Questa foto non l'ha ritoccata il perfido ma gentile Fabrizio Moscè - che giusto qualche ora fa ha pennellato, nel suo blog, il senso più profondo dell'intrattenimento natalizio faVrianese e dei suoi improbabili artefici - ma mi è giunta, via posta elettronica, da un amico che bazzica i piani alti della politica locale. Segno che in certi ambienti si comincia a scendere dal pero e a considerare la politica un'attività tra le tante, ripulita di ogni solennità da cattedrale gotica. Ma a questa chiave di lettura, tendenzialmente speranzosa e volterriana, se ne affianca un'altra più leonardesca e fisiognomica, legata all'idea che ciò che si stampa in viso denota, principalmente, il caos e il cosmo dei moti dell'anima, che alla fine, come diceva Diderot, è quella che governa il corpo. E la cosa straordinaria di questo montaggio è che chi lo ha realizzato non si è limitato a fare il gigione in Photoshop, ma ha voluto congegnare una descrizione psicologico-politica dei quattro personaggi ivi rappresentati. Che, a prima vista, somigliano molto a un gruppo pop come i Cugini di Campagna ma poi, a guardarli bene, spiccano per diversità evidente di profili e per densità di pensieri sull'essere e sul fare. E' come se il ritocco da coiffeur ne avesse rivelato l'anima e il vizio, donando a questo carnevale di travestimenti visivi uno straordinario tocco di verità. Il taglio liscio e caschettato descrive bene il Vicesindaco Tini che somiglia a una Raffaella Carrà castana, assolutamente calzante e coerente per comune visione nazionalpopolare. E la Soubrette di Bellaria aveva una caratteristica che Tini ha fatto sua: essere tutto e il suo contrario, spargere sonanti risatone e poi piangere di cuore a colpi di carramba, e poi ancora ballare il tuca tuca e cantare "come è bello far l'amore da Trieste in giù" per concludere con una bella contata di ceci ai tempi di Pronto Raffaella. Tini, dal canto suo, fa la spending review ma sarebbe eccelso anche nello spendere e spandere a culo, nel piangere di fronte al caso umano, nel ridere di fronte al caso umano e nel fregarsene di fronte al caso umano. Ma c'è da dire che è geniale anche il taglio di capelli e il colore di Paglialunga, che - abbinati alla montatura rettangolare degli occhiali e alla smorfia a metà tra il disincantato e lo sprezzante - danno all'immagine un senso di perfezione descrittiva. Paglialunga appare come una ballerina di Montmartre che abbia fatto il salto dal palcoscenico alla gestione diretta del locale. Finiti i tempi del protagonismo giovanile, della coscia esibita come trofeo e del fare discinto come la Goulue immortalata da Toulouse Lautrec: oggi ci si adatta a ruoli più cauti, più ombrosi, più miti e di basso profilo. Di grande interesse è anche il risultato della composizione che coinvolge l'assessore Giuseppe Galli che, nella combinazione lieve di lineamenti delicati e furore dionisiaco, somiglia emblematicamente a un satiro danzante ma, volendo, anche a quei putti decorativi che possiamo trovare nella Camera degli Sposi del Mantegna o in qualche raffigurazione di Melozzo da Forlì. Da ultimo vale la pena commentare anche l'acconciatura dell'assessore Balducci, che esibisce un taglio che oscilla tra mia madre e Marilyn Monroe: rassicurante ma non troppo, in formato Thankgiving Day con tacchino farcito in testa e stile da signorona che dispensa consigli sulla migliore ricetta dell'arosto mistu. Insomma quadri e quadrucci, con le cotiche, del piccolo potere locale.
10 dicembre 2012
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Se questi sono i padroni del vapore di faVraino non c'è assolutamente da stupirsi se siamo nella m...a !!!
RispondiEliminasono stati votati dai cittadini...non è che si trovano lì per caso o perché qualcuno ce li ha imposti
RispondiEliminaallora dovevano essere al massimo consiglieri, anzi, se si contano i voti, qualcuno non arrivava a fare nemmeno quello.
EliminaI quattro sono stati tutti eletti consiglieri comunali.....
RispondiEliminagia', facciamoci su' una risata e non ci chiediamo chi e perche' li ha votati. Buonanotte!
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