Ho ricevuto questa lettera firmata da un affezionato lettore del blog. Non la pubblico come caso personale - perché chi me l’ha inviata desidera porre una questione generale – ma come caso emblematico del disagio, socialmente trasversale, che sta montando nella nostra città. Specie quando una famiglia, nel suo piccolo, contribuisce a sostenere il bilancio demografico nazionale La risposta standard alla nuova domanda di servizi, stimolata anche dalla crisi, è che non ci sono soldi e quindi le esigenze di Bilancio non consentono operazioni di welfare locale. Tutto vero ma se la politica non è in grado di intercettare certe esigenze che ci sta a fare? E’ l’ente pubblico che è al servizio del cittadino o il cittadino che deve piegarsi alle esigenze dell’ente pubblico? I comuni sono gli enti di prossimità, le uniche realtà su cui è ancora possibile costruire una relazione di fiducia tra cittadini e istituzioni. E se si rompe questa fiducia saltano la basi della convivenza democratica. C’è consapevolezza di questo o si vuole continuare a usare il Patto di Stabilità come il Grandi Alibi che mette a tacere ogni bisogno individuale e collettivo? Sorci ieri ha fatto appello a combattere tutti assieme una battaglia per salvare la nostra comunità. Da dove vogliamo cominciare? Dai problemi delle famiglie o dalle vellutate stanze della Fondazione Carifac?
Come ogni anno in questo periodo mi viene l’acidità di stomaco. Il motivo? il bando per il contributo a chi ha casa in affitto. Perché questa insorgente acidità ? Perche non ci rientro mai. Ogni anno mi faccio la stessa domanda: come mai ? Il primo limite sono i 500 euro di affitto che pago mensilmente. Quando, dopo la nascita del 3° figlio, fummo costretti a cambiare abitazione, la nostra ricerca fu di una casa sopra i 100mq, cosa che penso sia normale se si vuole vivere in modo dignitoso. Erano i tempi in cui la crisi della Ardo non era divenuta ancora una mannaia. Le prime case che ci furono proposte, tutte sui 450 euro erano tutte vicine all’indecenza, sporche, vecchie e con un rapporto energetico molto basso. Perchè parlo di rapporto energetico ? Perchè un buon padre di famiglia che va in affitto deve ragionare anche su quello, soprattutto se non vuole spendere un capitale per tenere al caldo la famiglia. Che senso ha un affitto di 400 euro e poi spenderne 400 di riscaldamento al mese ? Alla fine trovammo un appartamento in centro, dove solo di riscaldamento risparmio moltissimo: primo perché in centro è più caldo, secondo perché è ben coibentato. Aggiungo che non ho spese condominiali... a proposito mia moglie di lavoro fa la Mamma e io Lavoro a tempo pieno. Risparmio sulla seconda auto perché le scuole sono vicine e i miei bambini hanno anche il giardino pubblico a portata di mano. Ora ho 4 figli, sono un Fabrianese "islamizzato" ma non posso usufruire di aiuti... Perchè a suo tempo tempi sono stato onesto e vedendo che l’affitto era superiore ai 500 euro non ho pensato di dire al conduttore: senti facciamo 500 sul contratto e il resto a nero... Certo mi darete, rivedi il contratto, fa il canone concordato e fatti abbassare l’affitto... ma il mio acidume non è dovuto a dei soldi che non entrano, mio nonno mi ha sempre detto, prima cavatela da solo perchè se te la cavi da solo poi avrai la Dignità ! Il mio acidume è dovuto alla mancanza di razionalità nello scegliere, al basarsi solo sull’ISEE, al non valutare caso per caso e trovare una soluzione. Meglio 400 euro e poi il freddo in casa ? Meglio la frazione e poi soldi usati in benzina ? Se devo accedere a dei cotributi, se veramente oggi si vogliono aiutare le famiglie vanno cambiati i criteri e controllati i casi uno per uno. Perchè non si adotta il quoziente familiare ? in Italia non si farà ma penso che un Comune potrebbe pure tentare di usarlo. E in più, basta a dare i soldi liquidi come sovvenzione. Vuoi gli aiuti per la casa in affitto ? Bene, che l’assegno sia versato direttamente sul conto del Conduttore e non erogato per giocarselo al gratta e vinci ! Sicuramente, se così fosse, continuerò ad avere i miei problemi quotidiani ma almeno la mia acidità sarà "placata" ..
