In questi giorni, inseguendo la cronaca politica, si ha quasi l'impressione di essere alla vigilia di una sorta di anno mille. Forze politiche che dicono di voler cambiare la storia, politici che si dichiarano riformatori candidi e siderali, piazze che trasudano di tzunami, vecchi governanti che promettono la restituzione della refurtiva, stravecchi che prediligono, assai più responsabilmente, la reiterazione del furto. Circola, insomma, l'infondato ma pervasivo sentore di un cambio epocale che legittima fraseggi incontrollati e toni da Gerusalemme liberata. Giusto per non restare fuori da questa rumorosa sovversione verbale ho deciso di riesumare dalla cantina della storia - creando una pagina apposita su Facebook (Commissione Centrale di Controllo) - il vecchio armamentario linguistico dello stalinismo. Già perché, rivoluzione per rivoluzione, è sempre meglio l'usato sicuro che il claudicante nuovismo dei nostri tempi. Tra tinte così tante e fosche, possenti rumori di sciabole e parole che sono pietre, spicca, come sempre, l'Italia giusta del Pd coi suoi silenzi ovattati, i suoi inespressivi colaninni e i perfettissimi civati. Un'Italia giusta che, a Fabriano, diventa giustissima e si connota di una peculiarità aggiuntiva, un'indole che, coerentemente, si somma al silenzio e la si potrebbe definire "scatto del bradipo". Evocare lo scatto del bradipo costituisce un ossimoro assoluto, vista la lentezza quasi ammaliante del noto animaletto. A meno che, come direbbero alla Commissione Centrale di Controllo, nel Partito non ci sia un sabotatore armato di macchina fotografica che fa dell'ossimoro un dato di realtà, un nemico del popolo ignaro del danno arrecato alla causa con i suoi scatti sbattuti sui social network. Il sabotatore, nello specifico, si chiama Quinto Balducci ed è consigliere comunale del Pd. Che cosa ha fatto l'ottimo e gentilissimo Quinto? Ha documentato, attraverso le foto, l'iniziativa elettorale del Pd con le candidate al Senato Camilla Fabbri e Silvana Amati. Per cui è stato visivamente consegnato ai posteri il fatale paradosso di un partito fabrianese che si è guardato bene dal gettare nella mischia delle primarie un qualche suo candidato e che oggi, per primo, organizza iniziative a sostegno di candidate d'importazione che dopo le elezioni non si faranno più vedere a Fabriano manco sotto promessa di imminente beatificazione. All'iniziativa, oltre alla due candidate, hanno partecipato la segretaria lungamente in pectore Graziella Monacelli e il Sindaco Sagramola, che da quando ha deciso di mettere le mani sul Pd è praticamente diventato come il pomodoro e lo si incontra dappertutto: rinfrancato, motivato e sorridente. E questo è documentato da un primo set di foto balducciane. Ma è nel secondo gruppo di foto che si ritrova l'ossimoro e lo scatto del bradipo, perché l'ottimo Balducci - che evidentemente non si è formato col precetto prudenziale dello stalinismo - regala agli osservatori una vista sulla platea dei cittadini partecipanti. E sono foto da cui si evince un'agghiacciante narrazione visiva del crepuscolo piddino: una militanza annoiata, stanca e numericamente scarsa, con l'aggravante di una partecipazione ridotta sempre alle stesse persone, più simili a una claque che a una platea sinceramente interessata e coinvolta. Dal che si deduce un partito senza cuore, bello senz'anima, inaridito dal potere e da un buonsenso pragmatico che ha destrutturato ogni passione e ogni voglia di esserci. Ma diversamente da quel che pensano i faziosi che sospettano preconcetti, trattasi di constatazione amara perché la forma di bradipo assunta dal Pd non è altro che l'espressione metaforica del rincoglionimento cittadino. Una città triste non può che esprimere una politica esangue e partiti in forma di bradipo, visto che è sempre la struttura a generare la sovrastruttura. Ma la spiegazione più che consolare deprime perché per immaginare una via di fuga è necessario pensare sempre a una città oppressa dalla politica e non a una politica che è solo lo specchio fedele della città. Ed è la differenza sostanziale che intercorre tra gli occhi del realista e le effusioni dei pataccari.
6 febbraio 2013
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Almeno il Pd ci prova a fare un po' di campagna elettorale
RispondiEliminaÉ che tanti sono telati via con MPM
RispondiEliminaE' che ormai se non ci metti anche un po' di vitello tonnato chi ci partecipa a ste cose?
RispondiEliminaArticolo noioso e borioso tanto quanto le persone di cui parla.
RispondiEliminama è noioso il bradipo o chi racconta il bradipo?
EliminaEntrambi
EliminaQualsiasi cosa abbia personalità non può che avere sostenitori e detrattori. Ci sta quindi il post ritenuto noioso e quello giudicato brillante. Ci sta tutto. Rivendico, quindi, la totale libertà che si vive in questa pagina. Ma ricordiamo che il problema è sempre la febbre e mai il termometro...
RispondiEliminaAhahah! che figata!
