Sostiene Balducci che siamo ai prodromi di una riconversione economica, rispetto alla quale la Mostra “Da Giotto a Gentile” rappresenta
il punto di svolta, la ragione di un effetto domino destinato a stimolare un’inedita
moltiplicazione di iniziative. Sicuramente negli ultimi mesi si è un po’
ristretta la patina triste e sconfortante che ha fatto da sfondo alla deriva
economica del territorio. Così come,
grazie al cielo, si sono perdute le tracce del meriggiare sbracato degli anni
che la Berta filava. Il grande poeta perugino Sandro Penna avrebbe scritto che si percepisce “un po’ di febbre”, la lieve alterazione di un corpaccione comunitario
costretto dalla necessità a rimettersi in moto e a scandagliare qualche
possibilità aggiuntiva di tenuta e di sopravvivenza. Ma siamo a quella febbriciattola malarica che è ben
lontana dalle alte temperature che sarebbero necessarie per accreditare un cambio di
rotta e di prospettive. Piano, allora, con gli entusiasmi turistici, col credere strutturale ciò che è congiunturale
e con l’illusione di trasformare un evento a termine, per quanto suggestivo e
ricco di sogni del dugento, in una rendita di posizione permanente e
autopropulsiva. Le riconversioni economiche sono processi complicati e non
sempre destinati a buon fine, esperienze di programmazione e sperimentazione
che non ammettono rimozioni ma piuttosto verità, magari amare, da cui far
muovere un tragitto diverso e un percorso di cambiamento. Sostiene Balducci che taluni esercizi, in questo quadro di pelli
che cambiano, non hanno brillato per accoglienza e sensibilità, preferendo
chiudere i battenti quando era più allineato alla bisogna il tenerli lindi,
pinti e spalancati. Libere scelte degli esercenti che in parte scelgono di serrare
perché sanno far di conto e in parte in quanto eredi d’antico carapace metal_mezz, con la loro cultura del buono pasto e con la logica del
dirigente merloniano e forestiero che tanto “do va, alla fine pure lui qualcosa tocca che magna”. Ma il vero
problema è un altro e cioè che manco uno tra gli autoctoni si mette mai nei
panni del turista che arriva a Fabriano. Il guru del pensiero laterale Edward De Bono ci ha scritto un libro
sul bisogno di guardare le cose da diversi punti di vista: “Sei cappelli per pensare”. Nel nostro
caso di cappelli ne sarebbero sufficienti un paio, ma la città impigrita
preferisce lasciarli appoggiati in qualche sofà. Si dice che Fabriano abbia una
bella piazza. Verissimo. Secondo qualche esagerato, un po’ campanilista e non
avvezzo al viaggio, addirittura tra le dieci più belle d’Italia. Ma una piazza
è qualcosa che trattiene, che dà occasione di soffermarsi. Arrivateci da
turisti verso le tre di pomeriggio a Piazzalta.
Sicuramente un bel colpo d’occhio, ma roba da “guarda e passa”: il Loggiato San Francesco rinserrato e
chiuso come una prigione, il Palazzo del
Podestà ridotto a scatolone vuoto e inerte, il Palazzo Vescovile non visitabile in quanto sede operativa del
cristianissimo pastore. Ora, in una piazza ci si sofferma anche se si ha la
possibilità di sedersi e mangiare qualcosa, consumando qualche scampolo di
giornata dedicato all'otium
contemplativo. E su questo aspetto di Piazzalta
soprassediamo per onore e carità di patria. Di fatto, a voler essere ottimisti, in
mezzora Piazza del Comune estingue, agli occhi del turista, la sua funzione di gioiello e di salotto buono. A
corollario di questo passaggio oggettivamente sbrigativo vale la pena ricordare
che il Teatro Gentile è
sempiternamente chiuso, che l’Oratorio
della Carità idem con patate e che San
Benedetto odora di muffa tanta è l’abitudine di sottrarlo agli occhi del
viandante, del curioso e del fedele. Mettiamo pure che un’altra mezzoretta la
si dedichi al gironzolo tra i vicoli
del centro storico. Per carità graziosi, ma come se ne trovano in mille borghi
d’Italia. Di fatto, cessato l’effetto spugna di Giotto e di Gentile, sarà
sufficiente passeggiare un’ora per chiudere la pratica turistica in quel di
Fabriano. Un po' poco per radicare una controtendenza economica e un flusso di turismo minimamente remunerativo. Sostiene Balducci che il
nostro futuro sarà popolato di forestieri con la cartina in mano, di cercatori d’arte
e di cultura e di gaudenti sedotti dal salame 80% di prosciutto. Sperarci è dovere civico, ma il crederci
pura e inestimabile scioccheria
17 settembre 2014
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Balducci sostiene, ma non sa di cosa parla. Più che prodromi di una riconversione cultuarel sono i prodromi ad una futura candidatura.
RispondiEliminaCondivido tutto, condivido le iniziative culturali, artistiche, condivido la mostra, l'expo, la fiction, i balli e le ballerine, ma, alla fine di tutto, dopo aver speso milioni di euro, sarebbe auspicabile che Balducci o chi di competenza ci dicano quante centinaia di posti di lavoro sono stati creati e, quindi, quanti benefici ha portato il turismo in modo da ripetere le iniziative, ampliare l'offerta turistica. ecc.ecc.
RispondiEliminaSe poi, tutti i milioni spesi saranno serviti solo per aumentare il fatturato di pochi ristoranti, pizzerie e bar, invasi da frotte di turisti "fai da te, no Alpitour" da mezza giornata, allora qualcuno dovrebbe dare altre spiegazioni.
