10 novembre 2014

Megastore cinese a Fabriano: le lepri e le tartarughe

Ho fatto quel che si deve fare quando si profila una novità di un certo rilievo: fare un salto sul luogo del delitto e diventare testimone oculare. Con questo spirito sono andato a fare un giretto al megastore cinese che ha aperto i battenti giusto sabato pomeriggio. 

Una curiosità non certo legata a tentazioni esotiche ma a un ésprit sociologico, al bisogno di capire cosa succede in città e quale impatto possono produrre certe formule di vendita sul settore del commercio al dettaglio cittadino.

Istintivamente questo inizio di colonizzazione commerciale non mi piace perchè aprire un varco significa legittimare un precedente e, quindi, creare le condizioni affinchè quel varco diventi sempre più ampio ed esteso. 

Ma l'istinto tradizionalista e la paura del nuovo non aiutano a conservare il sistema a cui siamo abituati, perchè per conservare bisogna accettare le sfide, ossia comprenderne la natura, analizzarne i caratteri e interrogarsi sulle possibili linee di intervento.

Il megastore cinese -  lo dico da consumatore -  è concepito in modo intelligente e furbo perchè propone prodotti che ciascuno di noi può decidere di comperare lì, piuttosto che in un altro punto vendita, senza sentirsi complice di una cineseria.

Oggettistica per la casa, cancelleria, diavolerie elettroniche, borse per pc, vasi, palle di Natale e affini sono prodotti non impegnativi, posizionati a prezzi vantaggiosissimi che facilitano il processo di acquisto. 

E su questa tipologia di offerta il megastore è destinato a colpire duramente le rendite di posizione acquisite dai "nostri" esercizi commerciali in anni e anni di vendita monopolista

Ma c'è anche un altro elemento furbo nella logica del megastore cinese e cioè l'uso "rassicurante" di prodotti a marchio, offerti con un sensibile differenziale di prezzo rispetto ad altre realtà commerciali locali, a riprova che i cinesi non sono quelli descritti attraverso il filtro degli stereotipi, ossia sgobboni che ruttano, ma soggetti che hanno appreso e applicato le più raffinate tenciche di marketing e di seduzione del consumatore.

Ripeto: a me la cultura economica e commerciale dei cinesi non piace, non la considero un modello da estendere e non credo possa costituire un valido strumento per superare la crisi del nostro territorio. 

Detto questo resta intatta in tutta la sua portata una domanda strategica e cioè con quali azioni e strumenti il commercio tradizionale fabrianese intende rispondere a questa sfida. Una risposta che impone il superamento di una mentalità incentrata su un commercio senza vera concorrenza.

Per questo non ci si può limitare alla pur giusta rivendicazione di un alleggerimento della pressione fiscale perchè la sfida cinese chiama in causa i modelli di vendita, le caratteristiche dell'offerta, la diversificazione dei prodotti e la capacità di far digerire ai consumatori fabrianesi un prezzo più alto rispetto al differenziale al ribasso messo sul piatto dal megastore cinese. 

E conoscendo le tartarughe fabrianesi mi sa tanto che alle lepri cinesi gli piace vincere facile.


    

11 commenti:

  1. L'unica via del Commercio locale è quella di percorrere la ricerca e l'offerta di qualità ed assistenza al cliente. Di sicuro io preferisco comprare "faVrianese" a condizione che poi, una volta arrivato a casa, non legga scritto piccolo, piccolo Made in China. Ripeto una cosa già detta: alla luce di tutto quello che sta cambiando ed accadendo come paiono di retroguardia ed anacronistiche le contrapposizioni tra residenti che, esasperati da inquinamento e rumori, chiedono il rispetto della legge ed un piano del traffico ed i commercianti terrorizzati dalla possibilità della pedonalizzazione del centro storico. Ora arrivano i cinesi ed abbiamo fatto un vero capolavoro. Noi residenti ci teniamo le polveri sottili ed i rumori ed i commercianti . . . . . . Così va il mondo.