RispondiEliminaGPS non mi sembra di averti visto in platea dove mal contate erano presenti un centinaio di persone...forse dovresti controllare un po' meglio le tue fonti o confrontare le altre foto che sono pubblicate altrimenti questo giornalismo tra virgolette sa tanto di zitella inacidita e non fa onore all'intelligenza di quelli che ti leggono e alla tua...... questo solo per precisare
RispondiEliminaVisto come e quanto ti picchi forse dovremmo aprire una riflessione sulla tua solitudine. Li conosco uno per uno presenti....sempre quelli!!! ma de stamo a parlà? Qundo io ho iniziato a fa politica te stavi ancora coi boyscout
EliminaPer me GPS è stato pure troppo gentile. Ha detto bello senz'anima, ma dove l'ha visto il bello? Partito vecchio e spento, Camilla Fabbri e Silvana Amati fanno addormentà. Se non c'era di meglio a Fabriano, allora vuol dire che il PD è proprio morto e defunto e MPM ha fatto bene ad andare via, anche se poteva scegliere meglio.
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RispondiEliminaRegione Marche, tutti i vitalizi di ex consiglieri e familiari
130 persone nel solo mese di settembre 2011 hanno fatto spendere oltre 340.000 euro allo Stato
Banconote, euro, soldi pubbliciUna spesa di 342.942,82 euro per le pensioni nel solo mese di settembre. E’ l’esborso sostenuto dalla Regione Marche per pagare i vitalizi ai suoi ex consiglieri regionali in vita e ai parenti più prossimi di quelli deceduti. Si tratta di 130 persone in tutto, di cui 31 sono le vedove, che prendono il 60% della reversibilità del marito, e 2 sono i figli, studenti e con un’età inferiore ai 26 anni.
Per l’anno 2011, la Regione ha previsto di spendere 4.210.000,00 euro lordi per i vitalizi dei suoi ex consiglieri e degli aventi diritto, così come previsto dalla legge regionale 18/73 e le seguenti modifiche e integrazioni (23/95, 29/2004 e 25/2008). In base a queste norme, l’assegno vitalizio spetta agli ex consiglieri con 60 anni di età che abbiano svolto 5 anni di mandato, dove si considera anno intero la frazione di tempo di 6 mesi e un giorno. E, per garantire il vitalizio, durante i 5 anni di legislatura viene disposta una trattenuta pari al 20% sull’indennità di carica lorda dei consiglieri.
Se si scorrono i 130 nominativi, però, si trovano persone che oltre all’assegno vitalizio dalla Regione incassano anche quello dal Parlamento italiano, Camera o Senato. Sono sei: Luana Angeloni, Adriano Ciaffi, Giorgio De Sabbata, Silvio Mantovani, Giuseppe Mascioni e Paolo Polenta (1).
Oppure persone che, con la pensione regionale in tasca, ricoprono incarichi di rilievo nelle società a partecipazione pubblica. E’ il caso di Ferdinando Avenali che, classe 1945, dirigente di azienda e pensionato, prende un vitalizio mensile lordo di 3.232,92 euro. E’ attuale presidente di Multiservizi spa, la società unica per la fornitura di acqua e gas che serve 45 comuni tra le province di Ancona e Macerata. Per questo incarico, Avenali percepisce 28.800 euro lordi annui.
Un altro è il caso di Dante Bartolomei che, pensionato dalla Regione con 2.765,61 euro al mese, risulta essere presidente di Asteria srl, l’istituto che svolge attività di studio e promozione del territorio nei settori agro-ittico-alimentare, ambientale e delle energie rinnovabili. Per questo incarico, Bartolomei ha un compenso annuo lordo di 15.600 euro.
Scorrendo ancora troviamo Pietro D’Angelo che come ex consigliere percepisce dalla Regione 3.232,92 Euro mensili. Insegnante e biologo, oggi è Presidente della Riserva naturale regionale Sentina. Nominato dal Comune di San Benedetto del Tronto, D’Angelo per questo ruolo ottiene un’indennità pari al 40% di quella del sindaco sanbenedettese, circa 1.345 euro lordi al mese. Ferdinando Foschi, anch’egli ex consigliere regionale, è ora presidente dell’Erap di Macerata, e somma così ai 2.051,29 euro di vitalizio regionale, i 1.600 euro mensili di indennità previsti per la sua attuale carica dalla l.r. 20/1984. Ermanno Pupo per il suo impegno tra i banchi della Regione prende invece 2.020,58 euro al mese, ma ad aprile 2010 è diventato uno dei consiglieri del CdA di Quadrilatero Marche Umbria spa.
Complimenti per la precisione e il resoconto del continuo dimostrare che comunque esistono figli e figliastri. E poi si lamentano se vengono chiamati casta.
EliminaSagramola con Letta deputato "marchigiano" ormai si sente pasciuto dentro un otre colmo di bambagia. Consiglio ai "comunicatori" del PD di usare modi meno "convocatori" quando spediscono gli inviti via mail. Il testo della mail di trasmissione sembrava una "convocazione" giudiziaria, invece che un invito a una manifestazione con contenuti politici.
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