13 febbraio 2013

Il Comune e le mense

Oggi ci limitiamo al puro e semplice localismo e ci chiudiamo a corazza tra i quattro cantoni della nostra città, dedicando fiumi di parole al pagamento anticipato delle mense scolastiche. Tre bollettini in dieci giorni sono un'azione di svenamento finanziario delle famiglie, un agguato alle tasche dei fabrianesi perpetrato da un'amministrazione - vale sempre la pena ricordarlo - eletta col voto di un quarto dei cittadini aventi diritto e quindi oggettivamente minoritaria. Ora, il bilancio degli enti locali ha una caratteristica di fondo e cioè che si può spendere soltanto ciò che è stato incassato. E i residui attivi rappresentano, da questo punto di vista, un impedimento all'azione amministrativa. Quindi la scelta dell'amministrazione di procedere al pagamento anticipato dei servizi a domanda individuale, rappresenta un'opzione comprensibile ma che nasce come atto di sudditanza della politica nei confronti dei numeri e del bilancio; un bilancio ridotto a feticcio assoluto in nome del quale far soccombere l'idea che gli enti pubblici siano strutture al servizio dei cittadini e non della propria autoreferenzialità economica e finanziaria. Con questa scelta Sagramola e Tini hanno provato a emulare le gelide contabilità di Mario Monti, determinando un distacco violento tra  i problemi reali dei cittadini e le tecnocrazia dei conti. Sindaco e Vicesindaco si sono dimostrati due tecnocrati de noantri, due improvvisatori sedotti dal rigore della spending review disposti, in nome di questa nuova tendenza modaiola, ad accantonare ogni ispirazione minimamente cristiana o socialdemocratica. Tra l'altro il tentativo ridicolo di giocare ai luterani si configura in un momento in cui è fortissima la polemica dei genitori fabrianesi sulla qualità delle mense e sui costi esorbitanti del servizio rispetto alla soddisfazione dei bambini. Al punto che di recente ci è stato chiesto di compilare un questionario di qualità rispetto al servizio mense che nasceva proprio dalle molte lamentele che provengono dai genitori. Con il Comune che pur di far lievitare il costo dei servizi a domanda individuale si inventa immangiabili menù da stato etico, con il paradosso finale di bambini che saltano il pranzo, arrivano affamati all'ora della merenda pomeridiana e, a catena, magari accantonano pure la cena, determinando una disarticolazione dei pasti rispetto alla quale il Comune dovrebbe risarcire le famiglie invece che battere cassa e tartassarle coi pagamenti anticipati. In realtà la domanda a cui non è mai stata data risposta è sempre la stessa: le mense scolastiche sono al servizio della socializzazione e della didattica o sono una pura e semplice voce di bilancio da rimestare a piacimento? L'assessore Tini e il Sindaco Sagramola avranno il coraggio politico di resocontare dettagliatamente ai genitori fabrianesi sui costi, sulla natura degli approvvigionamenti e sul personale coinvolto nelle mense scolastiche, in modo tale che tutti abbiano la possibilità di comprendere e condividere la congruità degli oneri mensili che ogni famiglia deve sostenere? Oppure glisseranno dicendo che è tutto a bilancio, quando ogni persona di buonsenso sa che il bilancio comunale è un documento per specialisti e quindi oggettivamente incomprensibile e inconsultabile? Mettiamoci l'anima in pace, perché è più facile che venga eletto un Papa nero che avere un Tini che smette di pensare che la propria calcolatrice sia il centro del mondo.
    

12 commenti:

  1. Una ficata da una parte si preoccupano delle famiglie che non riescono più ad arrivare alla fine del mese e dall'altra non sanno far altro che aumentare i costi. E meco!!!!

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  2. Sono gli ultimi giorni di Pompei per tutti.....

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  3. Good morning ... vietnam.
    Ciao Gian Pietro, non voglio entrare nel merito del menù della dietologa che, da quello che scrivi, è come se "dietologa" significhi .. TUTTI A DIETA per evitare l'obesità.
    Volevo solo analizzare una tua frase anti legge elettorale.
    Hai scritto: "un'amministrazione - vale sempre la pena ricordarlo - eletta col voto di un quarto dei cittadini aventi diritto e quindi oggettivamente minoritaria".
    Vorrei ricordarti che (prendo solo l'ultima elezione del 2008), alle politiche del 2008, su una POPOLAZIONE di 59.829.710 di abitanti, gli aventi diritto al voto erano 47.295.978 ma a votare ci andarono 37.954.253 di cittadini.
    Il PDL di Berlusconi prese 13.643.344 di voti;
    la LEGA Nord prese 3.024.543 di voti.
    Quindi un governo eletto col voto di poco più di un terzo degli italiani e quindi "oggettivamente minoritario". Purtroppo in Italia sarà sempre così.

