Immagine di Fabrizio Moscè |
Un Consiglio Comunale maledettamente difficile quello di stamattina. Le grandi imprese locali, invitate a parlare di futuro, hanno disertato in massa, come Sette Sorelle invitate a un ballo ricchissimo di zucche ma avaro di principi e cavalli bianchi. Sette seggiole in velluto azzurro rimaste desolatamente vuote. E appoggiato al sedile un foglio bianco e abbandonato, con su scritto "riservato". Nessun culo assiso, nessuna camicia inamidata, nessun orologio agnellesco sul polsino e neanche un paio di gemelli d'oro da esibire facendo risalire, con disinvoltura, la camicia in direzione della mano. Una straordinaria metafora visiva del vaffanculo che le grandi imprese fabrianesi hanno riservato al Consiglio Comunale, delegittimandolo crudelmente nella sua funzione di massimo organo della rappresentanza politica cittadina. Tutto previsto e annunciato e non è un caso che, già da ieri sera, circolasse il testo di un ordine del giorno che stigmatizzava l'unanime assenza degli impresari. Di fronte a questa polpetta avvelenata Amministrazione e Consiglio potevano lasciarci le penne, segnando in negativo - dopo poco più di cento giorni di attività - il tragitto di un intero mandato amministrativo. Serviva una prova corale di orgoglio e di dignità politica: da parte del Sindaco e del Consiglio Comunale. I consiglieri, mediamente, si sono guardati bene dal rilevare il rischio politico e amministrativo a cui erano stato oggettivamente sottoposti dal gran rifiuto delle grandi imprese. Meglio guardare altrove, immaginare scenari futuri e futuribili, rimarcare i molti (?) elementi di ottimismo che una situazione tanto drammatica regala agli occhi imbambolati dei cittadini. Ma alla fine l'operazione "salviamo faccia e culo" è andata a buon fine. Come un'Antonella Clerici zompettante tra le cazzarole, è stato Sagramola a preparare e miscelare gli ingredienti della ricetta salvavita: prendendo atto che una stagione politica e amministrativa si è conclusa e che da questo momento la politica fa la politica e l'impresa fa l'impresa. Una dichiarazione di intenti impegnativa e fumante, che colloca il Clericione in una frontiera di cui dovrà essere, ogni giorno, interprete e protagonista. E alla fine anche il Consiglio Comunale ha capito quanto scottassero, sulle chiappe svestite, certi piani di cottura rinunciando a giocare la solita partita di chi è più bravo tra la squadra del Pomodoro e quella dei Peperoni, come accade nei siparietti della Prova del Cuoco. Il risultato finale è un piatto unico - in forma di ordine del giorno - che non sarà prelibato, per via del poco condimento, ma un suo sapore ce l'ha, laddove si afferma che quanto accaduto e la "fotografia, ormai evidente, della fine di un modello di sviluppo del nostro territorio, che ha visto alcune delle più grandi imprese, durante i tempi più floridi, decidere ritmi e tempi di vita della nostra comunità per poi, nella crisi, andarsene, disinteressarsi del territorio o nella migliore delle ipotesi non avere idee di ripresa e sviluppo" e dove si prende atto "che per troppo tempo le grandi imprese sono state gli interlocutori privilegiati per le varie amministrazioni comunali che si sono succedute e che oggi però le condizioni sono mutate e si necessità di un confronto ampio e aperto con tutti gli attori della vita sociale ed economica di Fabriano". Insomma, per una volta il consiglio comunale ha risposto con una prontezza e un decoro capaci di avvicinare città e istituzioni. E Sagramola, adesso, potrà liberarsi da un peso, esibendosi in quel rutto libero da Gianc'Arlotto che ha trattenuto per tutta la mattina. E poi, per concludere alla grande, ci saranno "le tagliatelle di nonna Pina, un pieno di energia, effetto vitamina. Mangiate calde col ragù ti fannoil pieno per sei giorni e anche più".
Perlomeno, adesso hanno candidamente ammesso che fino a ieri ( cioè finchè c'erano decisioni vere da prendere) la politica è stata l'Impresa e l'Impresa è stata la politica ... Qualcuno che chieda scusa di questo, che si batta il petto per aver contribuito al saccheggio delle risorse fisiche, economiche, culturali e sociali del territorio si troverà mai? Solo farsi questa domanda, immagino, provocherebbe un cortocircuito neuronale in tante teste che, non reggendo il peso della risposta, non potranno fare altro che esplodere.
