LA CONFERMA DI MORGAN
Morgan Clementi è stato confermato alla guida del Comitato Territoriale di Confindustria
e, vista la situazione economica dell’entroterra e i livelli di
deindustrializzazione del territorio fabrianese, è letteralmente eroico che ci siano ancora imprenditori che si
interrogano operativamente sulla rappresentanza e sulla funzione
democratica dei corpi intermedi. Di norma le rielezioni sono sempre accompagnate
da parole all’aspartame e da intenzioni gentilmente espresse e il Presidente col nome da attore non si è sottratto alle
pressioni del cerimoniale e ai dettami del bonton associativo.
LA FRASE COLGATE
Ma mentre
rimarcava i bisogni di energia e progettualità da soddisfare, Clementi ha
pronunciato, sulla vendita di Indesit a Whirlpool, la frase Colgate e gli è fiorita in bocca una di quelle affermazioni che sembrano di corollario
ma che, istante dopo istante, lievitano
e rombano fino a incrinare gli equilibri del non detto e dell’appena
accennato: “la vendita è un’opportunità
da cogliere perché, alla fine di tutto, gli americani vengono a investire qui”.
Dopo giornate di unanime doglianza - popolate da istituzioni con turbe da
scavalcamento, da un sindacalismo infettato da preoccupata e preoccupante
logorrea e da associazioni di categoria pervase di ostracismo – Il Presidente
col nome da attore ha fatto come il
bambino della favola di Andersen, che rompe l’unanime finzione dicendo alla
mamma che non c’è nessun vestito nuovo dell’imperatore, semplicemente perché l’imperatore
è nudo.
CIO' CHE NON ATTIRA NON TRATTIENE
Le parole di Clementi hanno rovesciato un approccio che stava
diventando contagioso e che poteva coagulare un fronte trasversale del rifiuto, intenzionato a fare di Whirlpool il
punto di convergenza di una resistenza conservativa e condannata a sterile
testimonianza. Affermare che con l’acquisto di Indesit gli americani sono venuti a investire qui significa cogliere un
elemento di innovazione e in controtendenza, perché fino ad ora il territorio
fabrianese ha solo fatto i conti la perdita
di circa un miliardo di euro di fatturato e con il collasso degli investimenti. Rovesciare l’approccio, accogliendo gli
americani con un’apertura di credito, significa prendere di petto anche un
dilemma splendidamente sintetizzato dall’economista Giacomo Vaciago: ciò che non attira non trattiene.
CONTRATTARE CON WHIRLPOOL SENZA CANINI IN MOSTRA
La
sfida è quella di trattenere Whirlpool risultando attrattivi, offrendo
condizioni vantaggiose, pensando a una contrattazione decentrata in grado di
risultare conveniente, coinvolgendo la multinazionale in progetti di
valorizzazione ambientale, urbanistica e territoriale, formulando le linee
guida di possibili accordi di compensazione, specializzando il territorio –
come dice un mio amico imprenditore – non sulla solita solfa della meccanica ma sull’ingegneria
dei materiali che potrebbe anche giustificare l’esistenza di un distaccamento
dell’Università Politecnica delle Marche. Prevale invece l’idea fasulla che si
possa contrattare con Whirlpool mettendo
in bella mostra i canini, diffondendo messaggi e comunicati ostili,
solleticando l’umor nero delle maestranze e alimentando un clima ostile che
aiuta ad andarsene quanto un ipotetico piano industriale di pura delocalizzazione.
IL CAVALLO DI MORGAN
Per adesso Morgan Clementi è stato l’unico capace di fare la mossa del cavallo e scartare di lato
rispetto al pregiudizio tutto verticale dei fabrianesi. Dubito che tale posizione possa generare un effetto domino e
cambiare questo sussulto generalizzato di pessimismo rurale. Di certo è una
prima incrinatura nel muro ostile innalzato in città. Staremo a vedere sei i
forni Clementi serviranno per cuocere nuovo pane o se, invece, serviranno per bruciare il culo
di Morgan, americano di nome e forse di fatto.
