24 ottobre 2012

Bonafoni e il make up della Pinacoteca

Un paio di mesi fa scrissi un post sul destino di FaVriano, sostenendo che chi nasce tondo non può morire quadrato. In quel breve testo espressi un giudizio secco e anche un po' volgare sulla Pinacoteca di Fabriano. Un affondo di cui fui giustamente rimproverato da un lettore anonimo che, con severa eleganza, mi fece notare i rischi connessi a una semplificazione estrema dei concetti. Al netto di alcune parole urticanti, la tesi che sostenevo è che la Pinacoteca non è attrattiva perché non contiene opere in grado di alimentare una costanza di flussi turistici, ma soltanto cose riservate alle sguardo attento di una nicchia di conoscitori esperti e di cultori abituati ad apprezzare opere minori o ritenute tali dal profano. Sono tuttora convinto di questa tesi, rispetto alla quale ho trovato conforto anche in alcuni passi scritti dallo storico dell'arte Ernst Gombrich nella prefazione alla sua Storia dell'Arte, laddove rimarca l'importanza di avvicinarsi alle opere con sguardo vergine e lasciandosi contagiare e trasportare dal gioco delle sensazioni visive. Visitando la Pinacoteca Civica di Fabriano, sono sincero, non ho mai provato emozioni e sensazioni visive particolarmente intense. Fino a convincermi che questa tendenza all'arido fosse espressione di un mio limite di gusto e sensibilità. Poi, finalmente, ho letto l'inchiesta del Carlino, pubblicata ieri, sugli accessi alla Pinacoteca Molajoli, che si appresta a festeggiare i 150 anni di vita. E a quel punto mi sono reso conto di aver tenuto un atteggiamento assai più diffuso di quel che pensassi. I numeri dei visitatori sono da abbandono e rappresentano la pietra tombale sull'ipotesi di una città capace di sviluppare un minimo di turismo culturale. Un'amministrazione attenta, dovrebbe avviare, tempestivamente, una riflessione in materia. E visto che non ci sono soldi da investire sarebbe opportuno farlo avvalendosi di competenze presenti in città. Non faccio nomi per la semplice ragione che le persone che capiscono di arte e di strumenti per la fruizione dell'arte non arrivano a una decina.E sono convinto che la cosa migliore, nei momenti di crisi, sia valorizzare le competenze che ci sono, industriandosi per produrre le candele con la cera che si ha a disposizione. Invece il primo consulto, la prima operazione di pronto soccorso ha fatto registrare un solenne faccia a faccia tra l'assessore alla cultura e il consigliere comunale Giancarlo Bonafoni, eletto per la prima volta nel 1985 di cui nessuno, credo, abbia mai sospettato un "saper essere" e un "saper fare" tanto intimamente legato all'arte e agli spazi espositivi. Ce lo ricordiamo sicuramente come straordinario animatore del Dopolavoro Ferroviario, promotore del Parcheggione rinominato Piazza dei Maestri del Lavoro e come uno dei pochi democristiani capaci di sopravvivere in quel covo di comunisti che erano le Ferrovie dello Stato. Ma come esperto di tempere su tavola no. Sicuramente Patty dai Capelli Rossi avrà avuto le sue buone ragioni per convocarlo ma è straordinario e singolare che sia Giancarlo Bonafoni - politico con gli occhi a piagne, i capelli sospettosamente corvini e lo sguardo reso incalzante da un eyeliner naturale degno di un make up d'alta scuola - a sancire la poca idoneità dell'attuale sede della Pinacoteca che non sarebbe adatta per mostre permanenti ma soltanto per esposizioni temporanee. Personalmente ho un rispetto assoluto per l'arte accompagnato da una profonda ignoranza in materia, ma credo che il problema non siano tanto le caratteristiche della struttura quanto la natura del contenuto. La Pinacoteca così com'è, a mio avviso, non è nella condizione di esprimere una sua autonoma attrattività, ma può far parte di una offerta integrata di cui può essere soltanto "attore non protagonista". Servirebbero mostre temporanee attrattive e di grido ma per metterle in piedi serve un direttore artistico esperto di mostre, di arte e capace di mettere sul tavolo relazioni e contatti importanti sempre più necessari per inserirsi bene in certi circuiti elitari. Si tratta di una figura professionale costosa, che va presa dall'esterno e che rappresenterebbe un investimento prezioso sul futuro.   Ma conoscendo Fabriano è assai probabile che la direzione sia affidata a un dopolavorista pronto a organizzare una mostra strappacapelli dal titolo "L'odore delle traversine e il suono delle rotaie".
    

