Se i leader della destra marchigiana – i Bugaro e i Ciccioli per intenderci – sono disposti a farsi massa di manovra
del disegno spacchiano, fino al punto di scadere in un’implorazione quasi accorata
al Governatore, vuol dire che nella
nostra regione è nato un nuovo
bipolarismo che coopta la destra e circoscrive lo scontro politico ed
elettorale a un fatto interno al
centrosinistra, a una partita politica tra Spacca e la direzione del Partito Democratico. Si tratta di uno
schema sicuramente anomalo che restringe gli spazi di democrazia, ma il
realismo politico impone di guardare la realtà senza adattarla ai propri
desideri e ai contenuti della teoria politica; e la realtà ci dice che oggi,
nelle Marche, questo è quel che passa il convento, la mercanzia possibile per
chi non subisce il fascino del grillismo e del berlusconismo e immagina
soluzioni politiche che non contemplano l’apocalisse del cambiamento radicale.
Da questo punto di vista c’è da dire che Spacca
non è rimasto a guardare: dopo qualche ora di stordimento, successiva alle
dichiarazioni del segretario regionale del Pd Comi alla Festa dell’Unità di
Pesaro, il Fabrianese che desidera essere Trino
ha armato la contraerea, a riprova di un desiderio
granitico di terzo mandato che sembra escludere operazioni di buonuscita contrattata e ipotesi di
incarichi compensativi. Insomma, se Comi pensava di fare il Marchionne della situazione dovrà
ricredersi, perché Spacca non ha tirato a giocare al Montezemolo combattuto e vinto. E giusto ieri il Fabrianese Resistente ha inanellato un colpo
pesante sparigliando sul caso Ardo.
Obiettivo: fare quadrato con i sindacati
metalmeccanici condividendo un duro attacco al Governo per il blocco dei 35
milioni di euro previsti dall’Accordo di
Programma. Mettersi contro il Governo, ovvero contro Renzi che avrà sicuramente l’ultima parola sulle candidature,
significa per Spacca approfondire la
rottura con il PD, tracciare un solco sempre più profondo basato su una politica
delle alleanze che trova nelle sigle dei metalmeccanici lo strumento per allineare le confederazioni di riferimento
e costruire un blocco sociale del lavoro
in grado di contrapporsi al friabile nuovismo dei renziani del PD. Ma per
riuscire in questa operazione di rinforzo
economico sociale del proprio disegno politico, Spacca non può esimersi
dall’aprire un dialogo con quel mondo della piccola e media impresa marchigiana che nutre sospetti nei suoi
confronti in quanto ritenuto espressione diretta della grande industria metalmeccanica. Non è un caso, da questo punto di
vista, che il Governatore fosse
presente ieri, a Fabriano, all’inaugurazione della via dedicata a Ermanno Casoli, il padre di Francesco Casoli – ex senatore del Pdl,
patron di Elica ed attuale esponente dell’NCD – per lungo tempo avversario politico di Spacca e della sua
luogotenenza fabrianese. Gianmarione, di fatto, sta articolando una strategia trifasica: costruire una coalizione politica ricalcata su quella che
sostiene il Governo Renzi per mettere all’angolo i renziani marchigiani; sviluppare
un’alleanza sociale fondata su un “patto
tra i produttori” che veda protagonisti sindacati e piccola e media
impresa; barricare Fabriano
facendone un presidio di solidarietà e trasversalità larga, capace di resistere
collettivamente alla vendetta dei pesaresi secondo i quali Fabriano e Spacca sono una cosa sola. Si tratta di una strategia
sottile, di una scommessa giocata sul
filo di lana che ad oggi pare assai più concreta e robusta di quella interna e politicista messa in campo
dai vertici del PD regionale. Ma, come si dice in questi casi, prevedere è
impossibile, perché ogni giorno ha la sua croce. E le croci di Spacca sembrano
moltissime e pesanti.
Per non costringere le persone a dare vita a un profilo Google (soluzione migliore e più trasparente) @Bicarbonati consentirà di postare commenti con profilo anonimo a condizione che siano firmati per esteso. In caso contrario non il commento non verrà sbloccato (G.Simonetti)
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una riflessione leggera, leggera, come fa un presidente di regione, che ha letteralmente affossato, se no disintegrati la piccola e media industria a tutto favore della grande, pensare di utilizzare le pmi , promettendogli chissà quali regali fantascentifici in caso di elezione? attraverso i sindacati ? gli stessi sindacati che lo hanno aiutato in questi anni a voler fare credere che si stava internazionalizzando l'impresa marchigiana e invece si delocalizzavano intere realtà industriali con ricadute negative sui livelli occupazionali? lo stesso presidente di regione , che non più di 15 giorni fa ha distorto 8 milioni di € , previsti proprio per lo sviluppo delle pmi, perchè gli servono da un'altra parte, senza però dire cosa ne farà, ma si sa , se si va indietro nel tempo, in occasione dell'alluvione di Senigallia e si riascoltano le parole di Renzi si capisce a cosa gli servono!!!! il trasformismo di questa persona è talmente elevato che una salamandra o un camaleonte sono dei dilettanti di mimetismo in confronto, e il mendicantismo proposto da Bugaro e Ciccioli è a dir poco sgradevole , indegno di esponenti di partiti politici, ma poi ripensando bene a cosa sia oggi la politica sembra effettivamente più normale, ma una cosa non dobbiamo dimenticarci alle prossime regionali, Spacca è lo stesso che ha messo in piedi il fattaccio brutto delle centrali a biogas, attualmente sotto forte indagine, costruite in violazione delle norme nazionali ed europee, ed è lo stesso che quando, proprio a Fabriano, gli era stato fatto notare ha risposto spocchiosamente " i marchigiani le centrali a biogas se le devono tenere!!" bhe Presidente uscente e speriamo uscito, noi le centrali ce le terremo pure, lei intanto si tenga le indagini della procura della repubblica, poi ci saprà dire come sarà finita. Muratori Davide
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