Il Governatore Spacca ha martellato per tutto il giorno sui social
network: fotografie con attori e protagonisti della fiction, scatti al Bar
DiVino piazzato all’interno del Loggiato
San Francesco, conferenza stampa all’Oratorio
della Carità, anticipazioni sulle pillole promozionali pro Marche che
avrebbero preceduto l’inizio della trasmissione e comunicazioni ufficiali – a mezzo
Facebook – circa la sua presenza innanzi
al televisore di casa già un’ora prima della messa in onda. Insomma, un
attivismo estremo quello di Gianmarione
da Fabriano, l’energia baudesca di un politico consapevole che la rete
ammiraglia di Mamma Rai avrebbe trasmesso, in prima serata, qualcosa di più di una fiction a sfondo
religioso girata nella città della carta. Già, perché l’incipit di “Che Dio ci aiuti” non sembrava davvero
la declinazione di un genere televisivo, ma un lunghissimo spot
territoriale con dentro giusto qualche tonaca poco ispirata, un’apologia d’Appennino in alcuni
passaggi iniziali talmente forzata da risultare perfino imbarazzante. Inutile
girarci attorno: Spacca ha messo a segno
un colpaccio politico e personale, sbattendo in faccia a tutto il PD
marchigiano che lo vuole fuori dai maroni la beatificazione televisiva del suo feudo personale, quella Fabriano
andata sul culo a tutti e rilanciata, urbi
et orbi, con una sfacciataggine pari al suo desiderio di un terzo mandato. E’
probabile che la pubblicizzazione ostinata di Fabriano generi un qualche
ritorno turistico per la nostra città, perché se è vero che migliaia di persone
hanno raggiunto l’Isola del Giglio per occhieggiare lo scheletro della Concordia, non si capisce per quale ragione un
qualche migliaio di telespettatori affezionati non debba raggiungere Fabriano,
magari soltanto per visitare il bar di Suor
Angela e Suor Costanza. Per ora
a colpirci è il dato politico e cioè lo
schiaffo che Spacca ha rifilato in faccia ai suoi sicari e a quanti nel PD
credevano che per pensionarlo bastasse strattonarlo con qualche minaccia. Quel
che colpisce è l’impressionante squilibrio di mezzi tra Spacca e il resto del PD, col Governatore che bombarda dall’etere televisivo e dall’universo virtuale
mentre Comi e i pesaresi pensano di spuntarla per il tramite di tristissime e itineranti riunioni di resoconto politico e amministrativo. In questo senso
Spacca, nonostante il proprio background personale di tecnocrate pensoso, ha cambiato repentinamente pelle, replicando in
chiave regionale la lezione berlusconiana: trasformare ogni cosa nel segno del suo necessario prodigio politico. Il convitato di pietra della fiction, non a
caso, era proprio lui, quel Padre
Gianmario che si intravedeva come un’ombra perenne tra Suor Angela e Suor Costanza.
E non osiamo immaginare cosa accadrà nel PD quando il film su Leopardi trasformerà il favoloso poeta recanatese in un precursore, nel cantore ante litteram del Modello
Marche, nel nobile antenato di un nobilissimo Governatore trasfigurato in un
vero e proprio “poeta del fare” di cui, parafrasando A Silvia, così si potrebbe dire:
Gianmario, rimembri ancor
quel tempo tuo governativo,
quando il comandar splendea
nel fare tuo saccente e ultimativo,
e tu, tecnorate e pensoso, ogni dissenso
altrui impedivi?
quel tempo tuo governativo,
quando il comandar splendea
nel fare tuo saccente e ultimativo,
e tu, tecnorate e pensoso, ogni dissenso
altrui impedivi?
la poesia è fantastica!!!!!
RispondiEliminaSimonè beato a te che te diverti co sti politici. Ma non hai voglia di rientrare in scena
RispondiEliminaSpesso ti ho criticato ma ti faccio i miei complimenti per questo racconto colorito della campagna elettorale per le regionali
RispondiEliminaQuesta pubblicità è meglio di quella che andava in onda questa estate, molto pallosa e senza senso, con quello che si ficcava dentro il letto in mezzo ad una coppia, bisogna darne atto al nostro presidente che questa volta c'ha azzeccato (la pubblicità).
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