27 novembre 2014

Il Giotto infranto sulla Linea del Bagnasciuga

La Mostra "Da Giotto a Gentile" ha avuto un grande successo di pubblico, che ha consentito di superare di molto la previsione iniziale dei 40 mila biglietti. Sono diverse le ragioni di questo risultato, non ultimo il rimbalzo prodotto dalla fiction delle monachelle che, piaccia o meno, ha saldato attorno a una Mostra per palati fini pure una fascia non preventivata di visitatori nazionalpopolari.

Come da scontatissima profezia operatori, commercianti, artigiani e politici hanno cominciato a cullarsi negli allori, dimenticando che il turismo è genere ondivago quando si produce attorno a un evento e che le belle Mostre, appena si concludono, lasciano repentinamente col becco asciutto - e per lungo tempo -  chi fa conto su un miracolo di semplice rinculo.

Accadde già dopo la Mostra del 2006 su "Gentile e l'altro Rinascimento", ma la lezione è stata prontamente dimenticata, giustificando l'oblio con la tesi secondo la quale otto anni fa la città non era pronta per sostenere un'esperienza culturale tanto impegnativa e qualificante. Invece adesso, per chi ha la fortuna di crederci, è tutto un fiorire di intelletti e di nativi rimpinzati di sapere.

Fatto sta che la Mostra "Da Giotto a Gentile" si concluderà il 18 gennaio 2015 e sarebbe alquanto saggio che si da subito si ragionasse a partire dal giorno dopo, senza farlo diventare una roba tipo The day after.

I fabrianesi probabilmente ignorano che la Pinacoteca dovrà chiudere i battenti per lavori che si protrarranno non si sa per quanto tempo, col rischio concreto che l'onda lunga di Giotto si infranga, nel giro di un paio di mesi, sulla solita linea del bagnasciuga. Tra l'altro Vittorio Sgarbi ha dichiarato, in più di una circostanza, di voler agire per trattenere a Fabriano alcune opere del Maestro di Campodonico; operazione che non si capisce bene da chi debba essere ufficialamente portata avanti e che, di certo, non si rafforza con la prospettiva di chiusura sine die della Pinacoteca.

Si porranno, inoltre, problemi relativi all'allestimento della Pinacoteca e anche una questione che conta proprio perchè è un conto, e cioè chi paga. Il foraggio continuerà a fornirlo la tuttora grassa Fondazione Carifac o se ne farà carico il Comune che già sbudella il bilancio per pagare luce e gas della bellissima ed esagerata Biblioteca Comunale?

E se sarà la Fondazione a foraggiare avrà voce in capitolo nella gestione o si dovrà accontentare di garantire il "fondo perduto" senza nulla domandare e pretendere? E l'ottimo Vittorio Sgarbi sarà solo una parentesi dorata o gli si darà la possibilità materiale di prolungare l'onda lunga, magari attraverso un'altra Mostra altrettanto prestigiosa e altisonante?

Non è per ora il saperlo, perché gli applausi prevalgono sulle domande e ai punti interrogativi si preferiscono, da sempre, quelli esclamativi, di certo meno faticosi e più festaioli. Un vero peccato per una "città di fabbri" che dovrebbero sapere bene che si batte il ferro quando è ancora caldo.
    

6 commenti:

  1. Premesso che ben venga la "fabbrica di eventi", a mio avviso la misura del successo degli stessi non è solo misurabile in quanti biglietti "stacca" la mostra, quanti arrivi e presenze alberghiere generano, quanti menu turistici, pizze, gelati e kebab in più si vendono, quanti affari fanno in più i commercianti.

    Nel breve periodo dobbiamo inserire nel computo anche quanta occupazione ha generato in termini di guide turistiche, camerieri, commessi, addetti vari.
    Ma la vera sfida ce la dobbiamo porre nel medio/lungo periodo.
    Ad esempio: quante imprese culturali ci proponiamo di far crescere nel comprensorio?

    Mi rifaccio ad un esempio positivo del passato. La presenza della Compagnia della Rancia a Fabriano dal '93 al '97 non ha solo creato stagioni di prosa con 1000 abbonati provenienti anche dalle provincie limitrofe, ma ha creato anche delle figure professionali: costumiste, service audio/luci, allestitori di scenografie, senza contare altre figure legate agli aspetti organizzativi.
    Quindi la presenza de La Rancia ha favorito la creazione di imprese di servizi legate alle attività teatrali.

    Quali imprese di servizi sono sorte con la mostra su Gentile e con Poiesis? Quante se ne creeranno sulla scorta della mostra attuale?
    Ci accontentiamo di fornire "manovalanza" per il breve durare degli eventi o puntiamo a creare impresa?

    Ecco la grande sfida che possono cogliere coloro che oggi siedono nelle "stanze dei bottoni".
    Ci vuole una certa dose di propensione al rischio, ma è pur vero che a Fabriano e dintorni ci sono giovani molto preparati che. Basterebbe sedersi intorno ad un tavolo ad ascoltare le loro proposte.

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    1. Be', pero', abbiamo "assunto" delle signore alla Fondazione, 2, 3?

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  2. Stefano condivido in pieno le tue osservazioni

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  3. parlare , ascoltare , condividere, questa si chiama PARTECIPAZIONE , non è roba per questi signori. M.D.

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  4. Ma sono l'unico che si ricorda una cosa basilare? L'anno prossimo l'Italia verrà inondata da un flusso spaventoso di stranieri Businessman da tutto il mondo per via dell'Expo mondiale, non organizzare un evento/mostra che attiri flussi di turisti sarebbe una cazzata COLOSSALE

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    1. Sempre restando in tema di Giotto, Veneto, Lombardia e Toscana hanno già organizzato un percorso turistico-artistico. Come sempre occasioni perse da chi ci amministra.

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