Sagramola, sul Carlino di oggi, ha commentato, con toni accorati, la rapina compiuta qualche giorno fa ai danni di un furgone portavalori. Nel farlo ha mescolato riflessioni generali sulla sicurezza, impegni istituzionali di rafforzamento delle forze dell’ordine sul territorio e considerazioni di natura culturale su “come eravamo” e “come siamo diventati”. Siccome credo che la crisi fabrianese sia non solo economica ma, anzi, prevalentemente psicologica, mi ha colpito negativamente la concatenazione logico culturale proposta da Sagramola. Il ragionamento del Sindaco è un capolavoro di nostalgia sociale modulato su due concetti di fondo: non siamo più un'isola felice e sono lontani i tempi delle chiavi lasciate sull'uscio o sul cruscotto dell'automobile. Lo dico senza spirito polemico ma con piglio puramente sociologico: non sono d’accordo con Sagramola perché lascia trasparire nostalgie di una FaVriano inesistente, di una città immaginaria e priva di concretezza storica in cui ogni elemento di felicità collettiva si connette intimamente e indissolubilmente con la piena occupazione. Nessuno nega il marmoreo legame tra il lavoro e la serenità delle persone - un nesso che si percepisce ancor più nitidamente nei momenti di crisi - ma se Fabriano deve confrontarsi con un problema irrisolto di identità irrisolto è anche per aver materializzato integralmente l’idea stessa del benessere. Un pregiudizio che ha alimentato un vero e proprio senso comune, secondo il quale l’intelligenza coincideva perfettamente con la ricchezza, come ben sintetizzato dall’aneddoto di un vecchio commerciante del centro che chiudeva la polemica con un interlocutore con frase brusca ed emblematica: io so più intelligente de te perché c’ho più soldi de te. Caro Sagramola, con tutta la buona volontà non riesco a rimpiangerla quella Fabriano grassissima e idiota. Anche perché non era un’isola felice ma solo l’illusione presuntuosa dello splendido isolamento, una chiusura stagna rispetto al dinamismo esterno, alle mode, alla cultura e ai problemi di una società evoluta. L’unica connessione con il mondo era garantita dal pendolarismo della manodopera in entrata, che ha scandito - per lungo tempo - la vita della nostra città, senza mai alimentare integrazioni e sincretismi culturali. Restare allibiti per la rapina a un furgone portavalori significa, allora, dimostrare la propria minorità culturale e psicologica, esibire con orgoglio una vita vissuta nel caldo asettico e fuorviante di un’incubatrice sociale, essere fantozzianamente protesi a guardare il mondo attraverso l’oblò di una lavatrice. Perché in una città normale, integrata nel sistema, capace di fare i conti con la realtà e senza più pretese di superiorità e diversità, è fisiologico che la sicurezza rappresenti un tema forte dell’agenda politica e che si verifichino rapine e furti. Che a Fabriano non sono neanche così numerosi se consideriamo che la città ha livelli di disoccupazione meridionali e con un’estensione sempre più profonda e pervasiva della povertà. E in questo senso il Sindaco, in quanto primo cittadino, non può continuare a rilanciare un sentimento di lutto per un passato inesistente, perché quel passato conteneva al suo interno l’origine del male che viviamo e che non siamo ancora capaci di elaborare e di risolvere. Caro Sagramola la tua è la posizione dei reazionari, di quelli che pensano che ieri sia meglio di oggi e oggi di domani. E per uno che si dichiara progressista più che di una sconfitta sarebbe più corretto parlare di resa.
