Stamattina, mentre da Radio Gold tornavo verso il centro della città, ho fatto una cosa che non si dovrebbe fare mai di prima mattina: pensare e riflettere. Sono attività energivore da lasciare di buon grado alle menti più eccelse e cristalline, ma ogni tanto capita di cadere in tentazione e quel che rimane del cervello inizia, senza remore e controlli, a saltare di palo in frasca. Mi domandavo, stamattina, se la crisi di FaVriano dipendesse davvero dal tramonto del monoprodotto industriale o se non ci sia dell'altro, qualcosa di assai assai più complicato da affrontare e risolvere perché scava nei comportamenti e nella mentalità collettiva. La mia sensazione - fugace, passeggera e senza pretese di sociologia storica - è che il problema di FaVriano sia la passione cronica per le "relazioni ancorate al tutoraggio". Relazioni che comportano un effetto concreto: l'impossibilità di concepire anche solo un soffio di vento che non sia ispirato e benedetto da una mano invisibile che, dantescamente, giudica e manda. Innanzi al soffio di vento il faVrianese medio tende a dare risposte immaginifiche e repressive ad alcune domande di fondo:
- Chi è il mandante del soffio di vento?
- Quando ci ha guadagnato l'esecutore per aver realizzato il soffio di vento?
- A quale gruppo di potere risponde l'esecutore del soffio di vento?
Può sembrare folklore locale, ma questa sequenza di interrogativi a risposta prevedibile significa una cosa piuttosto concreta: che la libertà di pensiero viene ritenuta un esercizio oggettivamente impossibile e incompatibile con la cultura del territorio pedemontano. Non è un caso che la città non abbia conosciuto artigiani ma soltanto terzisti monocliente e abbia trascorso la sua esistenza collettiva ignorando l'azione di una vera e autonoma borghesia delle professioni. La borghesia faVrianese è infatti una borghesia virtuale, che ha fatto a gara per aggiungere un posto a tavola e ha misurato il suo valore in base alla vicinanza o alla distanza dalle principali sorgenti del potere economico locale. La relazione ancorata al tutoraggio è infatti una sua specifica modalità di visione dei rapporti. Legata a modelli di fedeltà feudale e al sistema sociale dell'invidia e quindi preilluminista e prerivoluzionaria. Una "borghesia di fatto" ma non di cultura quella faVrianese, totalmente incapace di esercitare quella che Gramsci avrebbe definito una funzione egemonica sulla collettività di riferimento. E l'elemento terribile è che nella sua funzione di classe economica e intellettuale che avrebbe dovuto farsi carico della rabbia e dell'orgoglio che servono per uscire dalla crisi si è dissolta senza lasciare traccia. Semplicemente perché non è mai esistita. Quando si parla della crisi di FaVriano sono in molti a dolersi dei tanti cervelli che se ne sono andati. Giustissimo. Ma ci sarebbe anche da piangere altre lacrime amarissime. Per le innumerevoli teste di cazzo che sono rimaste a pretendere di fare ancora i tutors.
Questa sera alle 20.40 su Radio Gold la replica della puntata odierna de "Il Dito nell'Occhio". Si parla di Best, esuberi e Accordo di Programma
Questa sera alle 20.40 su Radio Gold la replica della puntata odierna de "Il Dito nell'Occhio". Si parla di Best, esuberi e Accordo di Programma
Se in Italia accadesse il miracolo di invertire la tendenza e quindi il rientro dei cervelli compensato dalla fuga delle teste di cazzo la crisi si risolverebbe molto prima di quello che vogliono farci credere.
RispondiEliminaci sarebbe anche un drastico calo della popolazione, però...
RispondiElimina_________________
G.R.
Hahhaahah Ottimismo dai, comunque il famoso detto pochi ma buoni è sempre valido ?
EliminaCaro GianPietro, il tuo è stato un atto grave ed inqualificabile. Come ti sei permesso di "Pensare e riflettere"? Non hai ancora capito che questi sono termini che generano un azione pericolosa? Non ti è ancora chiaro che devi sottoscrivere e non scrivere? Vedi mio caro GianPietro non ti devi far sorprendere ed affascinare da certi comportamenti.Sono pericolosi. Limitati a fare il tuo lavoro e lascia in pace le placide menti addormentate dei tuoi concittadini, non svegliarle non infastidirle con le tue provocazioni,congetture idee e senzazioni. Procuri in loro solo del male.Non sono abituati a pensare, non sono abituati a riflettere.Il risveglio potrebbe essere troppo brusco.Troppe teste potrebbero cadere.Troppe teste potrebbero rialzarsi. Fai il bravo limitati a raccontare con la tua innata ironia quello che vedi, senza esagerare. Lasciali nell'oblio, non sono ancora pronti.
