Anche chi non è direttamente coinvolto nella vita di fede e nelle pratiche religiose della comunità dei cristiani non può restare indifferente di fronte alle dimissioni di Papa Benedetto XVI. Una decisione che modifica radicalmente una percezione secolare del potere temporale e del fascino nutrito di lontananza esercitato sul mondo dalla Chiesa terrena e costantiniana. L'ultimo dei monarchi assoluti che rassegna le dimissioni è un fatto culturalmente smisurato, così come sfugge alle nostre facoltà di discernimento la portata teologica del Cristo incarnato che rinuncia volontariamente all'incarnazione, senza che a deciderne la tempistica e le forme sia il disegno invisibile e imperscrutabile dello Spirito Santo ma la stessa razionalità umana del Pontefice. Di fronte a eventi che turbano nel profondo la coscienza e gli orientamenti di una comunità di più di un miliardo di fedeli sparisce, con colpo di spugna mediatico e quasi provvidenziale, tutto il pattume politico ed elettorale di queste settimane. La decisione di Benedetto XVI avrà, inevitabilmente, anche profonde conseguenze politiche, perché mette in scena uno strappo che disorienta a prescindere dalle posizioni di fede e restituisce, in tutta la sua pienezza, la sensazione di una crisi di civiltà che dopo si abbatte nel cuore dell'Occidente cristiano ed europeo. Questo clima di spaesamento collettivo, probabilmente, si cristallizzerà anche nelle scelte elettorali degli italiani, perché non è da escludere che una crisi della cristianità cattolica generi incertezze aggiuntive e un senso di disagio generale rispetto agli accadimenti del mondo. Certo è che da qui al 28 febbraio l'attenzione mediatica sarà unanimemente focalizzata sulla Santa Sede, sulle motivazioni ufficiali e ufficiose della scelta di Papa Ratzinger e sulle complesse e articolate strategie di potere da cui scaturiranno gli equilibri, anche geopolitici, del futuro Conclave. E anche il dibattito politico e la campagna elettorale ne risentiranno, visto che il confronto con i grandi temi del potere religioso e temporale spingerà inevitabilmente in direzione di un ricorso meno violento ai decibel e alla sopraffazione dialettica. Anche se qualcuno non ha resistito alla tentazione di scambiare il Conclave per una canzone dei Pitura Freska, con una voglia di dissacrazione spinta fino ai confini del ridicolo. Da cultore del cinismo applicato alle cose mondane ho una sensazione e sfacciatamente la propongo ai lettori: le dimissioni di Ratzinger sono anche uno schiaffo involontario ma sonoro in faccia alla politica, perché essa ne esce totalmente oscurata e ridimensionata da una variabile storica che scompagina molti dei piani politici e che costringerà a un fine campagna tendente al sussurro ragionato e al contrasto pensoso. Perché, come spesso accade, sono proprio gli imprevisti, la fortuna e la sfiga a governare ironicamente la scena. Un vero incanto per i molti, disinibiti e caustici incensatori della dea Ragione.
12 febbraio 2013
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al di la delle connessioni con la politica nostrana, da cattolico seppur deboluccio, sul momento la cosa mi ha lasciato abbastanza disorientato poi riflettendo mi sono chiesto che se nel conclave c'è l'intervento dello spirito santo, è giusto che si dimetta? Non sono + in grado di sopportare fisicamente la croce che il Signore mi ha mandato, non è forse la stessa affermazione che fa un malato terminale di fornte alla scelta dell'eutanasia? Me lo sono chiesto anche su fb, ma gli amici sacerdoti non hanno risposto
RispondiEliminaQuello che poni è un problema di grande complessità a cui non è facile rispondere. Ti propongo una domanda, ovviamente senza risposta: se il Papa viene eletto nel Conclave per intercessione dello Spirito Santo dovremmo pensare che sia stato quello stesso Spirito Santo a ispirare le dimissioni. Ma qui siamo nel campo della fede e della teologia e da laico rispettosamente mi fermo
RispondiEliminaDimenticavo una cosa, ben venga una fine campagna elettorale più sussurrata, sarebbe veramente da ringraziare il Papa, già per una stupidaggine come Sanremo sembravano tutte zitelle impazzite, al livello di voto, non credo succederà nulla l'elettorato cattolico mi sembra abbastanza maturo e sedimentato, e le intenzioni di voto resteranno così come sono. Ok la cosa ha colto tutti di sorpresa, ma in Vaticano potevano tenere conto che nel mese di marzo, l'Italia, che li ospita, si troverà inevitabilmente il conclave e il nuovo papa (parlo a livello di sicurezza, afflusso pellegrini...)probabilmente senza avere un governo e con il potenziale rischio di nuove elezioni a breve, non mi sembra una gran mossa
RispondiEliminaDentro una crisi di civiltà la politichetta italiana già micro, diventa inessenziale. Tuttavia prende la via del ridimensionamento anche l'ordine del discorso del cattolicesimo, quello sì fortemente relativizzato. Non solo l'autorevolezza metafisica del pontefice rischia di scivolare nel nulla della vuota retorica ma assieme ad essa anche l'abitudine vaticana ad influenzare di sé la politica del bel Paese, e questo forse non è un male. L'atto di Ratzinger se è, come dicono i vaticanisti, riconquista dell'umano, è anche inevitabilmente denuncia della minorità dell'uomo: il paradigma dell'eternità mostra i piedi di argilla. Alex
RispondiEliminaMi sbaglierò, ma tempo 3/4 giorni ricomincerà tutto come prima a livello di campagna elettorale. L'italia è fatta così...