I retaggi dell'isola felice
Sagramola, sul Carlino di oggi, ha commentato, con toni accorati, la rapina compiuta qualche giorno fa ai danni di un furgone portavalori. Nel farlo ha mescolato riflessioni generali sulla sicurezza, impegni istituzionali di rafforzamento delle forze dell’ordine sul territorio e considerazioni di natura culturale su “come eravamo” e “come siamo diventati”. Siccome credo che la crisi fabrianese sia non solo economica ma, anzi, prevalentemente psicologica, mi ha colpito negativamente la concatenazione logico culturale proposta da Sagramola. Il ragionamento del Sindaco è un capolavoro di nostalgia sociale modulato su due concetti di fondo: non siamo più un'isola felice e sono lontani i tempi delle chiavi lasciate sull'uscio o sul cruscotto dell'automobile. Lo dico senza spirito polemico ma con piglio puramente sociologico: non sono d’accordo con Sagramola perché lascia trasparire nostalgie di una FaVriano inesistente, di una città immaginaria e priva di concretezza storica in cui ogni elemento di felicità collettiva si connette intimamente e indissolubilmente con la piena occupazione. Nessuno nega il marmoreo legame tra il lavoro e la serenità delle persone - un nesso che si percepisce ancor più nitidamente nei momenti di crisi - ma se Fabriano deve confrontarsi con un problema irrisolto di identità irrisolto è anche per aver materializzato integralmente l’idea stessa del benessere. Un pregiudizio che ha alimentato un vero e proprio senso comune, secondo il quale l’intelligenza coincideva perfettamente con la ricchezza, come ben sintetizzato dall’aneddoto di un vecchio commerciante del centro che chiudeva la polemica con un interlocutore con frase brusca ed emblematica: io so più intelligente de te perché c’ho più soldi de te. Caro Sagramola, con tutta la buona volontà non riesco a rimpiangerla quella Fabriano grassissima e idiota. Anche perché non era un’isola felice ma solo l’illusione presuntuosa dello splendido isolamento, una chiusura stagna rispetto al dinamismo esterno, alle mode, alla cultura e ai problemi di una società evoluta. L’unica connessione con il mondo era garantita dal pendolarismo della manodopera in entrata, che ha scandito - per lungo tempo - la vita della nostra città, senza mai alimentare integrazioni e sincretismi culturali. Restare allibiti per la rapina a un furgone portavalori significa, allora, dimostrare la propria minorità culturale e psicologica, esibire con orgoglio una vita vissuta nel caldo asettico e fuorviante di un’incubatrice sociale, essere fantozzianamente protesi a guardare il mondo attraverso l’oblò di una lavatrice. Perché in una città normale, integrata nel sistema, capace di fare i conti con la realtà e senza più pretese di superiorità e diversità, è fisiologico che la sicurezza rappresenti un tema forte dell’agenda politica e che si verifichino rapine e furti. Che a Fabriano non sono neanche così numerosi se consideriamo che la città ha livelli di disoccupazione meridionali e con un’estensione sempre più profonda e pervasiva della povertà. E in questo senso il Sindaco, in quanto primo cittadino, non può continuare a rilanciare un sentimento di lutto per un passato inesistente, perché quel passato conteneva al suo interno l’origine del male che viviamo e che non siamo ancora capaci di elaborare e di risolvere. Caro Sagramola la tua è la posizione dei reazionari, di quelli che pensano che ieri sia meglio di oggi e oggi di domani. E per uno che si dichiara progressista più che di una sconfitta sarebbe più corretto parlare di resa.
Due anni fa all'incontro organizzazto dal PDL sulla sicurezza i rappresentanti della vecchia giunta ed i loro sherpa dissero sdeganti che Fabriano era un'isola felice e sicura. Ora cosa dicono?
RispondiEliminaCredo che il concetto di isola felice sia qualcosa che ci ha contagiati tutti. Liberarsene comporta uno sforza culturale notevole.
RispondiEliminaPiù che altro bisognerebbe iniziare l'esercizio di incominciare a prendersi ognuno le proprie responsabilità.
EliminaSe non sbaglio era un furgone aziendale non un furgone portavalori con guardie giurate. Inoltre in questi casi si tratta, solitamente, di bande specializzate che si muovono anche di centinaia di chilometri, quindi poteva accadere a Fabriano come altrove. Piuttosto la vera violenza viene fatta contro le forze dell'ordine, quando non sono messe nelle condizioni di operare con efficacia, a causa dei tagli economici.
RispondiEliminaAncora co' 'sti tagli economici, è sempre colpa di qualcun'altro....e che palle !!!
EliminaNon fa una piega quel che dici. Sorprende la sorpresa infatti...
