Come dice un amico che lo conosce
bene mai sottovalutare Gianmario Spacca,
creatura sorniona e dotata di sette vite, un Gatto Mammone capace di far sentire l’artiglio politico proprio
quando ha le convergenze astrali sfavorevoli e Saturno contro. Fateci caso: fino a ieri il Governatore sembrava dantescamente tacito, solo e sanza compagnia,
consolato soltanto da un selfie con Al
Pacino, da un sussulto di
leopardismo in celluloide e da qualche suo pensiero a voce alta su calzature, Marche e Micam. Il tutto
mentre il Segretario Regionale del PD
ordiva una strana congiura ai suoi danni; strana perché priva di mistero e
di corridoio, anzi comunicata alla stampa, dichiarata in pubblico e
accompagnata da un tour di partito nel territorio regionale alla ricerca di un
qualche disperato accordo interno per silurare
il Fabrianese. Insomma un marchigiano, il segretario del PD, del tutto
immemore degli antichi complotto orditi in queste terre, a partire dal
magnifico inganno della Cena di Senigallia dove, nel 1502, Cesare Borgia fece strangolare i nemici Vitellozzo Vitelli e
Oliverotto da Fermo. E infatti, nel giro di poche ore, Spacca ha avuto una
prima reazione indiretta, strutturata in forma di puntello esterno: non più il vecchio e blasonato “soccorso rosso” ma un inedito e
pesantissimo “soccorso azzurro”. Sul Messaggero di oggi la prima azione di
spariglio porta infatti la firma di Giacomo
Bugaro - consigliere regionale e coordinatore marchigiano del Nuovo Centro Destra – che non esclude,
per il governo delle Marche, una coalizione uguale a quella che sostiene il Governo Renzi, rispetto alla quale “Spacca potrebbe essere uno dei punti di
equilibrio”. Una linea politica che troverebbe anche il sostegno dell’UDC, sia per i rapporti
che intercorrono tra Spacca e Viventi,
i Castore e Polluce della politica
fabrianese e regionale, sia per la recente convergenza politica ed elettorale
tra Alfano e Casini alle elezioni europee. A questo asse centrista andrebbe a sommarsi
la lista del Governatore (Marche
VentiVenti), componenti dichiarate e spezzoni sotterranei e catacombali di
un PD che piglia una barca di voti ma non riesce a trovare un filo di unità
interna, e forse anche frazioni dell’area più radicale della destra forzista e leghista che
avrebbero un’occasione unica per uscire dall’isolamento. In questo senso le
dichiarazioni di Bugaro aprono il
varco che mancava al rimescolamento delle carte e a rendere plausibile uno Spacca Ter politicamente sparigliante e originale.
In questo modo il Governatore ha qualche ragione in più per fare la mossa del cavallo e uscire dal cul de sac in cui lo aveva confinato il
suo stesso partito che, tra l’altro, indicando Sagramola per la Provincia ha tolto dall’ordine delle cose
possibili qualsiasi rivendicazione
aggiuntiva di cariche e poltrone provenienti dall’area fabrianese, facendo
del Sindaco di Fabriano un nemico di
fatto del Governatore in cerca del terzo mandato. E, notoriamente, rompere
un fronte locale per creare confusione e
panico nel campo d’Agramante è delizia degna d’un Messer Niccolò o, per
venire a noi, di un Luttwak che argomenta sulle tecniche del colpo di stato. Per
noi osservatori lontani e non coinvolti, ma sempre e comunque voyeur asserragliati
attorno alle mille trame della democrazia e del governo, ci sono, insomma,
tutte le condizioni per seguire con passione d’artisti la saga di Palazzo
Raffaello. Ma non possiamo nemmeno dimenticare d’essere cittadini di questa Maker City che cena con gli avanzi del pranzo
ma si presenta al pubblico linda, pinta e in lingua inglese. E siccome le
candele si fanno con la cera che c’è, è
bene ricordare agli idealisti e a quelli che pensano che la politica sia alta e
nobile, che se Spacca non si farà il terzo giro da Governatore la cara Fabriano,
in quanto naìio borgo selvaggio del
Gianmarione leonardesco, farà la fine di
Cartagine. E sarà un pesarese, nel discorso di insediamento, a pronunciare
la frase, riveduta e corretta, che Catone
il Censore consegnò al Senato di
Roma: Carthago delenda est.
Delenda Favrià!
5 settembre 2014
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Bravo Simonetti! Analisi politica non faziosa
RispondiEliminaMa dove lo vedi il lindo e il pinto Simonetti!
RispondiEliminaLe strade del centro storico sono sporche, prova a fare il percorso dal Museo della Carta, alla Cattedrale, fino al Corso, passando per via Fogliardi o via Balbo e poi ti accorgi quanto siamo accoglienti per i turisti.
Se poi ti affacci dalle finestre che guardano verso il cortile del Buon Gesù vedi ragnatele e vetri sporchi e per fortuna che hanno speso un milione di euro per la mostra, non li avevano mille euro per affittare un carrellino elevatore con un lavavetri?
E non parliamo della sporcizia che si vede nelle cappelle di Sant'Agostino e San Domenico.
Mi chiedo se chi ha organizzato la mostra inviterebbe un ospite importante a casa propria mostrandogli i vetri con le ragnatele vecchie di anni!
Boh!
Era una metafora per raccontare le nostre pretese non la nostra realtà, come ci rappresentiamo non come siamo. Che fabriano sia una città sporca lo scrivo e lo sostengo da tempo. E più è sporca e più diventa sporca
RispondiEliminaLo votato due volte.. nn ci sarà una terza!!!!
RispondiEliminamai votato
RispondiEliminaBugaro? Chi l'amico del dj?
RispondiEliminaCarthago? allora aridatece Pergamena sindaco!
RispondiElimina