RispondiEliminaSe esplodono rischiamo di annegare nella m...a.
EliminaL'opposizione che ha fatto? Racconta giampie' !!!
RispondiEliminaChi può fugga da faVriano. Lacqua ha raggiunto la sala macchine !!! L'affondamento del baraccone è ormai un processo irreversibile !!! Si salvi chi può !!! Chi non può si faccia trovare un posto in qualche carrozzone pubblico.
RispondiEliminache coioni con stò negativismo!!!Classico di chi non ha nulla da proporre,solo il solito lamento,che coioni!!
Eliminao di chi dai cojoni (ringraziando Iddio) se già levato ...
EliminaHo assistito a tutti i lavori del Consiglio Comunale e credo che paradossalmente potrebbero esserci le condizioni per un'azione autonoma della politica. Ma è anche compito dei cittadinoi riscoprire il protagonismo della cosiddetta società civile
RispondiEliminaStiamo affondando e ho paura che come sempre solo gli st...zi riusciranno a galleggiare
EliminaGiuseppe Gagliano
Peppe non fare il negativo, sennò quelli col culo seduto sulle poltrone istituzionali (oppure con la penZione garantita) s'incazzano.
EliminaBasta prese in giro, basta cinesi, iranianii e inutili consigli comunali sul nulla che servono solo a far fare passerella ad inutili quanto inconcludenti politici . . . Le domande e le risposte sono altre . . .
RispondiEliminaCaro Gian Pietro
RispondiEliminaPermettimi di ribadire quanto ci siamo detti questa mattina, penso anch'io che il consiglio aperto di questa mattina sia stato non solo un autogol della politica in toto ed un fatto epocale e che fotografa tragicamente lo status attuale della politica. Era impensabile che i grandi gruppi industriali venissero a svelare i loro piani industriali anche perchè (ed è ancora più tragico)forse anche loro navigano a vista in un mercato che cambia di giorno in giorno. E' drammatico che non dialogano con la politica perchè è sintomatico che la politica non ha niente da offrire. Emblematico è l'intervento di Urbani che ha vestito la maglia di imprenditore dissociandosi dal suo ruolo, in quel consesso, di politico. I ragazzi del centro sociale pur se in modo non rispettosso delle regole hanno rimarcato il malessere di una generazione tradita, e questo è un fatto (e che fatto!!!) D'acordissimo con te di un altra fotografia della realtà immortalante il fatto che questa giunta non è, dopo decenni, l'espressione e quindi non benedetta dai poteri forti della città. Aggiungerei altri sintomi di questi giorni, le nomine che circolano questi giorni sui soci della Fondazione della Cassa di Risparmio che sono il frutto di gruppi di potere e non dei partiti, così come il silenzio di tutta la politica sulla situazione della sanità che oltre che interessare un bene primario per la popolazione, da lavoro ad oltre 800 persone, quasi quanti i lavoratori della ex Ardo. Cito le parole che mi ha esternato ieri un alto dirigenta della ASL "la situazione è drammatica". I giornalisti dopo "l'intervento" dei ragazzi del centro sociale hanno abbandonato l'assise a rimarcare che domani nei giornali non apparirà una riga sulla discussione nell'industria nella nostra città, ma i titoli saranno tutti sulla "gazzarra" dei centri sociali nel consiglio comunale e l'abbandono dei giornalisti è il chiaro messaggio che i nostri politici non hanno niente da dire che vale la pena per i giornalisti di sentire ed ancor più materiale di cui informare la popolazione e questo evidentemente vale per la maggioranza che per l'opposizione.Come vedi ho limitato i miei giudizi sul tutto in quanto purtroppo i fatti parlano da se.
Permettimi di chiudere questi cahiers de doléances con una battuta che circolava tra noi "allora" maschietti adolescenti e che pronuncio oggi con l'amaro in bocca:
Che Dio ce la mandi "bona"!!!!!
Giuseppe Gagliano
La Spada dell'Islam
Ah ah bella questa, adesso sarebbe la politica che ha detto basta all’industria, che gli avrebbe girato le spalle? Ho capito bene?