21 commenti:

  1. AAAAAHHHhh! L'Evento... l'Evento... che goduria l'Evento. Esiste cosa più sublime dell'Evento? Esiste cosa più funzionale dell'Evento?

    Sì. L'educazione alla Cultura, cosa che in questa città manca da una decina (facciamo venti? trenta??)di anni. La dice lunga che solo Caravaggio, Picasso e pochi altri (leggere a tal proposito questo superbo articolo che fotogra bene lo stato dell'arte dell'Arte in Italia http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/08/raffaello-verso-picasso-marketing-delle-emozioni/375650/ ) attirino il "profano". Il profano, insomma, può essere attirato solo con lo Spettacolo (che, come sappiamo, è il contrario della Cultura). Un mal compreso senso estetico può farci credere che esistano minori, esistano serie A e B: se si sa raccontare, ogni opera d'Arte è un mondo... bisogna solo essere disposti a lasciarsi afferrare dal Bello.

    Basta con questo osceno marketing, e ritorniamo ad aducare i cittadini alla bellezza. Come scrive Simonetti, se ci si rende disponibili ad essere colpiti, il silenzio dell'opera d'arte può schiacciare il velo della chiacchiera che questa nostro brutale tempo vuole imporci.

    A Fabriano c'è questa volontà? Bah, si vuole l'Evento e gli altri 362 giorni dell'anno la vuotezza o il motocross. E se qualcuno si azzarda a dire che è utopia che si cacci e si trovi qualcuno per cui sia l'obiettivo del domani.

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    1. Signore, lei ha ben presente che molti al sentire parlare di arte e cultura "prendono in mano la pistola" ebbene lei deve sapere che questa è terra di cacciatori e al minimo accenno di quadro sono disposti a tirar fuori le doppiette: Anch'io sentivo come lei, ma in questi frangenti economici mi chiedo se non sia meglio che l'arte come la intende non sia meglio che se la paghi chi la vuole.

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    2. Ma anche no. Perchè se si spiega alla gente che valorizzando davvero almeno la metà delle bellezze del nostro territorio si creerebbero notevoli opportunità di sviluppo ( non vedo all'orizzonte grossi magnati o grossi industriali da finanziare eh). La cultura non è per nulla elitaria e chi lo ha raccontato ha raccontato fregnacce. La cultura popolare non esiste: o è cultura o non è. Esistono molti modi per svilupparla senza fare spettacolo e facendoci sopra molti soldini.
      Uno sciagurato disse che di cultura non si mangia, in realtà è vero il contrario, anzi, semmai Di cultura si respira... E non credo che esistano altri luoghi migliori dove spendere soldi se non in cultura, cioè in crescita personale, di popolo, di nazione, di libertà e democrazia. Il fatto che ci abbiano inculcato il contrario dimostra quanto ci vogliano schiavi colo che comandano

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    3. A Favriano come avrebbe detto De Gregori chi ha comandato aveva l'occhio dello schiavo e lo sguardo del padrone...ci hanno voluti come loro perchè altro non era neanche concepibile

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  2. Adoro questa indignazione...l'apocalisse del bello...grazie delle tue parole e del link all'articolo!

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    1. Se interessa, c'è questo che, se possibile, è ancora più pregnante: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/08/raffaello-verso-picasso-marketing-delle-emozioni/375650/

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    2. ops, mi son sbagliato, questo: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/11/musei-non-si-chiudono-manca-solo-carta-igienica/379191/

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  3. Un passo significativo dell'ultimo articolo linkato recita:

