12 dicembre 2014

Indesit: i creduloni e il gioco delle nomine

Quello fabrianese è un popolo credulone, in apparenza cinico e scafato ma tutto d'un pezzo quando si tratta di prendere per buona una versione ufficiale o se qualcuno comanda di vedere il bicchiere mezzo pieno.

Un anno e mezzo fa, quando Indesit annunciò il Piano di Salvaguardia furono fuoco e fiamme: manifestazioni, cortei, picchetti, gatti selvaggi, magliette col "Dottor Vittorio che ci manca"e striscioni con "la Storia siamo noi". 

Dopo così tanto ruggire, a dicembre 2013, si giunse alla prevedibilissima firma: gli esuberi rimasero 1.400, accompagnati dagli immancabili ammortizzatori sociali e da un referendum confermativo influenzato da metaforiche pistole, puntate alla tempia dei lavoratori.

Sei mesi di mobilitazione inutile e poi più nulla. Solo la placida attesa di quel che veniva definito partner ed era un acquirente - ora turco, ora cinese, infine americano - intenzionato a esercitare un controllo totalitario sulla multinazionale merloniana.

Non furono più lotte ma furono sospiri all'annuncio dello sbarco americano, coi sindacati e i fabrianesi convinti che quello del dicembre 2013 non fosse carta straccia - anzi carta da culo - ma accordo esigibile: su investimenti, prodotti, ammortizzatori sociali. Come se chi compra casa fosse costretto dal precedente padrone a mantenere le piastrelle del bagno, i sanitari e anche qualche vecchio mobile d'annata.

Gli americani di Whirpool sono entrati in scena massicci e sornioni: l'OPA totalitaria con le azione rastrellate a Piazza Affari e casa per casa tra i piccoli azionisti; il delisting dalla Borsa di Milano e adesso la nomina, al posto del traghettatore Milani, della manager Esther Berrozpe.

Come previsto il popolo credulone si è soffermato sul dettaglio, sulla curiosità di genere della prima donna al comando della Indesit, dimenticando che il dietro le quinte del grande potere merloniano era già governato da un'altra donna, da un'altra Ester, non spagnola ma fabrianesissima sorella dei tre capitani d'industria eredi del vecchio Aristide.

Qualche dirigente sindacale si espresso a sproposito, affermando che la nomina di Berrozpe non attiene alla sostanza delle cose importanti ma al formalismo intrigante dei giochi societari. Ingenuità imperdonabile e gravissima perchè quella che viene denominata "integrazione dei business" prelude a una fusione, con Indesit fagocitata dalla company americana e i vecchi marchi merloniani ridotti a variabile del disegno strategico della grande Whirlpool.

Gli americani di Whirpool sono entrati in scena massicci e sornioni ma il pugno di ferro fa capolino dietro il guanto di velluto. Nel frattempo i fabrianesi aspettano e sperano. Come sempre. Confidando che restino quanto meno in piedi gli accordi sugli ammortizzatori sociali senza mobilità fino al 2018. Perchè magari un po' di costo del lavoro pagato dalla collettività non fa così schifo neanche agli americani del Michigan.

E allora andiamo avanti così, digerendo tutto, cartesiani al cubo e più realisti del re, sperando nella palude eterna e che l'oblò delle lavatrici Whirlpool sia ora e sempre mezzo pieno come il bicchiere del metalmezzadro. In fondo tirare a campare è sempre meglio che tirare le cuoia no?!
    

10 commenti:

  1. Sveglia. Che fine ha fatto quell'accordo tra Meccano e cinesi della Haier per ricerca e sviluppo del bianco con la regia della Regione Marche che tanto ha sbandierato e tanto ha fatto arrabbiare il presidente di confindustria Ottavi. Poi gli americani hanno comprato Indesit. Il metalmezzadro direbbe che qualcuno in regione ha fatto il Sensale per far alzare il prezzo. O forse questa è solo una fantasia!! Comunque gli americani sicuramente una cosa di buono la faranno: manderanno a casa tutti i politicanti che vi lavorano. Non ne hanno più bisogno e non sanno che farsene. La BEST insegna.

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  2. Il Piano Industriale di Whirlpool è un passaggio storico per Fabriano. Come l'omicidio dei Chiavelli che segnò il primo declino e come l'avvento dei Merloni

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  3. Piccola correzione LEI non prende il posto di Milani... Indesit Company non esiste più. Un bene un male? Lo vedremo

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  4. Al bene o al male adesso in Indesit non ci pensa nessuno, sono tutti impegnati a scartare i pacchi di Natale in arrivo dai vari fornitori........ AMEN

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    1. Credici,oggi in Ancona ancora su un palco parlavano di INDESIT...........

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    2. CONFERMO.purtroppo anche io lavoro alla Indesit e sto vedendo il solito via vai di auto che caricano pacchetti vari. Il prossimo anno si vedra'

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  5. La storia generale di questa città procede "a strappi", sono d'accordo con Simonetti. La storia urbanistica ed artistica no. A parte una periferia a tratti nella media bruttezza italiana, a tratti migliore, a tratti indecente e con un saccheggio abusivo regolarmente autorizzato da chi ha amministrato e istruito le pratiche, la sola storia che ci rimane è quella sviluppata nel pieno medioevo tra il XII e il XIV secolo. L'epopea di questo grande sviluppo industriale non lascia nulla sotto il profilo urbanistico ed artistico alla città. Le attuali "famiglie industriali" scorreranno via come acqua su un vetro senza lasciare un segno nel contesto urbano.

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  6. Noioso ma quante volte ti ho detto che dovevi cambiare argomento, sempre li a scrivere, dai parla di altro per esempio parlaci del Natale e del Capodanno due eventi che a Fabriano erano molto sentiti e vissuti, tu cosa ne pensi come sarà questo Natale? Io vado fuori all'estero voglio andare via non ne posso più di stare a combattere con la crisi che ha reso le persone avide, prive di umanità.

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    1. Vai all'estero e combatti con la crisi?! MI sa che te la crisi non sai neanche dove sta di casa...........

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  7. All'estero festeggiano e si divertono, e pensa lavorano pure, qui che stiamo a fare?

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