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  2. ai commercianti fabrianesi il nostro comune non ha risparmiato neanche la benchè minima tassa. e adesso gli molla il colpo di grazia coi cinesi. boicottiamo il megastore cinese. andrò a vedere solo per non rischiare di parlare senza aver visto. ma sta agli utenti scegliere. ma già da quello che ho capito fabriano è una città votata alla soppressione con l'aiuto del il suicidio da parte della massa ignorante e poco educata. qualcuno su questo gioca molto facile. PURTROPPO PER GLI ALTRI.
    Martini Marcello

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    1. Il problema è la risposta caro Marcello. Sarei pure d'accordo a boicottare ma voglio sapere come dai commercianti fabrianesi cosa intendono fare per migliorare le condizioni di acquisto del concittadino consumatore. Se non c'è questa contropartita su cosa la costruiamo l'unità d'intenti?

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  3. l'apertura de megastore cinese produrrà un cambiamento strutturale. Mi domando se qualcuno si interrogherà su come governare questa trasformazione.

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    1. Non preoccuparti di tutto questo ,se non erro un commerciante del corso ha dichiarato che vede la fine della crisi,detto da lui che non vende di certo roba economica..........Per Favriano tutto rimara' come sempre,e vissero tutti felici e contenti.

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  4. Comprate le scarpe del giovane calzolaio
    comprate la mozzarella del nuovo caseificio
    comprate la birra artiganale fabrianese
    comprate il miele del ragazzo che ha inventato l'invecchiamento in barrique

    Almeno, per quanto non siano al massimo della convenienza, rispettano il rapporto qualità-prezzo e quando torni a casa non ti senti la gola bruciare per la puzza di plasticaccia, non rischi che le cose ti prendano fuoco, e sai che sono cose create dall'abilità dell'artigiano e non dallo sfruttamento di operai schiavizzatti a fare prodotti in serie.

    Poi sinceramente non ho visto tutta questa convenienza.. ho trovato solo una gran puzza

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  5. che comprare a Fabriano non fosse una delle attività più economiche che una persona potesse fare lo si sapeva, certo i commercianti si troveranno a dover affrontare un mercato fortemente drogato dal prodotto cinese da oggi, però ritengo che non tutto il male venga per nuocere, io da consumatore attento non andrei mai a comprare un capo di abbigliamento dai cinesi, come del resto non comprerei generi alimentari di cui non conosco la certa provenienza, adesso suo prodotti di marca mi piacerebbe sapere se si approvvigionano direttamente dal produttore o se sono quelle partite che producono i cina e che importano per l'occasione, o se sono i prodotti che arrivano in Cina a prezzi nettamente più bassi di quelli Nazionali e che poi loro successivamente si fanno rispedire, ma a questo dovrebbe pensare la finanza , io dai cinesi ad oggi mi sono limitato a comprarci dello schotch , e non lo farò più, e della vernice spray e quella potrei ricomprarla, ma se volessi comprare qualcosa di qualità mi spiace ma non lo farei mai in un negozio cinese, i commercianti Fabrianesi fino ad oggi hanno lavorato in una sorta di monopolio , mantenendo prezzi altissimi nonostante il calo delle vendite a causa mi pare di una crisuccia in transito, e in un qualche modo impedendo l'arrivo e il perdurare di nuove attività commerciali, da bravi studenti merloniani, il bene in tutto ciò ? la necessità di modificare i sistemi di vendita , di ributtarsi in una sorta di salutare concorrenza, e magari doversi aggiornare sulle strategie, certo che da parte del comune poche sono state le agevolazioni che hanno ottenuto, almeno fino a quest'anno, che hanno ottenuto l'esenzione al pagamento della TASI , cosa di non poco conto anche se una goccia in un oceano di tasse, comunque il tempo sarà testimone, un anno fa si inaugurava una palestra , anch'essa con la benedizione suprema di Sagramola, e ad oggi non ha fatto il botto preventivato, anzi non naviga in grandissime acque, vedremo , intanto arigatò a tutti . Muratori Davide

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    1. Ma dove lo hanno aperto di preciso ???

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    2. La salutare concorrenza non puo' esistere a Favriano,se non sei del "cerchio magico" a Favriano te fanno chiude......!

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  6. Cinese e/o del sudest asiatico non è sempre sinonimo di bassa qualità, guardate cosa hanno fatto con l'elettronica di largo consumo...chi si attarda su posizioni pregiudiziali lotta contro i mulini a vento. Le rendite di posizione sono finite. Le lavatrici de Antò loro le fanno a metà prezzo e pure meglio.

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