RispondiEliminaChi vuol vivere e lavorare si deve levare dai coglioni da Fabriano.
RispondiEliminaAmen!
Eliminavoglio vivere, lavorare, pensare, parlare a Fabriano e sopra ogni altra cosa voglio IO rompere i coglioni ai ruffiani leccaculi e ai teste di cazzo servi dei padroni che ancora, dopo aver portato questa città alla rovina si permettono di alzare la voce.
Elimina
EliminaPiù semplice che l'Empoli faccia il Triplete entro 5 anni che si avveri quello che ha scritto l'anonimo di cui sopra. Favriano è ormai morta e sepolta, peina di zombie, come Raccon City del primo Resident Evil...
non piangete! Non piangete!
RispondiEliminaSappiate che il peggio deve ancora venire.
Echi piange abbiamo l'occhio lucido e sereno! ;)
EliminaEsuberi alla Best? roba vecchia.
RispondiEliminaEsuberi alla Faber? roba stravecchia.
Esuberi, proroga per un'altro anno di CIGS (2012/2013), all'Elica? roba da Cardenal Mendoza Brandy.
Maurizio Corte
Solo i democristiani della Ardo non invecchiano mai
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaE da nipote di una persona che ERA la democrazia cristiana di Fabriano, pongo un altro quesito. Mio Nonno ERA il Tutoraggio però diceva: se è bravo tienilo, ma se è un imbecille mandalo via!
RispondiEliminaEppure oggi tutti restano, nessuno viene mandato via se non per sedicenti problemi legati alla crisi mondiale.
A Fabriano (scusa Giampiero ma non riesco a scrivere Favriano) tutti parlano (alle spalle) e mai nessuno (o meglio troppo pochi) di fronte! Anche questo, come giustamente scrivi è frutto di Signoraggio (o meglio Tutoraggio), vedremo mai qualcuno alzare VERAMENTE la voce? Vedremo mai qualcuno VERAMENTE farsi valere?
Se qualcuno protesta è solo per alzare polvere e farsi poi dire: Dai che se ti calmi ti dò ciò che vuoi!
Non è forse vero ciò che scrivo?
Dubium sapientiae initium.
Ciao Giampiero ti avevo detto che prima o poi qualcosa scrivevo anche io.
Maurizio
Caro Maurizio ti ringrazio per quel che hai scritto e per aver scritto su questo blog. Da buon nostalgico non posso dimenticare quegli anni in via Mercantini. Il tutoraggio è un elemento complesso della faVrianesità e credo che il tutoraggio politico a cui fai riferimento sia solo una parte e neanche quella centrale. Quel che lamento è l'assenza storica della borghesia fabrianese, dei professionisti e di una classe intellettuale che non c'è mai stata.
RispondiEliminaCaro Giampiero,
Eliminami dispiace doverti contraddire ma la borghesia fabrianese (eheheheheh ti ho condizionato visto che non hai scritto favrianese), dei professionisti e di una classe intellettuale non è mai stata storicamente assente. Si è soltanto celata sotto la copertura in cemento del Giano ed adesso ha paura che "scoperchiandolo" venga finalmente vista da tutti e, giustamente, additata come la vera responsabile dello "scempio" in cui siamo oggi immersi.
Il tutoraggio politico a cui faccio riferimento è quello che tutt'oggi ancora imperversa nella nostra città: la bandiera! Infatti, come una bandiera al vento adesso si stende da una parte per poi dopo stendersi subito dall'altra e poi da un'altra parte ancora, basta che sia ben stesa e tutti la possano ammirare.
Tu dici che è una parte e neanche quello centrale, per me è quello che vuole che nulla cambi e tutto resti così come è!
In un altro tuo blog hai scritto che lo scopo di queste Tue "esternazioni" è quello di stimolare la ponderazione di chi legge (è corretto anche se molto succinto?) invitandolo a porre nuove riflessioni.
Questo è quello che devi continuare a fare e non smettere, perché è riflettendo con la propria testa e ponendosi dubbi e domande TUTTI insieme che possiamo e dobbiamo risollevarci. Io se permetti e non vengo "accusato" di presenzialismo interverrò quando mi stimolerai la riflessione come in questo caso.
Un salutone a te ed a tutti gli altri partecipanti.
Maurizio