28 luglio 2014

Giotto, la Grande Bellezza e il Maestro del Bianco Sartoriale




IL SENTIMENTO DEL CONTRARIO
La cronaca cittadina presenta spunti di roccioso umorismo. Roba pirandelliana. Senza risate e spatacchi. Solo simbolismi che aizzano il sentimento del contrario. Da un lato, tanto per dire, è tutto un fiorire di entusiasmi per il boom di visitatori alla Mostra giottesca. Una buona notizia perché per quattro mesi avremo valuta in ingresso, una variazione non solo mortuaria del PIL locale e potenzialità di ritorno sull’investimento, sempre che i pubblici esercizi rinuncino al chiuso per turno e Giove Pluvio si decida a sostenere il break even point con qualche sprazzo di calura. Dall’altro, compenetrato come un monito al trionfo d’arte sacra, c’è la vexata quaestio dei lavoratori Ardo che domani ripartono in pullman per Roma – destinazione Mise, obiettivo sterile protesta – a riprova che la vita non è solo un’Annunciazione del Maestro di Campodonico ma anche un possibile Annuncio di fine corsa decretato da Giovanni di Cerreto d’Esi, meglio conosciuto come il Maestro del Bianco Sartoriale

LA GRANDE BELLEZZA
C’è qualcosa di Paolo Sorrentino in questa Fabriano operaia che soccombe e stira gli zoccoli mentre la borghesia merloniana - prima adoratrice di lamiere e ora riciclata all'immateriale artistico - si raduna al Teatro Gentile per fare di Giotto un’icona della sua dissociazione da se stessa e dai suoi storici servilismi. Come nella scena iniziale della Grande Bellezza, con l’attico romano ricolmo di leggiadri e leggere consumati dagli anni e tuttora intenti ad ancheggiare sulle note di Raffaella Carrà, come se nulla fosse accaduto tra le feste di venti anni prima e quelle di oggi: a far l’amore comincia tu! 

LA NECESSITA' DEL SUPERFLUO: SI BALLA SOTTO LE BOMBE
Ma al di là di tutto e dei nuovi manierismi il pirandellismo fabrianese sembra giunto a un vero e proprio punto di frattura. La città è stanca di fischietti e tamburi e ha voglia di voltare pagina, perché non c’è niente di più necessario che il superfluo quando il necessario scarseggia e sembra diventato una promessa che non è possibile mantenere. Fabriano è sfibrata e stanca. Assueffata al quotidiano bollettino di guerra di imprese che chiudono, di delocalizzazioni a grappolo e di previsioni fosche sul domani. Gli umani hanno bisogno di ballare mentre cadono le bombe, di aggrapparsi a un leggiadro spirito di sopravvivenza quando la situazione sembra ben disposta solo per lacrime e sangue. 

LA MOSTRA HA UCCISO JP
La rassegna sgarbiana “Da Giotto a Gentile” – e mi sia consentito un paradosso volutamente estremo e sintomatico - ha fatto più danni alla causa dei lavoratori della JP di quanti ne siano derivati dalla sentenza del Tribunale di Ancona che ha annullato la vendita al Maestro del Bianco Sartoriale. Essa ha fornito alla voglia di frivolezza una sponda di alto bordo e un rimbalzo di valore che inquadra una via di fuga non banale. Del resto è molto più dignitoso e rassicurante adottare una migrazione giottesca al fru fru che incagliarsi in una rimozione indifferente nei confronti della fabbrica declinante e del suo popolo serializzato. Fabriano, probabilmente, non diventerà mai un centro d’attrazione turistica: per deficit di competenze, di identità e di natura. Ma ha bisogno di crederlo, di vivere questa illusione che, alla fine, è saggezza e vita.
    

6 commenti:

  1. quando non scrivi di politica guadagni in profondità. Ma chi te lo fa fare di scrivere di Sagramola e la sua Giunta?

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    1. Giampietro deve scrivere della Giunta, perché siamo amministrati da 4 peracottari analfabeti.

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  2. .....ben venga ballare mentre cadono le bombe ( tanghe'ro) almeno stacchiamo per un attimo il cervello da tutte le problematiche che hai elencato e ci concediamo un po' di bellezza nel visitare la mostra!

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  3. Credo che il maltempo di questi giorni abbia incentivato la visita alla mostra. I villeggianti della costa, non sapendo cosa fare, hanno messo piede in quel di Fabriano. Non tutto il male vien per nuocere.

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  4. Caro Simonetti tutta questa valuta in ingresso dove la vedi? Paragonala piuttosto alla valuta che è uscita dalle casse della Fondazione Cassa di Risparmio per pagare questa mostra.

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    1. Pensa agli scontrini non emessi dai pubblici esercizi

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