Condivido in pieno questa riflessione, lavorando e vivendo in una struttura di ricezione turistica e stando a contatto con questi famigerati "turisti" quotidianamente, il sentore che ho è che finita la mostra questo flusso di outsiders andrà affievolendosi (cosa che è già avvenuta con la fine delle ferie di massa ovviamente), fortunatamente ci sono le care vecchie grotte, che attirano turisti più o meno in ogni stagione, e di tanto in tanto riusciamo anche a dirottare qualcuno di questi a Fabriano.
RispondiEliminaIo mi sono imposto di crederci ma non si va a dormire la sera con la tuta da operaio e ci si risveglia la mattina con la cartina in mano
RispondiEliminaVa bene qualiasi iniziativa ma MAI,DICO MAI,a Fabriano,mi e' capitato che qualcuno mi chiedesse come procedeva il pranzo o la cena nel proprio ristorante.....Anche questo e' turismo,l'accoglienza prima di tutto!
RispondiEliminaAi gestori dei pubblici esercizi impostata che magni, paghi e vai via il prima possibile. Chi nasce tondo non muore quadrato.
Eliminaprima niente commenti anonimi, poi solo con nome per esteso, poi anonimi sensati....tra un po' simonetti richiama tutti sennò se le canta e se le suona sempre più solo ahahahaha
RispondiEliminaTi consiglio di controllare il numero di visualizzazioni...ci resti male credimi
RispondiEliminaIl successo di un blog dipende dal numero di visualizzazioni che sono 510 mila in due anni e mezzo senza fare copia e incolla da agenzie e giornali. Fattelo pure tu un blogghettino del genere. Se ci riesci. Anche perchè bisogna saper scrivere. Dote poco diffusa in città!!! :)))))
RispondiEliminaDai bisogna pur sognare nel 2016 ci sarà la ripresa.
RispondiEliminaSolo quando commento io esce anche la foto?
RispondiEliminaPrima mi firmavo, ora con google+g.mail non firmo più. Fa tutto da solo. hahahaha
510.479 bel numero ..... è come se 510.479 lettori avessero comprato il giornale per leggere l'articolo. I commenti, sicuramente saranno una decina di milioni.
Simonetti, il successo del tuo blog, oltre che nei tuoi fondi indiscutibilmente intelligenti e giustamente critici, sta nella possibilità dei commenti rigorosamente anonimi, e tu lo sai.
RispondiEliminaLe visualizzazioni che tanto vanti sono anche, e soprattutto, frutto della tipica predisposizione fabrianese a sputar veleno su tutto e tutti (possibilmente senza metterci la faccia) e della splendida possibilità che tu quotidianamente offri di tenersi aggiornati sulle piccole e grandi polemiche cittadine ed intingerci a volontà il proprio pane.
Un bel giocattolo che deve rimanere così!
E infatti, la disposizione anti - anonimato, appena fatta, te la sei dovuta rimangiare in fretta perchè è fatalmente e drasticamente calata la partecipazione alle discussioni.
Così è, che piaccia oppure no.
Un anonimo che ti vuol bene.
Mi vorrai anche bene ma nel tuo giudizio scorre molta invidia..... ci sono abituato
EliminaNell'antica Roma si poteva scrivere ciò che non andava dei governanti anonimamente su di un muro. Brucia tanto ai "nostri" politicanti leggere quello che pensano di loro i cittadini?
EliminaAlla notte blu ci sarà Capitan Ventosa. Niente in confronto ai nostri amministratori comunali il cui deretano è attaccato all poltrona con più di una ventosa.
RispondiEliminaio chiederei solo una cosa a Balduccetto da Attiggio, quali nouve iniziative sta mettendo in cantiere il suo massessorato per dare continuità alla mostra " Da Giotto a Gentile"?, che ricordiamoci è nata per volontà della Fondazione cassa di risparmio, io vedo lo stesso deserto che ho visto dopo la mostra del" Gentile" , anche in quella occasione si era parlati di volano di svolta culturale proiettata al turismo, e il dato di fatto è che ne è seguito il vuoto, vorrei chiedere al sig. assessore al turismo Balducetto da Attiggio cosa ha programmato , oltre forse le sue prossime ferie di Natale, per i mesi futuri e per il prossimo anno, perchè certi cartelloni vanno preparati con cura un anno per l'altro a volte anche 2 , ma mi pare che il vecchio detto anche in questo casi ci abbia preso, " chi si loda si imbroda", nulla c'è all'orizzonte e nulla riuscirà a partorire questa amministrazione e questo assessorato in particolare, ceh sta preparando un colpo di coda , anzi ha rispolverato un vecchio progetto di Paladini, per assicurarsi un po di voti alle prossime imminenti elezioni comunali, LA CITTADELLA DELLO SPORT!! avviva, griderà il popolo, ma al sig. Balduccetto da Attiggio vorrei fare notare solo una cosina piccola piccola, esattamente all'interno della cittadella dello sporto, quindi area che dovrebbe nel suo immaginario essere totalmente pedonalizzata, lui stesso ha fatto mettere la MITICA AREA CAMPER, perennemente deserta causa sabbie mobili o paludi in caso di pioggia tanto è fatta bene, E LA RELATIVA AREA DI MANUTENZIONE IDRICA ED IGiENICA DEGLI IMPIANTI IGIENICI CHIMICI.... al sig.Balduccetto da Attiggio assessore al turismo e allo sport , ripropongo un invito già fattogli di persona, lasci stare turismo e sport, che non sono il suo campo e torni a fare bene il suo lavoro a tempo pieno . Muratori Davide
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