RispondiEliminaVi ringrazio di cuore per il livello dei vostri contributi. la riconquista dell'umano e il paradigma dell'eternità mi sembrano due poli di discussione davvero centrali....
RispondiEliminaVolete la mia? Al Papa avevano detto che la sinistra in Italia vince "ogni morte di Papa".... si è regolato di conseguenza!
RispondiElimina:))))
RispondiEliminaNon credo che i politici che quotidianamente danno prova del loro cinismo traggano un qualche insegnamento etico dalle dimissioni del Papa, credo invece che il gesto di Benedetto XVI sia un segno della crisi profonda che il mondo intero sta vivendo, se umanamente comprendo, come credente penso che un Papa non dovrebbe scendere dalla Croce lasciando smarrito il suo gregge. Mi auguro solo che dopo aver toccato il fondo nelle molteplici parti di cui è composta una Società civile, ciascuno dentro di sé trovi o ritrovi la forza di comportarsi con la dignità che compete all'uomo con i suoi diritti e doveri e possa vivere ogni giorno quella parte di felicità a cui è destinato.
RispondiEliminaNoto un senso di delusione che contrasta con la narrazione dei commentatori di oggi che rimarcano la grandezza del gesto. Un ulteriore elemento di crisi tra gerarchia e fedeli?
RispondiEliminaNella elezione del Santo Padre alla guida della Chiesa Cattolica cc'è sicuramente l'influenza dello Spirito Santo che guida le menti nella scelta del Capo Spirituale dei Cristiani e successore di Pietro.
RispondiEliminaNella difficile decisione di rassegnare le dimissioni c'è sicuramente l'influenza delle gerarchie politiche dello Stato del Vaticano, in primis il Card. Bertone, poi c'è Sepe, ecc.ecc. ci sono gli interessi finanziari dello Ior, (la banca con sede in un "paradiso" in terra)inclusa nella "black list", ci sono gli interessi della "Sacra Congregatio Propaganda Fide" che possiede il patrimonio mobiliare più grande del mondo ecc.
Papa Benedetto XIV è il Papa della "fede e della ragione", non per questo che nel 1981 Papa Giovanni Paolo II lo nominò prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, l'organo della Santa Sede che si occupa di vigilare sulla correttezza della dottrina cattolica. Papa Benedetto XIV non è un politico nè un finanziere: è il Papa teologo.
Maurizio Corte
ci sono anche corpose "teorie del complotto" che indicano il volontario allontanamento del pontefice integerrimo da un probabile scandalo di proporzioni bibliche che starebbe per fuoriuscire dal piccolo stato Vaticano.
Eliminala portata dell'avvenimento, di sicuro passerà alla storia, di certo, la mia vita è la stessa di 3gg fa...per il momento.
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G.R.
I grandi eventi della storia cambiano anche le nostre vite. Magari non ce ne accorgiamo subito...
Eliminaho aggiunto "per il momento"...proprio per quello.
Eliminamica riesco a leggere il futuro dai fondi del caffè!
Il prossima Papa sarà italiano, scommetto sul cardinale vicino alla copmunità di S. Edigio.
EliminaLeggo il futuro. Io.
Mi correggo: Papa Benedetto XVI.
RispondiEliminaM.C.
Sebbene provo dispiacere per la persona e gli auguro di vivere ancora molti anni in salute e serenamente, sebbene bisogna riconoscere come questi anni del suo pontificato non siano stati affatto semplici (uno scandalo dopo l'altro e forti divisioni interne) e sebbene venga unanimamente riconosciuto come un fine teologo devo dire in tutta sincerità che questo papa a livello di comunicazione non mi è piaciuto affatto.
RispondiEliminaCredo che in questi anni la chiesa di Papa Benedetto XVI si sia concentrata più sul dividere che sull'unire, più sull'allontanare che sull'accogliere. Una Chiesa che mette sempre in evidenza i contrasti più che far trasparire l'immensa misericordia e accoglienza che dovrebbe contraddistinguerla.
Per questo mi auguro che il nuovo Papa dia una svolta in tal senso.
William
Il cardinale Martini disse che la Chiesa è duecento anni indietro rispetto alla società. Il nuovo Papa avrà un compito di modernizzazione che potrebbe sfociare anche in una nuova esperienza conciliare
RispondiEliminaNessuno ai piani alti del Vaticano si aspettava da Giovanni XXIII una rivoluzione epocale come fu quella del Concilio Vaticano II, eppure quel Papa che ancora si faceva portare sulla Sedia Gestatoria con tanto di Tiara preziosissima, l'avviò.
RispondiEliminaPer chi ci crede, lo Spirito Santo interviene in mille modi: nel conclave al momento della elezione e anche in questo caso con le dimissioni. La storia ci dirà poi cosa porterà questa decisione.
Il detto popolare "le vie del Signore sono infinite" sintetizza molto bene questa situazione.
Condivido pienamente la tua riflessione Stefano
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