Paglialunga cerca di resistere agli Arancioni |
Che San Silvestro potrebbe mai essere senza il botto e senza la bomba carta che, in un istante, fa saltare qualche falange ai festeggianti? Ma i lotti, gli schioppi e i botti, stavolta, coinvolgono anche la politica perchè con le elezioni posizionate a febbraio pure la fine dell'anno diventa un momento di feroce e dolente agonismo. La notizia di oggi riguarda la corposa scissione in corso all'interno dell'IDV. Davide Favia ha annunciato che toglie le tende dal partito di Di Pietro. E che non lo farà da solo, ma in compagnia di una mesta carovana di Re Magi, pronti a raggiungere il promettente (?) approdo nella fredda capanna di Donadi e Tabacci. I giornali riferiscono che anche Vario Paglialunga è salito sul cammello di Favia. Ma c'è anche chi, proprio stamattina in Piazza, se ne faceva beffe, raccontandolo in procinto di sostenere la rivoluzione civile di Ingroia e degli Arancioni. Paglialunga aveva poca voglia di replicare e sembrava perso in un pensiero amaro, accompagnato da un smorfia ingrigita e tesa. Sicuramente siamo in una fase liquida, di continui rovesci e pochissima quiete, ma di certo decidere se cambiare partito in una notte - per di più in quella di San Silvestro - vuol dire che davvero ti ha detto sfiga. Il problema di Paglialunga è triplice: scegliere una militanza che abbia un minimo di prospettiva politica, che non rappresenti un cortocircuito devastante rispetto al proprio passato socialista e che non offra la sponda al Sindaco per improvvisare un primo rimpasto di Giunta. L'alternativa per Paglialunga è secca: o resta con Di Pietro e approda alla corte degli Arancioni o si accoda a Donadi, ben sapendo che il preludio dell'annessione al Pd e quindi la fine della sua carriera politica. La soluzione Donadi è quella che fa guadagnare un po' di tempo e posticipa il fine corsa. E posticipare in politica è sempre un'assicurazione sulla vita perchè il dinamismo della politica funziona a fisarmonica come il cielo d'Irlanda cantato dalla Mannoia. Seguendo l'ex capogruppo alla Camera dell'IDV Paglialunga salva temporaneamente la poltrona da assessore e non è costretto, ideologicamente, a rinnegare fino all'ultima goccia l'antico richiamo craxiano e quel garantismo che fu patrimonio dei socialisti fin dal tempo dei referendum del 1987 sulla "giustizia giusta". Non è invece ancora chiaro cosa farà la Malefora, anche se è difficile immaginare un'avvocato che si schiera con Ingroia e col partito dei pubblici ministeri. Di certo è politicamente giovane e quindi legittimamente alla ricerca di uno spazio in cui ricollocarsi con successo. Intrupparsi con Donadi non le conviene perchè c'è già infilzato il tappo di Paglialunga. L'ipotesi più plausibile è che assieme ad Alianello partecipi direttamente all'esperimento montiano, dando vita alla premiata ditta Aliazemolo & Montefora. Ma anche di questo si riparlerà nei prossimi giorni. Per ora buona lenticchia a tutti e un 2013 coi fiocchi per gli amici del blog, i politici e i cittadini faVrianesi.