto l accordo. Vorrei ricordavi che siamo partiti da un accordo sottoscritto a gennaio a oltre 3 euro ad azione per finire a 0,78 euro .

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  12. Ho l'impressione il M5S di Fabriano sia ancora politicamente stordito dalla vicenda Fucksia che ha indebolito non poco la credibilità di tutto il gruppo cittadino.
    A quando il nome del loro candidato Sindaco?
    Il tempo stringe!

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    1. Muratori Sindaco Subito Senza Se e Senza Ma

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    2. Mario Paglialunga, così almeno ci commissariano dopo 5 minuti.

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