Io sono fiducioso, gli americani hanno fatto un affare, chi ne esce male è la famiglia Merloni della parte Vittorio. Lui purtroppo, con questa maledetta malattia degenerativa, non ha capito e non capirà mai quello che hanno combinato i suoi figli!! Certamente se potesse, capire quello che è successo i calci in culo arrivano fino a non dove!!!
RispondiEliminaRipeto, la Carnival, la prima compagnia al mondo da navi di crociera, per la Costa Concordia spenderà qualcosa come 1500milioni di euro l'equivalente di 1950 milioni di dollari americani e se INDESIT è stata svenduta a 758milioni di euro, qualcosa non porta. Più passa il tempo più dico che questa assomiglia alla svendita della CARIFAC.. anche qui grz ai potentati fabrianesi che si sono inginocchiati a Mariani e soci!!!
Simonè.. prova un pò a fa sti du conti......
vuoi dire che potrebbe esserci parecchio debito, dietro l'azienda?
Elimina_____________
G.R.
Il Piano Industriale! Il Piano Industriale!
RispondiEliminaquando si cede una azienda il prezzo di cessione viene fatto considerando la media degli ultimi 3 anni di fatturato...effettivamente anche a me sembra che qualcosa non quadri...se Vittorio potesse credo che i calci in culo si sprecherebbero....
RispondiEliminaSinceramente credo che le procedure di valutazione delle aziende, in casi come questi, siano più complesse di una media del fatturato.
RispondiEliminacerto che sì però 758 milioni di euro mi sembra un po' pochini
RispondiElimina1.500 miliardi di vecchie lire fa più effetto
RispondiEliminaSignori aprite gli occhi oltre le gallerie, qui stanno svendendo l'Italia e voi vi preoccupate dell'Indesit !!! L'Italia detiene il 40% delle risorse storiche e culturali dell'umanità e noi non riusciamo a vivere di turismo, svendiamo la compagnia aerea di bandiera che ci permetterebbe di attirare turisti da ogni dove e voi vi preoccupate dell' Indesit...... in tempi non sospetti ho detto che Fabriano si salverà solo se ritornerà da dove era venuta, ovvero dalla civiltà contadina. Le terre non ci mancano e le braccia che scarseggiano. Per ritornare in tema è logico che hanno svenduto, altrimenti chi comprava ??? Ovviamente la mossa USA non è legata ad alcun interesse economico, ma tendente solo a frenare l'espansionismo della Cina nel vecchio continente. E poi cosa volete che siano 750 milioni di € contro i 15 miliardi di € che gli regaliamo acquistando l' F-35 piu altri 35 miliardi di € in 30 anni per la manutenzione.
RispondiEliminaI fondamentali, gli indici di bilancio, ebitda margin, ebit margin, ecc.e sono tutti negativi. Ha ragione Gian Pietro: non è con la media del fatturato (seppur anche questo in calo) che si determina il valore di un'azienda. Comunque ho scritto che è stata una svendita. L'Unità parla di "mancia".
RispondiEliminaMaurizio Corte.
La storia INDESIT è tutto un dire....votavo a sx.., oggi solo su m5s posso mettere una X..!!!!Renzi..uno che tratta con pregiudicati vari, è alla pari di essi... NOOOOOOOO, no si possono fare riforme con i pregiudicati anche se votati da alcuni milioni di italiani che credono alla fata turchina.. quindi la strada è una sola!!! Quando criticavo l'isolamento del m5s, non avevo ancora capito che la sx non esisteva più, sono rimasti solo intrallazzatori basta guardare e frequentare il consiglio comunale.. eeeeeeeeee tornasse baffoooooooooo....!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaServe nuova classe dirigente
RispondiEliminaNell'attuale Giunta c'è uno che strillava ai suoi durante i direttivi del partito : SIAMO CLASSE DIRIGGENTTE.
EliminaUn romano a Palazzo Chiavelli?
RispondiEliminaNo un fabrianese docche, ma ignorante
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