RispondiEliminaMa suvvia è esattamente il contrario, è successo esattamente il contrario.
Oggi non mancavano sono le imprese invitate, ma tutto il resto della città, evidentemente un Consiglio Comunale che non rappresenta nessuno perché seduti su quegli scranni non ci sono persone che hanno presentato idee per essere elette, ma solo comparse e risultati di alchimie matematiche e accordi sotto e sopra i banchi, da parte di pochi, che starebbero lì a prescindere da chi e da quanti cittadini sono andati o meno a votare.
Toni attenzione....una cosa è il Consiglio Comunale un'altra i consiglieri comunali. Il consiglio comunale va rispettato in sè in quanto istituzione democratica legittimata alla rappresentanza politica della comunità
RispondiEliminaMa guarda, dal mio modestissimo punto di vista, vedevo questa convocazione come un grossolano errore, dove il Consiglio Comunale, la politica, il governo della città, non chiamasse a rapporto le ditte per metterle di fronte alla città ma bensì come una cessione di testimone, come una richiesta di aiuto e ahimè, signori padroni tornate voi perché senza di voi noi siamo nella merda e più di quattro chiacchiere da bar non sappiamo fare. La politica, senza tanti cazzi, tutta, dai Comuni a Monti doveva stare senza si e senza ma dalla parte delle imprese, con interventi legislativi chiari, diretti ad un taglio netto delle imposte sul lavoro e burocrazia. Dare un segnale chiaro alle imprese in fuga che l’aria in Italia stava cambiando e che qui si può ancora investire senza il rischio di essere scippati. Invece si è perso altro tempo prezioso e l’ultimo Consiglio ne è stata la dimostrazione, la prova del nove della completa mancanza di idee sul futuro di questa città dove ci sono migliaia di operai e impiegati, a cui è stato scippato il posto di lavoro perché esportato in altri posti del mondo che non sanno più che cazzo fare e purtroppo non lo sa nessuno.
EliminaPoi finiamolo con il ritornello che le aziende hanno avuto tanto. Tutto vero per carità ma adottiamo il detto che chi ha avuto ha avuto chi ha dato ha dato, scurdammoce o passato. Se tutte se ne vanno evidentemente non hanno più abbastanza.
Sul Consiglio Comunale hai ragione ma il mio pensiero resta questo: Come può essere autorevole questa assemblea, quando il nome del Sindaco si conosceva un anno prima delle elezioni? Dove per eleggere quel nome si sono messi insieme tante liste di canditati che bastavano solo i loro voti e di pochi familiari per essere eletto? Ma dai sbaglio? Mucina mucina è sempre quelli.
Chi ha avuto avuto avuto, chi ha dato dato dato?? Come direbbero in Francia, un sonoro STO CAZZO!
EliminaQuesti imprenditori hanno fistrutto il territorio mediante l'idrovora del profitto, e dopo la connivenza della politica e dlle istituzioni dovremmo essere pronti non solo a dire "amici come prima" ma metterci ancora di più a culo puzzo per farli ritornare?
Perchè invece di fare concorrenza sul prodotto non facciamo concorrenza sull'Innovazione. Sto cazzo! Innanzittutto, la parola Innovazione è lunga, difficle da pronunciare... sospettosa. Secondo, per farlo ci vogliono capacità e volontà mentre in nostro sviluppo è stato solo impostato alla quantità. Miopia ed incapacità. Fare i soldi negli anni 80 è stato relativamente semplice: adesso che il gioco si è fatto duro, ecco quale è la robustezza della razza padrona.
La politica senza tanti cazzi deve stare dalla perte della gente, e che cazzo, non delle imprese; e le imprse dovrebbero promuovere uno sviluppo etico per la gente ed attraverso la gente e non solo seguire il profitto.
Daccordo al 100% con una aggiunta:gli anni 80 sono quelli buoni per tutti, non c'è dubbio, però vorrei sottolineare una capacità di gestione aziendale tramite una classe di dirigenti, spesso anche ....locali che, sostituiti dalle seconde o terze generazioni con teste d'uovo, basta che c'ho la laurea della Bocconi, hanno messo in serio pericolo tanta aziende....innovazione vale soprattutto per prodotti ad alta tecnologia... se parliamo di scaldabagni o caldaie o cappe, prodotti maturi già a fine anni 80....mi sa un po troppo complicato per chi non ha saputo tenersi nemmeno Benelli tanto per non fare nomi....