    A questo punto del discorso, qualcuno tira invariabilmente fuori un argomento in apparenza definitivo: «Non ci sono soldi». Ma il mantra del «non ci sono soldi» era già difficile da sostenere prima, visto che nel Paese con l’evasione fiscale più grande dell’Occidente è un po’ dura pensare davvero che ‘non ci siano soldi’: il problema, semmai, è il fatto che preferiamo lasciare quei soldi nella disponibilità dei privati. Gli stessi privati a cui, poi, chiediamo l’elemosina della beneficenza. Una beneficenza che non è a costo zero, visto che – per quanto riguarda, per esempio il patrimonio culturale – si traduce in iniziative contrarie alla funzione costituzionale del patrimonio stesso, che è quella di produrre conoscenza e cultura, e attraverso di esse, eguaglianza e cittadinanza. Questi ‘rimedi’ alla mancanza di denaro pubblico sono infatti tutti all’insegna del mercato, e producono non cittadini, ma clienti: grandi mostre di cassetta (anzi Grandi Eventi), prestiti forsennati di opere delicatissime, iperrestauri a rotta di collo, cessioni di sovranità pubblica a sponsor privati che ‘marchiano’ i monumenti e molto altro ancora. Del resto, l’opzione alternativa è spesso ancora peggiore: non ci sono soldi, dunque che il patrimonio vada pure in rovina."

    Più che un'opinione, una descrizione di Fabriano.

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  4. riguardo il motocross su fb ho provato qualche giorno fa a criticare l'offerta culturale autunnale che offriva il freestyle con il volontariato (e, malgrado le spiegazioni dei promotori ancora non capisco cosa c'entrano l'uno con l'altro) e l'altra serata che ha trasformato la piazza in un autosalone, mi hanno detto che non sono proposte culturali (e possiamo anche convenire) e che servono per ridare vita e partecipazione al centro, sarà, ma trovo che sia un modo pessimo per valorizzare la bellezza del contesto. Per la pinacoteca poi mi sembra che ci sia un vivace dibattito su una mostra in corso, anche se il tono dell'articolo di critica apparso sullAzione trovo che sia decisamente sopra le righe

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    1. Ma per carità, non è il motocross in sè. Ben venga il motocross se, accanto, ci sono altre cose. Ma... le altre cose?
      Per quanto riguarda la pinacoteca, si può segnalare un link presso quale carpire qualche informazione? O potete dirla voi qui?

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    2. aboliamo anche il palio???...no, perchè.... cos'ha di culturale?
      ...e le gare degli arcieri????

      suvvia...secondo me, con quella critica, hai esagerato; adesso, non è che qualsiasi iniziativa fatta in centro debba per forza essere marchiabile come "culturale"!
      eppure mi sembrava che la Presidente della Consulta te l'avesse esposta piuttosto bene, la motivazione dell'accostamento del freestyle con il volontariato...
      ____________________
      G.R.

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    3. ragazzi ci mette a posto Bonafoni!!

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  5. Bisognerà sistemarlo questo ragazzo...!!!
    Adesso rimane da concretizzare anche l'incarico del Sig.Stroppa!
    Oramai è appurato,IL PD PUNTA SUI GIOVANI....

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  6. Dovresti ricordarti Simonetti dii quando, nel 2007, Bonafoni pianse in Consiglio Comunale, nel momento in cui scelse di denunciare pubblicamente che aveva ricevuto minacce e pressioni riguardo all'ordine del giorno consiliare relativo allo spostamento della Pinacoteca dal Buon Gesu'. Magari Simonetti raccontala questa storia ...

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  7. Minacce per la sede della Pinacoteca....chi subisce minacce va dai carabinieri non piange in Consiglio Comunale

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    1. Infatti, chissa' se avra' fatto la debuncia? Bonafoni voleva sloggiare la Pinacoteca e trasformarla in sede di grandi eventi.

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  8. Lo stesso Bonafoni che da Presidente del DLF sostenne il Museo della Locomotiva, poi conparso nel piano triennale dei lavori pubblici della Giunta Sorci, magari votato anche dal Consigliere omonimo Bonafoni.

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    1. locomotiva, come una cosa viva,
      lanciata a bomba contro l' ingiustizia,
      lanciata a bomba contro l' ingiustizia,
      lanciata a bomba contro l' ingiustizia

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    2. Orsù, metteteli tutti su una locomotiva e.... lanciateli

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    3. oppure li mettiamo tutti esposti in Pinacoteca!

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    4. allora, metteteli in pinacoteca ma lanciategli addosso una locomotiva

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