La prima è stata la Repubblica dei Decimali, delle variazioni percentuali di voto misurate su tempi lunghi, lunghissimi, geologici. Quella che fu denominata l'onda lunga socialista portò il partito di Craxi appena al 14% e nel 1992 furono sufficienti pochi decimali in meno per costringere Bettino a riconoscere che il partito aveva subito un'erosione; erosione che aprì la strada al governo Amato sbarrando quella, allora ritenuta obbligata, di un ministero Craxi che, forse, avebbe salvato il partito dall'ordalìa di Tangentopoli. Ma anche la crisi del Pci nacque con risultati "stretti", quando il Partitone passò dal 29,9% del 1983 al 26,6% del 1987 deflagrando lentamente verso una svolta che cancellò, in un colpo solo, comunismo e socialdemocrazia. In questo contesto ad andamento lento i risultati delle elezioni amministrative e di quelle politiche erano quasi perfettamente sovrapponibili e chi governava un ente locale aveva la certezza, pressochè matematica, che il livello elettorale superiore non avrebbe mai stravolto la base di consenso dell'azione amministrativa. Oggi al posto della Repubblica dei Decimali c'è la Repubblica dei Cataclismi, con la scena che cambia di colpo alternando repentine esplosioni di consenso e rapidissimi collassi. Sagramola, solo nove mesi fa, è stato eletto dalla maggioranza della minoranza dei fabrianesi. Ma lo immaginavamo, comunque, politicamente legittimato a governare e forse anche capace di allargare le basi del consenso. Ma purtroppo per lui e i suoi alleati, le rassicuranti sovrapposizioni del passato tra amministrative e politiche sono sparite dall'orizzonte in una sola notte. Le elezioni di domenica hanno "coventrizzato" anche il placido paesaggio della politica locale: il 5 Stelle primo partito con più del 30%, il Pd al di sotto di quella soglia psicologica, l'Udc ridotta a comparsa invisibile e silente e il centro montiano che arranca, nonostante i potenti e persuasivi mezzi mediatici e consensuali messi a disposizione dal Governatore Spacca e da Maria Paola Merloni. Di fronte a un Armageddon di questa portata un Sindaco consapevole e coraggioso avrebbe seguito il buon esempio di D'Alema che diede le dimissioni da Presidente del Consiglio dopo il pessimo risultato delle regionali del 2000. Perchè non si può governare una città flagellata dalla crisi e dal malcontento che ti ha appena spedito un inequivocabile foglio di via. Invece Sagramola ha assunto atteggiamenti da nomenklatura sovietica di fronte ai supermercati vuoti di Mosca: si è girato dall'altra parte fingendo che è tutto ancora una figata, ha rilanciato il gioco freudiano della rimozione e della negazione della realtà sostenendo che per lui non era cambiato nulla e che si aspettava dai grillini un'assunzione di reponsabilità, come non fossero il nuovo potere locale ma una lista civica del 3% da rigirarsi a piacimento. Se questo è il modo di combattere politicamente il grillismo e di arginarne l'egemonia incombente è facile che il 5 Stelle possa realizzare, molto a breve, il sogno di un grande Paese europeo bastonato e vezzeggiato dal partito unico degli ottimi e dei puritani. In realtà Sagramola si comporta da quinta colonna, perchè non è un uomo di partito ma soltanto un uomo di apparato attento al proprio destino personale. E, come ben sappiamo, Dio acceca chi vuole perdere. In realtà è un'intera classe dirigente locale, di centro e di sinistra, ad essere giunta al capolinea: quella che ha fatto del Pd una creatura senz'anima appesantita dal troppo potere, che ha trasformato la sanità locale in una cinghia di trasmissione del potere politico e la Fondazione in un enclave finanziario del centrosinistra. Cambiare casacca all'ultimo minuto, organizzare viaggi della speranza con destinazione Genga, cercare asilo e riparo tra le braccia della Merloni e poi ritrovarsi come l'aretino Pietro con unamano davanti e una dietro, sancisce la sconfitta di un modello politico che ha sacrificato l'idea di partito come strumento di conoscenza, di cultura e di governo della comunità in nome di una politica ridotta a confederazioni tribali in cui si consumano alchimie di potere e sortilegi legati al desiderio di un'eterna permanenza. In questo quadro di senilità servirebbe una generazione di militanti democratici innocenti e motivati e di pidiellini fantasiosi e scalcianti. Ma sarebbero opportune anche elezioni anticipate e una rigenerazione di tutto il sistema a vantaggio di Fabriano e dei fabrianesi. Rispetto a questo bisogno elementare e primario, Sagramola, Tini e tutto il cucuzzaro non sono altro che un tappo, un vincolo, un impedimento. Un vero e proprio gatto appeso ai coglioni di una comunità stanca e dolente.
27 febbraio 2013
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Occhio ragazzi c'è un sorcione che scalpita. Rischiamo che vada a casa Sagramola e ci ritroviamo Roberto Sorci messo lì da alchimie politiche che ben conosciamo.
RispondiEliminaè vero il rischio Mouse è reale !!!!
RispondiEliminaNon c'è nessun rischio Sorci. Ogni stagione ha i suoi frutti
RispondiEliminaVisto che 1 persona su 3 ha votato il Movimento 5 stelle dalle nostre parti direi che quest'ultimo potrebbe organizzare una piazzata chiamando tutti i suoi elettori a partecipare e gridare il motto che tanto amano: "Vai a casa".
RispondiEliminaPotrebbe essere un primo allenamento per verificare se veramente ci sono i coglioni in questo movimento e non è solo un movimento di coglioni come molti pensano.
Ottima idea
EliminaGianpietro, l'analisi è molto cruda, la conseguenza altrettanto: tenere duro e lasciare che le acque si chetino.
RispondiEliminaLa prova del 9: le dichiarazioni di Spacca a commento del voto regionale.
"L’analisi dei dati nazionali certifica che agli italiani Grillo e Berlusconi sono risultati molto credibili, con le loro proposte assai dirette. E i cittadini hanno sempre ragione. Dunque, anche l’azione del governo regionale in questa ultima parte della legislatura dovrà avere punti di contatto più diretti legati alle sensazioni percepite dai cittadini. Quindi riformismo più spinto, meno attento agli equilibri degli apparati e delle rendite di posizione. Più governo a sostegno della crescita, dell’occupazione e del reddito. Ancora maggiore trasparenza, semplicità, onestà in ogni decisione amministrativa. Dialogo e comunicazione più diretta con la comunità regionale per una reale condivisione delle azioni di governo."
Fonte: http://www.dgmarche.it/fabriano/il-commento-del-presidente-della-regione-spacca-sui-risultati-elettorali/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=il-commento-del-presidente-della-regione-spacca-sui-risultati-elettorali)
La distanza è ancora siderale, non mi faccio illusioni.
Io proporrei le pagelle dei candidati faVrianesi.
RispondiEliminaottaviani è stato palesemente pugnalato dai vari Tini&Company
RispondiEliminasperiamo che il gatto vada sotto un camper (magari a 5 stelle), sarebbe una liberazione per tutti.alex
RispondiEliminacomunque in indesit hanno tirato un sospiro di sollievo per l'elezione di MPM, meglio in vacanza a roma che in azienda a fare i danni.
RispondiEliminail PD ha chiuso in bellezza!!!!
RispondiEliminaora è chiaro perchè MPM se n'è andata con Monti...a questo punto, prò, c'è da chiedersi se il botto del pd sia casuale o voluto
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G.R.