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    1. Colgo l'occasione della tua osservazione per fare una autocritica. Nel 1992 fui un convinto sostenitore del sistema maggioritario. Poi mi sono reso conto che il sistema maggioritario è una delle cause della distruzione dei partiti e disaffeziona perché spinge sempre a scegliere il meno peggio.

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    2. Scusa Gian Pietro, ho dimenticato di firmare:
      il commento sopra è mio
      Maurizio Corte

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    3. Condivido l'autocritica.
      Maurizio Corte.

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  4. in tempi non sospetti ( sono ancora l'unico ) ho tolto i bambini dalla mensa, uno per la difficoltà a sostenere dei costi che non rispettavano le mie possibilità ma sopratutto perché se pago vorrei che i miei figli abbiano il gusto del mangiare. Ne ho 4 alla mensa ne andavano 3 e sono tutti stecchini abituati a mangiare quasi tutto . Di loro uno mangiava anche i sassi in 3 anni di mensa ha smesso di mangiare molte cose perché schifato. Ora purtroppo mi trovo a sorridere e spero che questa batosta provochi un cambiamento, dato che si è piu felici a pagare se si mangia bene e genuino. Dato che molti di voi pagano penso abbiano il diritto di sapere dove va a finire molto cibo che non viene consumato. Poi avanzo qua un'idea che purtroppo mi è stata bocciata ovvero il portare la "coluppa" ai bambini usufruendo di un locale scolastico ( sembra che mangiare a mensa con gl ialtri non sia possibile ). Ad oggi faccio le corse a prenderli portarli a casa e riportarli a scuola ma, come per il padibus, avere una stanza e dei genitori a turno disposti a gestire i bambini che volessero mangiare cose portate da casa penso possa essere fattibile! Al nord molti lo fanno !

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  5. Tornando al tema mense, ci sono spunti molto interessanti nel post di oggi a cominciare dal tema delle politiche a favore della famiglia come istituzione, un tema che dovrebbe stare molto a cuore dei partiti e delle liste che sostengono la giunta Sagramola.

    Rimanendo nel pratico, la soluzione trovata dalla giunta non è poi così cervellotica come potrebbe apparire, anzi è proprio geniale se l'obiettivo è fare cassa.
    Perché chi ha sempre pagato continuerà a farlo, solo che adesso paga tutto in anticipo e poi ci sarà il conguaglio per restituire quanto non è stato usufruito.
    Il furbo o l’indigente invece non è che pagheranno perché adesso c’è il MAV o il RAV.

    Poi si pone una questione riguardo al conguaglio delle somme anticipate e che verranno restituite se non usufruite. Saranno restituite con gli interessi? Guardate che non è questione di lana caprina.

    Inoltre, perché il servizio mensa non è equiparato al servizio di trasporto pubblico? In questo caso il cittadino compra il biglietto per la singola corsa o, se l’uso del mezzo è frequente, trova convenienza nell’acquistare un abbonamento, pagando sì in anticipo ma risparmiando sul costo della singola corsa.
    Per la mensa si potrebbero acquistare, pagando sempre in anticipo ma ad un prezzo scontato, un carnet di 20/30 pasti. Finito il carnet si riacquista e la famiglia che rimane con dei buoni pasto non usufruiti e di cui non ha più bisogno, potrebbe facilmente “rivenderli” o regalarli ad altre famiglie.
    In questo modo il comune incassa lo stesso in anticipo, il cittadino onesto che comunque avrebbe pagato il servizio (sia con i classici bollettini postali, sia con Rav o Mav), si vedrebbe premiato per pagare in anticipo, il cittadino furbo non avrebbe più possibilità di farlo, quello indigente potrebbe essere aiutato lo stesso con carnet scontatissimi o gratuiti, senza correre il rischio di finire in mano ad Equitalia per morosità su un servizio che dovrebbe essere invece a sostegno della famiglia come istituzione.
    Sarebbe una strategia WIN WIN, dove tutti i portatori di interessi sono soddisfatti (tranne i furbi ovviamente). Mentre mi pare che ancora una volta la burocrazia pensa solo a vincere lei.
    Poi ci lamentiamo che non si fanno più figli…

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    1. Idea troppo chiara e semplice da applicare per le "teste" che governano Favrià !!!

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    2. La sua proposta è ragionevale, ma inapplicabile. sa perchè? perchè troppo ragionevole! Ass. Tini (lo scienziato) è troppo avanti per accogliere questa proposta! In che mani stiamo!
      .... Ass. Rossi se ci sei batti un colpo!

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  6. Stefano ti ringrazio per i molti spunti che offri. Condivido alla grande la questione dell'equiparazione col trasporto pubblico locale. La realtà è che vogliono far cassa e con la storia del conguaglio intanto si fanno finanziare per un po' di tempo dai cittadini

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  7. Con i carnet di buoni pasto il cittadino paga in anticipo, il vantaggio di questo sistema c'è solo se di fronte al pagamento anticipato c'è uno sconto. In Tecnica Commerciale si chiama "sconto cassa".

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