EliminaO mamma, chiedo scusa a questi due anonimi qui sopra, soprattutto a quello delle 9,28, ma non ci avevo pensato mannaggia.
EliminaAllora penso che ce l’abbiamo fatto ad uscire dalla crisi perche le imprese, le società che fanno sviluppo etico per la gente senza scopo di lucro già ce le abbiamo per esempio la San Vincenzo de Paoli, La Caritas, la stessa Fondazione per esempio ed altri associazioni sul territorio e quindi qui siamo a posto. Bene telefonate ai senza lavoro, io ne conosco moltissimi ci rivolgiamo a loro e iniziamo a fare Innovazione, cazzo semplice. Dai, 10.000 posti dovrebbero bastare. Poi a tutti i politici diciamo di continuare tranquillamente ad alzare le tasse e farsi i cazzi loro, però bisogna stare zitti zitti sennò questa innovazione ce la tassano ed allora siamo da capo. Un saluto affettuoso a tutti.
A dimenticavo, culo in dentro petto in fuori, innovazione e pancie vuote.
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EliminaNon si può rispondere a sproloqui, ma solo ad argomenti con altri argomenti. E nella risposta qui sopra ce ne sono pochini. Se c'è un senso nelle parole del commento delle 15:05 fatemi un fischio, io per ora non lo vedo.
Vorrei citare due frasi, palesando solo alla fine l'autore di esse:
Spesso il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia a lavorarci. E allora può diventare qualcosa di infinitamente più grande. Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande.
Ritornando a parlare fra adulti, semmai direi proprio che l'incapacità di produrre innovazione (di avere capacità di visione) ha generato la crisi di determinate aziende. Chi ha investito in Innovazione, infatti, risente poco o niente di questa crisi perchè non ha legato il suo profitto al mero prodotto: di esempi virtuosi nella nostra zona ce ne sono e se uno va a guardare sono realtà che ora stanno assumendo. Pur essendo aziende (e non onlus) non guardano solo al profitto ma guardano soprattutto a come fare quel profitto domani.
Tutto questo, con un'occhio all'umanità della fabbrica:
La fabbrica non può guardare solo all'indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l'uomo, non l'uomo per la fabbrica, giusto? Occorre superare le divisioni fra capitale e lavoro, industria e agricoltura, produzione e cultura. A volte, quando lavoro fino a tardi vedo le luci degli operai che fanno il doppio turno, degli impiegati, degli ingegneri, e mi viene voglia di andare a porgere un saluto pieno di riconoscenza
Quale pericoloso bolscevico ha detto queste frasi? Adriano Olivetti.
O mamma non credevo di essere preso così sul serio, qualche volta si può pure scherzare no? Poi avete cominciato voi mi pare. Su Adriano Olivetti non si può che essere daccordo!
EliminaNon avevo percepito lo scherzo... Però di solito si scherza su chi se lo merita perchè se si ironizza della povera gente molto spesso si fa un brutto quanto triste sfottò. Ma forse tutto dipende dall'essere troppo choosy e non adattarsi alle conduzoni della nuova competitività: i sobborghi di mumbai.
Eliminal'unico propositivo nell'immediato è stato urbani (quelli del m5s hanno suggerito cose importanti ma che richiederanno tempo enuova consapevolezza)
RispondiEliminaMi sembra che le condizioni di urbani siano;
a) persone, giovani?, che abbiano progetti concreti,
b)urbani, o meglio un gruppo che le valuti e, soprattutto
c) aiuti a reperire capitali o attiri investitori di rischio che permettano di concretizzarle.
e se dio vuole questo dovrebbe rilanciare il lavoro
si è a Natale arrivano anche le renne.....
RispondiEliminaah ah ah ah ah
EliminaMa arriverà pure la Vefana?
Eliminae poi la città creativa.
EliminaSi stile Poiesis....tre giorni di goltura e poi tutti a magnà la porchetta...
EliminaE chi sarebbe Urbani per decidere e/o scegliere..
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