RispondiEliminaConsidero il post una grande analisi. Una riflessione dovuta nei confronti di conclusioni affrettate fatte senza soffermarsi realmente sul significato delle parole."Isola felice", "benessere", passato, presente e futuro. Senza mai considerare quale sia il reale termometro di una società civile evoluta ma riducendo tutto alla solo capacità di poter essere buoni consumatori. Perfettamente produttivi e occupati. Credo che ci sia molto altro da domandarsi, e ne dai ampia spiegazione. Ottimo Simonè
RispondiEliminaLa felicita' si costruisce giorno dopo giorno, non e' mai eterna e immutabile, quindi a Fabriano ho visto sempre piu' beoti che persone consapevoli, felici del loro piccolo minuto - secondo di notorieta' e ben chiusi nel recinto dei loro affari e affarucci, a Fabriano non esiste piu' il senso della citta', come organismo pulsante e vivo, capace di guardare al futuro. E' una citta' dormitorio, non importa se alcuni dormano sulla seta e altri sulla paglia, si dorme e basta!
RispondiEliminaE per inciso nemmeno Sagramola appare tutto questo gran fulmine di guerra
RispondiEliminaAlzi la mano chi lo ha mai pensato.
Eliminasu questo concordo anche io,
Eliminasono notoriamente un uomo pacifico.
Giancarlo Sagramola
Touche'
EliminaUsciremo da questa piagnucolante situazione di ex città felice solo quando riusciremo a guardare oltre gli ultimi 50 anni della nostra storia. Uno sguardo a lungo termine proiettato nel nostro vero passato, quello medievale, ed in un futuro alternativo all'elettrodomestico.
RispondiElimina3700 disoccupati, 4300 persone che si rivolgono alla caritas in prevalenza fabrianesi, cassaintegrati ancora per 1 anno, cassaintegrati indotto, questa signori miei è una bomba sociale. Immaginate siamo in agosto temperatura 45° un fienile pieno di paglia secca e bidoni di benzina basterebbe un cerino per far partire l'incendio e l'incendio divampa... il fattore è ammalato è a letto agonizzante e i figli uralno e strepitano al suo capezzale per l'eredità, nessuno si accorge del fuoco che sempre più alto raggiunge la casa, ma nulla i figli litigano il fuoco attacca la cassa del patriarca e le fiamme sono alte sempre più alte e tutto quello che il fattore aveva costruito in una vita in un attimo se va in fumo.
RispondiEliminaE si perde tempo a fare conferenze stampa per presentare le iniziative di Natale!!!! Il senso della misura è andato a puttane
EliminaE che iniziative !!! Ma andate a ciapà i ratt (che i vicoli ne sono anche pieni..) !!!
Eliminachi ha messo il cerino? confessa peccatore. Pentiti! Pentitiiiiii!
EliminaNon vorrei fare il guastafeste in questa apotesi di critica all'idea dell'"isola felice"-Fabriano ma, in questa critica, forse è vittima di quella identica malattia di provincialismo che si va criticando. Esistono molti altri luoghi in cui l'incantesimo si è rotto: Fabriano non è l'unica città del mondo che aveva benessere grezzo e sfrontato coniugato alla pochezza e alla rozzezza di chi lo deteneva. Mi dispiace perchè una critica onesta viene troppo spesso utlizzata come pretesto per un'attacco sconsiderato alla attuale Giunta (che, tra l'altro, non attira di certo le mie simpatie, tranne alcuni elementi). Meno polemica, più analisi. ne gioverà l'analisi e si potranno fare polemiche più adeguate (no, l'albero di natale, che se avevano messo uno vero tutti giù a gridare allo scandolo dei soldi pubblici dei cittadini sprecati per balblabla.)E meno parole, che la complessità non sempre è indice di profondità ma spesso, mancanza di argomenti e di mordente.
RispondiEliminaL'albero di Natale fa c....e. Era meglio non farlo.
Eliminacaro amico non ho attaccato la Giunta ma solo criticato una posizione culturale del Sindaco che alimenta l'idea infondata che Fabriano sia stata un'isola felice. Non lo è mai stata così come adesso non è il regno delle tenebre. Che io abbia argomenti o meno lo lascio giudicare a te e a tutti gli altri lettori. Mi limito notare che le distorsioni culturali del quarantennio merloniano riemergono un giorno si e l'altro pure. Tutto qui. senza alcuna pretesa di complessità
EliminaMilady Luciana, confessa i tuoi peccati!
Eliminaあなたは、文化の街になるためにあまりにも多くの犯罪を持っている!
RispondiEliminaユネスコが来る!