11 gennaio 2013

Quel che dovrebbe fare l'Asse delle Serre

In questi giorni di calda passione politica ed elettorale - anche locale - tiene giustamente banco il caso Best, un altro colpo all'economia del territorio. L'annuncio di circa 120 licenziamenti, successivo a scelte di delocalizzazione dell'azienda che hanno assunto spesso la fisionomia del sotterfugio, costituisce un colpo mortale per il territorio non solo per la perdita di posti di lavoro e per il massacro di esistenze che la crisi sta producendo, ma anche per i contraccolpi psicologici che si generano sul clima di fiducia delle famiglie e delle persone. Tali propositi di macelleria sociale, in stile messicano, somigliano alle ricadute che si verificano dopo le lunghe malattie, alla speranza che si consuma lentamente producendo rassegnazione, rassegnazione e ancora rassegnazione. Ma quel che continua a stupire è la qualità della risposta politica e sindacale alla strategia dei licenziamenti di massa. Una risposta educata e scontata, appenata e penosa. Ora, sappiamo bene che - quale che sia la risposta, da quella più silente a quella più rabbiosa - non c'è nulla che possa opporsi alle dure leggi dell'economia globale e al fatto che produrre altrove è più redditizio che restare e difendere fortilizi produttivi mezzo diroccati. E sappiamo anche che davvero poco può fare la politica, specie quella locale, per fermare processi che esprimono un'inerzia minacciosa e transnazionale. La politica può solo creare un clima negoziale, a partire dal quale contrattare risorse, triangolando cinicamente con le imprese e con lo Stato. Concretamente ciò significa che l'Asse delle Serre, ossia la concertazione decisa tra Sagramola e Alessandroni a tutela dei posti di lavoro alla Best, è solo un modo per far vedere, in termini mediatici, che le istituzioni si muovono e provano a fare qualcosa. Costruire tavoli di trattativa, infatti, non ha senso e non ha prospettiva se non sono preceduti da un'operazione di clima capace di incidere sulla qualità della negoziazione. Perché  allo stato attuale, l'asimmetria di potere tra gli americani proprietari della Best e il territorio e chi lo rappresenta è incolmabile e smisurata. Quindi contrattare non ha senso perché significherebbe soltanto aderire alle condizioni e alle decisioni adottate dall'impresa che taglia la corda. Creare il clima significa invece far diventare il caso Best, come si sarebbe dovuto fare a suo tempo con la Ardo, una questione nazionale su cui accendere i riflettori dei mass media. Lancio una proposta in quattro punti:
  • Sviluppare un'azione propedeutica di conoscenza sulle modalità di lotta adottate dagli operai ternani della Tyssen quando l'azienda decise di riportare in Germania alcune produzioni di acciaio. Giusto per capire quali sono le lotte che portano risultati
  • Dichiarare uno sciopero generale territoriale perseguendo, per una volta, obiettivi di adesione totale
  • Incatenare Sagramola e Alessandroni nudi ai cancelli della Best - immagine già di per sé terribile - chiamando immediatamente una troupe di Sky Tg 24, approfittando del fatto che una delle inviate del telegiornale è una nostra concittadina
  • A telecamere accese incendiare simbolicamente - ad uso della telecamera - il pneumatico di un autoarticolato, in modo tale da restituire un'immagine di conflitto perché quel che conta è l'immagine non la realtà
A quel punto, complice anche la campagna elettorale, interverrebbe il Governo a riportare la calma e l'ordine, utilizzando qualche palata di euro come ammortizzatore sociale aggiuntivo. Perché solo l'intervento del Governo può riequilibrare i poteri contrattuali, fornendo un'alternativa possibile e plausibile alla delocalizzazione delle imprese locali. E' solo fantascienza e fantapolitica?
    

13 commenti:

  1. Prendendo in prestito un linguaggio che non mi appartiene, commento: ma se i fabrianesi e i cerretani hanno eletto a sindaco due mortadelle democristiane come quelle, quale strategia vogliamo aspettarci se non quella di un profilo basso ai limiti dell'inesistenza? Aspettarsi anche solo un comunicato stampa temo sia oltre la più ardita fantasia...

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  2. Il problema è che senza ardite fantasie ci dissanguiamo come coi salassi nel medioevo

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  3. certo che, detta così....beh...
    sarà che vivo sul filo della lama da un'annetto, ma queste notizie (peraltro ben prevedibili, solo ad usare un minimo di scetticismo e cinismo) mi mettono un'angoscia addosso che m'impedisce anche solo di cercare una possibile soluzione...
    è come essere presi a pugni da Mike Tyson, chiusi all'angolo...speri solo che finisca tutto alla svelta e, soprattutto, di riuscire a riaprire gli occhi...
    _________________
    G.R.

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  4. E' quel che proviamo tutti...quanto possiamo andare avanti con questo stillicidio...?

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    1. fosse crollato tutto in una settimana, avremmo avuto la forza e la possibilità di ricominciare...ormai, siamo al 4° anno di questo stillicidio...e nn è affatto finita così!
      _____________
      G.R.

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  5. Chi è la concittadina di SKY TG 24?

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  6. Si chiama Chiara Cerqueti e fa l'inviata

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  7. Voglio essere provocatore e cinico. Ma se alla fine la nostra storia e la nostra cultura, le nostre lotte vengono annientate dal potenziale a basso costo della manodopera dei paesi emergenti, senza tutele e garanzie per i lavoratori l'ambiente ecc, ma perchè non mettiamo obbligatoriamente al lavoro i minorenni senza pagarli. Rabbrividisco all'idea ma sembra che sia solo qui il problema. Ma forse potremmo fare delle squadre che nel tempo libero si alternano alla produzione di aziende che tendono a delocalizzare. Un accordo per commessa. Non sei competitivo ? Bene 50 operai ti garantiscono a costo zero la produzione. Attività volontaria e con lo scopo di salvare i posti da lavoro. Possibile che ci facciamo mettere a KO così facilmente ? A cosa servono Manager-Drigenti se poi l'unica alternativa è spostarsi ? O licenziare ?

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  8. Il modello che proponi è suggestivo e sovietico e somiglia alle squadre di lavoro volontario che andavano a fare la zafra nelle piantagioni cubane di canna da zucchero. I problemi sono diversi: a Fabriano non c'è socialismo da costruire, Sagramola non ha nè il carisma nè la barba di Fidel Castro, i sindacati non appoggerebbero mai un'iniziativa così poco accondiscendente e l'individualismo dei fabrianesi regna tuttora sovrano

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  9. si può vivere senza fare solo elettrodomestici & annessi. Inutile la lotta contro i mulini a vento (a parte quelli di Campodeigoli)...bisogna campare d'altro come fanno in tanti territori. La riconversione sarà dura? sarà solo buona solo per 20 anzichè 30 mila? Facile che sia così, ma bisogna iniziare. Dove sono andati gli ex della solfatara di Cabernardi? Quelli che avevano voglia di lavorare a Ferrara e Ravenna...

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    1. Levarsi dai coglioni, lo vado dicnedo da tempo..

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  10. we are the best!

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