|
Pino Pariano nella rappresentazione di Fabrizio Moscè |
Il Presidente del Consiglio Comunale Pariano ha cominciato a tirare sassi in piccionaia. La politica ha le sue rese dei conti, i suoi dinamismi legati alla memoria dei torti, le sue regole d'onore che prima o poi preludono ad azioni conseguenti. Pariano è stato un recordman di preferenze nel Pd, ottenute setacciando il territorio come fosse un cumulo di farina da monitorare fino all'ultimo granello, con modalità e approcci da vecchio partito comunista più che da forza di governo moderata e postmoderna. Un peccato di lesa maestà culturale, un crimine sociologico che molti nel partito democratico non gli hanno perdonato. Non per malizia o malanimo. Semplicemente per estraneità culturale da questo modo talpesco e proletario di concepire la rappresentanza politica e la ricerca del consenso. E la dura legge dei numeri, impostata e imposta da Sagramola come criterio assoluto di selezione dei suoi uomini all'Avana, ha portato Pariano sullo scranno più alto, quello di Presidente del Consiglio Comunale. Una carica in apparenza notarile ma ferocemente politica se uno si mette in testa di usare il bisturi o il piccone. E da quella posizione Pinone il Calabro ha cominciato a ricavarsi, mano a mano, una nicchia sempre più solida. Tanto solida da permettergli di consumare un primo sberleffo, presentando, in Consiglio Comunale, un ordine del giorno sulla nomina degli scrutatori per le elezioni. In apparenza potrebbe essere derubricato a ordine del giorno innocuo ma è invece di quelli che consentono di scartare di lato rispetto ai vincoli di maggioranza e di cominciare a muoversi in autonomia rispetto ai diktat della coalizione. Pariano parla di nuora affinché la suocera intenda e lancia un duplice avviso: uno alla maggioranza e uno al Sindaco. Il primo rintocco è fortemente simbolico perché siamo di fronte al primo ordine del giorno proveniente dalla maggioranza; una maggioranza che fino ad ora ha brillato per un allineamento alla Giunta capace di sconfinare in un mutismo complice, subalterno e integrale. In questo modo Pariano ha voluto dire ai sodali di partito che è uscito dal porto, che batterà sempre di più i coglioni sul tavolo e che la sua autonomia se la coltiva senza il benestare del Sindaco, della Giunta, della Coalizione e del Partito. Un problema in più per Sagramola, specie se il ricorso al Tar darà ragione a Paoletti buttando fuori dal Consiglio Bonafoni e la sua lacrima sul viso. Primo insegnamento: mai mettere un interlocutore all'angolo, senza lasciargli una via di fuga, perché strattonandolo e stringendolo si crea un nemico che, prima o poi, si vendicherà presentando il conto. Ma la vera sassata giunge col secondo avviso che va a colpire direttamente il Sindaco, laddove Pariano chiede che il primo cittadino intervenga sulla Commissione Elettorale affinché la nomina degli scrutatori per i seggi - che avviene a chiamata diretta - sia orientata da criteri legati alla situazione occupazionale di chi inoltra la domanda. Ovvero che si privilegino disoccupati, cassintegrati e persone comunque in situazioni di disagio occupazionale. Sollecitare questa definizione di criteri vuol dire, implicitamente, che ad oggi di criteri non ce ne sono e che, quindi, le nomine a scrutatori sono legate a fattori e situazioni totalmente personalistiche e in quanto tali discutibili e contestabili. Trattasi, insomma, di doloroso calcione perché ultimamente, il Sindaco è stato chiamato in causa per l'assegnazione, senza criteri ufficiali e condivisi, di prestazioni legali a figure ritenute vicine all'amministrazione. Sagramola si è difeso ricorrendo alla tesi dell'incarico fiduciario; tesi che non venne utilizzata quando si discusse della nomina a portavoce che Sagramola preferì transitare attraverso un bando pubblico. Ovviamente l'ordine del giorno di Pariano non accenna minimamente a questi temi, ma nel leggerlo non si può fare a meno di intravvedere una leggerissima e bonaria malizia: coinvolgere il Sindaco nella ricerca di criteri, proprio mentre l'opposizione lo critica per l'assenza di criteri, vuol dire far battere la lingua dove il dente duole. Cosa accadrà in Consiglio quando verrà il momento di discutere l'ordine del giorno parianeo? L'opposizione non potrà non votarlo senza essere accusata di commistione col sistema delle nomine degli scrutatori. E lo voterà ovviamente Pariano. Se la maggioranza dice no scopre le vergogne e va alla rottura col Presidente del Consiglio Comunale. Un rischio che in questa fase non può correre perchè porterebbe a una crisi politica che, pare per altre concretissime ragioni, abbia già lambito la coalizione che governa la città. L'ordine del giorno verrà quindi votato all'unanimità e non farà altro che acuire il malanimo del partito democratico verso il Presidente del Consiglio Comunale che, in questo modo, potrà gioiosamente rimarcare la propria autonomia e coerenza rispetto al ruolo di garanzia ricoperto. Comunque vada, insomma, per lui sarà un successo. A riprova che sottovalutare gli altri è il più sciocco dei peccati e farsene beffe il più oneroso dei rischi.
Però in Consiglio Comunale ha appena espresso solidarietà al Sindaco. Avrà già fatto marcia indietro?
RispondiEliminaUn colpo al cerchio ed uno alla botte
RispondiEliminaGli scrutatori vanno estratti a caso come i numeri sisal... privilegi a nessuno quando si parla di uan cosa del genere. Bella l'idea di Pariano, che stimo, ma in questo caso mi spiace ma non sono in linea con lui.
RispondiEliminaconcordo in pieno.
Eliminal'idea è encomiabile, ma non mi convince.
è normale, che prima o poi, anche uno pacioso come lui, arrivi a mostrare i denti...soprattutto in considerazione del suo "peso elettorale"
________________
G.R.
finirà con voto unanime
RispondiEliminaQuello che più mi amareggia di questo post (ed anche degli altri che ho letto ma non ho commentato) è che queste acute e puntuali osservazioni possono riassumersi tutte in una sola: chi è lassù non ci è andato per curarsi di Fabriano, ma solo dei propri interessi!
RispondiEliminaPosso comprendere le logiche di partito (anche se non le approvo soprattutto quando sono unilaterali), posso capire che siamo in periodo di crisi (anche se leggendo i bilanci da profano si vedono sempre in attivo), posso capire che c'é bisogno di liquidità e per questo i servizi tocca pagarli prima di usufruirne (a discapito della qualità però), posso anche arrivare a capire gli Interessi personali (ma solo se di rimando portano benefici alla collettività), posso capire tante cose e non capirne nessuna. Ogni giorno sento e leggo "cose" che mi rivoltano lo stomaco e mi chiedo: ma gli occhiali li porto solo io perché sono consapevole di essere miope? Tutti questi signori cosa stanno EFFETTIVAMENTE facendo per la nostra città? Ci voleva un'assemblea pubblica per capire che l'economia pensa solo a se stessa dopo aver sfruttato ed inquinato tutto quello che potevano? Giampiero, purtroppo Fabriano è una città che non vuole vedere, ed allora muoia Sansone con tutti i Filistei.
Maurizio Diociaiuti
e mentre un vecchio mondo muore e un nuovo mondo nasce a favrià ragionavano sugli infiniti modi di nominare gli scrutatori.
RispondiEliminaSuppongo che nella prossima tornata elettorale avremo tutti gli scrutatori meridionali.Che sia solo l'inizio ????
RispondiElimina