Faccio solo una domanda. Ma è praticabile il quoziente familiare a livello comunale?
RispondiEliminaRoma lo fa http://www.comune.roma.it/wps/portal/pcr?contentId=NEW299650&jp_pagecode=newsview.wp&ahew=contentId:jp_pagecode e non è il primo caso in italia ! La prima in italia fu Parma con il famoso Quoziente Parma ... ps: google aiuta ! !
RispondiEliminaTi ringrazio per le informazioni. Voglio vedere se qualche politico di maggioranza e/o di opposizione è disposto a farci una battagloia su questo. A partire dall'assessore Saitta tanto per non fare nomi
RispondiEliminaMa quale quoziente familiare, basterebbe verificare seriamente la congruità dei dati dichiarati nel modello ISEE ed allora si che ce ne sarebbero delle belle (o meglio dellle brutte)...
RispondiEliminaIn questo caso non basta l'isee dato che non considera il peso del 4 figlio. Qua si parla di controllare come vanno spesi i soldi e di destinarli in modo congruo e dignitoso e non solo per pulirsi la coscienza cattocomunista -
RispondiEliminaanche perchè una risorsa, anche scarsa, se ben distribuita, può essere molto più utile di un contributo dato alla "c.d.c." tanto per impiegare i fondi.
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G.R.
da alcuni mesi, anche grazie a "Geronimo", sto conducendo una piccola battaglia per scovare i parassiti, furbacchioni, faccendieri di ogni sorta e di ogni nazionalità (spesso, però, marocchini, tunisini, albanesi e macedoni) che si prendono tutti i fondi che l'ufficio servizi sociali del comune di Fabriano elergiva, senza troppi controlli in verità. qualche risultato è stato ottenuto: so che il nuovo assessore, il dott. Saitta, ha tolto ad alcune famiglie di immigrati gli assurdi privilegi di cui godevano. ma ancora non basta. proprio ieri ho esortato Saitta a fare molta attenzione a coloro che riceveranno il contributo affitto. a questo proposito, per contribuire al dibattito nel blog simonettiano, riporto uno stralcio di un mio pezzo apparso su "Geronimo" mesi fa:
RispondiElimina"E' veramente ributtante ciò che si vede a Fabriano (sicuramente non solo qui). Vengono aiutati in ogni modo i finti poveri (per l'affitto, per le bollette, addirittura per la spesa ed anche per abbigliamento e calzature che prendono dalla Caritas per rivenderli), mentre spesso vengono ignorati quelli che veramente si sono impoveriti. Questi parassiti, avendo l’ISEE molto basso (perché lavorano in nero, non perché sono realmente indigenti!), ottengono dall’ufficio dei servizi sociali tutto ciò che possono ottenere. In sostanza i contribuenti fabrianesi stanno aiutando gli evasori fiscali. Questi privilegiati vivono praticamente gratis, grazie agli aiuti che concediamo loro. Tutti i soldi che accumulano (e sono tanti, ovviamente in contanti: nessuno di loro ha un conto corrente bancario per non essere rintracciabile) lavorando in nero o commettendo qualche illecito li nascondono all’estero e/o li investono nell’acquisto di appartamenti, ville, palazzine intere, godendo nell'ostentare arrogantemente la loro ignobile ricchezza. Che tristezza!
E pensare che per abbattere questo privilegio sarebbe sufficiente un po’ più di coscienza civica da parte dei cittadini, un po’ più di controlli da parte della Guradia di Finanza. E' vero che purtroppo nell'ISEE non figurano, per i non italiani, le proprietà immobiliari all'estero, neanche quelle di lusso. Però tutti noi possiamo, anzi dobbiamo (e non far finta di niente, come di solito facciamo) notare le automobili supercostose di cui sono proprietari. Tutti noi, ognuno come può e come sa, può combattere il privilegiato ed il privilegio, di qualsiasi natura. Ed i funzionari dell’ufficio servi sociali del comune di Fabriano possono andare, ogni tanto, a casa di questi furbacchioni. Senza preannunciare la visita, però, come invece fanno quelli della San Vincenzo de' Paoli, che danno tempo ai falsi poveri (ma veri paraculi) di nascondere tutto ciò che potrebbe, nell'abitazione, testimoniare l'effettiva ricchezza (televisori con schermo gigante, telefonini, computer di ultimissima generazione; i-Pad; playstation, etc....)"
Stefano Gatti