14 ottobre 2014

Dieci piccoli indiani tra nasi turati e vasi rotti

E' scoppiata la pace nel PD regionale. E le pacificazioni si consolidano e funzionano quando si condivide il pollice verso rispetto a un nemico comune. Il bau bau dei democratici è Mario Nostrum, quel Gianmarione II° che desidera ardentemente succedere a se stesso. 

Le trame politiche in corso nella sinistra ne hanno drasticamente ridimensionato il borsino, dopo qualche settimana di protagonismo solitario e arrembante. Mario Nostrum ha una sola possibilità: costringere il PD a ripiegare su di lui, al termine di un processo politico in cui tutti i candidati possibili hanno fatto la fine dei protagonisti di "Dieci piccoli indiani" di Agatha Christie.

Per realizzare questa operazione border line a Spacca non bastano le pellicole cinematografiche, le fiction su Rai 1 e i selfie con i francescani. E' necessario un successo politico in grado di spostare gli equilibri e di rompere l'asse che si sta consolidando contro di lui.

Per questo il Governatore è tornato a spingere brutalmente sul caso Ardo. Subito dopo il pronunciamento del Tribunale del Riesame, che confermava la posizione della Sezione Fallimentare del Tribunale di Ancona, Spacca parlò di gravissime inadempienze nella procedura di vendita mentre adesso, più prosaicamente, accenna a generiche criticità formali

Una dichiarazione che è figlia della guerra politica in corso; un conflitto che lo costringe a serrare le fila, unendo a testuggine i sindacati e i moltissimi fabrianesi coinvolti che a primavera voteranno per le regionali. Ma l'unità del PD marchigiano è un valore aggiunto innanzitutto per Renzi che, di conseguenza, non prenderà nessuna decisione che possa favorire Spacca a discapito di quel partito che è ormai una sua protesi personale.

Fabriano - intesa come comunità d'entroterra, spazio economico residuale e centrale di potere politico - è, quindi, parte integrante dello scontro politico in atto tra Spacca e il Partito Democratico. Ad oggi più nel ruolo di vittima predestinata che di protagonista orgogliosa.

Un vaso di coccio tra i vasi di ferro che sta lentamente polarizzando l'atteggiamento dei fabrianesi in due grandi aggregazioni di pensiero e di indirizzo politico: da un lato quanti sostengono che per difendere Fabriano e il suo futuro sia necessario uno Spacca Ter, a costo di turarsi il naso e di snaturare la propria visione; dall'altro la posizione di chi sostiene che Spacca deve andare a casa e che è giunta l'ora di rompere definitivamente il vaso facendo conoscere alla città una deflagrazione capace di far emergere, maieuticamente, un istinto di sopravvivenza fino ad ora tumulato dalle comodità e dal vizio assistenzialista.

Fino a qualche settimana fa la sensazione era quella di una prevalenza dei nasi turati con i distruttori di vasi silenziosi o in preda a pensieri ancora informi e carsici. E forse è anche alla luce di questo sentore che Mario Nostrum ha spinto sull'acceleratore della questione sociale. La partita è aperta, i risultati possibili diversi e a dominare è l'incertezza. Ragion per cui la nostra schedina di sistemisti politici riporta un pronostico trino come il mandato desiderato da Spacca: 1, X, 2.
    

14 commenti:

  1. la cosa preoccupante è che a Fabriano nessuno provi a cavalcare il cavallo delle alleanze coi Pesaresi, probabilissimi vincitori della partita, condannando così di fatto alla sparizione di Fabriano dalle cartine geografiche sia politiche che industriali. il primo atto, quello della cartina geografica politica si è tristemente consumato con le elezioni del nuovo presidente della provincia, che non vede nessun esponente della vita politica Fabrianese presente neppure come portiere di palazzo, e questo grazie alla lungimirante presa di posizione del Sindaco Sagramuntantoalletto che ha pensato bene di schierarsi faccia e culo al fianco di Spacca , in pieno dissenso col partito regionale e immagino Nazionale, proprio in prossimità di questo evento, che tra l'altro lo vedeva in pole position per la presidenza, dimostrando se ce ne fosse stato bisogno una miopia politica talpina. il secondo atto si consumerà non appena chiusi i seggi delle prossime regionali, se , come sta avvenendo fino a questo momento, nessun esponente politico prenderà in mano la situazione cercando di salvare il salvabile stringendo un patto di non belligeranza politico - industriale con i predestinati Pesaresi,ponendosi chiaramente al loro fianco tirandogli la campagna elettorale nel territorio, ma questo comporterebbe il fatto di prendere una posizione netta sulla questione, e questa caratteristica è un tantino latitante tra le personalità politiche e culturali cittadine , molto più propense a stare dietro agli scuretti , in pieno stile " pettegola alla finestra" per poi al momento giusto scendere in strada e attaccarsi alla coda dell'asino di turno. ma a questi politici voglio solo fare notare che non si sta giocando a rimpiattino, ma molto più ferocemente al futuro della città. Muratori Davide

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  2. Gia' l'ordine e' arrivato. Gia' chi si era schierato come acerrimo nemico di Spacca all'interno del PD ha fatto marcia indietro: "se non va su' Spacca arriva quelli dal mare e ce copre co' 'na gettata de cemento e ce fa scompari'". Cioe', i giochi pesanti già' sono cominciati. E tutti questi antispacca che voteranno per Spacca, che cosa chiederanno in cambio? E agli interessi di noi comuni cittadini, chi ci pensa?

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    1. Io anti-Spacca NON voterò Spacca !!!

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  3. ma na volta co pesaro non c'avevamo el gemellaggio?

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  4. PANTALO'... purtroppo!!! M.D.

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  5. In tempi non sospetti (per alcuni già troppo sospetti, invece) Spacca e il circolo del PD di Fabriano non hanno battuto ciglio quando si sono fatte le candidature al Parlamento.
    Aver scelto di rinunciare a un parlamentare fabrianese del PD, capace di fare squadra con i colleghi umbri per difendere l'entroterra montano, ha dimostrato quanto Spacca e il PD abbiano avuto a cuore la rappresentanza a Roma di Fabriano.
    E ora di cosa si lamentano?
    Avete scelto di affidarvi a Lodolini, di Falconara?
    Ora sperate forse che qualcuno vi difenda sui tavoli romani se non avete nemmeno uno straccio di parlamentare?
    Forse un parlamentare fabrianese del PD avrebbe dato fastidio a Spacca o ad altri (ancora a Roma)?
    E dire che con questo sistema elettorale non serviva nemmeno uno statista, bastava scegliere una faccia minimamente presentabile dal mazzo degli asparagi e nominarlo in Parlamento, come il cavallo di Caligola.


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    1. ben detto, analisi precisa

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    2. Troppo acuta questa riflessione per essere capita dai pasdaran di Spacca.

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    3. C'è Maria Paola a Roma. C'è anche se non si vede.

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    4. ma il nostro futuro poggia sulle capaci e toste spalle delle 2 deputate grilline elette nella nostra città!!! Avete visto le battaglie che hanno fatto in parlamento per Favriano(ag delle entrate,carabinieri ,università ecc ecc)????Queste sò forti ohh!!!!!!!

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  6. Anche a settembre 2013 Lodolini aveva chiesto al governo di aprire un tavolo sull'Antonio Merloni e dopo un anno esatto oggi ritorna a chiedere di aprire un tavolo. Sarà mica figlio di un falegname, che pensa di cavarsela con un tavolo? Penso che gli convenga portarlo direttamente a lui il tavolo, altrimenti se aspetta che il governo glie lo apra questo benedetto tavolo, rischia di trovarlo bello che tarlato.

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    1. Il tavolo nel gergo del Pd serve solo a magna'

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  7. IlI mandato assicurato, noto con piacere lo stemperamento del blogghista, il tempo smussa le acredini.

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  8. La storia delle acredini è davvero noiosa. Mai verso nessuno, ma capisco che per una lunga fase ha fatto comodo raccontare questa stupidaggine

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